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Autore: Hell Storm    24/11/2016    2 recensioni
Da bambina papà mi diceva che dove c'era la luce, c'era la vita, la speranza ... e il pericolo. Solo nel 2077 mi fu ben chiaro il vero significato di quelle parole, quando le bombe caddero e il mondo bruciò. Io e altri miei commilitoni ci salvammo nascondendoci fra le mura della nostra base, ma quando uscimmo alla luce, il nostro mondo non c'era più. Rimasti soli e a guardia di uno dei più grandi tesori prebellici della storia, decidemmo di fondare il primo insediamento della Zona Contaminata. Un faro di speranza in un oceano di morte e buio che avrebbe attirato altri superstiti in cerca di aiuto e di conseguenza anche intere legioni di mostri nati dalle radiazioni e predoni senza scrupoli.
Io sono il sorvegliante Rocket Earp. Noi siamo i fondatori di Beacon City. La Zona Contaminata è il nostro mondo. E questa ... è la nostra storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Amici, nemici e mostri

 

 

 

07/11/2077 D.C.

 

Stati Uniti d’America/Commonwealth delle pianure

Oklahoma/Contea di Cimarron/P2/Laboratorio

Ore 10:11

 

36°77’33.22”N 102°52’40.88”O

 

Mentre il montacarichi scendeva nelle profondità del bunker, io e gli altri restammo in silenzio con Isaac e il suo compagno di disavventure. Anche lui era diventato un ghoul e le caratteristiche del suo volto erano praticamente identiche. Solo la sua pelle era un po' più crespa. Con noi c’era una scorta di sicurezza a guardia di una gabbia in acciaio con dentro uno dei ghoul ferali. Era rimasto intrappolato in uno dei compartimenti dell’aereo e catturarlo si rivelò molto facile. L’intelligenza dei ferali non era il loro punto forte.

Giunti in fondo alla tromba dell’ascensore fummo accolti da Baker e una squadra di scienziati capeggiata da Spectrum. La prima impressione che ebbero dei due sopravvissuti non fu delle migliori, ma per lo meno non si misero ad urlare.

-È bello rivederla colonnello.- Disse Isaac facendogli il saluto.

-Ehi soldato. Come va?-

-Di merda signore, ma cerchiamo di andare avanti.-

Almeno il suo senso dell’umorismo era ancora vivo.

-Basta indugiare, dobbiamo sbrigarci.- Si intromise Spectrum.

-Un eyebot parlante?-

-Isaac, ti presento il Dr. Spectrum. Capo del reparto scientifico e una delle più grandi menti del nostro secolo.- Gli risposi.

-Ah, me ne sono perse di cose.-

Non ne sembrava molto impressionato.

Per raggiungere il laboratorio di Spectrum, usammo uno degli ascensori che collegavano ogni livello ai centri nevralgici del bunker. Quello che prendemmo collegava il centro di sicurezza all’atrio del laboratorio. L’atrio di ogni settore era strutturalmente identico agli altri e la loro unica differenza stava nell’arredamento e nel personale che gestiva il settore. Quello del laboratorio era il settore più pulito, sterile e luminoso del bunker. Forse anche più dell’ospedale. Le pareti erano bianche, il pavimento blu e tutto era illuminato da delle lampade fluorescenti che emanavano una rilassante luce azzurrognola. Quella era la firma che Spectrum metteva su tutte le sue creazioni.

Uscendo dall’ascensore vidi soltanto una donna con un camice bianco dietro ad una scrivania dal design futuristico e un paio di guardie in uniforme ai lati della porta principale. Ma guardando più attentamente notai che negli angoli alti della stanza erano state collocate delle torrette di sicurezza. Queste erano piccole e a semi sfera. L’esatto opposto di quelle messe a guardia della piazzola di carico dei montacarichi. Sarebbe comunque bastato che la loro corazza si capovolgesse per spiegare una potente mitraglietta laser.

-Buon giorno Dr. Spectrum.- Salutò la donna. -Le ho inviato le copie dei rapporti di Emersione nel suo ufficio.-

-Grazie Charis.-

Passata la reception entrammo in una stanza di decontaminazione. Il gruppo era composto dalla mia squadra, i due superstiti, Baker, Spectrum, il ferale in gabbia e i tre soldati a guardia della gabbia. Terminata la decontaminazione le porte del centro di ricerca si aprirono, mostrandoci uno spazio enorme suddiviso in varie piccole stanze all’interno delle quali diversi scienziati erano al lavoro. L’area aveva le proporzioni di un campo da football e i reparti erano separati da delle vetrate che permettevano di vedere gli scienziati all’opera.

-Impressionante.- Si complimentò l’amico di Isaac.

-Grazie. Ogni laboratorio si occupa di un progetto individuale approvato, finanziato e supervisionato esternamente dal sotto scritto.-

Se Spectrum avesse avuto un volto, probabilmente sarebbe stato sorridente. Non ci voleva un genio per capire che andava fiero del suo reparto.

-I vetri sono stati ideati per non dare un’idea di spazio chiuso e al tempo stesso sigillare ermeticamente ogni blocco.-

-Qui vengono create anche armi batteriologiche?- Chiese Bud.

