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Autore: Kaworu Nagisa    19/11/2016    0 recensioni
Ogni tanto può accadere d'innamorarsi, e il nostro protagonista lo fa in modo molto particolare: il suo è un amore che prende le mosse dalla necessità di essere compatiti ed apprezzati. È un'ossessione disperata, e per questo non può farne a meno. Più avanti arriverà a pensare che anche gli altri ne abbiano un bisogno spasmodico.
Fosse così, sarebbe di certo un grande amante.
Ripercorrere con la memoria la storia del proprio ultimo fallimento non gli sarà certo d'aiuto nel cercare una cura per questa sua mania.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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È comunque certo che nulla al mondo rende l'uomo tanto necessario quanto l'amore.
Goethe

Era già molto tardi, forse le otto, c'erano solo le luci dei lampioni a guidarlo, ed era appena uscito dal parcheggio.
Si ricordò di girare a sinistra, anche se non faceva spesso quella strada. Mosse un poco le dita, e le sentì congelare. Se le portò vicino alla bocca, chiuse per raccogliere meglio il caldo, e alitò.
Ma tanto a che serviva? Non ci si poteva scaldare da soli, così con l'alito. Glielo aveva detto un prete che aveva conosciuto ad un campo in montagna, di quelli che ti fanno estraniare, dove metti il muso o ti diverti, come un cane. Questo se lo ricordava bene.
Però... che era successo nelle ultime ore? Aveva un vuoto, ma diavolo! odiava quando gli accadeva, e succedeva spesso. Stava crepando dal freddo, e neppure il cervello scalda, se lo fai girare in continuazione, da farti male alla testa.
Aveva però visto la fine della via, e la propria casa, quella sì che era calda. Cinque corpi in tre stanze, come facevano a non scaldarsi?
Mancavano duecento metri, sempre peggio quelle sue dita. Prese a correre, ma non per salvare le dita, per qualche motivo non gliene importava granché. Erano le otto e lui doveva ancora mettersi a studiare, e poi fra qualche giorno sarebbe scaduto il termine per consegnare quel racconto a cui stava lavorando.
Lì aveva copiato qualche parte da degli autori famosi, ma solamente perché sognava di vincere, alzare,  baciare, il piccolo trofeo argentato del concorso, avere la propria foto sul sito, e poi ci sarebbe stata la serata...
 
Vicino, vedeva la panchina, quella che scorgeva, dall'altro lato della strada quando tornava da scuola. Questa volta però era diverso; c'era stato con una ragazza. E proprio lì, la sua testa sulla spalla, aveva sentito i capelli che gli si spargevano addosso, fino alle ginocchia. Pioveva, quando stavano sulla panchina, e non avrebbero potuto neppure ripararsi, perciò decisero tacitamente di rimanere lì, una specie di monito: osservate l'idillio.
Era accaduto quello stesso pomeriggio, ma già gli sembrava qualcosa di vecchio e puzzolente, da buttare via, e forse pure a lei sarebbe parso lo stesso.
   
 
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