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Autore: karasunosking    18/11/2016    2 recensioni
Non tutti i matrimoni hanno il loro happy ending. Juzen. JUMIN x ZEN
«Mi avevi detto che eri diverso da tuo padre, stupido io ad aver creduto alle tue parole.» - Zen
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jumin Han, ZEN
Note: AU, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Jumin era sempre stato un uomo possessivo, quando voleva una cosa lo voleva subito, a qualunque costo e lo otteneva sempre. Infatti non mancò molto a posare i suoi occhi sulla stella nascente del musical Zen, aka Hyun Ryu, un giovane attore che grazie alla sua recitazione e bellezza riuscì a farsi strada in poco tempo.

Jumin non era mai stato interessato ai musical o alle opere teatrali, non erano il suo campo e né aveva particolare interesse per esso. Per il compleanno del padre si fece consigliare dalla sua segretaria Jaehee la quale gli procurò dei biglietti in prima fila per un'opera teatrale in cui recitava Zen.


Sin dalla sua prima apparizione nella scena Jumin rimase catturato dal ragazzo. Mai nella sua vita aveva mostrato interesse particolare verso il gentil sesso, eppure aveva un buon rapporto con tutti quanti, alle sue spalle lo chiamavano cuore di pietra, perché il suo interesse si limitava solo al lavoro e al suo gatto.


Ammaliato dal fascino del giovane e dal suo modo di essere sinuoso e sensuale come un felino, decise d'aspettarlo fuori dal suo camerino per fargli complimenti, ma non aveva mai pianificato che la sua piccola curiosità si sarebbe presto trasformata in una costante pensiero nella sua testa. Fino al prossimo incontro, e quello dopo e quello dopo ancora, ancora ed ancora. Quello che era una semplice curiosità presto diventò qualcosa di più profondo. Un motivo per cui lavorare sodo, un motivo per cui uscire presto dal lavoro e tornare a casa. Un motivo per cui sorridere, un motivo per cui vivere. Hyun Ryu d'altro canto non era un tipo semplice da conquistare, sembrò quasi infastidito dalle sue avance e il suo intenso interesse per lui, ma piano piano, riuscì a capire che non era una persona così cattiva anche se continuò a rifiutare qualsiasi tipo di aiuto e supporto finanziario dall'anziano. Venivano da due mondi diversi, l'unica cosa che li univa era quello strano formicolio nel cuore, nell'aspettare una sua chiamata prima di andare a dormire, far provare nuove cose all'uomo dal sorriso enigmatico, il suo sorriso affascinante. Quando lo sentì la prima volta ridere, poteva giurare che il suo cuore aveva saltato un battito.


3 mesi.


Jumin impiegò esattamente 3 mesi a conquistare il cuore del giovane fanciullo, 3 mesi di conversazioni giornaliere sul più e sul meno la mattina, il pomeriggio e la sera. 3 mesi di rose inviate a casa del ragazzo. 3 mesi con occasionali pasti condivisi e d'uscite romantiche fuori città nel vigneto di Jumin.


E dopo arrivò la proposta. A Jumin non piaceva aspettare. Aveva pianificato che non appena sarebbe riuscito a conquistare il cuore del ragazzo lo avrebbe fatto suo per sempre, ma non sapeva che gli ci sarebbe voluto così tanto tempo e fatica. Ma ne valse la pena attendere. Altri 3 mesi dopo erano fidanzati ufficialmente e al quarto mese Jumin e Zen fecero il grande passo.


'Juzen' così denominata da molti giornali scandalistici e di gossip, era la coppia perfetta, la loro una storia d'amore unica, la coppia più invidiata ed amata da tutta la nazione.


Adottarono due figli, due maschietti, gemelli. Saeyoung e Saeran. Rossi di capelli e opposti di carattere. Uno era sveglio e pimpante, apprendeva in fretta mentre l'altro insicuro e bisognoso d'affetto. Li crebbero come figli propri cercando di non fargli mancare nulla, una madre, attore di professione, e un padre, uomo d'affari. Si sa che gli uomini d'affari si sposano tutti con attrici belle e famose e poi se ne dimenticano, le fanno appassire. Sono uomini che amano solo i soldi, i genitori di Ryu lo avevano avvertito, che non porta bene a sposare un uomo che fa tale professione, prima o poi il suo interesse sarebbe appassito, così come la sua bellezza.

