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Autore: Bluemoon Desire    24/11/2016    2 recensioni
Dopo le mille vicissitudini della terza stagione, Guido e Azzurra sono tornati di nuovo insieme, pronti a conquistare quel lieto fine che troppo a lungo hanno inseguito senza mai raggiungerlo. Scontrandosi con nuovi crucci e difficoltà di percorso, si renderanno conto che la vita vera è ben lontana dall'idillio perfetto di una favola e che a volte...beh, a volte può essere racchiusa tutta in un attimo. Un istante imprescindibile e sfuggente in grado di influenzare e perfino riscrivere il futuro...nel bene e nel male.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Azzurra Leonardi, Davide Corsi, Guido Corsi, Suor Angela, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                         Capitolo 6 -  I'll Keep You Safe 

"Don’t be, don’t be afraid
Our mistakes they were bound to be made
But I promise you I’ll keep you safe"


[Ospedale di Fabriano - Dipartimento di Terapia Intensiva] 

Leggera. Libera. 
Ecco come si sentiva in quel momento. 
Era una sensazione difficile da descrivere, come se improvvisamente tutti i problemi, la disperazione e i dubbi esistenziali che in quelle ultime settimane l'avevano tormentata, fossero scivolati via dal suo corpo abbandonandolo in uno stato di dolce oblìo. Eppure sentiva che qualcosa non andava. Una nota stonata in mezzo a tutto quel piacevole e spensierato benessere, un'assenza che le bucava dolorosamente il cuore. Si era lasciata andare all'ennesima illusione, inseguendo ancora una volta quella fanciullesca idea di "amore romantico e cavalleresco" che i film le avevano inculcato nella mente fin da bambina, e contro cui la vita non aveva mai perso l'occasione di schiantarsi con violenza fino a ridurla in amari brandelli.
Eppure con Guido c'aveva creduto. C'aveva creduto davvero.
Per la prima volta da quando era entrata a far parte del mondo reale, si era sentita genuinamente fiduciosa di se stessa e delle proprie capacità, certa di aver finalmente trovato il suo posto nel mondo e la persona giusta con cui poterlo condividere. Peccato che fosse bastato un singolo istante per portare alla luce quella facciata di perfezione e menzogne, rivelandone l'amara e crudele verità nascosta. I ricordi dell'accaduto presero a scorrerle di nuovo davanti agli occhi, come le immagini di un film proiettate nella sua mente, e il dolore riemerse più vivo ed acuto che mai.
La fuga in lacrime dall'hotel, la pioggia battente che picchiettava rumorosamente sul cofano accompagnando fastidiosamente i suoi rancorosi pensieri, il messaggio d'addio a Guido, poi i fari di quell'automobile apparsi dal nulla a qualche metro da lei, lo stridìo agghiacciante dei freni...e il terribile schianto.
Ricordava di aver provato dolore...e paura. Una paura indescrivibile.
Ma cos'era accaduto, poi? 

Provò ad aprire gli occhi, ma la luce che l'accolse era così intensa e bianca da suscitarle un istantaneo e pungente fastidio, spingendola a richiuderli in fretta. Non abbastanza velocemente, però, da impedire alla persona che sedeva accanto al suo letto di rendersi conto del suo risveglio. 

"Azzurra..."

La voce di Guido suonò ovattata e roca alle sue orecchie, quasi come un'eco distorta e sepolcrale proveniente da una distanza remota, e per un breve e folle momento si domandò perfino se non fosse tutto frutto della sua immaginazione. 

"...come ti senti?"

A quel punto, seppur con enorme fatica, Azzurra riaprì gli occhi.
Ogni singola parte del corpo le doleva terribilmente e perfino il contatto con le lenzuola le arrecava una sofferenza insopportabile, ma sentiva che era giunto il momento di affrontare la verità, una volta e per sempre, qualunque conseguenza essa avrebbe portato ad entrambi. Con estrema cautela, ruotò piano il volto terreo in direzione di Guido, le labbra serrate in un'espressione severa e risoluta. Ma non appena i suoi occhi incrociarono quelli di lui, appesantiti e segnati da un'evidente stanchezza, tutta la rabbia e il risentimento parvero quasi scivolarle via dal cuore.

"Cosa ci fai qui?" esalò in un guizzo d'impavido coraggio, rifuggendo volutamente il suo sguardo per non permettere ai sentimenti che provava per lui di confonderla e minare la sua risolutezza. 

Guido si lasciò andare ad una breve risata amara, gli angoli della bocca incurvati verso il basso quel tanto da conferirgli un'espressione dura ma vagamente triste. 

