Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Mary P_Stark    18/11/2016    2 recensioni
2024. Malcolm Hamilton e i suoi amici si apprestano a terminare i loro studi alla Columbia ma il giovane, Guardiano dello Spirito e Fulcro del Pentacolo di Potere della sua famiglia, sente che qualcosa non va, che qualcosa lo minaccia, pur se non direttamente. Niente e nessuno sembra riuscire a comprendere cosa stia curiosando attorno al giovane, neppure un'entità potente come la Fenice Araba, che si è presa personale carico di aiutare l'amico e Guardiano.
Cosa vi può essere che riesce a sfuggire agli occhi di un Dominatore dello Spirito? E sarà un'entità davvero malvagia, o solo incuriosita dal potere di Malcolm e della sua famiglia?
E' difficile scoprirlo, specialmente quando cuore e anima vanno in due direzioni diverse. Se il primo vorrebbe pensare agli occhi dolci di Eiko, la seconda è incuriosita da Rin, le due nuove amiche che Malcolm conosce all'università.
Riuscirà il ragazzo a non cacciarsi nei guai, o saranno i guai a trovare lui? - SPIN-OFF serie 'The Power of the Four' (è necessaria la previa lettura della saga, per comprenderne gli intrecci)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'The Power of the Four'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Epilogo
 
 
 
 
24 Dicembre – Hamilton Manor
 
 
La neve cadeva fitta dal cielo, ammantando ogni cosa con il suo bianco velo.
 
La collina su cui sorgeva il castello, il lago, l’ampia strada che conduceva al maniero in arenaria grigia, ogni cosa era uniformemente bianca e splendente, nella luce diafana del giorno.
 
Quella sera avrebbero festeggiato la Vigilia di Natale e, come sempre da quando la famiglia si era riappacificata, il castello sarebbe stato gremito di persone, festoso e allegro come da sempre avrebbe dovuto essere.
 
Per quell’occasione speciale, il maniero sarebbe rimasto chiuso ai turisti – di cui si occupavano Colin e Miranda – e, per una volta, le segrete del castello, la sua sala d’armi e gli antichi camminamenti non avrebbero ascoltato le risate dei bambini e i commenti degli adulti.
 
La famiglia e gli invitati si sarebbero radunati ai piani alti, dove si trovavano gli appartamenti degli attuali inquilini e dove erano collocate le stanze a uso esclusivo della famiglia Hamilton. Lì si svolgevano anche le riunioni del Clan.
 
Per quell’anno, avrebbero ospitato anche le famiglie di Rin, Eiko e Benjamin.
 
Dopo gli eventi così drammatici che li avevano visti coinvolti loro malgrado, a Winter era parso giusto riunirli tutti sono un medesimo tetto. Niente sarebbe più stato lo stesso, per le due coppie giapponesi e l’unica loro figlia rimasta, e la presenza di Ben sarebbe servita a dare loro conforto e aiuto.
 
In questo, la Fenice era unica in tutti i sensi. Fenice che, in quel momento, stava esibendosi in un capitombolo degno di tale nome, colpito proditoriamente dalla sorella con una enorme palla di neve.
 
Sunshine rise assieme alla sua omonima più giovane, mentre Selene dava una mano a Ben a rialzarsi e Coryn e Shanna preparavano nuovi armamenti per ribattere all’offensiva.
 
Sull’altro lato della barricata, Anthony e Cynthia stavano facendo la stessa cosa, ridendo della caduta di Ben senza badare al volume elevato dei loro schiamazzi.
 
Malcolm sorrise nel vederli così ridenti e spensierati ed Eiko, al suo fianco, gli strinse una mano, asserendo: “Si stanno divertendo tutti tantissimo. Ma come mai hai deciso di non partecipare alla battaglia?”
 
“Perché? Si bagneranno fino al collo, e io detesto prendere il raffreddore. Lo prendo già senza che me lo vada a cercare” ironizzò Malcolm, nascondendo il volto oltre il bordo della pesante sciarpa che indossava.
 