E nella testa di Ryu sin da allora aveva cominciato a formare e diffondersi come un virus pensieri e dubbi. Dubbi che gli fece odiare di specchiarsi e aveva coperto lo specchio grande con un telo, aveva cominciato ad odiare la propria stessa faccia. Da quando avevano deciso di avere figli si erano accordati che i figli sarebbero venuti sempre prima del lavoro, Ryu aveva mantenuto questa sua promessa, ma Jumin quando i figli cominciarono a crescere e finirono l'asilo cominciò a rinchiudersi nel lavoro. Raramente era a casa, non chiamava se non per farsi portare dei documenti dimenticati. E quando era a casa era sempre nel suo studio rinchiuso a lavorare.


«...min, Jumin mi ascolti?»

«Mh...?»

«E' il loro ultimo giorno, avevi promesso che saresti venuto. Si può sapere che fine avevi fatto?»

«Scusa, ero ad una riunione importante con un cliente, non potevo rinviare.»


Ryu aveva provato e riprovato, a far accendere quella scintilla d'amore nel suo marito, ma i suoi tentativi erano stati inutili.


«...mamma?»

«Si, piccolo mio?»

«...papà non ci vuole più bene?»

«Ma sei stupido? Papà lavora. Se lui non lavora chi ci mantiene il tetto sopra la testa?» fu la risposta secca di Saeyoung che fece luccicare facendo cadere lacrime dagli occhi del piccolo Saeran.

Zen dovette sospirare cercando di essere positivo, come sempre cercava di mantenere la pace fra i due fratelli.

«Ma, no tesoro, cosa vai a pensare? Certo che te ne vuole bene. Papà vuole bene a tutti noi.» dovette rispondere amaramente con l'ennesima bugia prendendo il piccolo in braccio e cullandolo. Una bugia a cui lui stesso cominciava a dubitare per primo.


Per quanto meno frequentasse il padre, si era chiesto come facesse Saeyoung a riporre tanta fiducia verso Jumin, una fiducia che cominciava a scarseggiare in Ryu. Lo si vedeva, lo si poteva leggere nei suoi occhi ogni volta che Saeran chiedeva del padre. Ad ogni pasto, ad ogni evento, ad ogni festività.


Jumin, mai aveva pensato che il suo matrimonio fosse a tale rischio. Era talmente sommerso dal lavoro che non si era accorto che erano passati quasi otto anni dal matrimonio. Otto anni di convivenza con i dubbi e paura nella testa di Ryu. Finché non ce la fece a trattenersi una sera e irruppe nel suo studio e si sfogò. Era furibondo, era il compleanno dei gemelli, e Jumin era rinchiuso nel suo studio a lavorare. Non capiva cosa fosse così importante della propria famiglia. Fu una lite terribile, i ragazzi che stavano dormendo si svegliarono nell'udire i genitori litigare. Terrorizzati non riuscirono a dormire quella notte. Ryu lasciò la casa quella sera. Dormì fuori. Il mattino dopo quando uscì per fare colazione fuori un'auto con una scorta di guardie del corpo lo scortarono a casa. Si sentiva in trappola. Si rinchiuse nella stanza. Tanto Jumin non vi entrava più. Si era dimenticato come fosse dormire con Jumin accanto, ma per sua fortuna vi erano i gemelli, che sentito la mancanza della madre, entrarono nella stanza quietamente per poi stendersi affianco a lui.

«...mma, mamma? Stai bene?» fu il piccolo Saeran a chiedere, mentre Saeyoung lo abbracciava.

«...si piccolo mio, va tutto bene, non preoccuparti. Sto bene.»

«Allora perché te ne eri andato via?» fu Saeyoung a chiedere.

«...io...avevo bisogno solo di cambiare un po' di aria.» preferì non mentire, il maggiore era molto perspicace.

«...sai abbiamo aiutato papà a trovarti!» disse Saeran con una punta d'orgoglio nella voce, «E papà ci ha anche detto che siamo stati bravissimi.»

«Cos-? Come lo avete aiutato?»

«Abbiamo hackerato il tuo cellulare e i dati della tua carta di credito. E' stato facile trovare dove eri!»

«...io...um...» era piuttosto perplesso, non sapeva se era un bene o un male che i suoi figli comincino a fare cose illegali e non avevano nemmeno 10 anni.