"Vuoi sapere che cosa ci faccio qui?" la rimbeccò con una nota vagamente polemica nella voce "Beh, vediamo...prima ho ricevuto un messaggio a dir poco folle sulla mia segreteria telefonica nel quale la mia fidanzata mi accusava di averla tradita e mi annunciava la sua decisione di voler troncare la nostra relazione. Poi mentre stavo raggiungendo in auto Fabriano per chiarire le cose, ho cercato Davide sul cellulare e Suor Angela mi ha riferito dell'incidente. Rischiando non meno di tre o quattro tamponamenti, sono arrivato qui in ospedale, con il cuore in gola, terrorizzato alla sola idea di poterti perdere, ed ecco arrivare a sorpresa sulle scene una perfetta sconosciuta che, come se nulla fosse, annuncia ai quattro venti che sto per diventare padre. Io non--... "

Un tremito improvviso lo costrinse ad interrompere la sua accorata declamazione per riprendere fiato.
Aveva provato e riprovato quel discorso innumerevoli volte nella sua mente, mentre era seduto lì accanto al letto di Azzurra in attesa che lei riprendesse finalmente conoscenza, eppure in quel preciso istante non riusciva proprio a ricordare quel che doveva dirle.
La sua mente sembrava essersi ridotta ad una "tabula rasa". 

"...sono qui per te, Azzurra..." concluse infine, allungando una mano sul lenzuolo per poter afferrare quella di lei, abbandonata stancamente sul suo grembo. 

Il tocco caldo e rassicurante della mano di Guido riuscì - seppur per un breve momento - ad oltrepassare le invalicabili mura di ghiaccio che gli eventi di Roma sembravano aver innalzato tra loro, arrivando a sfiorarle di nuovo il cuore come solo lui era in grado di fare. Un tempo le piaceva ironizzare sulla straordinaria capacità di Guido di riuscire sempre a liberarla da quel suo guscio di "megera viziata" per tramutarla in una "principessina dolce e premurosa" degna di un principe azzurro del suo calibro. Era bello poter pensare alla loro storia d'amore come ad una splendida favola divenuta realtà...peccato che poi il loro tanto agognato lieto fine si fosse andato a far benedire ancor prima di arrivare all'altare!

"Non voglio che tu rimanga insieme a me soltanto per il bambino" 

Azzurra quasi si stupì di come fosse stata in grado di pronunciare quella frase con un tono di voce tanto serioso e determinato, allo stesso modo di come si stupì di essere riuscita anche solo ad aprire bocca davanti a Guido dopo tutto quello che era accaduto tra loro. Il silenzio e il teso imbarazzo che seguirono le sue parole si protrassero, però, più a lungo di quanto lei fosse in grado di sopportare, mettendo seriamente a dura prova i suoi nervi già fin troppo suscettibili a causa degli ultimi eventi accaduti.

Poi Guido ruppe finalmente il silenzio e lo fece nel modo più inaspettato possibile...con una risata. 

"...che ti prende?" lo apostrofò debolmente Azzurra, assumendo un'espressione a dir poco sconcertata.

Il sorriso di Guido sfumò in una leggera smorfia divertita, mentre si chinava verso di lei per posarle un rapido bacio sulla fronte. 

"Perdonami...è solo che.." tentò di scusarsi, il tono di voce di colpo più affettuoso e rassicurante che in precedenza "...Azzurra, io stavo impazzendo lì fuori. Non sapevo se ti avrei più rivista, se sarei riuscito a veder nascere mio figlio, non sapevo neppure se fossi ancora viva oppure no...e l'unica dannata cosa a cui continuavo a pensare era quell'assurdo messaggio che mi avevi lasciato sulla segreteria telefonica..."

"Non c'è proprio niente di assurdo in quel messaggio, Guido" proruppe lei con tono indignato "Penso davvero quello che ti ho detto...ogni singola parola..."

"Ma vuoi lasciarmi finire di parlare, oppure no?" la zittì prontamente Guido "Possibile che non riesci a tenere a freno la lingua neppure mentre sei distesa in un letto d'ospedale?" 

E nell'esatto istante in cui pronunciò quelle parole, si rese conto di stare sorridendo.
La verità era una sola, innegabile: lui l'adorava così com'era.
Dispettosa, permalosa, viziata...Azzurra Leonardi era tutto questo e molto altro, nel bene e nel male.
Ma non avrebbe potuto sostituirla con nessun'altra donna sulla faccia della Terra, mai.
Perché nessun'altra lo avrebbe fatto sentire in quel modo.
Così...vivo. 

