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Autore: monsieur Bordeaux    21/11/2016    0 recensioni
[Crossover]
Seguito della saga di "Mediaset occupata", serie originale creata da me incentrata sul mondo degli anime.
I due giornalisti impegnati tra le malefatte Mediaset stavolta hanno deciso di prendersi una meritata vacanza, in una tradizionale albergo giapponese con centro termale annesso. Ma purtroppo per loro il posto è frequentato da molti personaggi presenti in anime e non solo! E ciò potrebbe mettere a durissima prova la loro vacanza...
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 - Quella punta di romanticismo che ha dell'incredibile


Con una fuga quasi rocambolesca, Nicola era riuscito nuovamente a mettersi il salvo. Dopo aver evitato per un pelo il disastro che era accaduto nelle terme, il turista decise di andare direttamente nella sua camera d'albergo, per farsi una bella doccia calda. Era stanco morto e inoltre si sentiva molto triste: quella sarebbe stata la sua ultima notte trascorsa nel centro termale. Proprio nel momento in cui si stava divertendo di più, tra nuotate nell'acqua calda e intrattenimenti vari, le sue vacanze erano quasi finite. E inoltre doveva anche preparare le valigie per il viaggio di ritorno, con la stessa aria di chi doveva organizzare un funerale.
Con passo lento e sospirando per le sue ultime ore da turista, Nicola risalì le scale del primo piano e in quel momento notò due persone litigare a voce alta, scambiandosi qualche colpo da esperto combattente di arti marziali. Erano Ranma e Ryoga, che per chissà quale motivo stavano bisticciando molto rumorosamente.
«Ehi, ragazzi...» intervenne l'italiano, ma fu completamente ignorato dai due lottatori. A quel punto Nicola, con un ultimo grande sforzo, decise di usare tutti i decibel della sua voce, che di natura era già forte.
«BASTAAAA!!!!!»
I due ragazzi, increduli e allo stesso tempo spaventati dall'urlo, si bloccarono all'istante.
«Cos'è successo?» domandò Ranma.
«Devo passare! Sono stanco e vorrei riposarmi un po'!»
«Effettivamente sembri uno che ha corso parecchio!»
«Ci credo! Mi hanno inseguito come un pericolo latitante! Neanche Sasuke Uchika e i suoi compagni di merende sono così ricercati!» spiegò Nicola. Era molto interessante il suo paragone tra il noto ninja e il mostro di Firenze.
«Forse abbiamo esagerato un po'...» si scusò Ryoga, spostandosi per far passare Nicola.
«Grazie mille!» rispose il turista, che però si bloccò a metà strada, come se si fosse dimenticato di qualcosa. «Un momento! Già che ci sono, ve lo chiedo!»
«Chiederci che cosa?» chiese il ragazzo col codino.
«Mentre stavate combattendo, ho notato che mancava qualcosa. E non era un dettaglio da niente, anzi!»
«Di cosa stai parlando?»
«Avete mai sentito della teoria denominata "M'illumino d'immenso", che si applica in caso di combattimenti?»
«Veramente no!»
«E di cosa si tratta?» chiese Ryoga.
«E' molto semplice: durante una lotta o uno scontro molto intenso, si dice che nei momenti decisivi uno o più combattenti scatenino così tanta energia che ad un certo punto diventa visibile, tanto che potrebbero vedersi anche al buio!»
«Lo sai che questa storia non mi è del tutto nuova?» affermò Ranma, curiosamente interessato alla teoria.
«Infatti quest'energia è detta anche aura da combattimento. Può variare per colore o dimensione, ma alla fine c'è sempre! Al piano di sotto c'è Junior che vi può confermare tutto ciò!»
«Ha ragione Ranma» intervenne Ryoga. «Non è del tutto nuova come teoria.»
«Lo so che circola da anni, ma nessuno gli aveva mai dato un nome così importante come me!»
«E per dirla tutta, anche io e Ryoga siamo in grado di farlo» affermò Ranma. «Solo che non c'era abbastanza spazio o tempo per metterlo in pratica!»
«Ah, capisco... non c'erano le condizioni giuste!» commentò Nicola.
Una volta chiarito il dubbio del turista italiano, che nel frattempo si era allontanato dal luogo dello scontro, i due combattenti ripresero la loro lotta.
«Pronto Ryoga?» avvisò Ranma, mettendosi in posizione d'attacco. «Ti sconfiggerò in un baleno!»
«Neanche per sogno, Ranma!»
«E allora riprendiamo!!!»
«Aspetta un minuto!» esclamò Ryoga, mettendo una mano davanti a lui per segnalare al suo avversario di fermarsi.
«Che ti prende adesso?» domandò il ragazzo con il codino, leggermente innervosito.
«Mi stavo domandando una cosa...»
«E cioè?!?»
«Per quale motivo abbiamo iniziato a combattere, stavolta?»
Quando Ryoga finì la frase, in tutto l'ambiente cadde un imbarazzante silenzio. Erano così impegnati a combattere che si erano completamente dimenticati il perché della loro lotta e per un bel po' si fissarono a vicenda, come se avessero compiuto una grossa stupidaggine.

