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Autore: Xephil    19/11/2016    7 recensioni
Dopo aver salvato Asia, Zayden è stato 'costretto' ad unirsi al Club di Ricerca dell'Occulto da Rias.
Malgrado tutto, la loro vita sembra procedere tranquilla finché un certo diavolo di Alta Classe non si presenta nel mondo reale per portare via per sempre Rias.
Tuttavia, il Sekiryutei non è intenzionato a restare a guardare e il suo intervento sarà fondamentale per insegnare una cosa importante all'erede dei Gremory: la libertà è qualcosa che va difesa ad ogni costo e quella di un leader è legata irrimediabilmente a quella dei suoi subordinati, per questo egli deve comprendere che il suo destino è legato indissolubilmente al loro e che anche solo una sua decisione può cambiarli tutti radicalmente.
E mentre soffia aria di battaglia... Il drago addormentato sta finalmente per risvegliarsi.
Dalla storia:
[“Tu contro tutti noi? Sei disposto a metterti in gioco così? Devi essere pazzo! E comunque, chi ci garantisce che possiamo fidarci? E perché dovremmo accettare?”
...
“Allora, cosa dite? Accettate.. o una sfida palesemente svantaggiosa per me è troppo per voi?”]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 4: Scontro impari

 

Sospirai pesantemente mentre osservavo i componenti del gruppo Gremory guardarmi con un misto di emozioni fin troppo contrastanti per i miei gusti.
Dopo che i membri del gruppo Gremory erano stati teletrasportati fuori dal campo di battaglia creato per il Game tra me e Rias, vari diavoli medici avevano subito prestato loro soccorso per le ferite riportate. Tuttavia, grazie al trasferimento anticipato che io e Grayfia avevamo concordato prima dello scontro, nessuno di loro aveva subito gravi danni ed erano stati così dimessi rapidamente dopo alcune semplici medicazioni. Kiba, Koneko e Akeno ne erano usciti solo con alcuni tagli, lividi, lievissime ustioni e un paio di contusioni lì dove avevo colpito un po' più forte per attivare il trasferimento; Asia invece, dato che era stata teletrasportata via insieme a Koneko un istante prima che le mie fiamme le colpissero, ne era uscita indenne. Era l'unica, a parte Rias, a non aver subito alcuna ferita o trauma a parte un forte spavento.
Dopo che erano stati dimessi nello stesso pomeriggio successivo al Game, Rias e gli altri erano tornati nella villetta di montagna della famiglia Gremory e qui si erano incontrati con me e B, che li attendevamo per parlare dell'accaduto e dare qualche spiegazione e scusa. Kiba, che aveva subito una lieve commozione cerebrale per il mio pugno, ora aveva la testa fasciata, Koneko invece presentava sia la testa che il collo fasciati e un paio di cerotti sulle guance e infine Akeno aveva le braccia e i palmi delle mani bendati. Tuttavia, rispetto a prima del match, la più grande differenza che avevo subito notato era che tutti, fin da quando erano arrivati e si erano accomodati sul divano nella sala della villetta, mi guardavano con occhi diversi rispetto a prima, come se mi vedessero per la prima volta.
Mentirei se dicessi che non me l'aspettavo: anche se in fondo avevo agito per il bene di tutti loro, avevo finito per mostrargli un lato di me che, di solito, non mi piace mostrare se non ai miei nemici, perciò non potevo biasimarli se ora erano più diffidenti nei miei confronti... Inoltre, Rias poteva aver compreso le mie ragioni, ma avevo la sensazione che non riuscisse ancora a perdonarmi del tutto l'aver fatto del male ai suoi amati servi, mentre Asia sembrava a disagio al pensiero di avermi vicino, apparentemente timorosa che potessi farle qualcosa d'inaspettato. Potevo solo sperare che non avesse perso completamente la sua fiducia in me...

Decisi di buttare fuori tutto subito, era molto meglio per tutti: “So che non è stata un'esperienza piacevole per nessuno di voi e vi chiedo scusa per questo e per quello che vi ho fatto. Tuttavia, vorrei anche che provaste a capire il mio punto di vista e le mie ragioni e vi metteste nei miei panni. Tutti voi dovevate comprendere la follia che stavate per compiere e non avevo altra scelta se non usare le maniere forti perché in questa storia, in realtà, siete tutti colpevoli. Rias in primis per aver accettato una sfida tanto sconsiderata” suddetta rossa vacillò a quell'affermazione, ma non replicò, consapevole che avevo ragione, “e voi in secundis per averla assecondata in modo cieco, quasi senza riflettere.” Tutti qui mi guardarono interrogativi e io proseguii subito: “Lei potrà anche essere la vostra signora e padrona, ma, se volete davvero essere qualcosa di più di semplici servi e divenire una vera famiglia per lei, dovete anche essere capaci di contestare le sue scelte nel caso le riteniate sbagliate. Ricordatevi sempre che nessun leader può crescere da solo e sordo ai richiami dei suoi stessi subordinati, egli ha bisogno anche di ascoltare i loro pareri e le loro opinioni e decidere di conseguenza pensando non solo a se stesso, ma anche a loro perché soltanto in questo modo può fare davvero la cosa giusta per tutti. Non negherò di aver voluto usare intenzionalmente una mano pesante e di essermi anche divertito a darvi una bella lezione, ma vi posso assicurare che il mio obiettivo principale era proprio che comprendeste qual è il vero dovere di un leader e della sua squadra e che cosa significa davvero essere non solo un gruppo unito, ma anche una famiglia i cui legami vanno oltre i semplici vincoli di sangue. Dovete obbedire agli ordini della vostra padrona, certo, ma al tempo stesso dovete pensare con la vostra testa per poterla supportare e aiutare al meglio. Sono tutte cose che io ho imparato tramite esperienze molto più dolorose e traumatiche, dunque non sono capace di insegnarle in modo indolore, purtroppo. Per questo, non ho avuto altra scelta che sfidarvi e sconfiggervi nel modo più esplicativo e psicologicamente duro possibile, così che capiste questa fondamentale lezione. Posso assicurarvi che non ho alcun rancore verso di voi e che sono sinceramente dispiaciuto per il male che vi ho arrecato. Spero possiate almeno capirmi.”

I membri del gruppo Gremory sembrarono più a disagio di prima. Era evidente che non potevano negare la verità delle mie parole, ma al tempo stesso sembravano combattuti, o meglio.. esitanti. Sì, 'esitanti' era la parola giusta dato che mi davano l'impressione di voler dire qualcosa a tutti i costi, senza però avere idea di cosa dire in primo luogo. Uff... Dovevo immaginarmelo. Suppongo che dovrò semplicemente attendere che assimilino tutto e mi dicano il loro sincero pensiero. Spero solo che non ce l'avranno con me a vita... Un momento, da quando m'importa così tanto del loro giudizio? Che capiscano o meno, che me ne importa davvero?
Ma a chi volevo darla a bere? Per quanto mi costasse ammetterlo, stavo iniziando lentamente a legarmi a quel gruppo di diavoli, a tutti loro, e vederli guardarmi in quel modo mi addolorava. In particolare Asia.. potevo solo sperare che non avesse perso definitivamente la fiducia e l'affetto verso di me.

Dopo qualche minuto, proprio quando credevo che nessuno avrebbe detto niente, fu Kiba a prendere la parola: “Va bene che dovevi sembrare convincente.. ma non potevi colpirmi un po' meno forte allora? Mi sembra di essere stato investito da un treno in corsa...” disse accarezzandosi la testa fasciata con una smorfia di dolore.

Non riuscii a trattenere un sogghigno. “Oh, non fare il bambino! Sei un uomo, no? Quindi è tuo dovere imparare a sopportare il dolore, anche per i tuoi compagni!” replicai con nonchalance.

“...Hai picchiato piuttosto forte anche me... E non sono un uomo, io...” fece Koneko fissandomi tagliente. Sembrava suggerirmi implicitamente: Sarà meglio che il motivo non sia perché sembro piccola e debole, oppure...

“L'avevo già detto prima, no? Le Torri come te sono forti e resistenti, perciò non potevo andarci tanto leggero o non sarei riuscito a metterti al tappeto. Ho semplicemente considerato la tua forza e mi sono comportato di conseguenza” le risposi in tono serio e vidi la sua espressione divenire una di sorpresa. Chiaramente non si aspettava una simile risposta, ma non sembrava dispiacerle affatto.

“Ara ara, ad ogni modo non credevo che saremmo stati sconfitti così. Ci hai davvero conciati per le feste, eh, Zayden-kun?” disse Akeno osservandosi le braccia fasciate.

Vicino a loro, Rias e Asia mi fissarono, la prima con uno sguardo di biasimo, la seconda con uno nervoso.
Sospirai intuendo i loro pensieri, ma non dissi nulla. Avrei solo ripetuto cose già dette e io odiavo ripetermi, era più che altro una perdita di tempo. Mi limitai ad assumere un'espressione colpevole e aspettai di sentirle parlare.

“Noi... Noi ti capiamo, Zayden” disse infine Rias sorprendendomi. “Prima di tornare, Grayfia è venuta a parlarci: ci ha raccontato e così confermato il patto che aveva stretto con te. Così, abbiamo parlato tra noi e abbiamo cercato di vedere le cose da altri punti di vista, compreso il tuo... E abbiamo effettivamente dovuto ammettere che stavamo facendo un colossale errore. Io stavo facendo un colossale errore...”

“Noi, Buchou. Noi” la corresse Akeno. “Come Zayden-kun ha detto poco fa, tutti noi abbiamo sbagliato, perciò è giusto che ciascuno si prenda le sue responsabilità.”

Kiba e Koneko annuirono con forza alle sue parole.

“D'accordo. Noi tutti abbiamo sbagliato... E abbiamo inoltre compreso che, malgrado il tuo comportamento e le tue azioni, non ci hai mai visto realmente come nemici nemmeno tu, hai solo messo su una messinscena molto realistica.” Il suo sguardo s'indurì. “Non lo negherò: sono arrabbiata con te per quello che hai fatto loro e il modo in cui ci hai umiliati... Tuttavia, al tempo stesso, posso comprendere che erano qualcosa di necessario per noi tutti. Perciò, voglio comunque dirti che nessuno di noi cova risentimento od odio verso di te.”

Fissai prima lei e poi gli altri nella stanza, soffermandomi su ognuno di loro e tutti mi rivolsero uno sguardo comprensivo e un cenno della testa. L'ultima che guardai, Asia, mi rivolse un timido sorriso prima di parlare: “S-Sono d'accordo anch'io con Buchou-san e i miei compagni. Sono a-ancora un po' scossa.. ma n-non provo alcun rancore nei tuoi confronti, Zayden-san. Credimi.”

Ok, devo ammetterlo: non credevo che mi avrebbero risposto in questo modo, né che mi avrebbero ancora accettato dopo quello che avevo fatto, almeno non in modo così comprensivo... Sentii un forte sollievo pervadermi insieme a una strana gioia e istintivamente mi voltai verso B: il mio amico mi guardò anche lui con una certa sorpresa, ma poi sorrise e mi fece un occhiolino. Io riportai lo sguardo sul gruppo Gremory e, alla fine, sorrisi a mia volta: “Vi ringrazio. Sono felice che siate stati in grado di capirmi.”

“Comunque...” aggiunse subito Rias con uno strano ghigno. “Aspettati di dover lavorare un bel po' quando torneremo alle attività del club. Direi che è il minimo per aver mancato di rispetto ai tuoi senpai in questo modo.”

Sgranai gli occhi. “Stai scherzando, vero? E da quando sareste i miei senpai?”

“Non mi hai detto tu stesso che sei l'ultimo arrivato del Club?”

“Sì, ma...”

“Questo, almeno all'interno del Club, ti rende automaticamente un nostro kohai tanto quanto Asia. E i kohai devono sempre rispettare i loro senpai.”

“Ma...”

“Vuoi riguadagnarti la nostra piena fiducia, no?”

“Bé, ecco... Sì, però...”

“Allora niente 'ma' o 'però'! Ti devi riscattare pienamente. Non siete d'accordo?”

Kiba, Koneko e Akeno annuirono tutti e tre con delle espressioni fin troppo soddisfatte, mentre Asia si limitò ad arrossire e distogliere lo sguardo.
Che strano... Di colpo, non mi sento più così in colpa per averli malmenati. Anzi, comincio a pensare che ci sono andato fin troppo piano... Maledetti diavoli approfittatori! La prossima volta non andrò leggero con nessuno di voi! E tu goditi pure il tuo momento di gloria, rossa.. almeno finché puoi, perché presto verrò a riscuotere il mio premio per la vittoria... Vedremo se allora sorriderai ancora!

Una risata sommessa provenne dalle mie spalle e, voltandomi, vidi B che si copriva la bocca con una mano in un vano tentativo di rimanere serio. “Ti ha fregato per la seconda volta, Z! Perdi colpi o sbaglio?” disse prima di lasciarsi andare e riempire l'intera sala con una risata roboante.

Digrignai i denti dal nervoso per poi fulminarlo col mio peggiore sguardo omicida. “Ti diverte, eh? Bene, ridi ridi...” La mia bocca si piegò nel mio solito ghigno e B smise di ridere non appena lo vide. “Caro il mio migliore amico, credo sia bene ricordarti perché sono io il leader del nostro gruppo...”

B iniziò a sudare visibilmente e si allontanò di qualche passo da me. “Non è necessario, Z... Sono molto dispiaciuto per...”

“Sei dispiaciuto, eh? Temo che non sia sufficiente dire 'mi dispiace'. Ci vuole una manifestazione concreta di dispiacere.. e una bella lezione per insegnarti a non tirare troppo la corda... Ti ricordi l'ultima volta, vero?”

“No, Z, no... Parliamone un attimo...”

“Sì, parliamo.. fuori di qui magari...”
Fu l'ultima cosa che dissi prima di scattare in avanti e piantare il mio montante destro dritto sul mento di B, mandandolo a schiantarsi sul soffitto e ricadere con un pesante tonfo. Il mio 'amico' rimase a terra con un'espressione ebete e intontita; se era svenuto o ancora cosciente, non si riusciva a capirlo.
Lo presi per il colletto e iniziai a trascinarlo verso la porta d'uscita. A quel punto, mi voltai di nuovo verso il gruppo Gremory, che mi guardava con un misto di stupore e divertimento, e dissi: “Con permesso, vado a fare quattro chiacchiere col mio 'amico'. Non aspettateci per cena perché probabilmente faremo tardi.”

“Ara ara, non vorrai fargli qualcosa di permanente, vero?” mi chiese Akeno col suo solito sorriso, anche se percepii una lieve nota preoccupata nella sua voce.

“No, niente di permanente, tranquilla.” Ghignai. “Forse.”

Mentre stavo per uscire, Rias mi richiamò: “Zayden, aspetta un momento. Devo chiederti una cosa.”

Mi voltai e la fissai interrogativo, incitandola a proseguire.

“E adesso?”

Erano due semplici parole, ma capii subito che cosa intendeva dire. “Adesso voi vi riposate e vi riprendete completamente dalle vostre ferite. Io...” il mio ghigno si allargò “...ho un altro Game da vincere domani, per giunta contro un patetico galletto del quale voglio fare un arrosto. E stavolta.. non ho fatto alcun patto di salvaguardia anticipata e non ho nemmeno intenzione di trattenermi.”

L'atmosfera divenne subito più tesa, ma io non vi badai e uscii dalla sala tirandomi dietro il corpo ancora tramortito di B.
 

*


Sospirai profondamente osservando l'immenso cielo notturno, tappezzato di migliaia di stelle simili a sciami luminescenti di lucciole.
Dopo la conversazione col gruppo Gremory e 'l'amichevole chiacchierata' con B, era finalmente scesa la notte, ma, malgrado l'ora tarda, non riuscivo a dormire. Il pensiero della seconda battaglia che mi aspettava ormai a sole poche ore di distanza non mi faceva stare tranquillo e non certo perché avessi paura o fossi preoccupato, ma per il semplice motivo che ero ansioso di iniziarlo il prima possibile per dare una bella lezione a quel galletto arrogante di Raiser. Inoltre, lo scontro che avevo avuto con Rias e gli altri solo stamattina aveva finito per regalarmi comunque una certa quantità di adrenalina che non ero ancora riuscito a smaltire e così mi ritrovavo all'una passata di notte, più sveglio che mai.
Non sapendo che altro fare, mi ero alzato ed ero andato a sedermi sul tetto della villetta, in modo così da godere sia del meraviglioso spettacolo offertomi dallo stellato cielo notturno di montagna che della brezza fresca e rilassante che soffiava.
Devo pazientare solo un altro po' e poi, finalmente, potrò insegnare a quello stronzetto che cosa succede a rompere le scatole al tipo sbagliato... Manca poco...
Nel frattempo, però, rimaneva il fatto che non riuscivo ad addormentarmi e stavo pure iniziando ad annoiarmi lì sopra. Pensavo che l'osservazione dell'immensità della notte mi avrebbe conciliato il sonno, ma a quanto pareva non bastava affatto.
Con un altro sospiro, estrassi dalla tasca destra la mia armonica a bocca e, dopo averla pulita, vi soffiai dentro iniziando a modulare e riprodurre la mia melodia personale, l'unica che avessi creato in vita mia fino ad allora, o meglio, che avessi reso mia.
Infatti, derivava da una ninnananna che mia madre era solita cantarmi per farmi addormentare o, quando ero triste e malinconico per qualcosa, per calmarmi e rallegrarmi. Era una canzone davvero bellissima e dolcissima, proprio come lei.
Col tempo anch'io avevo imparato a cantarla e pure a suonarla con i miei strumenti preferiti, tuttavia, dopo la morte dei miei genitori e l'inizio della mia crociata per la vendetta, avevo smesso di suonarla perché non mi sentivo più meritevole di essa. Era una canzone troppo dolce e benevola, qualità che io ormai non possedevo più e così mi sembrava di 'sporcarla' quando la suonavo o cantavo... Al tempo stesso, però, non volevo abbandonarla perché era la sola melodia capace di portare davvero un po' di vera pace nel mio animo e così decisi di realizzarne una mia versione personale, qualcosa che me la ricordasse ma che al tempo stesso fosse completamente diversa da essa, qualcosa che mi rappresentava e che dunque solo io potevo creare.
E così, dopo aver analizzato quella melodia in ogni suo più piccolo dettaglio e aver raccolto tutti i miei sentimenti e le mie esperienze di vita, ho finito per realizzare questa canzone, simile di base a quella di mia madre ma molto più malinconica ed emotiva, intensa, morbida e nel contempo triste. In essa, era contenuta tutta la mia vita fino ad allora e, proprio come quella che mi cantava mia madre, era un vero balsamo per il mio cuore e le mie emozioni. Mi bastava suonarla e la mia anima sembrava trovare per breve tempo la pace che mi era preclusa.
Suonai per qualche minuto, assaporando le note che si propagavano attraverso l'aria e sembravano accarezzare i miei timpani come delicate carezze, prima di sentirmi soddisfatto e rilassato a sufficienza. Rivolsi un ultimo sguardo al cielo stellato e mi alzai per andare a letto.