"La faccenda dell'hotel...non è come credi, si è trattato solo di un gigantesco equivoco!" le confidò infine, il pollice destro che accarezzava pigramente il dorso della mano di Azzurra disegnandovi una serie di cerchi infiniti, mentre gli occhi della ragazza si riempivano di lacrime "Avevo scambiato la mia stanza con quella di un collega per fargli un favore e--...insomma...la persona che si stava intrattenendo con quella donna, la voce maschile che hai sentito...non ero io. Non avrei mai potuto tradirti e mi dispiace tantissimo che tu abbia sofferto per qualcosa che non è mai accaduto. E' vero, riesci sempre a mandarmi fuori di testa e credo fermamente che tu sia la donna più snervante e frustrante che io abbia mai incontrato nella mia vita, ma...Azzurra...io non potrei mai amare nessun'altra come amo te."

Azzurra lo fissò in silenzio, con le guance rigate di lacrime e l'espressione stordita e confusa di chi ha appena ricevuto una gran bella botta in testa.

"Sono una cretina" mormorò poi, sfuggendo il suo sguardo con evidente imbarazzo "Guido, perdonami...ho combinato un casino. Di nuovo. "

Lui la guardò intenerito, gli occhi segnati dalla stanchezza e dalla preoccupazione, illuminati di un nuovo rinvigorente bagliore. Distesa in quel letto, pallida come una fragile bambola di porcellana, gli ricordava una tenera bimba smarrita in cerca di un posto sicuro in cui ripararsi per sfuggire ai mali del mondo. Azzurra ostentava continuamente quella facciata da implacabile ed algida "donna di ghiaccio", ma la realtà era ben altra...e forse lui era una delle poche persone al mondo in grado di superare quell'appannata patina di superficie per raggiungere la parte più profonda e genuina di lei.
Quella stessa parte che lui avrebbe voluto proteggere per il resto della sua vita, se solo lei gliene avesse data la possibilità.  

"E dimmi..." proruppe in un sussurro, stringendole con dolcezza la mano nella sua "...se ora ti chiedessi di sposarmi...?"

La sua domanda rimase sospesa nell'aria, in attesa, mentre sul volto di Azzurra si facevano strada una miriade di espressioni contrastanti.

"Guido, io non so che cosa..." cominciò a dire, ma lui la interruppe quasi all'istante.

"Dimmi solo di sì" le disse, piazzandole a tradimento sotto il naso un meraviglioso anello Bulgari con diamante di taglio classico e un'elegante montatura in oro platinato "Azzurra, siamo riusciti a combinare tanti di quei casini negli ultimi anni da porterci quasi scrivere un romanzo, ma nonostante i dubbi e i timori che ci siamo trascinati dietro per tutto questo tempo, di una sola cosa sono sempre stato sicuro...sei tu quella che voglio accanto a me, sei tu quella giusta. Lo sapevo tre anni fa e lo so adesso. Ti amo, Azzurra Leonardi, e prometto d'impegnarmi da oggi e per il resto della mia vita a renderti felice, magari regalandoti quel romantico lieto fine che tanto hai sognato fin da bambina...forse non sarà perfetto come quello in 'Pretty Woman', ma--"

"TU sei il mio lieto fine" soggiunse Azzurra, sporgendosi cautamente con il busto in avanti per catturargli le labbra in un lungo bacio. Era quella l'unica risposta in grado di contenere l'esplosione incontrollabile di emozioni che le stava facendo palpitare il cuore, l'unico modo che conosceva per riuscire ad esternare quel "sì" che avrebbe voluto urlare al mondo intero. 

[ Cinque mesi più tardi...al Convento degli Angeli ] 

Un tonfo sordo, seguito da un lungo ed acuto starnazzare di voci femminili in subbuglio che ricordava terribilmente quello di uno stormo di anatre in migrazione, preannunciò l'imminente ingresso di Suor Angela e delle ragazze nella stanza, dichiarando ufficialmente conclusa la loro tranquilla e solitaria pausa caffé pomeridiana per "soli uomini".   

"Guido, io ti avviso...se la tua iperattiva moglie non si decide a smetterla di sballottare quel pancione in giro per le vie di Fabriano, finisce che la lego al letto fino al giorno del parto!" esordì un'esasperata Suor Angela, crollando di peso su una delle sedie vuote della sala da pranzo.

Guido e Davide si scambiarono un'occhiata complice da un capo all'altro della tavola, trattenendo a stento un ghigno divertito. Negli ultimi tempi, quel tipo di scenette d'estro comico erano diventate di ordinaria amministrazione lì al Convento degli Angeli, soprattutto da quando Azzurra era entrata nei mesi "critici" della sua gravidanza, caratterizzati da umore altalenante, crisi di pianto improvviso e tutta una serie di assurde voglie che, in più di un'occasione, lo avevano spinto fuori dal letto nel bel mezzo della notte, costringendolo a girare in lungo e in largo per il paese alla ricerca di cibi d'ogni genere. 