Decise di essere forte per un'ultima volta, per il bene dei ragazzi, non voleva crescerli come piccoli criminali cibernetici, decise di parlarne con Jumin, di chiarire le cose e riappacificare. Non sempre le cose vanno come si spera, forse Ryu aveva sperato troppo.

Nulla va mai come si spera.


Ryu parlò per circa un'ora, ma Jumin non distolse lo sguardo minimamente dai fogli che aveva sul tavolo. Ryu pensando che lo aveva disturbato in un momento sbagliato, lo lasciò con un invito a cena, loro due soli, i gemelli sarebbero stati dallo zio V e con la sua badante Ms Vanderwood. Jumin accettò dicendo che sarebbe tornato presto.


Ryu cucinò tutti i piatti preferiti di Jumin, aveva pensato a tutto, le candele, i centri tavola, i fiori, persino l'intimo sexy in caso di happy ending, perché si, dai perché no?

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva baciato quelle sue morbide labbra, quanto tempo era passato da quando lo aveva toccato l'ultima volta? Sentiva la sua mancanza in ogni parte del suo corpo. Ed era deciso di sfruttarlo al meglio la serata. E così aspettò pazientemente.


Aspettò.



Aspettò ed aspettò.



Aveva detto che sarebbe stato a casa per le 19, l'orologio segnava le 20.



Un'ora di ritardo, va bene nulla va mai come uno spera e un'ora di ritardo poteva anche digerirlo.




Due ore, forse ha trovato traffico, si convinse.


Tre, stanco di aspettare prese il cellulare e chiamò Jumin.



Nulla, linea morta.


Preso dal panico, che potesse essergli accaduto qualcosa di terribile chiamò Jaehee.



«Ryu? Non è il momento. Ti prego non prendere dal panico. Stiamo cercando ancora di capire se la notizia è vera o no.»

«N-notizia quale notizia? Gli è successo qualcosa?»

«N-non hai visto i telegiornali?»

«Cosa? Perché?»

«Ti prego non credere a ciò che vedi, ti prego mantieni la calma.»



Troppo tardi, Ryu accese la tv ed in ogni stazione televisiva diceva la stessa notizia. Dello scandalo del giovane presidente della compagnia C&R coinvolto in una relazione segreta con un'attrice da diverso tempo.


Ryu quasi non voleva credere ai propri occhi.


Dove aveva sbagliato? Come aveva fatto a non notare i segni? Il fatto che tornava a casa tardi o che a volte non tornava affatto e cosa? Preferiva dormire in compagnia di una donna in un albergo piuttosto che con lui? Dopo avergli fatto credere che lui era tutto per lui, chiestogli di sposarlo e di avere una famiglia?


«Mi avevi detto che eri diverso da tuo padre, stupido io ad aver creduto alle tue parole.»






Disgusto, ecco cosa provava Ryu riguardo al proprio corpo, come poteva amare se stesso se persino l'uomo che amava prova disgusto dormire nel suo stesso letto?


Non uscì dalla sua stanza per diverso tempo, solo in compagnia degli incubi che sua madre gli aveva infettato i suoi pensieri, terrorizzato.


Era orribile, disgustoso, rivoltante.


Aveva rotto lo specchio, i frammenti erano ancora lì per terra.


Nei suoi occhi si era spento tutto, persino la sua voglia di vivere...non ne vedeva alcun motivo.


Passarono due settimane ed ecco che qualcuno prese coraggio ed entrò nella stanza.


«...mamma?» era il piccolo Saeran, il suo preferito, l'unica gioia della sua vita, l'unica cosa ancora capace di dargli forza, entrò nella stanza intimidito con gli occhi rossi. Aveva pianto, lo poteva immaginare, i due fratelli passavano tutto il tempo a battibeccare, dove Saeran non capendo le battute di Saeyoung finiva sempre in lacrime.


Ryu, tese una mano verso il piccolo, il quale corse fra le sue braccia.

«Mammina non piangere, se tu piangi piango anche io.»

«No, amore mio, non piango.» rispose automaticamente abbracciandolo stretto.