Eiko rise di quel suo strenuo tentativo di difendersi dai batteri esterni e, nell’osservare i suoi genitori e quelli di Rin, impegnati a parlare con Winter, gli domandò: “Pensi che il senso di straniamento passerà?”
 
“Ci vuole tempo, per tutti. Chiedi a mamma cosa ha pensato, la prima volta che ha visto mio padre nei panni di Dominatore dell’Acqua. Pensava che fosse un X-men!” rise Malcolm, ed Eiko con lui. “O Max… è svenuto, quando zia Summ gli ha mostrato il suo potere. Forse, zia Mel è quella che l’ha presa meglio. Si è limitata a credere che lo zio fosse un dio… e penso che, a volte, lo creda ancora.”
 
Nel dirlo, sorrise in direzione della coppia che, mano nella mano, stava facendo una passeggiata nei pressi del filare di abeti che delimitava la proprietà.
 
Pur con tutte le rassicurazioni di Erin sulla buona riuscita della missione, quando gli Hamilton erano tornati a Washington, il ricongiungimento era stato traumatico quanto ricco di pathos.
 
Kimmy si era quasi arrampicata su Winter, incollandosi al marito al pari di un koala e, per tre giorni di fila, non lo aveva mai perso di vista.
 
Mel non era stata da meno, e si era stretta al braccio di Autumn come se ne andasse della propria vita.
 
John e Max erano stati più compiti, nei modi, ma i risultati erano stati più o meno gli stessi.
 
Tutti i bambini, infine, avevano dormito nel lettone dei genitori per la prima volta dopo anni, gli uni stretti agli altri in un abbraccio collettivo che sapeva di amore e di sollievo per il pericolo scampato.
 
Malcolm, più di tutti, poi, aveva ricevuto testimonianze di affetto e comprensione che, alla fine, lo avevano quasi convinto a scappare di casa.
 
A volte, anche la troppa dolcezza e il troppo amore potevano risultare indigesti.
 
Quell’avventura in terra straniera aveva lasciato strascichi su tutti loro, in un modo o nell’altro ma, presto o tardi, tutto sarebbe stato superato.
 
Erano sopravvissuti all’assalto di una volpe millenaria e sanguinaria… potevano sopravvivere anche a un po’ di shock post-traumatico e a qualche bacio e abbraccio in più rispetto al solito.
 
Il fatto che nella cultura giapponese si credesse negli spiriti, aveva in parte aiutato gli Otonashi e i Kurumi ad accettare la nuova forma di Rin. Saperli lieti all’idea di non avere perso del tutto la figlia, aveva reso più facile accettare anche per Malcolm ed Eiko, il futuro di Rin.
 
Il pensiero di non aver fatto abbastanza, per lei, continuava a ossessionare entrambi ma, proprio grazie ai sorrisi delle due famiglie nipponiche, era più semplice procedere con la guarigione delle loro anime ferite.
 
Sorridendo leggermente quando vide Rin comparire al fianco dei genitori nella sua forma a grandezza naturale – poteva prendere le forme che voleva – Mal mormorò: “Sembra si sia abituata bene a comparire senza che io la chiami.”
 
Eiko assentì, continuando nella sua passeggiata assieme a Malcolm.
 
Quando erano giunti a Hamilton Manor, due giorni addietro, Eiko era rimasta colpita dalla grandezza e bellezza di quel luogo.
 
Dopo aver vissuto le incredibili avventure di cui era stata protagonista, non si era però meravigliata più di tanto che il suo fidanzato avesse un maniero da favola in cui poter abitare.
 
Malcolm glielo aveva fatto visitare in tutta la sua ampiezza e, accompagnati da una curiosa Rin, ne avevano scoperto ogni angolo più nascosto.
 
