Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Kaworu Nagisa    19/11/2016    0 recensioni
Ogni tanto può accadere d'innamorarsi, e il nostro protagonista lo fa in modo molto particolare: il suo è un amore che prende le mosse dalla necessità di essere compatiti ed apprezzati. È un'ossessione disperata, e per questo non può farne a meno. Più avanti arriverà a pensare che anche gli altri ne abbiano un bisogno spasmodico.
Fosse così, sarebbe di certo un grande amante.
Ripercorrere con la memoria la storia del proprio ultimo fallimento non gli sarà certo d'aiuto nel cercare una cura per questa sua mania.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nei primi tempi di quella relazione, gli pareva che la passione avrebbe potuto prendere subito il sopravvento su entrambi.
D'altra parte era stata lei ad avvicinarsi per prima, facendogli visita, arrivando con quella bici. Lo portò a mangiare dal kebabbaro nella strada di fianco. Di per sé era stato uno dei momenti migliori, quelli di cui conservava un ricordo degno, che non lo scorticasse ogni volta. Dopo però dei teppisti le rubarono la bici, e lui, sicuro di poterne raggiugnere almeno uno, si mise a rincorrerli lungo tutta la via. Dovette tornare indietro, con la testa bassa. Non gli importò granché, perché quella volta parlarono molto, sebbene delle cose usuali, di cui si parla tra amici che sanno di non potersi vedere spesso.
Ma appena vide una macchina solitaria in fondo al viale, prese ad agitarsi. Infatti lei riconobbe la madre, e si alzò. Nel farlo, aizzò i suoi miraggi dicendo: — Guarda che sei il mio Gesù, come anche lui lo era.
Lui rimase trasognato, fino a che l'auto non gli fu ormai di fronte, e lei face per salire. Si scosse un attimo, e rispose, cercando di fare una battuta ad effetto, come nei film: — Bello essere paragonati ad un uomo a cui non bastavano due metri di tomba!, ma lei non lo salutò nemmeno. Sperava che non avesse sentito quella sua ultima frase; sapeva che era piuttosto religiosa, e venne preso dal terrore di averla offesa. Scacciò questi pensieri, che sempre più spesso lo annebbiavano, e si fece volentieri investire da un'onda di banale nostalgia. Voleva pure la conferma che lei sentisse lo stesso, e così le scrisse:
 — Mi manchi.
 — Anche tu.
Mancò poco che non esultasse, siccome questo gli dava speranza. Lui infatti era solito innamorarsi di qualsiasi ragazza gli desse anche un solo spiraglio di possibilità di entrare più in confidenza di quello a cui era abituato. Gli riusciva quindi molto semplice infiammarsi per una qualche persona.
 
Non molti giorni dopo si ritrovarono, casualmente, e lui stava parlando con un professore poco anziano, di quelli che prendono bene le battute. Lei, vedendolo, si intromise nella conversazione:
 — Guardi che il suo studente ha stile!
L'insegnante non rimase troppo stupito, e nascose sotto i baffi un certo sorriso malizioso.
Lui invece reagì guardandola come per ammonirla, ma in verità era entusiasta di un suo intervento così indiscreto. Alla fine la invitò a mangiare una pizza il sabato seguente.
 
Quel giorno sentiva che qualcosa era cambiato. Ultimamente non si erano nemmeno parlati, solo visti di sfuggita, non poteva aver rovinato tutto. Ma era proprio per la paura di incrinare quel legame, dicendo una parola sbagliata, che non aveva più aperto bocca fino ad allora.
Si chiedeva, torturandosi nel petto, se non le avesse dedicato abbastanza attenzioni, e di come fosse tutta colpa del suo tacere in quei quattro giorni.
 — Lo sai che per i maschi è tutto un gioco, mettersi assieme?
Voleva consolarla per essersi lasciata così male con il suo ragazzo precedente.
In fondo pensava solamente che facendo così, lei si sarebbe rivelata ancora di più, e senza la necessità, per lui, di smascherarsi. Credeva che tutti avessero bisogno di essere consolati, e che l'amore servisse proprio a questo. Almeno, lui si innamorava per quello.
Lei gli sfiorò la mano sinistra, sul tavolo, ma appena la sentì gelida, ritrasse la propria. Anche lui ritrasse la propria, ma non d'istinto; voleva incolpare l'altra per quel freddo. Egli non pensava fosse possibile che lui, così ardente dentro, potesse avere delle mani tanto fredde.
E subito gli si formò nella testa l'immagine di loro due che si incontravano, il giorno prima della pizza.
 
Era uscito da scuola, e la trovò con alcune amiche che si dirigeva verso un ristorante. Deviò il percorso per salutarla, farsi vedere. Appena le arrivò davanti, inciampò e per poco non cadde, proprio mentre le faceva un cenno. Le sue amiche, nel vederlo, si guardarono e si misero a ridere, e lei le seguì.
Fece alcuni passi, giusto per sottrarsi alla loro vista, e lì si fermò per qualche secondo. Poteva però  percepire di essere ancora osservato dalle tre ragazze. Pensava di essere fuori di sé, visto che il corpo non reagiva più, nemmeno sforzandosi, gli sembrava che si stesse solamente dimenando. Si vergognava di essere ancora in piedi, voleva che il terreno gli si aprisse sotto i piedi, e non lo risputasse più fuori, lo tenesse celato.
All'improvviso si fermò tutto, ed ebbe solo il terrore di aver affossato la loro relazione.
Ora invece ne era certo, tutto faceva capo a quel momento in cui era parso semplicemente un pazzo, nel quale i pensieri gli si erano avvitati in mente, mentre lui era ingabbiato.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Kaworu Nagisa