“È una melodia davvero bellissima.”

Mi voltai sorpreso verso il basso e vidi Rias seduta su una delle sedie sul terrazzo della villetta, posto solo pochi metri sotto di me. Ero così concentrato sulla canzone che non mi ero nemmeno accorto del suo arrivo. “Che ci fai qui? Mi stavi spiando, per caso?”

“No, affatto. Non sapevo nemmeno che fossi qui finché non ti ho sentito suonare. Non riuscivo a dormire e così ho deciso di alzarmi e leggere qualcosa per distrarmi.” Alzò le mani mostrando un libro stretto tra di esse. “Casualmente, tu hai iniziato a suonare proprio quando stavo per uscire e sono rimasta qui ad ascoltare. Perdonami se ti ho turbato, ma mi piaceva davvero quella melodia.”

La osservai per qualche secondo e non vidi traccia di menzogna sul suo volto, né ne percepii nella sua voce. Così mi limitai a sorriderle: “Non mi hai dato alcun fastidio, non preoccuparti. Mi hai solo colto di sorpresa.”

Rias mi sorrise a sua volta. “Non riesci a dormire neanche tu, eh? In tal caso, vieni qui e parliamo un po'. Credo possa aiutare entrambi.”

Ci riflettei un attimo e mi dissi che non aveva tutti i torti. “Va bene.”
Scesi dal tetto e mi sedetti sulla sedia alla destra della sua. La ragazza indossava una vestaglia rosso chiaro semitrasparente che lasciava intravedere la pelle sottostante, i suoi lunghi capelli cremisi erano raccolti dietro le spalle in una coda di cavallo e in volto portava un paio di occhiali. Era un'immagine così delicata e nel contempo velatamente sensuale che ebbi l'impressione di essere arrossito per mezzo secondo... Doveva essere solo la mia immaginazione.
“Hai problemi di vista? Non te li ho mai visti addosso” iniziai indicando gli occhiali.

“Oh, questi? No, in realtà sono solo per bellezza. Non so perché, ma indossarli quando leggo mi aiuta a concentrarmi. Credo sia un'altra conseguenza dell'aver passato troppo tempo nel mondo umano” rispose Rias sorridendo e togliendosi gli occhiali, osservandoli per qualche istante prima di posarli su un tavolino alla sua sinistra insieme al libro che aveva portato.

Quella risposta mi fece sorridere istintivamente: chissà perché, l'idea di una diavola così influenzata e abituata a vivere tra gli umani da adottare inconsciamente comportamenti e usanze simili alle loro non mi dispiaceva affatto. Dimostrava che le piaceva davvero il mondo umano e lo stare in mezzo agli umani, comportandosi come una loro pari malgrado la sua natura demoniaca. Non era un atteggiamento comune tra i diavoli nobili, sempre abituati a fare i propri comodi ritenendosi superiori a chiunque altro solo per i loro poteri e il loro rango. Arroganti bastardi.
“Ti donano.”

Il volto di Rias fu attraversato da un breve lampo di sorpresa prima di piegarsi in un altro sorriso. “Grazie per il complimento.” Il suo sguardo si spostò poi al cielo e rimase ad ammirare la splendente volta celeste del firmamento. La imitai e, per diversi secondi, nessuno di noi due disse nulla. “Zayden, potresti parlarmi un po' della tua infanzia?”

La domanda mi sorprese, anche se non più di tanto. “Vuoi capire come ho fatto a diventare così, forse?”

“Non esattamente.” Quando si accorse che la stavo fissando perplesso, si affrettò ad aggiungere: “Non fraintendere: sono molto curiosa di sapere cosa ti è successo nel corso della tua vita, ma vorrei per prima cosa iniziare a capire chi sei davvero. Non puoi comprendere pienamente una persona se non la conosci a fondo e, per farlo, bisogna partire dall'inizio.”

“Insomma vuoi confrontare il me o i me del passato con il me attuale per comprendere fino in fondo l'entità di un presunto cambiamento che credi io abbia subito nel corso del tempo, e da qui capire anche quali esperienze traumatiche io abbia subito per divenire così, giusto?”

“Più o meno.”

“Cosa ti fa pensare che sia cambiato nel corso del tempo? Perché non potrei semplicemente essere sempre stato così o esserlo diventato subito dopo la perdita dei miei genitori?”

“Non è possibile.” Quelle tre parole erano state pronunciate con tanta sicurezza che mi sorpresero. “I tuoi occhi contengono troppo dolore, le tue parole sono fin troppo mature e cariche di esperienza per qualcuno della tua età, le tue emozioni sembrano controllate ma in realtà sono mutevoli e intense come quelle di nessun altro abbia mai conosciuto e la tua personalità è troppo insolita e bipolare per essere solo frutto di un capriccio o un vizio. Forse la prima volta che ti si incontra non dai tutte queste impressioni, ma appena si prova a conoscerti un po' di più, si nota subito che tutto di te sembra gridare di aver affrontato l'Inferno in terra ed esserne uscito vivo ma completamente diverso rispetto a prima. Questa almeno è l'impressione che ho avuto io poco prima e subito dopo il nostro Game. Infine, quella canzone: io non credo possa averla creata qualcun altro che non fossi tu perché non solo ci sei molto legato, ma essa stessa è piena di emozioni forti e contrastanti almeno quanto quelle che sembri suggerire tu, pare una vera e propria rappresentazione della tua vita e della tua anima. Io.. vorrei capire queste ultime più di ogni altra cosa, ecco tutto.”

La fissai stupito: una simile analisi non me l'ero aspettata, ma più di tutto non potevo non chiedermi: perché? Che cosa le importava di cos'era successo nella mia vita? Perché era così desiderosa di conoscermi meglio? Di certo, nessuno aveva mai dimostrato un simile, immediato interesse verso me e la mia vita. “Perché?”

Rias si strinse nelle spalle. “Non lo so. Ho perso contro di te perché sono stata troppo ingenua e inesperta e perché non ti conoscevo abbastanza.. anzi, ormai ho capito che non ti conosco affatto. Il piccolo frammento di passato che mi avevi raccontato mi aveva suggerito qualcosa di te, ma solo oggi ho compreso che quello non era altro che la punta dell'iceberg che è stata la tua vita da undici anni a questa parte. E non so perché di preciso.. ma dopo che mi hai impartito quelle lezioni e dopo aver ascoltato le tue parole e la tua melodia, desidero solo poterne sapere di più su di te. Voglio conoscerti.. voglio sapere chi sei davvero.. e non per un motivo preciso.. ma solo perché lo voglio.”

Ora ero ancor più confuso e interdetto. Possibile che fosse solo per curiosità e desiderio di conoscenza che voleva saperne di più su di me? Nessuno me l'aveva mai chiesto in questo modo diretto.. persino i miei compagni, per quanto curiosi, avevano lasciato che mi aprissi a loro con il tempo, senza mai chiedermi nulla ma lasciando sempre a me la prima parola. Tuttavia, sapevo che il loro era un caso a parte perché anche la loro vita era stata dura come la mia, perciò avevamo sempre dei punti in comune da condividere, dei quali, però, non riuscivamo né volevamo parlarne subito... Rias invece era totalmente diversa da noi ed era cresciuta in un clima completamente differente, eppure voleva lo stesso conoscermi meglio.. capirmi meglio. Era davvero così interessata a me?

La rossa dovette percepire il mio silenzio come un rifiuto perché disse in tono lievemente mesto: “Se non vuoi proprio parlarne, non sei obbligato. Non intendo forzarti, perciò, se non vuoi, puoi anche non rispondermi.”

Sospirai per poi alzare di nuovo gli occhi al cielo. “...Da piccolo, prima della distruzione della mia città.. ero un tipo piuttosto allegro, direi. Non ero molto diverso dagli altri bambini: giocoso, vivace, rumoroso, combinaguai, a volte goffo e dispettoso, socievole, curioso, ecc.. Sorridevo sempre e i miei genitori, soprattutto mia madre, dicevano che avevo un sorriso molto contagioso e sincero perché veniva istintivo sorridere anche alla maggior parte di coloro che mi vedevano farlo. Tuttavia, già allora avevo sviluppato alcuni dei miei tratti distintivi che ho ancora oggi: la passione per la musica e qualunque strumento musicale, per la natura, per la mitologia e per la lettura. Mia madre fu la prima a comprarmi dei libri per diletto e non semplice educazione, mentre mio padre mi regalò a cinque anni il mio primo strumento musicale: una chitarra. Eheh, ancora ricordo il casino che feci quando la vidi la prima volta... Iniziai a strimpellarla gridando e saltando come un pazzo per tutta la casa, finché mio padre mi riportò alla ragione con un sonoro scappellotto sulla nuca. Neanche un minuto dopo, i vicini si erano riuniti fuori da casa nostra, agitati e parecchio innervositi dal rumore che avevo fatto. Ci volle quasi un quarto d'ora di discussioni per calmarli e farli andare via e, da allora, mio padre si premunì di insegnarmi a suonare in modo decente il prima possibile.”

Una risata cristallina sfuggì alle labbra di Rias, la stessa che avevo sentito quel giorno di qualche settimana fa, quando avevo espresso le mie preoccupazioni sul futuro scolastico di Asia. Curiosamente, mi fece sentire più rilassato. “Non riesco davvero a immaginarti così, nemmeno da bambino!” disse lei faticando a smettere di ridere. “E osi pure dire che non sei cambiato da allora... Scommetto che eri davvero carino da piccolo...”

“Non so se prendere le tue parole come offese o complimenti...” feci sarcastico. “Ad ogni modo, secondo mia madre almeno, lo ero. Mio padre mi definiva invece una seccatura.. ovviamente in senso ironico, tuttavia io ero molto ingenuo e lo prendevo sempre sul serio, così mi offendevo e piantavo il muso per ore, finché non mi prometteva di insegnarmi una nuova canzone o comprarmi un nuovo libro per farsi perdonare. Suppongo che potessi essere visto come un paraculo capriccioso in quei casi.”

“Accidenti, eri un vero birbante...” ridacchiò ancora lei prima di ritornare più seria. “I tuoi genitori dovevano essere davvero delle brave persone. Quando ne parli, si sente solo affetto e amore nelle tue parole.”

“Lo erano.” Normalmente non avrei mai portato avanti quest'argomento con una persona che conoscevo da così poco tempo e che, di tutte le creature inumane esistenti, era pure un diavolo... Tuttavia c'era qualcosa in lei che mi rendeva facile aprirmi: quella sua innata, innocente e sincera curiosità, che prima avevo visto solo accennata ma che ora era più evidente che mai. La stessa che avevo visto anche in Asia e che mi faceva sentire sicuro nel parlarle. Inspiegabilmente, però, trovai persino più facile aprirmi con lei che con la mia sorellina acquisita. “Lo erano davvero. Non erano ricconi o di famiglia nobile, ma erano grandi lavoratori che si facevano in quattro per poter far vivere la nostra famiglia in modo dignitoso. Mia madre era una fioraia e lavorava anche in un negozio di moda come commessa e assistente, mentre mio padre era uno dei pochi giudici della nostra città. Amavano il loro lavoro e, grazie al loro impegno, riuscivano a far vivere a tutti e tre una vita abbastanza benestante. Ancora più importante, erano entrambi delle persone oneste e generose, sempre gentili verso il prossimo e sempre pronti ad aiutare i loro amici quando ne avevano bisogno. Più di tutto, erano dei genitori amorevoli e dolci, che sapevano anche essere severi quando volevano, certo, ma che non mi hanno mai né abbandonato a me stesso né fatto sentire solo. Erano delle persone che m'insegnavano tutto ciò che c'era da sapere, ma che al tempo stesso mi dicevano di seguire il cuore e l'istinto, di proteggere la mia libertà e di fare sempre ciò che sentivo essere giusto. Infine, sempre loro mi hanno insegnato a proteggere coloro che amo con tutte le mie forze, anche con la vita se necessario.”

“...Erano davvero delle persone straordinarie.”

“Già.”

“Ti mancano?”

“Ogni giorno. Ogni giorno come il primo. E ogni notte sogno la nostra vita perduta e desidero di non svegliarmi più. So che loro, nel profondo, sono sempre con me.. ma non riesco ad andare oltre la loro morte. Mi mancano troppo e non posso dimenticare l'ingiustizia e la crudeltà con cui sono morti... Per questo, anche se so che la vendetta non è mai giusta, non posso comunque abbandonarla. Forse, quando finalmente troverò e ucciderò Zamiel, potrò davvero andare avanti... Forse.”
Per diversi secondi non udii risposta, poi, voltandomi, vidi Rias che mi guardava con aria intimorita e nervosa e mi accorsi che avevo involontariamente emanato una certa quantità d'istinto omicida. Pensare a quel bastardo di Zamiel aveva sempre quest'effetto su di me...
Presi un bel respiro e repressi quel pensiero, mentre l'istinto omicida svaniva quasi istantaneamente. “Scusami. Non riesco mai a controllare le mie emozioni quando ripenso a lui e a quella maledetta notte...”

“N-non preoccuparti. Posso capirti” rispose lei riprendendo piano piano la sua compostezza. “Scusami tu, ma da quando ti ho affrontato.. bé, ecco.. io...”

“Hai paura di me, vero?”

“Non tanto di te, più di quello di cui puoi essere capace quando sei serio.”

“Vuoi dire quando perdo il controllo.”

“Non hai perso il controllo. Intendevo dire-”

“Lo stavo perdendo appena mezzo minuto fa e quello è stato solo un piccolo accenno durato un istante. Altre volte ho perso il controllo e ciò che sono diventato e ho fatto in quello stato.. sappi solo che è qualcosa di cui bisogna avere paura. Non sono controllato e posato come pensi tu, Rias, ma un turbinio di emozioni diverse che vengono costantemente represse, per poi essere liberate solo quando combatto. L'hai visto anche oggi, no? E sappi che era solo un assaggio di quello che posso fare veramente...”

La sua espressione divenne prima sconvolta, poi compassionevole. “Ma cosa ti è successo per diventare così..?”

“Non guardarmi così, non la voglio la tua pietà.” Non volevo essere brusco, ma odiavo quando mi guardavano in quel modo nel momento in cui iniziavo ad aprirmi. “Per quanto riguarda la risposta alla tua domanda, è meglio che tu non lo sappia.”
Distolsi lo sguardo dal suo e tornai a guardare il cielo stellato della notte, cercando nella sua pace un po' di sollievo dalla piega deprimente che aveva preso il nostro discorso. Fui sorpreso, tuttavia, quando sentii delle dita morbide e delicate posarsi sulla mia mano sinistra e accarezzarla leggermente; mi voltai verso Rias e la vidi sorridermi dolcemente, la compassione di prima completamente scomparsa. La luce dei suoi occhi verde acqua unita a quel tocco così piacevole mi accesero uno strano calore in petto.

“Non volevo offenderti, perdonami. È solo che.. mi dispiace per te, ecco tutto. Mi dispiace che tu abbia dovuto patire una sofferenza simile e non sia ancora in grado di muoverti avanti. Non so spiegarti perché.. ma mi piacerebbe poterti aiutare.. poter fare qualcosa per te come tu l'hai fatto per me oggi” disse con un misto di gentilezza e sincerità. “So che, nonostante ciò che ti abbiamo detto, un certo pensiero ti sta ancora perseguitando, perciò volevo dirtelo di nuovo: nessuno di noi prova rancore per te, Zayden, e nessuno vuole allontanarti malgrado ciò che sei e puoi fare. Inoltre, volevo chiederti scusa: non avrei dovuto dirti quelle cose quella sera a cena... Hai ragione: io non so niente di te e di quello che hai passato nella tua vita, non ho alcun diritto di giudicarti o di discutere le tue scelte e azioni. Scusami.. e scusami anche per quello che ti ho detto nel Game: non dovevo chiamarti mostro, è stato orribile da dire. Sappi che per nessuno di noi lo sei, nemmeno per me. Tu non sei un mostro, al contrario, sei una persona che ammiro per quello che hai saputo fare, per come sei stato capace di riprendere in mano la tua vita. Io probabilmente non ci sarei riuscita.. perciò diciamo che, in fondo, un po' anche t'invidio.” Ritrasse la mano prima di rivolgermi un piccolo sogghigno. “E sai una cosa? Mentre non negherò di provare un certo timore per le tue capacità e di far spesso fatica a star dietro ai tuoi sbalzi di personalità, devo anche ammettere che questa tua bipolarità non mi dispiace.”

Ok.. se avessi detto che non ero sorpreso, sarei stato un bugiardo di prima categoria. Per la prima volta da quando la conoscevo, non solo Rias era stata capace di stupirmi, ma addirittura di ammutolirmi. Per quanto pensassi ad una possibile risposta, non riuscii a dire niente, completamente spiazzato dalla sue parole.
Alla fine, mi coprii gli occhi con una mano e scoppiai a ridere.

“Perché stai ridendo?” sentii Rias chiedermi con una certa sorpresa.

“Niente di che. È solo che, per la prima volta da quando ci conosciamo, non so che cosa risponderti... Sei riuscita a fare quello che pochissimi sono riusciti a fare finora: mi hai lasciato senza parole. Questo tuo discorso.. non ho idea di come risponderti.”

“Ti dispiace? Ti ho forse turbato?”

“Bé, turbato un po' sì... Ma dispiaciuto affatto. Anzi, forse qualcosa so dirtela: grazie.” Ero sincero: le sue parole così gentili ed empatiche mi avevano riempito di gioia perché nessuno mi aveva mai parlato così a cuore aperto, cercando non solo di alleviare i miei tormenti, ma anche di aiutarmi e capirmi al meglio delle sue possibilità. Stavolta ero io ad esserle grato.