A poca distanza da quella scenetta demenziale, Nicola stava finalmente per rientrare nella sua camera d'albergo. Era da stamattina che non aveva trovato un attimo di riposo, ma purtroppo per lui qualcosa di particolare stava accadendo proprio aldilà della porta...
All'inizio Nicola aveva sentito una voce familiare sussurrare qualcosa e immediatamente pensò che si trattava di Enrico, rientrato dalla sala massaggi, ma subito dopo si accorse che in realtà le voci all'interno della camera erano due. A quel punto l'italiano aprì leggermente la porta e notò che la luce della stanza era tenue, a malapena si riusciva a distinguere i contorni degli oggetti. Poi sentì alcuni lamenti vicino al letto di Enrico, su cui erano sedute due persone. Erano una di fronte all'altra e alla fine capì cosa stava succedendo, dopo aver intravisto una schiena femminile nuda: Enrico si stava baciando in maniera appassionata con una ragazza e la cosa non sembrava finire lì!
Quasi pietrificato da quella vista e con gli occhi spalancati, Nicola lasciò correre la porta e fece entrare un po' di luce nella stanza, fatto che non disturbò per niente i due innamorati. Ma la reazione del ragazzo attirò l'attenzione di Ranma e Ryoga, che erano rimasti in zona.
«E adesso che ti prende? Hai visto un fantasma?» domandò il ragazzo con il codino.
«Siamo su "Scherzi a parte", vero?» chiese Nicola, rimanendo fisso con lo sguardo.
«Perché? Cos'è successo?»
«Una cosa incredibile!»
Incuriositi dalle parole di Nicola, i due ragazzi si avvicinarono alla porta e anche loro reagirono come aveva fatto in precedenza il turista italiano. Tutto quel movimento richiamò l'attenzione della ragazza che stava baciando Enrico, che appena vide il piccolo gruppo iniziò a gridare a squarciagola. Era Saeko, la cameriera che Nicola ed Enrico avevano incontrato il primo giorno.
«Zitta!!!» esclamò Nicola agitato. «Vuoi che ti sentano tutti?»
«Siete dei maiali!» ribatté Saeko, coprendosi velocemente con il kimono che in precedenza si era levata.
«E tu che ci fai nella nostra camera?»
«Bhe, aveva finito da poco il suo orario di lavoro e...» accennò Enrico, ma fu subito bloccato dal suo compare.
«Tu non dovresti neanche aprire bocca! L'hai già usata per mettere due metri di lingua nella bocca di quell'altra!»
«Che ti prende? Sei geloso per caso?»
«Io?!? Non diciamo stronzate!»
«Dalla reazione mi sembra il contrario!» commentò Saeko. Ma la risposta di Nicola fu immediata.
«La questione è un'altra: avevamo deciso che prima di dormire, dovevamo preparare le valigie per domani!»
«Ancora con questa storia? La faremo più tardi» affermò Enrico.
«Col cavolo che la faremo più tardi! Sono stanco morto e ho solo voglia di andare a dormire, a differenza tua che di energie da spendere ne hai parecchie!»
«Non è giusto!» lamentò Saeko. «Domani voi due partite e non ci potremo più vedere, Enrico...»
«Lo so!» ammise quest'ultimo. «Ma questo vuol dire che non ci rivedremo più! E poi lasciare una fanciulla senza nemmeno salutarla è crudele.»
«Oh, come sei romantico!»
«Secondo me tra voi due non può funzionare!» intervenne all'improvviso Nicola.
«E perché?» domando Enrico.
«Perché all'inizio le ragazze cercando sempre il ragazzo gentile, educato, romantico...»
«Proprio come te!» rispose Saeko indicando Enrico.
«Ma poi alla fine si fidanzano con uno bastardo, impassibile e che le ignori quasi totalmente!»
«Uno come te?» chiese Enrico.
«Bhe, più o meno siamo lì!»

Mentre succedeva tutto ciò, con Ranma e Ryoga che erano rimasti immobili e in silenzio a guardare l'andamento di quella scenetta un po' romantica, un po' nonsense e parecchio demenziale, al piano di sotto Suon e Genma avevano sentito ogni dettaglio. Come al solito, i due stavano giocando a scacchi giapponesi sulla scacchiera che si erano portati da casa.
«Certo che hai nostri tempi era diverso...» commentò il baffuto Suon, muovendo uno dei suoi pezzi.
«Era tutto più silenzioso, non è vero Tendo?» chiese Genma.
«Certamente, mi caro Saotome!» rispose il padre di Akane. Poi aggiunse: «Non ci provare nemmeno a spostare quel pezzo... te l'ho mangiato due minuti fa!»
«Dannazione, mi ha scoperto!» mormorò quell'imbroglio di Genma.


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