«Papà...lui ti ama per ciò che sei.. e tu sei perfetto così.. sii te stesso con lui..non dare retta a quello che dicono gli altri..non importa cosa dicono loro tu per me sei e rimani bellissimo.» trovò conforto in quelle parole, lo stinse a se strettamente, cercando un appiglio che lo tenesse legato alla realtà e cercando di non cadere nell'infinito limbo della sua insicurezza.




Un ultimo tentativo. Una prova per Jumin. Una prova d'amore.




«...um...dovresti firmare questi.»

«Posali sulla scrivania lo farò più tardi.»

«Jumin...?»

Non rispose, emise solo un suono incomprensibile, quasi infastidito.

«...no, niente.» uscì senza aggiungere altro.


Il giorno dopo Ryu entrò nello studio di Jumin per trovare i documenti firmati. Non credette ai suoi occhi. Non ci voleva credere. Scioccato lo chiamò subito al cellulare.

«Sii breve, ho una riunione importante.»

«BASTARDO PERCHE' HAI FIRMATO? NON T'IMPORTA NIENTE DI ME?»

«Ryu calmati, ne riparliamo quando torno a casa.»

«Sempre se torni, ma hai almeno letto prima di firmare?»

Ci fu un momento di silenzio da parte di Jumin prima di rispondere.

«Sono ad una riunione importante.»

«Io non lo sono? I tuoi figli non lo sono?»

«Smettila Ryu, non ho tempo per i tuoi sbalzi d'umore.»

«Sbalzi...d'umore...tu...davvero non provi più nulla per me?» chiese fra un singhiozzo e l'altro.

«...stavo pensando di prendere quello e anche quello, tesoro hai finito la chiamata?»

«Chi...chi c'è con te?» sentì una voce femminile provenire accanto a Jumin.

«Senti non è il momento, sono impegnato.» e riattaccò la chiamata.


Non serviva che glielo dicesse o d'avere una conferma, Ryu sapeva benissimo di chi fosse quella voce, era quell'attrice di cui parlavano dello scandalo.


Non c'erano dubbi, la firma di Jumin sui documenti del divorzio ne erano la conferma.


Ryu non voleva più stare là.


Ryu non poteva più stare là.



Si mise a fare i bagagli fra un singhiozzo e l'altro.



«Te ne vai?» fu colto a sorpresa dalla voce alle sue spalle, era Saeyoung.

Si voltò e si sentì una fitta al cuore, eppure infondo al suo cuore fu sollevato che non fosse Saeran, non avrebbe potuto spezzare il suo piccolo cuoricino, ma si sentiva una persona orribile in equal modo. «Tornerai vero? Tu torni sempre per noi.» Non sapeva cosa rispondere. Non voleva dargli una falsa speranza o dirgli una bugia, abbassò lo sguardo sentendosi colpevole.

«Papà non ti lascerà andare, ti riporterà indietro, lo so che ti ama ancora.»

«Saeyoung...?» riuscì a forza a far uscire quelle parole, «Non credo che sia lo stesso, non questa volta.»

«Ha sbagliato, può rimediare. Ti prego non te ne andare.» pregò il piccolo.

Ryu lo abbracciò e gli diede un bacio sulla fronte. «Sii, forte Saeyoung, e prenditi cura di tuo fratello...anche da parte mia.»


Prese i bagagli ed andò via.

Lasciando tutto alle spalle.


Svanendo dagli occhi dei media, dalla rete e dal mondo dello spettacolo.

Si era lasciato alle spalle il cellulare e la sua carta di credito, non aveva toccato i suoi soldi in banca.


I gemelli non riuscirono più a trovare traccia di lui, era come se si fosse volatilizzato dal mondo, due anni passarono e di lui ancora nessuna traccia, eppure i gemelli non smisero mai di cercarlo.





FINE



NA: questo è solo una pov di Zen. Forse tutta la storia in sé è un grosso malinteso oppure no? Jumin d'altronde è un uomo che non sa mostrare i suoi sentimenti.

NA pt2: Dato che me lo hanno chiesto (ed io di solito non spiego mai la storia, perché insomma se non avete capito la cronologia e gli eventi mentre la leggevate o siete scemi voi o son io che come autore faccio cacare), questa è una AU dove Zen e Jumin hanno la stessa età del gioco, tranne Seven e Saeran che in questo caso erano due orfani che vengono adottati quando erano piccolissimi dalla coppia. Fine. Se avete dubbi il mio ask box è sempre aperta. Bye.  

  
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