Lei mi rivolse un altro, dolce sorriso. Poi, mentre tornava a fissare il cielo, notai il suo volto incupirsi leggermente. “Sai, a dire il vero, t'invidio anche per un'altra cosa.” Fece una pausa. “Invidio il tuo cognome.”

Ero sul punto di chiederle cosa intendesse dire, ma poi realizzai: “Perché sei una Gremory? L'erede di una delle famiglie di diavoli più importanti degli Inferi?”

Rias annuì. “Anche se benestante, la tua famiglia non era nobile, giusto? Non hai mai dovuto portare il peso di un nome sulle tue spalle. Inoltre, da quanto ho capito dei tuoi genitori, dovevano essere persone aperte e comprensive, che né ti avrebbero mai obbligato ad ereditare il loro lavoro né avrebbero provato a tracciare la tua strada, dico bene?” Le rivolsi un cenno affermativo. “In questo, credo di essere stata più sfortunata di te. Non fraintendere: sono fiera di essere una Gremory. Tuttavia, è anche un peso per me: tutti mi guardano come Rias della casata dei Gremory, non mi guardano come Rias. Ecco perché mi sto godendo la mia vita nel mondo umano: nessuno qui sa che sono una diavola, né tantomeno che sono l'erede dei Gremory. Tutti mi guardano come Rias e basta. Mi piace questa sensazione. Non ho mai sentito una cosa del genere nella società dei diavoli e probabilmente mai la sentirò. L'unico momento in cui mi sento davvero me stessa è quando sono nel mondo umano, per questo mi piace tanto stare qui e voglio continuare a studiare e vivere qui.” Il suo sguardo divenne distante e sognante, mentre il suo tono si riempiva di malinconia. “Ed è per questo che odio Raiser e non voglio sposarlo: anche lui mi vede solo come Rias dei Gremory e mi ama come Rias dei Gremory. Ecco perché ero pronta a tutto pur di evitare il matrimonio. Io voglio stare con qualcuno che mi ami come Rias. Questo è il mio piccolo sogno... Tuttavia, anche l'orgoglio di essere una Gremory è molto importante. Non posso e non voglio disonorare la mia famiglia né causarne la scomparsa, ma nemmeno voglio rinunciare a ciò che desidero. Potrebbe essere una situazione complicata, ma voglio coltivare lo stesso questo mio sogno.”

Erano tutte cose che avevo già più o meno intuito, ma sentirgliele dire con tanta schiettezza e con quell'espressione così sconsolata, era tutta un'altra cosa e mi suscitò una certa empatia. Era vero: tra tutti i pesi che avevo portato e quelli che continuavo a portare, perlomeno non c'era il buon nome di una casata nobile.. grazie al cielo. Odiavo le stronzate del tipo: “Tieni alto il nome della nostra famiglia!”, o “Non fare nulla per disonorare il nostro nome!”. Non erano altro che un modo per limitare la libertà dei propri discendenti e renderli miseri burattini obbedienti e privi di sogni propri. Per questo, non potei non provare una certa ammirazione per Rias, la quale, pur intenzionata a mantenere alto il nome della sua casata, non aveva comunque intenzione di rinunciare ai suoi sogni. Per essi, lei era pronta a battersi con tutta se stessa, anche in modo avventato e poco saggio. Questo non l'avevo realizzato fino a quel momento.. continuavo a ritenere una follia la sua decisione di accettare e affrontare una sfida contro avversari palesemente troppo forti, ma solo ora vedevo davvero che non era affatto un semplice capriccio, ma una forte e determinata decisione per difendere la sua libertà.
Senza dubbio era molto impulsiva.. ma anche ammirevole, dopotutto.
“Per la prima volta da quando questa storia è iniziata, ti vedo davvero di nuovo” dissi attirando il suo sguardo interrogativo. “Ora hai davvero parlato come Rias e non come Rias Gremory.. ed è in questo modo che dovresti parlare ai tuoi genitori. Forse saranno legati alla tradizione e al loro nome, ma se ti vogliono sinceramente bene, allora sapranno capirti. L'importante è che parli loro come hai parlato a me adesso, con la stessa passione e decisione. In questo modo, nessuno potrebbe mai negare la tua determinazione e non prenderti sul serio.”

Rias mi guardò stupefatta, a quanto pare stavolta ero stato io a lasciarla senza parole. Vidi le sue guance arrossarsi e una mano salire a coprirle la bocca, chiaramente a disagio. Probabilmente nessuno le aveva mai parlato così, né l'aveva mai spinta a discutere coi suoi genitori su simili questioni.
Rimasi ad osservarla per diversi secondi, lievemente divertito dal suo grazioso imbarazzo, quando lei sembrò realizzare qualcosa: “...Perché hai detto 'ti vedo davvero di nuovo'? Che intendi con 'di nuovo'?”

“Intendo che finalmente ti rivedo com'ero sempre solito vederti prima che Raiser venisse a rompere le scatole: come te stessa. Non negherò che, agli inizi e dopo aver ricordato l'identità della tua famiglia, ti abbia vista come la solita diavola nobile e viziata, ma, a seguito della reincarnazione di Asia, ho capito che non sei così. Da allora ti vedo semplicemente come Rias e sarai sempre e solo Rias ai miei occhi. Non ti vedo come una diavola nobile.. ma sempre come la stessa ragazza dai capelli cremisi cocciuta, testarda, capricciosa e subdola che mi ha incastrato nel suo club di diavoli con un bieco inganno da quattro soldi.”

Rias arrossì ancora di più, mentre i suoi occhi si dilatavano di una sorpresa ancora maggiore e un mosaico di emozioni contrastanti si alternavano al loro interno. A quanto pareva, l'avevo spiazzata ancora di più di prima!
Alla fine, parve calmarsi e riprendere l'uso della parola perché disse con un sorrisetto malizioso: “Se era da quattro soldi, significa che non sei poi questo granché, visto che ti sei fatto ingannare così facilmente...”

Ma che razza di..! Eh.. a quanto pare, è tornata se stessa al 100%, pensai prima di assumere il mio solito ghigno. “Touché. Sei migliorata sul serio negli scontri verbali.”

“Ho avuto un avversario piuttosto impegnativo” fu la sua risposta divertita.

Ci fissammo per qualche istante, poi, senza preavviso, scoppiammo a ridere. Non l'avremmo mai ammesso, ma evidentemente ad entrambi piaceva parlare e discutere l'uno con l'altra.
Quando smettemmo di ridere, mi feci serio. “Credo inoltre di doverti anch'io delle scuse: credevo che la tua ostinazione fosse solo un'ingenua quanto impulsiva protesta, invece, per quanto insufficiente, era vera determinazione e il tuo sogno non è affatto sbagliato, anzi lo trovo davvero ammirevole. Alla fine anch'io sono stato in parte cieco e mi dispiace per questo... Ma sinceramente, Rias: quando questa storia sarà finita, dovrai parlare coi tuoi genitori. È più che giusto che fai valere ancora una volta le tue ragioni e i tuoi sogni. Se ci tieni davvero, allora devi sempre combattere per essi, anche quando tutti sono contro di te. Se sei nel giusto e hai la volontà necessaria, allora non potrai fallire.”

Rias s'incupì leggermente, combattuta, ma alla fine annuì. “Ci proverò.”

Le rivolsi un cenno di approvazione. “Ora ti consiglio di andare a dormire e riposare. Per quanto riguarda il matrimonio, non preoccuparti di nulla: domani sarà tutto finito e non in meglio per il tuo arrogante spasimante, ci puoi scommettere.”

“Sicuramente non ne avrai bisogno, considerando le tue capacità... Ma per favore: fai attenzione, Zayden. Non sopporterei di vederti assoggettato a Raiser.”

“Su questo, non avere dubbi: nessuno mi metterà mai un guinzaglio e di certo non sarà lui. Ho lanciato questa sfida e non la perderò, parola mia. L'unico che ci rimetterà sarà proprio quel pollo... E forse imparerà un'importante lezione: il valore dell'umiltà. Forse. Solitamente, i tipi come lui sono un caso disperato.”

Rias fece una risatina divertita. Poi, mi guardò in modo strano: “Senti.. prima di andare a letto.. non potresti suonare quella melodia ancora una volta?”

La fissai perplesso. “Certo, per me non c'è problema... Ma perché?”

“Mi piace e ho voglia di risentirla, tutto qui. È una tua creazione, vero? Non la conoscevo prima che la suonassi.”

“Diciamo di sì. È ispirata di base ad una canzone che mi cantava mia madre quando ero piccolo per farmi rilassare e dormire. Io l'ho modificata nel corso del tempo in modo che diventasse una melodia che riflettesse quella che è stata la mia vita finora e tutto ciò che ho fatto nel corso di essa, cose sia positive che negative.”

L'espressione di Rias si fece addolorata. “Scusa, non avrei dovuto chiedertelo...”

“Non c'è problema, sul serio. L'ho realizzata apposta per placare il mio animo e sono sempre felice di suonarla.”
Ritirai fuori la mia armonica e iniziai a soffiarvi dentro. Un attimo dopo, la mia melodia riempì ancora una volta l'aria, dolce e malinconica al tempo stesso.
Accanto a me, Rias mi ascoltava con aria rapita, le mani giunte in grembo e gli occhi scintillanti di un misto indefinibile di sentimenti. Non seppi perché, ma saperla lì ad ascoltarmi, mi rese felice.
Quando ebbi finito, ci augurammo la buonanotte e andammo nei nostri rispettivi letti. Stavolta mi addormentai quasi subito, sempre col sorriso sulle labbra.
Che cosa strana.
 

*


Rias POV:

“Buchou, va tutto bene? Buchou? Buchou, mi senti? Buchou! Rias!”

Quel richiamo improvviso mi fece sussultare. “Eh? Che cosa c'è, Akeno?”

La mia Regina e migliore amica mi guardava preoccupata. “Ti eri bloccata a fissare il vuoto, sembravi quasi in trance. Stai bene?”

“Oh sì, non agitarti. È solo che ho dormito poco stanotte e adesso sono un po' stanca” risposi io sorridendole rassicurante.
Era vero solo in parte: dopo che Zayden mi aveva dato la buonanotte, ero riuscita ad addormentarmi piuttosto in fretta, eppure non mi ero svegliata riposata come mi sarei aspettata. E questo per due motivi: primo, la meravigliosa melodia del nostro Sekiryutei; secondo, le parole che mi aveva rivolto ieri notte. Riguardo il primo motivo, più ascoltavo quella canzone e più ne ero affascinata, non solo per la sua bellezza ma anche e soprattutto per le emozioni che lasciava trasparire; era come se quelle note contenessero l'insieme più ricco e variegato di sentimenti che potesse mai essere concepito ed era impossibile non percepirli. Bastava ascoltarla e ti sembrava di udire la narrazione dell'anima di una persona, del suo essere più profondo... Ed era un essere così complicato e profondo che era quasi spontaneo esserne colpiti. Mi rendeva ancora più convinta a saperne di più su di lui... Il secondo motivo invece era perché le sue erano le parole che io avevo sempre desiderato sentire da parte di qualcuno che non fosse della mia famiglia di servitori e compagni, qualcuno che, nonostante tutto, mi aveva sempre vista come me e non come qualcun altro. Mi era difficile pensare che fosse stato proprio Zayden a pronunciarle, visto che ancora non riuscivo nemmeno a definire qual era il nostro rapporto -forse, dopo ieri notte, potevamo almeno considerarci amici? Non ne avevo idea-, ma mi avevano reso felice come mai e adesso non riuscivo a smettere di pensarci.
Proprio come pensavo, solo qui posso essere me stessa.. ma se voglio esserlo davvero in modo completo, allora prima o poi dovrò sul serio parlare coi miei genitori... Spero che intanto questa storia del matrimonio si risolva per il meglio.
Vidi Akeno continuare a guardarmi poco convinta e cercai di sorridere ancora di più. Era meglio che, almeno per ora, lei non sapesse niente di ieri notte, o mi avrebbe preso in giro a vita con una mia presunta cotta per Zayden! “Dico davvero, Akeno. Sto bene, non è niente.”

“Se lo dici tu...” fu la sua sola risposta prima di tornare verso Koneko, Yuuto e Asia, seduti sul divano nel salotto della mia villetta di montagna. Poco lontano da loro, Blake-san stava in piedi, appoggiato con la schiena al muro, le braccia incrociate, gli occhi chiusi e un'espressione calma e posata in volto. Sembrava quasi in attesa di qualcosa.

Stavo per chiedergli qualcosa quando un cerchio magico di teletrasporto apparve in mezzo alla sala. Con mia somma sorpresa, riconobbi i simboli cremisi usati dai miei parenti anziché quelli azzurro ghiaccio di Grayfia.. e rimasi ancor più stupita quando dal cerchio si materializzò... “Oniisama?!”
 


“Ben ritrovata, Rias. Sono contento di vedere che stai bene” mi rispose lui col suo solito sorriso gentile.

Subito i miei servi furono al mio fianco e s'inchinarono davanti a lui. “Sirzechs-sama, benvenuto. Siamo onorati di rivedervi” disse Akeno con professionalità da vera Regina.

“Il piacere è tutto mio, Akeno. Giovani Koneko e Yuuto, sono lieto di trovare anche voi in forma. E tu sei la nuova Alfiere di mia sorella... Asia Argento, giusto?”

“S-sì, e-esatto! Sono A-Asia Argento! È un o-onore conoscervi, S-Sirzechs-sama!” rispose nervosissima Asia con un profondo inchino. Povera piccola, non potevo darle torto: per una ex-suora come lei, incontrare il Principe dei Diavoli doveva essere un'esperienza a dir poco sconvolgente.

“Anche per me è un onore conoscere la nuova membra della Scacchiera di mia sorella. Ho sentito molte cose buone su di te e ti ringrazio per aver aiutato Rias.”

“S-sono lusingata!”

“Non c'è bisogno di agitarti. Mi auguro che-”

“Oniisama, come mai sei qui? Credevo che sarebbe venuta Grayfia a portarci a vedere il Game in una sala riservata” lo interruppi per capire come mai si fosse scomodato lui stesso a venire da noi. Un momento.. da quando mi permetto di interrompere mio fratello nelle sue vesti di Maou?

Oniisama non sembrò affatto offeso, anzi mi rivolse un sorriso ancora più grande. “Desidero poter assistere all'incontro insieme alla mia cara sorellina e ai suoi servi, ecco tutto. Inoltre, ero anche curioso di saperne di più su questo Sekiryutei così insolito, perciò...”

“...Perciò sono invitato anch'io, giusto?” Ad aver parlato, era stato Blake-san. Si era staccato dal muro e avvicinato a noi con una rapidità e furtività impensabili per uno della sua taglia. “Ero sicuro che sarebbe venuto qualcuno di importante, ma non credevo così importante... Onorato di conoscerti, Sirzechs Lucifer. Mi chiamo Blake Powell e sono un compagno del Sekiryutei.” Concluse con un inchino.

L'impersonalità con cui si era presentato mi sorprese almeno quanto la sua schiettezza. Possibile che anche i membri del gruppo di Zayden fossero totalmente a loro agio davanti ai vari esseri sovrannaturali, persino alle cariche più alte delle Tre Grandi Fazioni?!
Oniisama scoppiò a ridere. “Sei un giovane piuttosto arguto e interessante, Blake Powell. Mi piace quando gli altri mi parlano senza sentirsi a disagio. Il piacere è tutto mio e sarei ancora più contento se, in cambio del mio invito, tu potessi dirmi qualcosa di più sul tuo compagno durante la visione dell'incontro.”

“Temo di doverti deludere: non sono autorizzato a cedere informazioni personali sul mio leader e amico senza la sua approvazione. È una promessa che gli feci quando entrai nella sua squadra molto tempo fa e nemmeno se fossero tutti gli dei esistenti a chiedermelo risponderei. Sono desolato... Tuttavia, potrei comunque illuminarvi su alcuni suoi poteri mentre lo scontro procederà, non ho restrizioni particolari su quello” rispose Blake-san ergendosi in tutta la sua altezza, tanto imponente da sovrastare persino mio fratello.

Non era stato né maleducato né irrispettoso, tutt'altro, eppure la sicurezza nella sua voce nel rivolgersi e negare in quel modo uno richiesta dallo stesso Maou Lucifer sconvolsero non solo me, ma anche tutti i miei servi. Probabilmente nemmeno sotto tortura avrebbe parlato. Era proprio vero: Blake-san era davvero devoto a Zayden e probabilmente valeva lo stesso anche per gli altri suoi compagni... Che legame incredibile.

Anche Oniisama stavolta sembrò sorpreso, ma quando riprese a parlare non vi era alcun rancore o delusione nella sua voce. “Hai un bello sguardo, Blake Powell. Sicuramente non mi diresti nulla nemmeno se insistessi, quindi credo che accetterò la tua proposta e ti farò venire. Mi sembra giusto anche nei tuoi confronti farti assistere, visto che è un tuo amico a essere coinvolto. E poi ammiro la tua lealtà, è raro vederne di così forti.”

Blake-san s'inchinò ancora. “Ti ringrazio per la comprensione e l'invito.”

Oniisama sorrise e tornò a rivolgersi a me mentre avanzava verso il cerchio di teletrasporto rimasto al centro della stanza. “Vogliamo andare? La sfida comincerà a breve.”

Eravamo tutti così sorpresi da quello scambio che annuimmo istintivamente e seguimmo Oniisama all'interno del cerchio, insieme a un sornione Blake-san.
 