A quel punto, avrebbe potuto percorrerlo anche a occhi chiusi, ma visitarlo in compagnia del fidanzato era sicuramente più piacevole.
 
Malcolm le sorrise divertito, ed Eiko seppe che le aveva letto la mente.
 
Non le spiaceva affatto che lui sapesse ciò che pensava e anzi, a volte era anche meglio che parlare ad alta voce.
 
Poter affondare nei suoi pensieri era qualcosa di incredibile, di profondo, di straniante. Ma la faceva sentire bene, completamente appagata.
 
Anche se a volte arrossiva come una quindicenne quando lui la scopriva a pensare a loro due assieme, le piaceva comunque avere quel rapporto con Malcolm.
 
“Anche io preferisco visitare il castello in tua compagnia” le disse Mal, scrollando leggermente le spalle.
 
Eiko fece per replicare, ma le facce di Sunshine e Selene la fecero scoppiare a ridere e Malcolm, curioso, le domandò: “Beh? Che c’è?”
 
La giovane gli indicò le cugine e Mal, nel notare quanto fossero imbambolate e con gli occhi sognanti, scoppiò a sua volta a ridere.
 
Ogni qualvolta compariva il padre di Benjamin, Morgan Thompson, quelle due andavano in brodo di giuggiole. Evidentemente, il fascino latino, su di loro, aveva un potere enorme.
 
Asciugandosi una lacrima d’ilarità, Eiko esalò: “Dovremmo dire a Joy di non mostrare troppo spesso suo marito. Ha effetti deleteri sulle ragazzine.”
 
“Solo sulle ragazzine?” ironizzò Malcolm, ammiccando al suo indirizzo.
 
“Oh, non solo su di loro. Morgan è davvero affascinante, ma nella tua famiglia c’è un tale concentrato di testosterone di prima qualità, che è difficile scegliere” replicò lei, con altrettanta ironia.
 
Malcolm le sorrise divertito e, nel darle un bacio, mormorò sulle sue labbra: “Spero comunque di essere il tuo preferito.”
 
“Sempre” assentì lei, lasciandosi avvolgere dal suo calore e dal suo potere.
 
Fin dalla prima volta in cui aveva sperimentato quel dolce affondare nel suo animo, Eiko aveva capito di non poterne fare a meno.
 
Altri l’avrebbero trovata strana, persino troppo forte, come esperienza ma, per lei, stava diventando normale e vitale come l’aria.
 
Forse, molto semplicemente, perché era una parte importante – per non dire vitale – di Malcolm, ed Eiko voleva essere partecipe di tutto ciò.
 
Non fu strano, quindi, percepire il suo desiderio a stento trattenuto, l’amore che provava per lei, un pizzico di paura al pensiero di spaventarla.
 
Quello era sempre presente, come se Malcolm temesse che, da un momento all’altro, qualcosa potesse essere troppo, per lei, e potesse farla fuggire.
 
Quando si scostò da lui, perciò, gli sorrise come sempre e, come sempre, gli carezzò il volto per fare svanire dai suoi occhi quella scintilla di insicurezza.
 
Malcolm la ringraziò con un sorriso di autentica venerazione – a quello, Eiko doveva ancora abituarsi – e, nel riprendere la via del maniero, lui disse: “Stasera si festeggerà fino a tardi. Siamo soliti aprire i regali a mezzanotte.”
 
“Nessun problema. Ho chi mi terrà desta” ammiccò lei, dandogli un colpetto con la spalla.
 
Lui assentì e, quando oltrepassarono il ponticello che li divideva dalla spianata dinanzi al castello, esclamò: “Ben, prendo il tuo posto!”
 
“Grazie, amico! Ho proprio bisogno di un po’ di caldo, a questo punto!” rise Ben, battendo il cinque con l’amico.
 
Ciò detto, si scostò dal campo di gioco e, raggiunto lo stradello sgombro di neve, lasciò che il suo fuoco lo avvolgesse per alcuni secondi, scatenando le grida di tutti.
 
