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Autore: 9Lou_Lou9    20/11/2016    0 recensioni
Ecco com'ero: strana.
Era una cosa inevitabile, se ne accorgevano tutti.. Insomma, sempre sola e per i fatti miei. Amavo la mia quiete e nessuno doveva interromperla.
Lui, però, lo fece.
Sono Lilith Dubois, e questa è la mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suona la campanella e ho arte. Adoro arte, ma quella classe la frequenta Hailie e dire che la sua sola presenza mi irrita il sistema nervoso è dir poco. Così entro, secondo banco centrale e mi immergo in ogni singola parola che dice il mio professore.
Fino a quando inizia un discorso..
"Ragazzi, l'arte non è solo quella che vediamo in un quadro, o in qualche monumento. Ognuno di noi è arte, ma vi starete chiedendo 'come?'. E' molto semplice. L'arte la trovi negli occhi di una persona che sa già chi sei, ma non vuole dirtelo. L'arte di capire gli altri, è un arte, non credete? Anche il nostro creato è arte. So perfettamente che sto facendo un discorso distaccato dalla solita lezione di sempre, ma la scuola deve insegnare pure questo. Guardatevi e guardate pure gli altri, non fermatevi alle apparenze. Puntate agli occhi, sappiate leggere chi non conoscete".
Inutile dire che mi venne in mente Jared con i suoi occhi color ghiaccio. Ma più pensavo a lui più mi angosciavo.
Avevo tra le mani l'unica persona che mi sono permessa di sognare e l'ho fatta scappare. Ho una grande e incredibile capacità di rovinare tutto, non finirò mai di ringraziarmi.
Accanto a me avevo di nuovo Sophie e la cosa non mi dispiaceva.
"Soph, posso farti una domanda?" 
"Certo Lil, dimmi pure!". Io non capivo come faceva ad essere sempre sorridente, davvero.
"Che ci fai qui in California, come mai ti sei trasferita?"
"A causa del lavoro dei miei, lavorano in una azienda e hanno aperto una nuova sede in California e li hanno trasferiti". 
"Non sei molto felice di questa scelta, vero?"
"Sai Lil, in realtà si. Non vedevo l'ora di cominciare una nuova vita, e mi sto ambientando molto bene. Per questo sono molto felice. Non amavo molto la mia vita in Canada". Disse tranquillamente.
"Ah va bene, scusa se sono stata invadente". A quanto pare l'argomento non sembrava turbarla, quindi era tutto ok.
Intanto il professore parlava ancora, ed io avevo lo sguardo perso nel vuoto. Era più forte di me, ho passato la sera dei miei sogni, una cena con lui, che non avrei mai pensato di trovare qui in California, e tanto meno che si avvicinasse a me, una sociopatica.
Non riuscirò mai a perdonarmi.
"Lil, ti va se a ricreazione parliamo un po'? Insomma non ci conosciamo nemmeno e dopo che mi hai nomitato 'tua amica' mi sembra il minimo, no?" Rideva, e adoravo il suono della sua risata, era sempre così rassicurante.
Ci pensai un po' su, era la prima volta che passavo la ricreazione in compagnia, era una cosa strana.. Ma decisi che non c'era nulla di male e allora accettai.
Finita arte avrei avuto economia, e dopo trigonometria e l'unica cosa che notai era il viso di Brian che mi fissava come se dovesse dirmi qualcosa, ma non si avvicinava.
Così, arrivata ricreazione, Sophie venne vicino al mio armadietto. 
"E allora, dove andiamo?" Era impaziente, glielo si leggeva negli occhi.
"Guarda, non che ci siano molti posti qui a scuola, ma solitamente mi metto nel giardino di fronte scuola".
"Ah si, Brian me lo aveva detto. Dice che ti vede sempre li da sola, non capisce ciò che fai".
"Quindi adesso sono diventata il caso umano della scuola? Grande" dissi ironicamente. Tutto ciò mi dava fastidio, a quanto pare tutti sapevano tutto di me ma nessuno si avvicinava nemmeno per salutarmi.
"Non volevo che tutto ciò ti desse fastidio.. scusa.." Era in evidente imbarazzo e non le dissi nemmeno di stare tranquilla, rimasi in silenzio e feci strada.
"Arrivate -dissi ironicamente e sedendomi a terra- Dimmi pure ciò che tu vuoi sapere". 
"Che hai? -mi chiese gentilmente- E' da un giorno che sei giù, ieri non eri per niente così".
"Sophie, se te lo raccontassi tu, probabilmente, non ci crederesti". Ed era vero, insomma dire 'Ehi sai, ho conosciuto Jared Leto, siamo andati a cena fuori e poi ho mandato tutto a puttane' non era molto credibile.
"Fidati, sono abituata alle storie più strane, non mi scandalizzerò per la tua storia".
Cosa voleva dirmi con quella frase? Dopo qualche minuto decisi di raccontargliela.
"Ieri sono andata a cena con un ragazzo, ma non era un ragazzo qualunque.." 
Allora lei ha iniziato subito a blaterare qualcosa sui ragazzi, ma l'ho fermata in tempo.
"Sophie, era Jared Leto". Dissi senza mezzi termini.
La sua espressione sul volto cambiò, era più o meno scioccata dalla notizia e non la biasimo.
"Ma..ma.. Proprio Jared, il cantante.. quello.. Insomma.." Non sapeva che dire.
"Si, proprio lui". Nei miei occhi si leggeva la rabbia che provavo verso me stessa.
"Ora tu devi dirmi come vi siete conosciuti e specialmente, perchè non sei felice? Sei stata a cena con Jared Leto, cazzo! Fossi in te salterei e piangerei di gioia!" E aveva ragione, avrei "saltellato" di gioia se solo fosse finita bene..
"Beh, l'ho fatto, ma ora.. Ora è finito tutto". Non la guardavo negli occhi, preferivo girare lo sguardo verso qualcos'altro, evitarla.
"In che senso?" domandò lei.
"Nel senso che è finito tutto una merda, Sophie! La mia felicità è durata un paio d'ore, capisci perchè non ho amici? Riesco ad allontanare tutti, capito? Tutti!" Stavo alzando il tono, ma ero arrabbiata, cosi me ne andai via da lei, forse per scappare dalla realtà, forse perchè avevo bisogno di rifugiarmi nuovamente in me stessa.
"Lilith! Dove vai?" Urlò per farsi sentire, ma nonostante tutto non mi voltai e decisi di ignorarla.
Non avevo proprio voglia di tornare in classe, così andai nei sotterranei della scuola, dove ancora c'era una sala con tutti gli strumenti, inutilizzati ormai, la mia scuola non dava più lezioni musicali. 
Dovevo calmarmi, cosi ho iniziato a suonare il pianoforte, una di quelle canzoni che riuscivano a far uscire in me tutta la rabbia. Cominciai ad intonare le note di Silhoutte di Aquilo, e cantarla e li, in ogni singola parola c'era la mia frustrazione di una vita che non volevo vivere.
  
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