*


Zayden POV:

“Salve a tutti, sono una cameriera della casata dei Gremory, Grayfia Lucifuge, e sarò colei che agirà come arbitro per l'odierna sfida tra l'erede della casata dei Phoenix, Raiser Phoenix, e il Sekiryutei Zayden Ward. In nome del mio padrone, Sirzechs Lucifer, terrò d'occhio e giudicherò questo match. Le regole e il campo da gioco sono state sentite e accettate da entrambi i duellanti, ma le ripeterò ancora una volta prima che la sfida inizi per fugare ogni dubbio residuo. Pur non essendo un Rating Game vero e proprio, questa battaglia riprenderà parte delle regole normali. I suddetti duellanti saranno i rispettivi Re di questo scontro, dunque la vittoria si otterrà con lo 'scacco matto' di uno dei due Re o quando tutti i componenti di una delle due squadre saranno sconfitti. Tuttavia, lo sfidante Zayden Ward dovrà sconfiggere ogni avversario o eventualmente il Re nemico senza provocare morti o lesioni permanenti, altrimenti avrà automaticamente perso, mentre Raiser Phoenix e i suoi servi non avranno tale limitazione e potranno combattere senza preoccuparsi di causare tali danni al loro sfidante. Il terreno di gioco consiste in una perfetta riproduzione in ogni singolo dettaglio di una zona di montagna consistente in foreste e un'ampia radura consigliata dallo stesso Zayden Ward e approvata dal suo sfidante. Poiché Raiser Phoenix è l'unico dei due Re a possedere Pedoni, solo per lui sarà fornita una zona in cui i suoi pezzi potranno effettuare la Promozione. Le basi in cui siete stati trasportati sono il limitare di una foresta a ovest per Raiser Phoenix e la base del grande ammasso roccioso davanti al quale si estende la suddetta radura per Zayden Ward. Nel caso di quest'ultimo, inoltre, tale zona fungerà anche da base per la Promozione dei Pedoni del suo avversario. Non vi saranno limiti di tempo e la sfida si concluderà solo al momento della sconfitta o resa di una delle due parti. Detto questo, è il momento di cominciare la battaglia. Iniziate e buona fortuna ad entrambi.”

Con la fine dell'annuncio di Grayfia, riaprii gli occhi per ritrovarmi ai piedi di un'imponente roccia simile a un piccolo monte e davanti alla quale si apriva una grande pianura circondata da alberi. Il luogo era un'altra delle zone montane che avevo scoperto durante il mio allenamento con B e corrispondeva proprio alla radura dove mi aveva trascinato Rias durante il nostro Game del giorno prima. A Raiser non era stato permesso osservare tale Game proprio per mantenere la sfida su un piano equo, tuttavia gli erano state fornite in anticipo le mappe per analizzare al meglio quel territorio che io già conoscevo, in modo da non far partire nemmeno me in vantaggio.
Il motivo per cui avevo scelto quel luogo? Niente di speciale, in realtà. Lì la prima sfida era iniziata e lì volevo che iniziasse e finisse anche la seconda. Inoltre, la sua natura pianeggiante rendeva più facile combattere in quel luogo e impediva di poter organizzare attacchi a sorpresa; così sarei stato sicuro di farmi attaccare frontalmente da quel galletto arrogante.
Certo, a dire il vero, ero sicuro che la mia precauzione sarebbe stata inutile: Raiser era senza dubbio fin troppo sicuro della sua vittoria, visto il vantaggio numerico schiacciante con cui partiva e la sua sicurezza nei poteri della sua famiglia, dunque probabilmente mi avrebbe attaccato frontalmente in ogni caso. Tanto meglio.
Mi diressi verso l'ampia radura e mi piazzai esattamente al centro di essa, in piedi. Attesi circa un minuto, poi percepii una presenza familiare avvicinarsi a me e, abbassando gli occhi, vidi una piccola lucertola verde muoversi verso i miei anfibi; mi piegai e allungai una mano verso il rettile, il quale si arrampicò subito su di essa e prese a risalirmi lungo il braccio, diretto verso la mia testa. Mentre si arrampicava, il suo corpo iniziò a mutare: il busto si allungò e affusolò, le zampe scomparvero progressivamente e le scaglie divennero più spesse e colorate.
Quando infine arrivò sulla mia spalla, la lucertola si era completamente metamorfosata in un piccolo serpente lungo circa 20 centimetri, con il dorso blu indaco screziato di verde e argento, il ventre rosso-arancio e gli occhi dorati e con pupille dritte e sottili come i gatti. Con un movimento fluido, il serpente mi scivolò sulla spalla e sollevò il primo terzo del suo corpo per avvicinare la testa al mio orecchio.

“Stanno arrivando” mi disse con voce sibilante e roca, la sottile lingua biforcuta che guizzava dentro e fuori la bocca.

“Trappole? Ne hanno piazzate? Stanno preparando forse un agguato?” chiesi io ispezionando i dintorni con gli occhi.

“Affatto. A quanto pare, si stanno solo muovendo per circondarti e attaccarti in una volta. Se dovessi azzardare -e forse non si potrebbe nemmeno definire un azzardo-, contano di sopraffarti con la pura forza dei numeri e del loro cosiddetto sangue di fenice. Proprio come avevi ipotizzato.”

“Che idioti.”

[“Concordo”] dissero in coro le voci del serpente e di Ddraig.

“Li sento chiaramente. Si stanno avvicinando a gran velocità e sono intorno alla radura. Attaccheranno a momenti. Bé, tanto meglio: sarà più breve di quanto pensassi.”

“Vuoi che ci pensi io a sistemare perlomeno le sue serve? Sai che mi basterebbe poco per eliminarle tutte.”

“No, Darak. Se fosse uno scontro reale, avrei potuto prendere in considerazione quest'idea, ma sono limitato in questo combattimento. Niente lesioni permanenti o morti e sappiamo entrambi che tu non sei uno che ci va leggero.”

Darak soffiò scocciato. “Che noia, però... Spero che tu non accetta più sfide tanto noiose o almeno con regole tanto restrittive.”

“Probabilmente no, non piacciono neanche a me. Grazie mille, Darak, ora puoi andare. Se avrò bisogno di aiuto, ti chiamerò subito.”

“Posso anche andare a dormire in tal caso: figurati se per queste mezze calzette ti posso davvero servire...” Detto questo, il serpente saltò giù dalla mia spalla e scomparve tra i fili d'erba con una rapidità impressionante.

[Sempre scontroso, eh?]

“Solo un pochino.” Ridacchiai. “Che ci vuoi fare? I rettili sono sempre tipi alquanto difficili, persino nel sovrannaturale.”

[Dunque, come vuoi procedere? Suppongo che tu voglia arrivare subito a Raiser.]

“Sì, ma voglio dare anche a lui la paura del rimanere soli e non voglio che quelle sue servette mi creino problemi.”

[Allora le finiamo in fretta?]

“Inizialmente volevo fare così, ma credo che invece darò loro tre minuti di tempo per attaccarmi come vogliono, una volta arrivate, mentre io ci andrò leggero. È giusto dare anche a loro l'opportunità di provare a fare qualcosa. Alla fine di essi, le finirò in fretta e mi dedicherò al padroncino. Comincia a cronometrare.”

[Ricevuto. Buon divertimento, partner.]

Ghignai per poi incrociare le braccia e chiudere gli occhi, prendendo un bel respiro.
Quando li riaprii, tredici ragazze erano spuntate dagli alberi circostanti e mi avevano circondato; otto di loro urlarono subito: ““““““““Promozione! Regina!”””””””” e percepii il loro potere aumentare.
Osservai bene le mie avversarie e, tra le otto che erano appena state Promosse, individuai Mira, due ragazzine gemelle con capelli verdi e vestite con tute da ginnastica, altre due identiche di aspetto ma con capelli di colore e acconciatura diversi -una rosa in una treccia, l'altra azzurri in una coda di cavallo- vestite con uniformi scolastiche e presentanti tratti animali quali orecchie e code da gatto, una ragazza mora con un'uniforme da cameriera blu, una castana con lo stesso completo ma verde e una coi capelli blu-grigi sistemati in un'acconciatura selvaggia e vestita solo con un reggiseno, un perizoma e una gonna con due lunghi spacchi laterali. Oltre a loro, vi erano due ragazze armate con spade e presentanti una un'armatura su arti e torso e una bandana intorno la testa e l'altra solo bracciali e schinieri corazzati oltre a una veste lunga, una vestita con un abito cinese, una indossante una mezza maschera bianca, giacca e pantaloni verde militari e una con un kimono colorato dall'aspetto costoso.
Escludendo le otto che erano Pedoni -anzi Regine, essendosi appena promosse-, identificai le due con armature e spade come i Cavalieri di Raiser, mentre delle ultime tre, a giudicare dalla loro aura, quelle con l'abito cinese e la maschera erano probabilmente le sue Torri e la ragazza col kimono uno dei suoi Alfieri. Ben 13 delle 15 servitrici del galletto erano qui.
Mentre mi chiedevo chi avrebbe fatto la prima mossa, un'altra figura emerse dalla linea degli alberi e si affiancò all'Alfiere: una ragazza con lunghi capelli biondi raccolti in due code laterali a trapano e vestita con un abito rosa da principessa occidentale. Osservandola, notai che era diversa dalle altre sia per aura che per atteggiamento e portamento. Quella non poteva essere una semplice servitrice di un diavolo di Alta Classe, era ben di più. Un momento. La sua aura mi è molto familiare... Anzi, è praticamente identica a quella di..!

“Per essere uno dei tanto decantati e temuti Draghi Celesti, ti sei lasciato circondare fin troppo facilmente” disse all'improvviso l'ultima arrivata con un sorrisetto beffardo. “Credi forse di poterci sconfiggere tutte senza problemi? La tua arroganza ti costerà cara, umano!”

Ok, dopo questo suo modo di parlare e rivolgermisi, non ho più dubbi. “Sei per caso una parente del galletto, biondina?”

Lei mi guardò con un misto di sorpresa e fastidio, probabilmente per come l'avevo nominata, poi riprese a sorridere malevola. “Hai indovinato, umano, complimenti! Il mio nome è Ravel Phoenix e sono la sorella minore di Raiser-oniisama, nonché uno dei suoi Alfieri.”
 


“Cioè, fammi capire: tuo fratello ti ha preso nella sua Scacchiera come sua serva? Nel suo gruppo di schiave e concubine? E tu hai accettato?! Oh cielo, siete davvero una famiglia deviata...”

Ravel mi mostro una faccia furiosa e scandalizzata. “Ma come OSI?! Io non sono una semplice serva di mio fratello, né tantomeno una sua concubina! Noi non abbiamo quel tipo di rapporto, schifoso depravato!”

“Tuo fratello si fa un set di quindici ragazze da usare a suo piacimento e sarei io lo schifoso depravato? Beh, per fortuna ho capito male.. l'incesto è una cosa che trovo disgustosa in ogni caso o tipo di razza... Ma allora perché stai nella sua Scacchiera?”

“Diciamo che Oniisama la pensa così: 'Avere tua sorella nel tuo harem ha un significato importante. Conoscete il complesso per le sorelline? Sapete che ci sono persone che ci guardano e diventano gelose perché le bramano? Beh, io non sono uno di loro e non sono attaccato a mia sorella in questo modo, quindi l’ho resa una mia servitrice solo per figura'. O qualcosa del genere.”

...Credevo che fosse solo un coglione pervertito, ma a quanto pare mi sbagliavo... È anche peggio. È un totale demente, un idiota deviato, un'arrogante testa di cazzo... Molto bene, vorrà dire che renderò la sua punizione ancora più severa.
“Lasciamo perdere, è meglio. Piuttosto, come volete procedere? Mi attaccate a turni o tutte insieme? Per me non c'è differenza, ma magari tutte insieme facciamo prima” dissi assumendo il mio solito ghigno e allargando le braccia in un chiaro invito ad attaccarmi.

“Questa tua saccente sicurezza è davvero irritante. Ti pentirai amaramente di averci sfidato con tanta superbia, sappilo! Noi non siamo come Rias Gremory, non ti tratteremo coi guanti nemmeno per un momento!” Detto questo, Ravel fece un cenno con la mano e gli otto Pedoni si misero in posizione. “Non ho intenzione di combattere con te, ma mi assicurerò di fornirti la battaglia che tanto desideri!”
E in un istante, tutte e otto le diavole partirono all'attacco.

Non mi tratteranno coi guanti, eh? Bene. Allora, scaduti i tre minuti, nemmeno io lo farò... Chissà se saranno almeno capaci di scalfirmi...
Le prime a raggiungermi furono le ragazze vestite da cameriere e le gemelle dai capelli verdi, le quali mi aggredirono con alcuni incantesimi e delle... Cazzo, ma sono motoseghe, quelle!? Sì, lo erano eccome! Le gemelle avevano tirato fuori delle seghe elettriche da chissà dove e stavano chiaramente mirando ad affettarmi! Con un paio di schivate, evitai sia gli incantesimi che le lame ruggenti delle motoseghe, per poi concentrare tutti i miei sensi sui dintorni. Percepii altre due presenze che mi stavano per colpire e, con un rapido balzo, passai sopra la testa della ragazza dai capelli selvaggi che aveva provato ad attaccarmi alle spalle con un altro incantesimo e mi ritrovai davanti a Mira, che roteava con veemenza il suo bastone. La sua velocità era molto maggiore rispetto alla prima volta che mi aveva affrontato, sicuramente grazie alla Promozione a Regina, tuttavia non era comunque niente di che.
Muovendo in un gesto semplice ma fulmineo la mia mano, afferrai il bastone della ragazzina a mezz'aria e le rivolsi un ghigno, mentre le mostravo il palmo dell'altra. “Ancora non hai imparato la lezione, mocciosetta?”
Mira rabbrividì visibilmente nel vedere la mia mano alzata. Dunque si ricordava ancora dell'umiliante sculacciata che le avevo dato l'ultima volta... Perfetto.
Approfittando della sua momentanea paralisi per la paura, la tirai a me dando uno strattone al bastone e la colpii al ventre con una ginocchiata mandandola a rotolare a terra. Un istante dopo, mi spostai rapidamente per evitare l'attacco combinato delle due gemelle Pedoni coi tratti animali, le quali presero a incalzarmi cercando di colpirmi con pugni simili a zampate feline; erano decisamente molto rapide e i loro movimenti ricordavano molto quelli dei gatti, senza alcun dubbio erano combattenti-animali femmine... Divertente. Sì, era davvero divertente! Non erano avversarie così temibili singolarmente, ma insieme tutte le serve di Raiser erano abbastanza variegate da creare una notevole serie di attacchi diversi, che potevano rivelarsi una spina nel fianco se presi alla leggera. Combatterle non era così male come modo di ammazzare il tempo in fondo...
Evitai o deviai senza problemi i colpi delle gemelle animali, per poi muovermi di nuovo per evitare le lame delle motoseghe delle altre due gemelle e gli attacchi della ragazza dalla chioma selvaggia, rimanendo però sempre a distanza ravvicinata tra loro per prevenire un'eventuale aggressione con incantesimi da parte loro o delle loro compagne. D'un tratto, evitai il pugno della gemella animale coi capelli azzurri, le afferrai il braccio e, con un rapido ribaltamento, la spedii addosso alla sua gemella rosa sbattendole entrambe a terra; subito dopo scattai verso le ragazze vestite da cameriere, le quali provarono a scagliarmi un paio di incantesimi frontalmente, ma li evitai facilmente e, arrivato in mezzo a loro, balzai in aria e le atterrai entrambe con un calcio rotante. A quel punto, mi abbassai per evitare le motoseghe delle gemelle dai capelli verdi e, piantando saldamente le mani a terra, le usai come sostegno per alzare entrambe le gambe e calciare in pieno addome le due ragazzine, mandandole a rotolare al suolo. Era rimasta solo la ragazza dalla chioma selvaggia, ma quando mi voltai verso di lei, notai che non sembrava più così ansiosa di attaccarmi, almeno non da sola. Intorno a lei, le neo-Regine che avevo atterrato iniziavano a rialzarsi, ma anche loro ora mi guardavano con aria più timorata.
“Che c'è che non va? Non siete più così sicure?” le schernii allargando di nuovo le braccia e ghignando.

In quel momento, percepii un rapido colpo in arrivo e mi voltai in tempo per parare il pugno che mi era stato scagliato dalla nuova avversaria appena sopraggiunta, la ragazza con la maschera.
“Sono Izabella, una delle Torri di Raiser-sama” disse spingendo il suo pugno contro il mio palmo. “Preparati, Sekiryutei, perché ora dovrai affrontare sfide più ardue!”
 


Subito dopo provò a colpirmi con una serie di pugni e ganci che riconobbi come tecniche appartenenti al pugilato. Una Torre pugile, eh? Non male.. e anche il suo spirito combattivo è buono, pensai notando la luce nei suoi occhi. Quella ragazza era una vera guerriera, sarebbe stata interessante da affrontare.
Una nuova, improvvisa sensazione di pericolo e la percezione di un assalto non visibile in arrivo mi costrinsero a balzare di lato per evitare il colpo di tallone che si piantò invece nel terreno, incrinandolo vistosamente. Stavolta era stata la ragazza con l'abito cinese ad attaccarmi. “Sono Xuelan, l'altra Torre di Raiser-sama, e sono qui per sconfiggerti, Sekiryutei!” esclamò prima di attaccarmi insieme a Izabella.
 


Due Torri insieme... Il divertimento andava aumentando!
Iniziai a schivare o deviare tutti i loro colpi in contemporanea, muovendomi intorno a loro per impedirgli di circondarmi e tenendo sempre d'occhio anche le altre avversarie, così da evitare attacchi a sorpresa. Intanto, capii in fretta che, mentre Izabella era una pugile, Xuelan era invece una praticante di Kung Fu ed era inoltre in grado di avvolgere con la magia i suoi arti nel fuoco per aumentarne forza e pericolosità. Due tecniche così insieme sarebbero state un problema per qualcun altro.. ma non per me.
Decisi di dar loro un'altra dimostrazione di quanto fosse inutile attaccarmi col fuoco: nel momento in cui Xuelan provò a colpirmi con un calcio, abbassai la guardia e lo lasciai impattare contro il mio fianco; l'impatto mi fece vibrare il costato, ma il mio Ki aveva attutito buona parte del colpo ed ero anche abituato a calci ben peggiori di quello. Come avevo previsto, il fuoco intorno alla gamba della ragazza non mi aveva nemmeno bruciacchiato i vestiti. Le rivolsi un sorrisetto maligno: “Tutto qui, Torre?”
Xuelan mi guardò sconvolta prima di digrignare i denti e sferrare un calcio rotante alla mia testa, che evitai con un semplice passo all'indietro. In quel momento, percepii Izabella avvicinarsi a me con il pugno proteso e decisi di mettere alla prova anche lei: rimasi immobile e incassai il suo gancio destro alla mandibola. Il colpo non fu niente di speciale, ma sentii comunque un certo dolore e la testa mi si girò dalla parte opposta per l'impatto.
“Non male come gancio...” mormorai mentre lei me ne sferrava un altro, stavolta sinistro. “Però...” E piegai di scatto la testa in avanti, in modo che la sua mano impattasse contro la sommità della mia fronte, il punto più duro della testa.
Un suono sordo riverberò per la radura e Izabella si fece indietro gemendo e tenendosi la mano sinistra.