"Se riesce a trovare un modo per farla stare buona, le prometto che recito il rosario serale insieme a lei in cappella per un mese intero!" esclamò Guido rivolgendo a Suor Angela un largo sorriso beffardo.

"La prendo in parola, avvocato?" lo sfidò lei per tutta risposta. 

Proprio in quel momento, Azzurra e il suo pancione generosamente bitorzoluto fecero il loro trionfale ingresso nell'Angolo Divino, scortati dalla povera Rosa, ormai sull'orlo di una vera e propria crisi di nervi a causa dei continui capricci di sua sorella. 

"Giù le mani, GATTAMORTA, sono incinta non zoppa!"

Con un guizzo sorprendentemente rapido, Azzurra riuscì a liberarsi dalla stretta serrata di Rosa attorno al suo braccio, riconquistando un equilibrio autonomo, seppur alquanto instabile. 

"...ancora con questa storia della gattamorta? Quand'è che la smetterai di chiamarmi così?" protestò animatamente Rosa, già
sul piede di guerra.

"Mai!" la rimbeccò Azzurra con una smorfia. 

"E' ufficiale..." sbottò a quel punto Rosa, profondamente indispettita "...sarai l'unica mamma al mondo ad essere più infantile del suo bambino neonato!"

"Beh, tanto meglio per lui che io sia così pazzesca, visto che si ritroverà già con una zia noiosa come nonna Belarda...non credi?" ricambiò acidamente Azzurra, per nulla intenzionata a lasciar perdere. 

"Te la faccio vedere io Nonna Belarda, ingrata che non sei altro!" 

"Seh, seh...paura mi fai!"

Nel tentativo di placare gli animi concitati delle due ragazze - ed evitare così che la lite esplodesse nel peggiore dei modi come accadeva sempre quando si trovavano a condividere la stessa aria per più di dieci minuti - Guido si alzò in fretta dal suo posto e andò loro incontro, sostituendosi a Rosa come supporto di Azzurra. 

"Ci penso io, ti ringrazio!" disse a Rosa con un sorriso che lei ricambiò, visibilmente sollevata "Perché adesso non le dai un po' di tregua?" aggiunse poi in un sussurro all'orecchio di Azzurra, circondandole saldamente la vita con un braccio per sorreggerla meglio.

"Mi innervosisce quando mi sta sempre tra i piedi, lo sai!" ribattè lei con fare polemico, aggrottando la fronte come accadeva sempre quando qualcosa la indispettiva "Sembra una piovra nana con quelle mani sempre addosso..."

"Ti sta attorno perché ti vuole bene...anche se ultimamente glielo stai rendendo parecchio difficile, eh!" le fece notare Guido, con un amorevole buffetto sulla guancia. 

Le sopracciglia di Azzurra s'inarcarono pericolosamente verso l'alto. 

"Ohi, marito, ma TU da che parte stai?" fece brusca, puntandogli il dito accusatore contro il mento. 

"Dalla vostra...sempre." si affrettò a rispondere Guido, facendo scivolare piano una mano sul pancione di Azzurra, acccarezzandolo con infinita dolcezza.

"Sei un gran ruffiano" gli sussurrò lei a fior di labbra, appoggiando a sua volta il palmo della mano sul pancione, le dita intrecciate con quelle di Guido. 

"E tu sei bella" rispose quest'ultimo, chiudendole poi la bocca con un bacio. 

Lì in piedi, l'uno al fianco dell'altra, con quelle due piccole fedi dorate che spiccavano sui rispettivi anulari a suggellare una solenne promessa d'amore senza tempo, si sentirono per la prima volta una famiglia. 
Una VERA FAMIGLIA



NOTE DELL'AUTORE: Ed eccoci arrivati alla fine di questo nostro breve viaggio in compagnia della truppa dell'Angolo Divino. Che dire? Le cose per i nostri ragazzi non sono finite poi così male, no? A testimonianza che, a volte, anche dalle cose negative si può tirar fuori qualcosa di buono. E chissà, magari un giorno potrei anche decidere di scrivere qualcosa sugli stralci di vita quotidiana di questa coppia dopo la nascita del piccolo Corsi. Grazie a chi mi ha seguita e a chi ha recensito la mia storia. A PRESTO!

Lo stralcio musicale che apre l'ultimo capitolo è preso dal brano "I'll Keep You Safe" degli Sleeping At Last.  
   
 
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