“Esibizionista!” gli urlò contro sua sorella, mentre la piccola Sunshine e Shanna fischiavano come allo stadio.
 
Cynthia e Selene, invece, si avvicinarono per scaldarsi, e Coryn dichiarò serafico: “Aspetta che abbia anch’io il controllo sul mio, di fuoco, poi vedremo…”
 
“Ben detto, nipote! Gli faremo vedere noi!” esclamò Summer, imitando Benjamin.
 
Summer non aveva però tenuto conto della propria posizione, quando scatenò le sue fiamme scarlatte. Non appena il fuoco lambì la superficie nevosa, questa si sciolse, e i ragazzi le urlarono di smettere subito.
 
“Ops… ho dimenticato di usare quelle fredde” ironizzò lei, guadagnandosi le occhiatacce contrariate dei nipoti.
 
Kimmy, che aveva osservato l’intera scena da breve distanza, scosse il capo con espressione esasperata e domandò: “Che senso ha insegnare loro l’educazione, se poi tu fai peggio di loro, Summy?”
 
La Dominatrice del Fuoco, imperturbabile, richiamò le fiamme, batté una mano sulla spalla di Coryn e replicò: “Dai, Kimmy… non ti lamenterai mica dei tuoi figli, spero?”
 
“Per niente. Ma istigarli a usare i loro poteri come fossero giocattoli, non va bene” ribatté la donna, pur sorridendo alla cognata.
 
“Oh, povera la mia Kimmy, bistrattata da quella cattivona della zia Summer” ironizzò la Dominatrice, strizzando l’occhio a Coryn prima di correre ad abbracciarne la madre.
 
“Dai, piantala, Summ” brontolò Kimberly, allontanando con le mani la donna che, ridendo, stava tentando di darle un bacetto.
 
Tutti loro risero di quella commedia e Winter, ancora a fianco dei coniugi Otonashi e Kurumi, chiosò: “Siamo un branco davvero eterogeneo e chiassoso ma, come vedete, siamo anche assai allegri. Non ci si annoia mai, questo posso assicurarvelo.”
 
Motoko gli sorrise e, nell’osservare la figlia ridente e serena mentre se la rideva con Sunshine Thompson, asserì: “Abbiamo sempre voluto per le nostre ragazze un futuro speciale… più di così, penso che non avremmo potuto ricevere.”
 
Anche la madre di Rin assentì, sorridendo alla figlia che, nello stringersi alla donna, dichiarò: “Malcolm mi ha salvata in tutti i modi possibili, e mi ha resa qualcosa che mai avrei immaginato. Certo, non potrò darvi dei nipotini, ma a quello penserà Eiko…”
 
Come fata superiore dello Spirito, Rin poteva essere ascoltata da tutti, poiché parlava direttamente allo spirito delle persone. Contrariamente a Erin che, in quanto legata all’elemento Acqua, poteva interagire solo con i suoi congiunti, Rin non aveva problemi a farsi capire da chiunque lei volesse.
 
Le due coppie scoppiarono a ridere di fronte alla sua malcelata ironia e Winter, tossicchiando, esalò: “Ah, beh, cara… diamo il tempo al tempo. Quei due ragazzi non devono certo correre, ti pare?”
 
“Oh, ma certo, Winter, non dico che debbano farlo ora… ma credi davvero che Malcolm non voglia avere dei figli? Sarebbero come minimo bellissimi, visti i geni portentosi che ha” rise dolcemente Rin, danzando leggiadra attorno ai suoi cari. “E, con Eiko come mamma, avrebbero quel qualcosa in più che li farebbe diventare splendidi.”
 
Win assentì divertito alla fata, replicando: “Non posso che dirmi d’accordo, o mi darei la zappa sui piedi da solo. Ma desidero solo che facciano quello che vogliono. Niente verrà mai loro imposto.”
 