“M-ma come hai fatto..?” balbettò incredula.

“Ho solo una buona conoscenza del corpo umano e so quali punti è saggio colpire e quali invece è meglio evitare o si possono usare come difesa. Questo” picchiettai il punto colpito sulla fronte, che non era né arrossato né mi faceva male “è uno di quelli più resistenti e dunque è ottimo come difesa.” Mi godetti lo sguardo attonito delle due Torri e delle neo-Regine intorno a loro prima di riassumere il mio ghigno. “Fidatevi delle mie parole: non vi conviene affrontarmi nel combattimento corpo a corpo. È la mia specialità.”

“Molto bene. In tal caso, che ne dici di un combattimento all'arma bianca?”

Mentre quelle parole riecheggiavano, percepii una lama diretta alla mia testa e mi abbassai repentinamente per evitare lo spadone che mi passò sopra la testa un istante dopo. Intravidi la ragazza con bracciali e schinieri che maneggiava abilmente la suddetta arma e la dirigeva di nuovo verso di me; stavolta evocai il Boosted Gear e lo usai per parare il colpo per poi balzare indietro in modo da riprendere terreno.
 


“Sieris. Un Cavaliere non attacca alle spalle il proprio avversario. Non è onorevole” disse un'altra voce. Voltai lievemente il capo, incuriosito da quella affermazione, e notai che si era avvicinata anche l'altra ragazza armata di spada e indossante l'armatura su tutto il corpo e la bandana. Sembrava alquanto scocciata.
 


“Karlamine, questo non è il momento per parlare di onore e rispetto del nemico” ribatté l'altra ragazza. “Raiser-sama ci ha ordinato di sconfiggere il Sekiryutei a tutti i costi e ci sta guardando, l'hai dimenticato? Io non intendo deluderlo per nessun motivo. E tu? Vuoi forse deludere il nostro padrone?”

La ragazza chiamata Karlamine sembrò combattuta, ma alla fine scosse il capo. “Certo che no. E va bene, solo per stavolta farò a modo tuo.” Il suo sguardo si posò su di me, mentre sguainava la sua spada. “Non avermene a male se ti affrontiamo in gruppo, Sekiryutei, ma gli ordini del nostro padrone sono legge per noi!” E partì all'attacco insieme all'altra ragazza, Sieris.

Le due si mossero intorno a me con notevole rapidità, degna della loro identità di Cavalieri, e presero ad attaccarmi con numerosissimi fendenti e stoccate che io evitai o parai con il Boosted Gear senza troppe difficoltà. Erano rapide e agili, certo, ma Kiba lo era stato altrettanto se non di più.. e avevo affrontato nemici ben peggiori di loro innumerevoli volte nel corso della mia vita. Un improvviso pensiero mi fece sogghignare: contavano davvero più che altro sulla loro superiorità numerica e sul loro nome per battermi... A dir poco ridicolo!
Continuai a respingere le spade dei due Cavalieri, mentre nel contempo notavo le altre serve di Raiser che, ripresesi dai colpi e dallo stupore, si scagliavano di nuovo verso di me in un'aggressione di massa. Provateci pure quanto volete, ma sarà meglio che v'inventiate qualcos'altro al più presto... Il vostro tempo sta scadendo!
 

*


Rias POV:

“Impressionante” fu il commento di Oniisama.

Non potevo essere più d'accordo con lui: il modo in cui Zayden stava tenendo testa a tutte le serve di Raiser con difficoltà minima e mantenendosi quasi sempre sulla difensiva era sconvolgente. Certo, era stata la stessa cosa quando aveva affrontato noi, ma osservarlo dall'esterno era ben diverso. Per giunta, stavolta non era contro cinque avversari, ma addirittura tredici insieme e di questi otto erano Pedoni promossi a Regine, due Cavalieri, due Torri e un Alfiere.
Una differenza numerica schiacciante.. eppure sembrava totalmente inutile contro Zayden, il quale non si scomponeva nemmeno mentre combatteva. Solo ora il discorso che mi aveva fatto sul mio svantaggio rivelava tutta la sua veridicità e vederlo in prima persona dava un'impressione ancora più incredibile.

“È proprio come ieri.” Quel mormorio appena percettibile era venuto da Koneko.

Io, i miei servi, Oniisama, Grayfia e Blake-san eravamo seduti su delle comode poltrone nella stanza privata di mio fratello per osservare il match, trasmesso su una TV digitale a schermo gigante appesa alla parete davanti a noi. E tutti guardavamo il Game con la stessa sorpresa e incredulità, tranne Oniisama che pareva divertito, Grayfia che si manteneva impassibile per agire come arbitro se necessario, e Blake-san che teneva le braccia incrociate con un sorrisetto divertito.
Mi concentrai sulla mia Torre: “Cosa vuoi dire, Koneko?”

“Anche ieri, mentre combattevo con lui, succedeva la stessa cosa: io lo attaccavo e lui prevedeva e controbatteva le mie mosse in modo praticamente perfetto. Lo colpivo solo se era lui a volerlo e, anche in quei casi, i miei colpi avevano poco o nessun effetto. Era come colpire un muro di gomma.” Mi guardò con sguardo serio. “Nessun essere umano ha un corpo tanto resistente.”

Tornai a guardare lo schermo, dove Zayden stava ancora respingendo i colpi delle Torri e di alcune delle neo-Regine di Raiser e, in quel momento, notai di nuovo una cosa che mi fece riflettere: “La sua aura non lo sta semplicemente avvolgendo. Possibile che lo stia..?”

“Proteggendo.” Stavolta era stato Oniisama a parlare. “Le arti marziali insegnano spesso ai loro praticanti ad usare il Ki per aumentare le loro abilità dentro e fuori il combattimento, ma solitamente non sono in grado di manipolarlo a un tale livello... È chiaro che Zayden-kun non è un semplice artista marziale... Giusto, Blake-kun?”

Ci voltammo tutti verso Blake-san e il suo sorrisetto si allargò. “Z conosce numerosi stili di arti marziali, ma è un maestro soprattutto di Kung Fu, Karate, Taekwondo, Judo e Muay Thai... Inoltre, hai indovinato: non è un semplice praticante di arti marziali, né di semplici arti marziali. Lui è uno dei praticanti dello stile.” Fece una pausa, apparentemente per assicurarsi che gli stessimo prestando la massima attenzione. Doveva piacergli molto la suspance. “La Via dello Spirito. Il Seishin-Do.”

Quel nome non mi diceva niente, ma sentii Oniisama dire: “Il leggendario stile che si dice essere praticato solo da un ordine segreto di artisti marziali?” La sua voce aveva perso il suo solito tono allegro e, quando lo guardai, vidi che i suoi occhi erano pieni di serietà. Ne fui stupita: davvero era qualcosa di così impressionante da sorprendere persino lui?

“Che cos'è, Oniisama? Non ho mai sentito un'arte marziale con questo nome.”

“Nemmeno io ne so molto, Rias, poiché solo i suoi praticanti lo conoscono, ma posso dirvi che è soprannominato 'lo Stile Supremo' perché supera qualunque altro stile di combattimento. Si dice sia un'arte marziale che riunisce gli elementi migliori di tutte le altre esistenti, in modo da permettere al suo utilizzatore di sfruttare ogni singola parte del corpo in combattimento con assoluta naturalezza e, nel contempo, di prevedere le mosse di qualunque altro stile usato contro di lui. Inoltre, sembra che sia l'unico, vero stile marziale ad insegnare come liberare e sfruttare al massimo il proprio Ki o aura e usarlo poi anche in combattimento, così che il suo praticante possa liberare il 100% delle sue capacità e del suo potenziale.”

“Proprio quello.” Mi voltai verso Blake-san, il cui sorriso era diventato sornione. “Dal momento che nemmeno io sono un praticante del Seishin-Do, non posso dirvi molto di più, ma posso assicurarvi che quel suo soprannome è ben meritato. Ed è vera anche la storia del Ki.” Il suo sguardo si spostò poi su di noi. “Sapete che quando avete conosciuto Z, i suoi Tan T'ien, i principali centri di controllo del Ki nel corpo, erano completamente chiusi? E allora il suo livello di base era quello di un comune diavolo di Bassa Classe, ma ora che li ha aperti tutti con gli allenamenti degli ultimi 10 giorni, il suo fisico e le sue abilità normali sono stati potenziati dal nuovo flusso di energia, divenendo pari a quelle di un diavolo di Media Classe di alto livello. Tutto senza contare il suo Boosted Gear e le sue abilità di praticante di arti marziali e combattente all'arma bianca.”

Tutti sgranammo gli occhi a quelle parole. Un umano che arrivava a tali livelli senza aiuti sovrannaturali o influenze estranee sul suo corpo era a dir poco incredibile. La sua vera forza sembrava diventare sempre più difficile da misurare.

“Vedete quello strato di Ki che lo avvolge?” continuò poi. “Quella è una delle tecniche del Seishin-Do: immettendo e manipolando all'esterno del corpo l'aura, questa crea una sorta di barriera che non solo attutisce i colpi degli avversari, ma conferisce all'utilizzatore anche un vero e proprio 'sesto senso'. Qualunque attacco si avvicini troppo al suo corpo turba il flusso esterno di Ki e gli permette così di percepire il colpo in arrivo con estrema precisione, persino se gli altri cinque sensi sono stati ingannati, ma costringe ad allenare al meglio i riflessi per poter reagire con sufficiente rapidità da evitarlo. Ecco perché è quasi impossibile attaccarlo di sorpresa e i suoi tempi di reazione sono tanto alti.” Si appoggiò allo schienale della poltrona sorridendo ancora di più. “Nessuno può battere Z nel corpo a corpo."

“Eppure... Perché non usa anche la sua spada? Non mi avevi detto che era molto abile con essa, Yuuto? E se ora è pure al meglio delle sue capacità, non gli sarebbe più facile combattere utilizzandola?” chiesi perplessa al mio Cavaliere.

“No, Buchou. Non è del tutto esatto. Non è che non usi la sua spada perché non voglia... Semplicemente è già armato” mi rispose Yuuto osservando lo scontro con tanto di occhi.

“Allora te ne sei accorto, eh, Kiba?” domandò Blake-san.

“Durante il nostro duello non me n'ero reso conto, ma adesso che lo vedo dall'esterno della battaglia e ripenso alle parole che mi ha rivolto ieri e alla tua spiegazione delle sue abilità, ho capito. Quella katana non è la sua sola arma. Per lui, ogni singola parte del suo corpo è un'arma. La spada funge solo come prolungamento in caso voglia aumentare la sua portata e aumentare la pericolosità dei suoi colpi, ma non necessita di usarla per pareggiare i ruoli. In parole povere, tratta la sua katana come ogni altra parte del suo corpo: se non gli serve in quel momento, non la usa.”

“Proprio così” confermò Blake-san. “Questo è un altro dei principi della più forte delle arti marziali: rendere armi e corpo un tutt'uno, al punto da porli praticamente sullo stesso piano e usare l'uno per potenziare l'altro e viceversa. A mani nude o con una qualsiasi arma, non cambia nulla per Z. Se non sentirà di aver bisogno della katana, allora non la userà.” Il suo sorriso si fece più serio. “Vi siete mai chiesti quale fosse la vera forza di Z, gruppo Gremory? Scommetto di sì. La risposta è che, a parte il suo Longinus, lui aveva due sole cose che poteva allenare e usare per combattere: il suo stesso corpo e il suo Ki. Ed è quello che ha fatto. Sottoponendosi agli allenamenti più duri e affrontando le sfide più difficili, è diventato sempre più forte ed è riuscito infine a diventare un vero guerriero. Un combattente potente. Il mio, no, nostro leader.”

Fissai il ragazzo che combatteva nell'immagine virtuale, sorpresa come mai. Sapevo che Zayden era forte, ma non avrei mai immaginato fino a questo punto. Davvero era riuscito a migliorare tanto allenando semplicemente la sua forza umana? La risposta era sullo schermo davanti a noi. Incredibile... Mi ricorda tanto mio cugino...
In quel momento, vedemmo Zayden venire apparentemente bloccato da un cerchio magico invocato dall'Alfiere di Raiser.. subito dopo, un'esplosione improvvisa invase l'intero schermo, inghiottendo il Sekiryutei in un bozzolo di fuoco. “Cos'è successo?” esclamai preoccupata.

“Sembra che Raiser-sama abbia deciso di far intervenire la sua Regina” mi rispose Grayfia con la sua solita pacatezza.

Riportai gli occhi sulla TV e notai una nuova figura volteggiare in aria: una bella donna dai lunghi capelli viola che indossava una toga bianca a maniche lunghe sopra un vestito blu e viola molto scollato e portava in mano un bastone la cui estremità terminava in una curiosa forma a mezzaluna. La riconobbi subito come Yubelluna, la Regina di Raiser, nonché sua serva preferita, una diavola abbastanza potente da essere paragonabile ai diavoli di Alta Classe e meritarsi il soprannome di 'Regina Bomba' per la potenza della sua magia esplosiva di fuoco.
 


“Certo che quei cosiddetti 'Phoenix' o sono ottusi o semplicemente duri di comprendonio...” fu il commento annoiato di Blake-san. “Attaccare Z col fuoco è la peggiore idea possibile... E dire che glielo ha già dimostrato più di una volta...”

“Che vuoi dire?” gli chiese Oniisama.

La sua risposta fu un ghigno. “Guardate voi stessi e capirete...”
E indicò lo schermo, dove il fumo iniziava a diradarsi.. per svelare la figura di Zayden completamente illesa! Neppure i suoi vestiti erano danneggiati!
E, sempre in quel momento, un altro suono risuonò, anzi, una voce:

[BOOST!]
 

*


Zayden POV:

Fissai il Boosted Gear con aria delusa. “Ma come, il tempo è già scaduto?”

[Invece è proprio così, partner. Morale: finiscile in fretta e vai a prendere quel borioso moccioso. Tanto Darak ti ha già detto dov'è.]

Ridacchiai. “Come vuoi tu, compagno.”

“Assurdo! Come puoi non avere nemmeno un graffio dopo che ti ho colpito con la mia magia più forte?!” sentii gridare di colpo la nuova arrivata, che avevo già identificato come la Regina del suddetto moccioso per la sua aura demoniaca superiore a quella delle altre serve.

La guardai roteando gli occhi. Che noia, questi idioti. Gli basta un nome altisonante e credono subito di avere di diritto tutto ciò che deriva da esso... Ridicolo. “Ah, era la tua magia migliore? E allora dimmi: volevi ferirmi o darmi una scaldatina con quella? Perché hai fallito in entrambi i casi!”
Mi godetti lo sguardo sconvolto non solo suo ma di tutte le mie avversarie, poi mostrai loro il mio guanto. “Avete sentito quel suono di poco fa, vero? Quel suono vuol dire solo una cosa per voi: fine dei giochi.

[EXPLOSION!!]

Un'aura scarlatta doppia rispetto a quella che emanavo a inizio battaglia esplose dal mio corpo, creando un piccolo terremoto in tutta la radura. Tutte le serve di Raiser retrocedettero lievemente a quella vista.
Io invece rivolsi il mio sguardo alla foresta alle loro spalle e, con tutte le mie forze, gridai: “Vieni fuori, Pollo Fritto! Lo so che sei lì dietro a nasconderti come il vigliacco senza palle che sei!”
La provocazione ebbe l'effetto sperato: dagli alberi al limitare della radura si alzò la figura di Raiser, le ali da uccello che brillavano da dietro la schiena e il fisico asciutto ma robusto vestito con un pantalone bianco e una giacca blu aperta sul davanti; in volto aveva un'espressione chiaramente furente che mi fece sghignazzare d'istinto.

Lui dovette notarlo perché sbottò: “La tua insolenza mi ha davvero stufato! Ammetto che la tua resistenza mi ha finora sorpreso, ma ora sono stanco di vederti e ascoltare la tua impertinenza! Imparerai a rispettare il nome di Phoenix con le cattive, visto che ci tieni tanto! Mie serve carine, usate il vostro massimo potere e fatelo fuori!”

L'aura della sua intera Scacchiera crebbe e la determinazione di tutte aumentò notevolmente prima che mi caricassero. Ne fui sorpreso: allora gli erano davvero devote. Ammirevole.. ma peggio per loro.
Le prime a raggiungermi furono i Cavalieri, Karlamine e Sieris, le quali mi caricarono brandendo all'unisono le loro spade avvolte rispettivamente nel fuoco e nel vento. “Visto che ci tenevate tanto a vedermi usare la mia spada, solo per stavolta vi accontenterò... Ma solo per un istante” dissi prima di portare la mano destra sull'impugnatura della katana legata al mio fianco sinistro.
Nel momento in cui mi raggiunsero, mi mossi, evitai i loro attacchi e, in contemporanea, usai una tecnica di iaido: sguainai la lama, colpii e la rinfoderai con un movimento fluido di rotazione. Il tintinnio della guardia della katana contro il fodero fu subito seguito dal tonfo di due corpi che crollavano al suolo e da alcuni rantoli di dolore.

“Ma come..?!”

Voltai leggermente la testa per osservare Karlamine e Sieris che venivano avvolte dalla luce azzurra che annunciava il loro ritiro dal Game. Entrambe erano tagliate in cinque punti diversi del corpo ed erano coperte di sangue. “Ve l'avevo detto che, se mai avessi usato la mia spada, l'avreste vista solo per un istante” mi limitai a replicare mentre svanivano nel nulla.

“Due Cavalieri di Raiser Phoenix si ritirano” annunciò la voce di Grayfia Lucifuge.

Mi guardai intorno e notai subito lo stupore che traspariva chiaro dagli occhi delle serve di Raiser, allibite che due loro compagne fossero state sconfitte in meno di un secondo. Rivolsi loro un ghigno e, per mia gioia, sembrarono farsi ancor più titubanti. Altra regola fondamentale del combattimento: mai perdere la poker face! Sempre attaccare il nemico tanto fisicamente quanto psicologicamente!, pensai prima di parlare: “Volete arrendervi ora?”

