Non sapeva decidersi se le stavano bene o no.
Seduto sulla sua poltrona rossa, di fronte al grande divano a quadri, Soul se ne stava con le sopracciglia aggrottate e la testa incassata nelle spalle a fissare la figura di Maka intenta a leggere l’ennesimo tomo.
Gli occhi cremisi la squadravano da ormai una buona mezz’ora, centimetro per centimetro, a partire dalla testa fino ad arrivare al collo e ancora non riusciva a capire se gli piacessero o no.
Una delle mani che fino ad un momento prima era appoggiata al bracciolo della poltrona andò a grattarsi il mento, sempre più indeciso sul suo giudizio finale.
E pensare che non gli aveva nemmeno chiesto un parere; non che lo avesse mai fatto prima, però almeno un accenno a quella decisione.
Accavallò la gamba destra e assottigliò gli occhi fino a due piccole fessure rosse.
Un sospiro infastidito e frustrato uscì dalle labbra sottili di Maka, che chiuse il libro con forza facendo sobbalzare Soul.
«Si può sapere che hai da fissare?» domandò con una vena pulsante sulla fronte.
L’albino si alzò di scatto dalla sua poltrona e con un balzo era chino su di lei.
«Non mi piacciono» esordì.
Maka ruotò gli occhi al cielo esasperata, «Non mi interessa»
«Così sembri ancora più bambina» continuò la buki.
«Ricresceranno»
«Non voglio mica che pensino che me la faccio con una ragazzina delle medie» disse Soul con un ghigno accanto al suo orecchio afferrandole una delle ciocche biondo cenere.
«Avresti dovuto pensarci prima di avere la grande idea di afferrarmi uno dei codini e di trasformarti» rispose infuriata.
Soul arrossì fino alla punta dei piedi sapendo benissimo a cosa si riferisse la sua Meister, «ero molto preso in quel momento»
«Me ne sono accorta» sbuffò mettendo il broncio e arrossendo un pochino a sua volta.
Neanche lei avrebbe voluto tagliarsi i capelli, ma non poteva di certo andare in giro con un codino più lungo dell’altro, senza contare il fatto che Kid l’avrebbe uccisa o peggio: fatta espellere.
L’arma appoggiò un ginocchio in mezzo alle gambe della sua padrona e le posò un bacio sulla guancia, lasciandole una porzione di pelle umida della sua saliva calda.
«Se magari ti togli i vestiti potrei anche farmeli piacere» sussurrò con un ghigno sulle labbra mentre sbottonava i primi bottoni della camicetta.
«Allora credo che continueranno a non piacerti» rispose dura spingendolo via.
L’albino si portò l’indice e il pollice sul ponte del naso e sbuffò, «sei davvero ancora arrabbiata per quello?»
Maka entrò in camera sua e sbatté la porta dietro di sé, facendo un gran rumore e lasciando intendere che sì, era ancora arrabbiata.
A Soul sarebbe servita più di una nottata passata a rotolarsi tra le lenzuola con la sua Mesiter per farsi perdonare da Maka. 

 

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Angolo di Hanae:
Buonasera! Sono tornata con un'altra SoMa comica che non ha ne capo ne coda ma che mi sono molto divertita a scrivere.
L'intera storia è ispirata dall'immagine che vedete sopra. Ovviamente in un contesto diverso visto che lì Maka non piange, ma l'idea dei capelli corti è nata da lì :3
Spero che questa storiella comica vi sia piaciuta. Ci vediamo alla prossima!
Vi lascio il link della SoMa precendente nel caso avete voglia di leggerla: Tra Il Dire e Il Fare c'è Di Mezzo Maka

Un bacio,

H a n a e