Quel capitolo si era chiuso con lui ed Erin. Nessun altro Guardiano avrebbe subito quella imposizione dal Clan.
 
Erano liberi, ognuno di loro lo era, in mille modi diversi, e la nuova generazione, il nuovo Cerchio, sarebbe stato il primo di una generazione nata senza vincoli.
 
Selene scelse quel momento per bloccarsi nel bel mezzo di una lotta a palle di neve con Malcolm e, abbracciando stretto il cugino, lo fece chinare per dirgli due parole nell’orecchio.
 
Mal si irrigidì per un istante, sorrise a Eiko e lei arrossì per diretta conseguenza.
 
Nessuno naturalmente parlò, e Summer diede dell’ingrata ai nipoti per quel silenzio ma Winter, nel notare il sorriso estasiato del figlio, ammiccò alla fata dello Spirito e mormorò: “Forse, dovrò cominciare a cercare una casa per mio figlio, a Washington, mentre lui ed Eiko finiscono gli studi.”
 
“Pensi che loro…”
 
“Non ora, ma succederà. O almeno, mi pare di capire questo, dal sorriso un po’ scemo di mio figlio” ironizzò Winter, sorridendo poi a Kenzo e Motoko. “Avevo lo stesso sorriso, quando Erin mi disse di aspettare Malcolm.”
 
“E’ il caso di preparare già un corredino, allora?” esalò Motoko, coprendosi le guance in fiamme con le mani.
 
Kazue, la madre di Rin, sorrise all’amica e, rivolta a Winter, domandò: “Pensi che ce lo diranno, prima o poi?”
 
“Credo proprio di no. Mio figlio è un po’ timido, quando si tratta di parlare di se stesso. Penso lo sapremo quando ci sarà veramente qualcosa di cui parlare, e non solo di una visione avuta dalla nostra splendida nipotina” replicò Winter, lieto che Selene avesse visto nel loro futuro qualcosa di così bello.
 
Avevano bisogno di serenità, e pensare a un bambino – o una bambina – non ancora tra loro, ma presente tra le maglie del tempo, era piacevole.
 
Rin, infatti, batté le sue mani traslucide ed esalò: “Ora vado a tartassare Eiko… ma prometto di non farvi la spia, se non vorrete.”
 
Kazue rise, diede un bacio alla figlia e disse: “Non pressarla troppo, però. Mi raccomando.”
 
“Sarò una bravissima fata, promesso” li rassicurò lei, involandosi con il suo corpo sinuoso e brillante come una piccola stella.
 
“E’ davvero un bellissimo kami” mormorò Iroshi, lappandosi nervosamente le labbra nell’osservare le movenze eleganti della figlia.
 
Winter gli batté una mano sulla spalla, assentendo, e disse: “Il più bello… presenti esclusi.”
 
Erin, alle sue spalle, sorrise divertita e si unì a sua volta alla compagnia, raggiungendo il figlio con il suo incedere fatto di cristalli di ghiaccio e gocce d’acqua.
 
Sì, il loro era davvero un branco eterogeneo, folle a vedersi, ma nessuno avrebbe potuto trovare al mondo famiglia più unita della loro.

 

 

Note: Qui si concludono le avventure della famiglia Hamilton. Il Cerchio si è completato, e una nuova schiera di Dominatori è pronta a crescere sotto la guida di Winter e gli altri Guardiani degli Elementi.

Spero che vi sia piaciuto leggerla, come a me è piaciuto scriverla.

Per il momento, vi dico arrivederci, poiché mi prenderò una pausa per portare avanti un’altra storia. Non ho idea di quanto mi ci vorrà, ma non è detto che, nel frattempo, io non possa postare anche qualche OS sul mondo di Hannah e Nickolas, oppure sui lupi di Brianna. Tenete d’occhio la bacheca, non si sa mai.

A presto, e grazie a tutte/i voi, che con tanta passione mi avete seguito fino a qui.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mary P_Stark