“MAI! ATTACCATE, FORZA!” fu l'urlo di risposta della Regina di Raiser e le altre serve, ad eccezione degli Alfieri, lo seguirono a ruota attaccandomi tutte insieme da ogni direzione, senza dubbio per prevenire una mia eventuale fuga e far valere il loro numero.

Proprio quello che volevo.
Quando stavano per raggiungermi, unii le mani all'altezza dello sterno, chiusi gli occhi e manipolai il mio Ki, mentre esclamavo: “Kham!”
Una cupola di vorticante energia rossa circondò il mio corpo, respingendo o fermando qualunque attacco avessero sferrato.
Il Kham era la tecnica difensiva più potente del Seishin-Do, la quale, a differenza delle normali barriere o scudi creati tramite l'alterazione della propria energia in magia, consisteva nel trasformare la stessa aura posseduta dal soggetto nella sua difesa, proiettandola all'esterno e controllandola in modo che girasse velocemente intorno al corpo per creare una protezione a 360°. Non era niente di più che usare la propria aura o Ki come scudo, tanto semplice quanto efficace: non importava quanto i colpi dell'avversario fossero forti o di che natura, se non erano più potenti dell'aura avversaria o capaci di bypassarla, erano inefficaci. L'unico difetto della tecnica era che richiedeva di non muoversi per raggiungere la massima efficacia, ma compensava con un'altra caratteristica: la più potente difesa poteva diventare anche il più potente e inaspettato degli attacchi.
Sogghignai prima di prendere un bel respiro profondo e aumentare l'aura del Kham, rilasciandola tutta in un'unica volta. In un attimo, la cupola di energia che mi circondava si espanse trasformandosi in un'enorme esplosione scarlatta che inghiottì tutta la radura e, con essa, tutte le serve di Raiser al suo interno, compreso l'Alfiere che era rimasto più in disparte.
Quando il mio Ki si ritirò, l'intero spazio erboso era stato completamente spianato dal mio attacco e fumava come se fosse appena stato in preda a un incendio. Notai subito che eravamo rimasti solo in quattro: io, Raiser, la sua Regina -che volava troppo in alto per essere colpita dalla mia tecnica- e Ravel -che doveva aver evitato l'esplosione all'ultimo istante perché piuttosto lontana dal suo centro-.

“Otto Pedoni, due Torri e un Alfiere di Raiser Phoenix si ritirano.”

L'espressione del galletto non aveva rivali: la sua mandibola sembrava essersi dislocata da quanto era aperta e i suoi occhi erano diventati larghi come piatti.
Mi godetti quella vista per un secondo, poi, immisi tutta la mia energia nelle gambe e saltai abbastanza in alto da arrivare a livello della sua Regina; subito dopo , spalancai le mie ali di drago e mi scagliai su di lei. La diavola, ancora sconvolta dall'eliminazione fulminea delle sue compagne e sorpresa dal fatto che sapessi volare anch'io, riuscì solo a puntare il bastone verso di me e scagliare un altro, patetico incantesimo di fuoco. Lo attraversai senza battere ciglio e le arrivai di fronte, le sferrai un potente destro allo stomaco e, quando si piegò in avanti per la violenza del colpo, le afferrai la testa con la sinistra.
“Ci vediamo, bellezza” le dissi ghignante prima di urlare: “Fulgor!”
Un accecante bagliore azzurro seguì il mio grido, mentre una fortissima scarica elettrica prorompeva dal ditale sul mio medio sinistro e attraversava l'intero corpo della diavola che stringevo nella mia morsa. La mia avversaria emise un solo, breve strillo di dolore prima che interrompessi la scarica e la lasciassi andare; precipitò per diversi metri con un'espressione vuota in volto, poi scomparve in un bagliore di luce.

“La Regina di Raiser Phoenix si ritira.”

A quel punto riportai l'attenzione proprio su quest'ultimo, il cui sguardo mostrava un misto di rabbia, sorpresa e.. paura. Sì, esatto. Quel galletto iniziava ad avere paura di me. E faceva bene.
“Allora, adesso ce le hai le palle di affrontarmi faccia a faccia? O ti è passata la voglia?” gli domandai ghignante. Poi mi ricordai che c'era ancora un'altra persona oltre a noi e spostai gli occhi su Ravel. “Oh, che sbadato. In realtà, hai ancora una serva a disposizione... Che dici, devo far fuori anche lei prima di convincerti a combattere?”
In un istante, atterrai davanti alla sorella minore del galletto e ricambiai il suo sguardo terrorizzato con uno di perfida soddisfazione: era chiaro che ora anche lei aveva paura di me e ben più del fratello, all'apparenza. Alzai la mano destra aperta ad artiglio e pronta a colpire.

“NON TI AZZARDARE, DANNATO!” ruggì Raiser prima di scendere in picchiata contro di me. Balzai indietro un paio di volte per evitarlo e prendere un po' di distanza, per poi osservarlo porsi davanti alla sorella. “Ravel, fatti da parte. Da ora in poi, è solo mio” le disse in tono autoritario ma non brusco.

Ravel si limitò ad annuire prima di assecondare la richiesta del fratello.

Lanciai un sorrisetto a Raiser. “Allora ci tieni alla tua famiglia, eh? Almeno una buona qualità ce l'hai!”

“Sta' zitto, sporco umano!” fu la sua velenosa replica. “Hai commesso un grave errore a umiliarmi e farmi infuriare fino a questo punto! Hai ridicolizzato la mia Scacchiera di fronte alla mia famiglia e al Maou Lucifer in persona e me la pagherai molto cara per questo! Ti batterò nel modo più brutale possibile e mi assicurerò di strapparti ogni singolo brandello di libertà quando avrò finito!”

Povero idiota. Non hai capito ancora un bel niente di me e del vero dislivello che c'è fra di noi... Bene, vorrà dire che sarò io a inculcartelo fino in fondo a quella zucca piena di merda che tu chiami testa.

[Dunque, come conti di procedere, partner? Il Boost che hai fatto si è già in parte consumato per eliminare rapidamente le sue serve e l'energia rimasta è sufficiente per eguagliarlo per un po' di tempo. Se fossi in te, anticiperei il Reset e poi guadagnerei tempo per fare almeno tre o quattro Boost. Allora l'aumento di potere dovrebbe bastare per sconfiggerlo.]

Come sempre, i tuoi consigli sono saggi e ben accetti, compagno. Tuttavia, ho già deciso come voglio procedere e sistemarlo. Sai cosa sto pensando, no?

Ddraig sbuffò leggermente. [Certo che ho visto, però non approvo del tutto. Il Balance Breaker è piuttosto sprecato con uno come lui...]

Non posso darti torto, nemmeno io lo userei normalmente per qualcuno del suo livello. Però, è anche il modo migliore per gestire il combattimento come preferisco e per mostrargli la netta differenza tra di noi, inoltre, così potrò dargli la lezione che merita senza preoccuparmi di eventuali limiti di tempo.

[Ho capito. E va bene, facciamo a modo tuo, partner.] Un gutturale sghignazzo risuonò nella mia mente. [Mostragli qual è il nostro vero potere.]

Con immenso piacere. Con quell'ultima replica, tornai a concentrarmi su Raiser: “L'unico ad aver commesso un grave errore qui sei tu, Pollo Fritto. E sempre tu sei quello che uscirà da questo campo di combattimento in una barella d'ospedale. Come tutti gli altri arroganti spocchiosi che ho affrontato in vita mia, non sai minimamente valutare i tuoi limiti e quelli dei tuoi avversari... Ma ti farò vedere io quali sono e lo farò nel modo più duro possibile.” Aumentai di colpo il mio Ki, creando così un alone di energia scarlatta intorno al mio corpo, mentre alzavo il Boosted Gear verso il cielo, la gemma sul dorso della mano che splendeva di un'accecante luce smeraldo. Ghignai. “Sentiti onorato, galletto: stai per conoscere il vero potere di un Drago Celeste! Balance Breaker!!”

[WELSH DRAGON BALANCE BREAKER!!]

Una quantità spaventosa di aura esplose dal guanto e avvolse completamente il mio corpo, modellandosi intorno ad esso e assumendo progressivamente una forma sempre più definita e dotata di consistenza. È ora di divertirsi sul serio!
“Ti presento la forma finale del mio Longinus, il Balance Breaker! Boosted Gear Scale Mail!!”
 

*


Rias POV:

“Balance Breaker?! La tecnica proibita?!” esclamai incredula quando la luce si dissipò e, sotto di essa, stava la figura di Zayden completamente avvolta da una splendida armatura scarlatta la cui forma resemblava un drago umanoide. Era a scaglie, aveva dei gioielli verdi identici a quelli sul braccio destro ora anche sul sinistro, sul petto e sulle ginocchia, una lunga coda dentellata e appuntita che spuntava dal centro delle scapole, artigli affilati su mani e piedi e un elmo lievemente allungato e a punta, con due zanne gialle rivolte all'indietro che spuntavano da dove avrebbe dovuto esserci la bocca. Le stesse ali di drago che avevo visto durante il nostro scontro e poco prima emersero dalla sua schiena e si dispiegarono in tutta la loro ampiezza; come avevo già notato, ricordavano quelle degli pterosauri più che dei pipistrelli: membranose ma sostenute da un solo dito allungato, mentre altri tre spuntavano dalla metà dell'ala ed erano artigliati.
L'aspetto era davvero terrificante, ma l'aura che emanava lo era ben di più.
 


“Sembra proprio che si tratti del potere proibito delle Sacred Gear. Poter ammirare addirittura quello di un Longinus...” disse Oniisama in un tono tra il pensieroso e il divertito. “Affascinante.”

“Il Balance Breaker? Oddio, avevo un mezzo sospetto che volesse farlo, ma non pensavo sarebbe davvero arrivato a tanto...” Stavolta era stato Blake-san a parlare. Sembrava stranamente nervoso. “Ora quel pollo rischia davvero grosso...”

Stavo per chiedergli cosa intendesse, quando una serie di intensi rumori richiamarono l'attenzione mia e di tutti gli altri verso lo schermo: Zayden e Raiser si erano alzati in volo e avevano iniziato a scontrarsi a mezz'aria, incrociando i loro pugni più volte e provocando dei piccoli rombi ad ogni impatto. L'aura di fuoco che circondava Raiser era aumentata enormemente e ora le sue ali erano così grandi da farlo sembrare un enorme uccello infuocato, tuttavia Zayden non retrocedeva mai ogni volta che il suo avversario lo attaccava, anzi gli andava incontro ogni volta e controbatteva mossa su mossa. Erano scatenati!
Mi accorsi subito di una cosa, però: malgrado le parole di Blake-san, era proprio Zayden quello più in difficoltà. Potevo vedere Raiser colpirlo molte più volte di quante riuscisse a colpirlo lui e sembrava faticare a resistere o parare tutti i suoi attacchi. Il suo Seishin-Do sembrava aver perso improvvisamente efficacia e stentava a stare dietro all'abilità di Raiser.
Com'è possibile?! Nonostante il Balance Breaker, Raiser riesce a contrastare Zayden senza problemi! Possibile che sia davvero così forte?! Eppure ho percepito l'aura di Zayden nel nostro scontro ed era ben oltre quella di Raiser! Possibile che mi sia sbagliata?! No, non può essere!
Eppure il duello in corso mi diceva tutt'altro: Raiser aveva sbattuto indietro Zayden con una fiammata e l'aveva subito dopo raggiunto per colpirlo allo stomaco con un calcio e, in seguito, al volto con un pugno rivestito di fuoco. Zayden parò il calcio successivo e colpì lui Raiser con un gancio al volto, ma questi recuperò rapidamente e, prima che Zayden potesse incalzarlo, si era portato alle sue spalle e l'aveva colpito con una serie di pugni alla schiena. Il Sekiryutei barcollò e Raiser ne approfittò per scagliarlo indietro con un violento calcio, per poi caricarlo ancora. I due si scambiarono diversi colpi, ma alla fine fu di nuovo Raiser a superare la guardia di Zayden e gli tempestò di pugni il volto, mentre Zayden sembrava quasi inerme davanti alla sua furia.

“Zayden-san! NO!” strillò Asia, chiaramente disperata nel vedere quello che era più un pestaggio che un duello. “Lo ucciderà di questo passo! Vi prego, fermateli!”

Spostai lo sguardo su Akeno, Yuuto e Koneko e tutti mi risposero con uno sguardo preoccupato. Tornai su Asia e la vidi guardarmi implorante, al punto che fui quasi tentata di chiedere a Oniisama di dichiarare concluso il match. Non m'importava delle conseguenze, non potevo permettere che Zayden venisse ucciso! Per qualche motivo, quel pensiero mi spaventava molto di più del matrimonio con Raiser...

La voce allegra di Blake-san ci interruppe: “Siete davvero gentili a preoccuparvi per il mio amico, vi ringrazio molto! Sono felice di sentire che ci sono altre persone oltre a noi che gli vogliono bene. Comunque la vostra preoccupazione è infondata. Posso assicurarvi che va tutto bene.”

Lo guardai come se fosse impazzito. Come poteva star andando tutto bene se era palese che era Raiser a essere in vantaggio? Eppure la sua espressione serena e per nulla preoccupata diceva tutt'altro.

“Rias, Asia-chan” Stavolta era stato Oniisama a parlare. “Ha ragione. Va tutto bene. Tutti voi non ve ne siete ancora accorti perché non avete ancora occhi sufficientemente esperti in fatto di guerra e battaglie, ma posso assicurarvi una cosa: Zayden-kun non ha usato la benché minima forza finora. Anche se è entrato in Balance Breaker, si sta ancora trattenendo, come se volesse rendersi conto della portata effettiva dei poteri di Raiser-kun prima di contrattaccare veramente.” Si portò una mano al mento con aria divertita. “Se dovessi azzardare.. direi che Zayden-kun sta usando meno del 20% della sua vera forza in quella forma.”

Meno del 20%?! Ed era sufficiente a tenere quasi testa a un diavolo di Alta Classe?! Ma che... Lasciai perdere. Ormai era chiaro che intorno a quel ragazzo non potevi sorprenderti di nulla...
Riportai gli occhi sullo schermo e ciò che vidi mi lasciò ancor più sconvolta: Zayden aveva appena fatto scomparire l'elmo della sua armatura, esponendo così il suo volto piegato in un'espressione serena e sicura di sé, e aveva lasciato cadere le braccia lungo i fianchi. Raiser ne aveva subito approfittato e si era rigettato su di lui tempestandogli di nuovo la faccia di pugni. In quel momento, guardando con occhi diversi, potei però constatare che non era che Zayden non riuscisse a parare quei colpi.. semplicemente non si stava difendendo da essi. Si stava letteralmente lasciando picchiare.
In parole povere, ci stavamo preoccupando per nulla... Quel disgraziato...
 

*


Zayden POV:

Delusione. Noia. Irritazione.
Queste erano le tre emozioni predominanti nel mio animo, mentre il galletto continuava a colpirmi la faccia. Quasi non sentivo il bisogno di difendermi, visto che più che pugni mi sembravano carezze... Nient'altro che colpi portati con la pura forza fisica senza una vera volontà d'acciaio dentro, vuoti e superficiali proprio come lui. Facevano male, ma non erano niente di che e di certo non erano minimamente sufficienti per mettermi K.O., nemmeno dopo essermi tolto l'elmo. Patetico.
Alzai lo sguardo su Raiser e gli rivolsi un piccolo ghigno di scherno.

“Cos'hai da ridere?” fu la sua rabbiosa risposta seguita da un altro pugno che mi fece girare la testa e mi spinse leggermente indietro. Mi aveva picchiato fino a quel momento, eppure era lui quello ad avere il fiatone per la fatica mentre io ero fresco come una rosa.

Mi asciugai un rivolo di sangue che mi colava dalla bocca e gli rivolsi un altro ghigno. “No, perdonami. È solo che.. non immaginavo che sarebbe stato così semplice combatterti.”

“Tu.. tu sei pazzo...” Malgrado quella replica, potevo vedere che la paura iniziava a farsi largo nell'animo di Raiser. Cominciava a capire anche lui ormai.

“Sai... Finora tutti i tuoi colpi.. mi hanno fatto il solletico!”

“BRUTTO INSOLENTE!!”

Con quell'urlo, mi colpì con entrambi i pugni spedendomi contro il suolo. Feci una capriola all'indietro a mezz'aria per atterrare in piedi e mi stiracchiai un po' il collo prima di riportare la mia attenzione sul mio avversario. In tempo per vederlo spedirmi un'enorme fiammata lucente contro.

“SPARISCI TRA LE FIAMME DELLA FENICE, UMANO!! UNA VOLTA PER TUTTE!!”

Ancora si ostina a chiamare quella roba le fiamme della fenice? Ma per favore... Vorrà dire che gli mostrerò io cosa vuol dire dominare davvero il fuoco.
Avrei potuto incassare il suo colpo a occhi chiusi senza armatura, ma decisi di fare qualcos'altro: incrociai le braccia, chiusi le ali e gli occhi e mi concentrai sulla fiammata che mi stava per colpire. La percepii, sentii il suo potere, la sua anima bruciante tipica del suo elemento, e sincronizzai le pulsazioni che sembrava emanare con il mio respiro. Inspirai, espirai e, concentrandomi intensamente, pensai: Disperditi!
E, un istante prima di colpirmi, le fiamme si dispersero e scomparvero nell'aria.
Aprii gli occhi e mi godetti la faccia sconvolta del galletto prima di sorridergli beffardo. “Sei sorpreso, Raiser P.? Non ti ho già dimostrato più di una volta che quello che tu e le tue serve chiamate fuoco è inutile contro di me? O sei solo troppo stupido per capire? In ogni caso, sappi che tecniche elementali come questa sono inutili contro un'Anima Elementale!”

“Una.. cosa?” La faccia di Raiser ora era confusa e pallida: era chiaro che non sapeva cos'era un'Anima Elementale, ma non prendeva nemmeno più le mie parole come semplice aria uscita dalla bocca. Finalmente iniziava a capire che non ero un avversario alla sua portata... E io intendevo dimostrargli quanto avesse ragione.
 

*


Rias POV:

“Un'Anima Elementale?! Impossibile!” esclamai sconvolta quando udii Zayden pronunciare quelle parole. Anche questo è?! Persino quel potere possiede?! Non posso crederci!

“...Un'Anima Elementale... Una vera Anima Elementale... Incredibile.” Anche Oniisama era stupito.

“Che cos'è un'Anima Elementale?” mi chiese Asia, confusa.

“Nemmeno io, malgrado i miei studi e la mia conoscenza, ne ho mai sentito parlare. Cosa sono, Buchou?” Yuuto era curioso quanto lei, così come Koneko e Akeno.

Sospirai. “Ne ho sentito parlare solo poche volte, ma so che sono qualcosa che definire unico è riduttivo. Le Anime Elementali sono particolari anime che nascono ogni 5000 anni in 5 determinati giorni di 5 mesi zodiacali casuali dell'ultimo anno e ne nascono appunto solo 5 ogni volta. A seconda del giorno, tali Anime possono essere del fuoco, del vento, dell'acqua, della terra o del fulmine e la loro particolarità è che sanno controllare quel determinato elemento con una maestria impareggiabile. Si dice addirittura che, all'apice delle sue capacità, un'Anima Elementale possieda un tale controllo e potere sull'elemento corrispondente da surclassare completamente ogni altro utilizzatore di esso, persino se è un dio.”
Tutti mi guardarono sconvolti. Come potevo dar loro torto? I poteri di Zayden erano sul serio più unici che rari.

Qualunque altra domanda fu interrotta dalla trasmissione delle successive parole del diretto interessato: “Ora tocca a me.”
 

*


Zayden POV:

Dispiegai di nuovo le ali e mi lanciai contro Raiser, attivando anche i propulsori a razzo nascosti sulla schiena dell'armatura in modo da darmi una velocità maggiore. Gli arrivai davanti e gli sferrai una ginocchiata allo stomaco prima che potesse anche solo provare a difendersi, subito dopo un gancio destro al volto seguito da un sinistro, entrambi tanto forti che la bocca e il naso del diavolo iniziarono a sanguinare; senza fermarmi, ruotai su me stesso e lo colpii con un calcio all'indietro di nuovo allo stomaco, scagliandolo via di diversi metri. A quel punto, lo inseguii e, con un altro colpo di propulsori, gli arrivai dietro mentre era ancora preda dell'impeto del mio ultimo attacco e gli piantai un calcio in mezzo alla schiena con tutta la mia forza, spezzandogli probabilmente la colonna vertebrale a giudicare dal rumore sordo di rottura che seguì. Subito dopo, alzai una mano e gliela portai davanti al volto; con un ghigno, accumulai una grande quantità di Ki nel palmo e gliela sparai dritta in faccia sotto forma di una potente onda d'energia rossa che lo mandò a schiantarsi al suolo per poi scatenare una violenta esplosione.
Atterrai a breve distanza dal grosso polverone sollevato dal mio corpo e aspettai a braccia conserte di vederlo rialzarsi. Non dovetti aspettare molto: dopo circa una decina di secondi, un'esplosione di fuoco spazzò via il fumo e Raiser atterrò davanti al cratere creato dal mio colpo, a pochi metri di distanza da me. Proprio come prevedevo, il suo corpo si era già completamente rigenerato e non mostrava ferite dai miei precedenti attacchi; tuttavia, il fiatone che aveva mi fece capire che non era stato facile per lui guarire così in fretta.

“Tutto.. qui, umano?” mi disse mettendo su una pallida imitazione della sua normale espressione spavalda. Era ovvio che stesse cercando di fare la voce grossa per darsi maggiore sicurezza. “Mi aspettavo di più dal grande Sekiryutei... Non ti ricordi che la nostra famiglia ha i poteri dell'immortale fenice? Non importa quanto mi ferisci.. guarirò sempre!”

“E allora?” Faticai a non ridere quando vidi la sua espressione mutare in una di puro stupore. “So benissimo quali sono i poteri della tua famiglia e, dunque, so anche che sono tutt'altro che perfetti. La tua, anzi, la vostra rigenerazione dipende dalla vostra energia, no? Più aura usate per combattere e guarire, più la vostra capacità viene meno, finché, all'esaurirsi della vostra energia, anche la vostra rigenerazione si esaurisce. Mi sbaglio? Inoltre, più gli attacchi che subite sono potenti, più vi è difficile rigenerarvi in fretta e quindi vi stancate più rapidamente.” Sghignazzai quando vidi il pallore sul suo volto. “Potete chiamarvi Phoenix o esaltare la vostra abilità innata quanto volete, ma la verità è che siete molto lontani dall'eguagliare il potere della vera fenice. Tra parentesi, lo sai che io l'ho vista, quella reale?”

Lo sguardo di Raiser divenne ancora più sconvolto e incredulo. “Tu cosa?!”

“Io ho visto la vera Araba fenice e ho ammirato la sua vera magnificenza, il suo vero potere, il suo vero fuoco.” Chiusi gli occhi perdendomi un istante in quel ricordo ancora così vivido nella mia mente. “Non puoi immaginare che spettacolo sia. Quale bellezza la avvolga e quale potenza emani con la sua sola presenza... Al confronto, la tua è meno di quella di un pulcino appena uscito dall'uovo.” Gli rivolsi un ghigno maligno. “Puoi rigenerarti finché rimani in piedi? In tal caso.. dovrò solo pestarti finché non sarai in ginocchio! E sappi che posso farlo e lo farò!”
Detto questo, mi scagliai di nuovo contro di lui e tentai di sferrargli un pugno; lui lo bloccò incrociando le braccia davanti a sé, ma così si schermò involontariamente gli occhi e non vide il mio calcio successivo che lo colpì proprio in mezzo alle gambe, sulla sua attrezzatura da uomo. Il colpo lo piegò in due ed emise un urlo di dolore strozzato mentre si copriva i genitali, così ne approfittai e lo colpii con due ganci al volto, costringendolo a raddrizzarsi. Allora, tirai indietro il destro e, caricandovi tutta la mia forza, lo affondai nel lato sinistro del suo costato con sufficiente forza da rompergli alcune costole verso l'interno; subito Raiser indietreggiò boccheggiante, probabilmente per un polmone perforato, mentre le fiamme delle sue ali avvolgevano il suo corpo nel tentativo di guarirlo. Ne approfittai ancora: lo afferrai al volto, sollevai e schiantai a terra con tanta violenza da spaccare il suolo, dopodiché lo sollevai di nuovo e lo scagliai via, spedendogli dietro nel processo una sfera di Ki che lo centrò in pieno ed esplose con un'altra forte esplosione.
A quel punto, presi ad avvicinarmi al nuovo polverone che si era sollevato e, mentre si diradava, vidi Raiser rialzarsi a fatica, ancora più ansimante di prima e barcollante come un ubriaco. Le ali sulla sua schiena si erano rimpicciolite e alcune ferite si stavano ancora rigenerando, mentre la sua aura era calata parecchio. Era chiaro che non avrebbe resistito molto, se avessi continuato a colpirlo con attacchi così forti. “Allora? Hai compreso qual è la vera differenza di potere tra noi?” chiesi fermandomi a meno di due metri da lui. “Sii saggio una volta nella tua vita e arrenditi, Raiser. Risparmierai a me del tempo e a te un mucchio di altro dolore.”

Malgrado la fatica che gli doveva costare parlare, il diavolo urlò: “Mai! Io sono un membro della nobile famiglia dei Phoenix! Non intendo macchiare il nome mio e della mia casata con la sconfitta! Mai e poi mai!” Vi era determinazione nelle sue parole e la sua aria da galletto arrogante era praticamente sparita, ma era comunque troppo cocciuto e ottuso per ascoltarmi.
Con un urlo più disperato che rabbioso e uno sguardo carico d'odio, Raiser prese a scagliarmi contro una serie di fiammate che, stavolta, lasciai che mi colpissero. Ognuna di esse mi scivolò sulla pelle del volto come una calda carezza senza scottarmi minimamente, ma ebbero anche l'effetto di confermarmi una cosa: a differenza di Rias, non sarei mai riuscito a farlo arrendere. Inoltre, quel discorso sul nome di famiglia mi aveva irritato non poco, dopotutto era per colpa delle loro famiglie se si era arrivati a questo punto.

Va bene. Così sia, diavolo, pensai mentre le ultime fiammate mi colpivano e lasciavano il mio corpo illeso e un Raiser esausto e basito dietro di esse. La paura che aveva iniziato a farsi largo nei suoi occhi stava ormai diventando terrore.
“Proprio non vuoi capire, eh, Raiser P.?” domandai grattandomi il mento. “Ti faccio una domanda: tu sai come nascono le Anime Elementali?” Al suo silenzio, proseguii: “Come pensavo. Noi nasciamo solo una volta ogni 5000 anni in un giorno preciso di 5 mesi precisi dell'anno prescelto, dunque nasciamo solo in 5 ogni volta. Ma sai qual è la causa della nostra nascita? Vedi, una volta ogni 5000 anni, gli elementi si concentrano per ripristinare le loro piene energie, consumate durante quel periodo di tempo per sostenere il flusso vitale della natura e del mondo stesso. Così facendo, emanano un'aura particolare e molto potente che diviene particolarmente intensa proprio in quei 5 mesi e finisce così per influenzare le anime di coloro che sono nati in quel periodo, dandogli così dei poteri speciali nel momento in cui, durante quei precisi 5 giorni, l'energia emanata arriva al suo apice.” In quel momento, notai la sua espressione confusa e incredula e realizzai una cosa: “Pensi che gli elementi non possano fare una cosa del genere? Che non siano vivi? Li vedi solo come attrezzi da usare? Sei più idiota di quanto pensassi... E ti consideri pure il portatore dei poteri dell'Araba fenice?! Mi disgusti!” Ora ero davvero furioso. “Avevo quasi pensato di abbreviare la tua pena.. ma tu.. devi conoscere il dolore!”

Accesi una fiamma nel mio stomaco e la infusi con la mia aura e la mia volontà, potenziandola. “Adesso t'insegno io qual è il vero potere del fuoco! Blazing Breath!”
Spalancai la bocca ed espirai una colossale fiammata, almeno venti volte più grande e intensa di quelle che aveva scagliato lui, investendolo in pieno. Lui gridò di dolore e, quando interruppi la tecnica, lo trovai in ginocchio a diversi metri da me, ricoperto di gravi ustioni e coi vestiti bruciati, mentre la foresta dietro di lui era stata completamente ridotta in cenere e il terreno era annerito dal calore. Mi avvicinai lentamente a Raiser, il quale provava a rialzarsi a fatica e, una volta giunto davanti a lui, lo afferrai per i capelli e lo tirai in piedi. “Alzati! Non ho ancora finito con te!”
Il diavolo barcollò, ma riuscì a rimanere in piedi e mi guardò con un misto di odio, rabbia e paura prima di provare a colpirmi con un pugno; lasciai rimbalzare il colpo sulla mia armatura, poi lo colpii allo stomaco con un pugno a mia volta, facendogli sputare sangue.
“Sai, mi ero accorto anche di un'altra cosa: la tua abilità nel corpo a corpo è patetica e insulsa, le tue arti marziali sono deboli e immature!” Il mio Ki si concentrò intorno ai miei pugni fino a diventare visibile e gli diedi un gancio al volto. Il Seishin-Do era davvero sprecato con lui, ma volevo procurargli più danni e dolore possibile. “Non ti sei mai allenato in vita tua, vero? Sei nato con questi poteri di Alta Classe e ti sei montato la testa da subito, eh?” Un altro pugno. “Hai imparato le basi del combattimento e poi hai pensato: 'Allenarmi ancora non ha senso. Sono un diavolo nobile, un Phoenix, il potere che possiedo è sufficiente a vincere chiunque!', non è così? Patetico!” Un calcio. “Non hai mai combattuto contro qualcuno più forte di te, vero? Per questo ti reputi tanto forte? Ridicolo!” Un montante al mento seguito da una ginocchiata. “Debole!” Un gancio alla tempia. “Rammollito!” Un altro stavolta al costato. “Pietoso!” Un diretto al naso. “Spreco di sperma e carne!” Un affondo al ventre. “Sei come la stragrande maggioranza di voi, diavoli nobili dal cazzo!” Una gomitata al volto. “Sempre a ritenervi superiori per la vostra carica e i poteri ereditati in famiglia!” Un gancio. “Sempre a elogiare il vostro nome e a dire: 'Devo tenerlo alto! Cosa pensano gli altri non mi riguarda!', merdosi arroganti!” Un calcio. “Stupidi bastardi! Sapete solo sputare sentenze e idiozie con la vostra bocca, ma a fatti non siete buoni a nulla!” Un altro calcio e poi un gancio alla tempia. “E ti chiedi perché non ho rispetto per voi coglioni? Datti le risposte da solo, idiota!” Gli diedi una ginocchiata allo stomaco tale da piegarlo in avanti di quasi 90°, poi alzai il braccio sinistro e lo colpii alla nuca con la punta aguzza sul gomito dell'armatura, trapassandogli il cranio. “Non abbasserò mai la testa davanti a un merdoso come te, né tantomeno perderò contro di te!”
Estrassi la punta e lo sbattei indietro con un calcio in pieno volto. Raiser rotolò a terra e lì rimase, rantolante e sanguinante, con la testa perforata tra le mani, prima di fare un tentativo di alzarsi sulle ginocchia. Le sue ali avevano ormai solo un terzo della dimensione e dell'intensità dell'inizio e le ferite faticavano a rigenerarsi; rimasi a guardarlo per quasi un minuto prima che riuscisse a rimettersi in piedi e le ferite più gravi scomparissero del tutto, tuttavia era ansimante, rimaneva in piedi a fatica e alcuni lividi causati dai miei pugni erano rimasti.

“Non.. non hai.. ancora.. vinto...” riuscì solo a mormorare mentre stentava a stare in piedi. “Non.. pensare.. di.. potermi...”

Inarcai un sopracciglio. “Credi ancora di poter vincere? Che non continuerò a massacrarti di colpi per chissà quale motivo? Che abbia paura della tua famiglia o qualcosa di simile? Ma non farmi ridere. Sappi che io ho affrontato avversari molto più temibili per la maggior parte della mia vita, molti dei quali erano ben più forti di me, e, tra le tante cose che ho imparato in questi scontri, una era costante e sempre più importante di ogni altra: la necessità di avere una volontà di ferro. Se sei pronto a sfidare il mondo per ciò in cui credi, niente è impossibile! E di certo non mi piegherò a qualcuno come te che non possiede alcuna volontà!”
Aprii la mano destra mormorando: “Aqua” e iniziai a formare un alone di acqua infuso del mio Ki intorno ad essa. Poi, usando il mio potere, iniziai ad abbassare la sua temperatura, finché da acqua non divenne ghiaccio. “Visto che non vuoi andare giù con le cattive.. userò le molto cattive.”
Raiser urlò e mi corse addosso, ormai preso dalla più completa disperazione. Sorridendo del suo errore, concentrai l'energia ghiacciata intorno a indice e medio e, con uno scatto del polso, scagliai da queste dita due dardi di ghiaccio che si piantarono negli occhi del galletto, il quale gridò di dolore portandosi le mani al volto. Non gli diedi il tempo di fare altro che balzai in avanti con la mano destra aperta a taglio e totalmente avvolta dall'aura magica. Mormorai: “Aura” e immisi con la magia anche del vento nel Ki della mia mano destra; manipolandolo, formai intorno ad essa un alone vorticante di aria ghiacciata.
Wind Break: Ice Mode! Icecutter!
Con un fendente della mano, gli mozzai il braccio destro mentre gli passavo accanto e, sulla ferita, si formò all'istante uno strato di ghiaccio; arrivato dietro di lui, mi voltai e, con altri due fendenti, gli tagliai via prima anche il sinistro e poi i legamenti dietro le gambe, facendolo così crollare in ginocchio. Solo allora mi fermai e ritornai davanti a lui, camminando lentamente e osservandolo mentre faticava ad alzare il volto in alto; le punte che gli avevo piantato negli occhi erano state sciolte dalle sue fiamme, ma i suoi bulbi oculari erano ancora arrossati e sanguinanti. Mi abbassai abbastanza da poggiargli la destra sulla spalla, ma continuai a rimanergli sopra. “Allora, come ci si sente a essere guardati dall'alto?” chiesi con un ghigno.
La sua unica risposta fu uno sguardo furente, mentre le sue ali stentavano a rimanere accese, come candele mosse dal vento, e tentavano di sciogliere il ghiaccio che gli copriva le ferite di braccia e gambe.
Feci un sorrisetto, indietreggiai di qualche passo e, infine, schioccai le dita dicendo: “Che ne dici di un'altra rinfrescatina?”
Un istante dopo, una luce rossa apparve sul suo petto per poi scoppiare in una massa di ghiaccio che avvolse il suo torso, bloccandolo in una morsa gelida. Raiser si guardò sconvolto prima di iniziare a tremare di freddo e dolore per le punte di ghiaccio che gli si erano piantate nella carne. Le sue ali presero a lampeggiare ancora più forte, ma ormai erano così deboli che solo la superficie del ghiaccio si sciolse, prima che la loro intensità venisse ancora meno. “Se fossi in te, non proverei a scioglierlo” feci con un ghigno.

“C-cosa.. c-che c-cosa.. mi.. h-hai.. f-fatto..?” mormorò con un filo di voce.

“Oh, è solo un'altra delle mie tecniche: ho imparato a lasciare un residuo della mia energia magica sul corpo di un avversario quando lo tocco, dopodiché, con un comando, attivo e rilascio quell'energia in modo esplosivo così che gli causi danni, un po' come una bomba a orologeria. Inoltre, se avevo imbevuto l'energia di magia elementale, l'esplosione sprigiona proprio l'elemento scelto che può avere conseguenze diverse a seconda di quale esso sia. Interessante, non credi?” Alzai poi un dito a indicare l'acqua che gli colava addosso. “Non ci sei ancora arrivato? Se ti sforzi a sciogliere quel ghiaccio, finirai solo per impregnarti di altra acqua che consumerà ulteriormente le tue fiamme. Se tu fossi nel pieno delle tue forze e questo fosse ghiaccio normale, allora non avresti problemi... Ma questo ghiaccio e l'acqua che ne deriva sono impregnati con il mio Ki, la mia aura, la quale contiene anche l'aura di un Drago Celeste, perciò non puoi eliminarli con tanta facilità, tantomeno in quelle condizioni pietose. Tra parentesi, se non elimini quel ghiaccio, andrai in ipotermia e perderai i sensi molto presto.” Ghignai. “In parole povere.. you have lost, Raiser.” Allargai le braccia facendo schioccare le dita artigliate e iniziando a espandere il mio Ki. “Ma non temere: non soffrirai oltre. La farò finita qui e ora.”

Il volto di Raiser divenne in un istante ancor più disperato e supplichevole. “A-aspetta! N-non farlo! N-non te ne rendi conto?!” Doveva star impiegando tutte le sue forze rimaste per balbettare il meno possibile. “Q-questo fidanzamento è fondamentale e n-necessario per il futuro dei diavoli! Perché v-vuoi ostacolarci a t-tutti i costi?! P-perché t'importa?! U-uno come te, che non ha n-niente a che fare con il n-nostro mondo, non d-dovrebbe intromettersi!”

Ora che sa di non poter vincere, vuole forse impietosirmi o convincermi a tornare sui miei passi? Sempre più patetico. “Io non ho alcun interesse per queste cose e hai ragione a dire che non mi riguardano. Tuttavia, hai commesso due gravi errori: il primo è stato quello di sfidarmi dopo aver schernito e disprezzato la mia natura umana con tanta leggerezza, il secondo invece è che tu e tutti gli altri dietro questa storia avete cercato di forzare il vostro volere su una persona che non voleva affatto assecondarlo! Avete cercato di portare via a qualcuno la sua libertà per i vostri comodi e questo è qualcosa che io non posso e non voglio accettare! E queste due ragioni mi sono più che sufficienti per picchiare perfino gli dei!”
Questo gioco è durato abbastanza. Chiudiamo la partita, Ddraig!

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Il mio Ki esplose scatenato, avvolgendomi e formando una colonna di pura energia scarlatta proprio come durante i momenti finali del match contro Rias. La mia aura si espanse al suo massimo insieme a quella di Ddraig, incrinando il terreno sotto i miei piedi e creando un vento vorticoso per tutta la radura.
Davanti a me, Raiser mi fissava con lo sguardo più sconvolto e terrorizzato che si potesse immaginare, gli occhi sbarrati e svuotati di ogni altra emozione che non fosse il panico assoluto. Lo vedevo bene: il suo animo era stato oppresso e schiacciato in maniera definitiva dal mio potere di drago. Non era più in grado di combattere, o tantomeno di opporsi alla mia offensiva.
Ghignai vedendo i miei occhi, divenuti verde brillante e con le pupille verticali, riflessi nei suoi e alzai la mano destra chiusa a pugno, intorno alla quale l'aura iniziò a concentrarsi fino a formare una massa rossa palpitante che sembrava quasi avere una consistenza solida.

Gli occhi di Raiser si spalancarono e divennero ancor più vitrei. “No.. ti prego.. no.. non farlo.. ti supplico.. no...”

Aveva compreso: quello non era un colpo per metterlo fuori combattimento. Era un colpo per uccidere. Non avrebbe mai potuto sopravvivere se l'avessi colpito con esso e di certo non nelle sue attuali condizioni.
“Avresti dovuto supplicarmi prima. Ora è troppo tardi. Say goodbye!
Tirai indietro il pugno, pronto a colpire.

“ONIISAMA! NO!!” Con quell'urlo, Ravel mi si piazzò davanti con le braccia allargate, ponendosi a scudo per suo fratello. I suoi occhi erano terrorizzati quasi quanto quelli di Raiser, ma non vacillarono davanti al mio sguardo implacabile e al colpo che stavo per sferrare, che sarebbe stato probabilmente letale anche per lei.

Portai in avanti il pugno verso il viso di Ravel, la quale perse il poco colore rimastole in viso quando lo vide venire verso di lei... Ma, all'ultimo istante, bloccai il colpo proprio a mezzo centimetro dalla punta del suo naso e lasciai che l'aura accumulata si disperdesse ai lati della ragazza; la potenza emanata fu sufficiente a spazzare via completamente il terreno ai suoi fianchi e alle spalle di lei e Raiser, creando un enorme cratere a cono su tutta la radura e parte dell'orizzonte. Sospirando, abbassai il braccio e mi ritrovai a fissare il volto spaventato e incredulo di Ravel.
“Non preoccuparti, non ho mai avuto intenzione di ucciderlo davvero. Dopotutto, i patti erano che non causassi lesioni permanenti o morte, giusto?” le dissi per rassicurarla. “Volevo solo sconvolgerlo e piegarlo al punto da fargli perdere ogni volontà di combattere e niente funziona meglio del sano terrore. E non temere per quelle ferite: basta che sciogliate il ghiaccio e gli diate un po' di riposo e la sua rigenerazione farà il resto. Probabilmente domani sarà già come nuovo.” Alzai di nuovo il pugno e lo riportai a breve distanza dalla sua faccia. “Se però avrai ancora dei problemi con me e desidererai vendicarlo.. vieni pure da me quando vuoi. Sarò sempre pronto ad affrontarti!”

Ravel mi rivolse un'espressione ancor più allibita, chiaramente presa in contropiede da quelle parole, prima di voltarsi e sostenere suo fratello, il quale, come notai di sfuggita, aveva perso i sensi. Dev'essere successo quando Ravel si è messa in mezzo.
Feci sparire il Balance Breaker e mi voltai per allontanarmi dai due diavoli, mentre la voce di Grayfia Lucifuge risuonava un'ultima volta:

“Il Game è finito. Il Sekiryutei Zayden Ward è il vincitore.”
 




Note:
Promozione = abilità esclusiva dei Pedoni, permette loro di trasformarsi in qualunque altro pezzo (Alfiere, Torre, Cavallo, Regina) eccetto il Re.
Seishin-Do = via dello spirito.
Kendo = stile di spada tratto dall'antico kenjutsu (stile di combattimento dei samurai antichi), basato sull'impugnare la spada con due mani e colpire 4 punti specifici del corpo (men = testa, do = corpo, kote = polso, tsuki = gola).
Iaido = stile di spada tratto dall'antico iaijutsu (stile di combattimento usato solitamente dai samurai nei duelli tra loro), è l'arte dell'estrazione della spada, basata sullo sfoderare, colpire e rinfoderare in modo fulmineo l'arma in questione.
Kham = tecnica difensiva del Seishin-Do, basata sull'emissione e la manipolazione del Ki
, controllandolo in modo che giri velocemente intorno al corpo per creare una protezione a 360°.
Balance Breaker = forma finale delle Sacred Gear; considerato un errore, il nome viene dal fatto che la potenza liberata è tale da sconvolgere l'equilibrio del mondo
Boosted Gear Scale Mail = Balance Breaker del Boosted Gear, produce un'armatura che aumenta attacco e difesa del possessore e gli permette di raddoppiare il suo potere senza attendere 10 secondi tra un Boost e il successivo.
Wind Break: Ice Mode - Icecutter = frattura del vento: modalità ghiaccio - tagliaghiaccio.





Salve a TUUUTTTTTTIIIIIIIIII!!!!!!!!!
Rieccomi di nuovo qui, con il capitolo nuovo di zecca che vi avevo promesso!
Certo, so che l'ora non è delle migliori ma ci tenevo a pubblicare prima di sabato giorno... XD
Lo so, lo so: ancora una volta ho fatto più tardi di quanto pensassi.. addirittura un mese e tre settimane... Mi spiace, ma gli impegni della vita reale mi stanno impegnando come mai e il tempo per scrivere è sempre minore.. se poi aggiungiamo che sto cercando di stare dietro a tre storie in contemporanea e ne sto anche pensando altre nel frattempo... Diciamo che la mia velocità di completamento scrittura si è ridotta parecchio... Spero possiate capirmi.

Ad ogni modo, ripago l'attesa con la quantità e, spero, la qualità: questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto, ben 55 pagine di delirio!! Sì, avete capito bene ed è un altro dei motivi per cui c'ho messo tanto. E se la qualità è buona anche solo la metà della sua lunghezza, beh, direi che siamo a cavallo, no? XD Ma questo lo lascio giudicare a voi! ;)
Allora innanzitutto la conversazione iniziale tra Zayden e il gruppo Gremory. So che forse qualcuno di voi potrebbe pensare che il primo se l'è cavata con poco, ma in tal caso vi chiedo di riosservare bene l'intero discorso. Prima che avvenisse ci sono stati due importanti eventi: Grayfia ha parlato con loro confermando le parole di Zayden e Rias ha ripetuto ciò che lui le ha detto durante e alla fine dello scontro. È chiaro che, almeno per un po', tutti i membri del club saranno un po' più a disagio intorno a Zayden, visto che ora conoscono la sua vera forza, ma al tempo stesso non hanno un vero motivo per avercela con lui, anche perché in fondo le sue intenzioni erano giuste. Pensate bene a quanto piano c'è andato il nostro Sekiryutei: poteva spedirli in ospedale tutti anche per settimane, ma non ha fatto altro che metterli KO e, per tutto il tempo, ha dato loro consigli e lezioni mascherati da provocazioni. Perciò, ora vi chiedo: davvero avrebbero potuto avercela con lui al punto da odiarlo o rifiutare anche solo di stargli vicino? Io non credo proprio... Però, hanno comunque deciso di dargli una punizione a modo loro come avete visto... Eheh, è vero che Zayden ha esperienza con i diavoli, ma a combatterli, non a conviverci... XD Sappiate comunque che avrà un dialogo anche con Asia nel prossimo capitolo in modo da ricucire del tutto il loro rapporto. Mi sembra giusto verso la sua sorellina acquisita, no?
Poi, il suo dialogo privato con Rias. Non vi nego che è stata una delle parti più difficili da scrivere perché non avevo idea di quanto dire e quanto lasciare ancora in sospeso... Alla fine, mi è venuto più lungo di quanto pensassi e spero altrettanto bene. A mio avviso, questo è un punto importante sia per la maturazione del carattere di Rias che per quella della sua relazione con Zayden: come penso avrete capito, lei gli ha chiesto quelle cose non solo per curiosità, ma anche per cercare subito di vedere le cose da un'altra prospettiva. Lei ha perso contro di lui non solo perché era più debole, ma anche perché non lo conosceva affatto come pensava, di conseguenza ha compreso che non si deve mai fare l'errore di giudicare una persona superficialmente e solo conoscendolo a fondo la si può comprendere. La prospettiva di scoprire come Zayden sia diventato così è qualcosa di molto intrigante per lei ormai, per questo ora è ancora più interessata a lui. A proposito, che mi dite del passato di Zayden? E del modo in cui ha creato la sua canzone personale? Ho cercato di unire più elementi possibile per dare logica e fascino a entrambi, perciò spero vi sia piaciuto... Alla nostra rossa, di sicuro sì! XD A parte questo, volevo anche mostrare quanto il nostro Sekiryutei sia cambiato da quando era bambino e lasciare intuire qualcos'altro sul suo passato. Suppongo abbiate capito cosa intendeva dire quando ha parlato di perdere il controllo, ma ve lo confermo subito io: per quanto potente, Zayden è ancora lontano da dominare completamente i poteri di Ddraig, morale: più potere usa e più le sue emozioni sono forti, più è probabile che possa impazzire e diventare qualcosa di troppo pericoloso...
Infine, passiamo alla parte principale: il tanto atteso Game con Raiser. Ho deciso di mantenere un terreno di gioco identico al precedente con l'unica variazione della disposizione delle basi per il semplice fatto che l'edificio scolastico aveva poca rilevanza in questo caso: non è ancora un luogo d'interesse o con chissà quale significato per Zayden e di certo non lo è per Raiser, perciò mi sembrava strano scegliere quello... Ho quindi riutilizzato il precedente perché è nel carattere del protagonista far finire tutto lì in un unico luogo e perché mi piaceva di più un campo di battaglia in mezzo alle valli montuose perché offre molte possibilità di scontro (anche se qui non mi è stato possibile sfruttarle a causa dell'arroganza del galletto... E non lamentatevi perché sapete anche voi che uno come Raiser non si sarebbe sprecato in chissà quale strategia all'idea di affrontare un avversario singolo e sul quale credeva di dominare! XD). Per quanto invece riguarda lo svolgimento, ho pensato di creare quest'alternanza tra partecipanti e spettatori per variare la scena, mostrare le differenti spiegazioni e spiegare i poteri del nostro Sekiryutei, cosa che non avrei potuto fare se avessi usato solo il suo punto di vista (suvvia, chi mai pensa sul serio ai poteri che possiede e ne dà una spiegazione dettagliata a se stesso, se non per ripetersi che attacco è meglio usare sul momento? XD). A proposito, colgo l'occasione per chiarirvi un dubbio: come verrà detto più avanti, l'aura di Zayden e quella draconica di Ddraig convivono da così tanto tempo che ormai si mescolano tra loro e dunque è difficile distinguerle.. tuttavia, diciamo che normalmente usa il suo Ki personale che viene raddoppiato dal BG, ma quando attiva il BB, allora viene liberata una gran quantità di Ki draconico che va a combinarsi con quello originale per massimizzare le sue abilità.
Passando ai fatti, c'è stata anche una piccola apparizione di quello che, confermo, è il famiglio e compagno personale di Zayden: Darak. Tipetto interessante, eh? Per ora posso solo dirvi che è un serpente molto particolare e speciale, ha poteri di mutaforma, capacità di mimetismo e percezione incredibili e molti altri ancora che scoprirete col tempo. Ah, dimenticavo di dire che ha un carattere alquanto complicato, tipico dei rettili come lui... XD Per quanto riguarda il suo padrone, che ne pensate dei poteri di Zayden? Qui sono stati rivelati i 2 principali oltre al Boosted Gear, ma vi anticipo che sono stati ancora poco esplorati, visto che la battaglia non era tanto impegnativa da richiedere le sue piene capacità... Sia il Seishin-Do che il concetto delle Anime Elementali sono cose inventate da me e saranno spiegate meglio nei prossimi volumi. Il primo è praticamente una fusione di ogni singola arte marziale esistente in un unico stile che passa con naturalezza da uno all'altro, ma ho favorito in particolare quei 5 stili perché messi insieme offrono un misto di attacco e difesa quasi perfetti (il Kung Fu e il Taekwondo insegnano a combattere con pugni e calci sia in attacco che in difesa, il Karate è una delle arti marziali più antiche e come pratica di autodifesa è tra i migliori, il Judo insegna a usare la forza stessa degli avversari contro di loro e il Muay Thai insegna a usare ogni singola parte del proprio corpo per infliggere danni pesanti con un singolo colpo), tuttavia vi anticipo che quello di questo capitolo era solo un assaggio del potere di quell'arte marziale, solo contro avversari più forti vedrete le sue tecniche migliori. Aggiungendo il fatto che insegna anche a usare il Ki come arma difensiva e offensiva, possiamo dire che, per le sue abilità nel corpo a corpo e nell'uso dell'aura di Zayden, mi sono ispirato ai Saiyan di Dragon Ball (niente Zenkai Power, ovviamente!), in quanto corpo e Ki sono le uniche cose su cui gli umani possono davvero contare anche senza Sacred Gear o capacità e armi magiche; inoltre, come varie altre arti marziali, anche il Seishin-Do insegna a usare con grande abilità non solo il corpo ma anche vari tipi di armi con diversi stili, come nel caso delle spade dove insegna sia il kendo che lo iaido. L'Anima Elementale è invece un qualcosa che ho voluto creare io per portare altra novità nella novel; vi anticipo subito che conoscerete anche le altre 4 con il tempo e che le loro abilità in quel determinato elemento saranno superiori perfino agli dei stessi una volta sviluppati al massimo. Il loro concetto sarà approfondito più avanti, per ora sappiate che ho scelto di fare 5 elementi anziché 4 perché mi piace vedere il fulmine come un altro elemento.
Tra parentesi, sì. Zayden ha davvero incontrato in passato la vera Araba fenice, ma i dettagli saranno svelati solo molto più avanti (prego i più impazienti di avere appunto pazienza! XD)...

Infine, il pestaggio di Raiser. Allora, che dite? Vi ha soddisfatto o è stato troppo leggero? Per me no. In fondo è solo un presuntuoso maleducato e pervertito, non certo un cattivo di prim'ordine... Meritava di vivere ;) (credo... XD) E si è visto anche il Balance Breaker di Zayden. Vi dico subito che è quello che aveva visto anche Rias nel precedente scontro: lui è andato in BB e ha poi Boostato il suo potere a ogni secondo; 30 Boost in BB sono anche troppi per la mente di un avversario più debole, per questo Rias e Raiser hanno avuto rispettivamente un quasi e un totale collasso mentale. Per chi si aspettava altri poteri, non temete: Zayden Ward ha appena iniziato a rivelarli!! ;) Per ora, mi sembra comunque degno del suo titolo di Sekiryutei, non credete? Ah, a proposito, voglio porre il neo sulle ali di Zayden perché molti errano a immaginarselo: se guardate le ali di Ddraig nell'ep. 12 della prima stagione dell'anime e la descrizione delle ali nel volume 7 originale, vedrete che sono appunto più simili a quelle di uno pterosauro che di un pipistrello, perciò gli ho messo i tre artigli tipici delle loro ali sopra e per questo non ho usato il BB alato dell'anime: quelle ali sono totalmente sbagliate... Se volete la versione giusta,immaginatevi il BB con le ali di Ddraig dell'ep. 12 della prima stagione. Vi anticipo inoltre che questo tratto tornerà molto utile più avanti.
Credo di aver detto tutto, ma qualunque domanda, come sapete, è ben accetta! E se avete voglia, lasciatemi una bella recensione, visto che mi aiutano sempre a migliorare la qualità dei miei lavori!! Spero tanto vi sia piaciuto e vi annuncio che con il prossimo capitolo verrà la Newlife e dunque la fine anche di questa seconda novel... E non solo vi anticipo che ne verrà presto un altro, ma anche che per chiunque abbia amato il mio primo lavoro, Shinigami Gaiden, appartenente al fandom di Bleach, sta per arrivare una bella notizia: Bleach tornerà questo 28 novembre con la seconda serie dal titolo Shinigami Gaiden 2: Legami Indissolubili. Non perdetelo!! ;)
Credo di aver detto davvero tutto, quindi vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo!! Spero stiate tutti bene e mi auguro di vedervi numerosi!! ;)
Ja naa minna!!!
   
 
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