-No. I miei chimici lavorano a progetti come nuovi alimenti, soluzioni isolanti e vaccini. Le armi chimiche le ho sempre trovate instabili e poco precise.-

Continuammo a camminare lungo il corridoio che divideva in due il centro di ricerca. Gli scienziati lavoravano a vari progetti. Alcuni lavoravano con delle fiale colorate. Altri con dei topolini da laboratorio, armi ad energia, mezzi dell’esercito, armature atomiche … avrei giurato di vedere la turbina di un caccia in un angolo.

A metterci a disagio ci pensarono invece i cerebrobot. Il laboratorio era l'unico livello in cui ad operare c’erano anche quei cassoni cingolati. I cerebrobot erano l’ultimo trionfo della General Atomics nel campo della robotica. A differenza dei normali robot erano dotati di un vero cervello organico come processore, contenuto in una cupola di vetro fissata al posto della testa, e ciò gli garantiva capacità di apprendimento e decisionali riscontrabili solo con le IA più sviluppate. Inoltre le loro braccia tentacolari gli permettevano di impugnare gli oggetti più comuni proprio come degli esseri umani. Se le bombe non avessero distrutto il mondo e i costi di fabbricazione non fossero stati troppo alti, l’esercito li avrebbe anche impiegati sui futuri fronti per sostituire i soldati umani sul campo. Ma vista la situazione Spectrum ritenne opportuno tenere quei pochi esemplari rimasti come aiutanti e operatori sul campo. E poi quei mostri biomeccanici erano ancora dei prototipi. Oltre a mettere la gente a disagio con quei cervelli che galleggiavano in bella vista nel biogel, non erano sempre molto affidabili. Secondo alcune sinistre fughe di notizie i cervelli non erano appartenuti soltanto a scimmie vivisezionate in laboratorio, ma anche ad alcuni pazzi criminali condannati a morte che dopo il risveglio, alla visione dei loro nuovi corpi, perdevano nuovamente la testa. Io un fucile non glielo avrei mai dato.

Grazie a Dio non ne incontrammo più per il resto del tragitto, e potemmo tornare ad ammirare le meraviglie tecnologiche che ci circondavano.

Alla fine del corridoio ci attendeva una scala che portava ad una terrazza a otto metri di altezza. In cima alla scala si trovava l’ufficio di Spectrum. Più simile ad un attico di lusso che ad un ufficio. Dovendosi trascinare dietro la gabbia, i tre soldati di guardia alla gabbia utilizzarono un muletto per portare la gabbia alla terrazza.

-Devo ricordarmi di far installare un ascensore.- Si annotò Spectrum.

L’ufficio di Spectrum faceva apparire quello di Baker una stanza da museo. Scrivania, poltrona, monitor, terminale privato e perfino un’area salotto con un arredamento di lusso che rispettava i canoni estetici del settore. Solo le foto sui mobili sembravano appartenere ad un’altra epoca.

-Prego accomodatevi, fate come se foste a casa vostra. Solo non toccate i computer. A e sergente, potreste lasciare la gabbia con il nostro sfortunato ospite sulla pedana la giù in fondo.-

-Si dottore.-

I soldati posizionarono il cassone sopra una pedana ai margini della stanza, restando sempre di guardia. Baker si era accomodato su una delle sedie davanti alla scrivania di Spectrum. Io, Bud, Amelia e Tony preferimmo rimanere in piedi per non apparire cafoni. Isaac era rimasto accanto a noi esaminando la sua mano scheletrica e scolorita, mentre il suo amico continuava a guardare fuori dalla vetrate gli scienziati al lavoro. Ne sembrava come stregato. Ad attirare la mia attenzione fu invece Nick, che senza che me ne accorgessi si era avvicinato ad una teca nel muro.

-Wow, questa è davvero una delle migliori ricostruzioni degli stabilizzatori del XB-2 che io abbia mai visto?-

Da come ne parlava Nick doveva esserne rimasto molto stupito.

-La ringrazio signor Rodriguez, ma quella non è una copia.- Gli rispose Spectrum mentre stava attivando il terminale del suo ufficio.

Nick esaminò più accuratamente il manufatto tecnologico davanti ai suoi occhi.

-Sta scherzando! Ragazzi, questo congegno è stato sul razzo che ci ha fatto scoprire i giacimenti minerari degli anelli di Saturno. Come ha fatto ad ottenerlo?-

-Mi è stato dato dall’ingegnere Eldred Begum.-

-Aspetti.- Nick apparve come confuso. -Begum era a capo del progetto XB-2 alla fine del novecento ed è morto nel duemilatré. Come ha fatto a conoscerlo?-

-Guardi nella foto a fianco dello stabilizzatore.-

Nella teca c’era anche una cornice con la foto di due vecchi scienziati. Nick riconobbe Begum e intuii che quello con il pizzo e la testa rasata fosse il leggendario Spectrum.

-Quindi lei una volta era umano?-

-Delicato.- Mi dissi.

-Si. L’anima che risiede in questo eyebot è quella di un vecchio scienziato che ha avuto la fortuna di vedere molte più albe del previsto.-

-Wow.- Rispose Nick.

Io e gli altri eravamo troppo stupiti per poter parlare. Come quello scienziato avesse fatto a diventare un eyebot, era un mistero. C’erano delle voci su tecnologie in grado di aumentare la longevità di una persona. Ma erano solo voci.

-Beh, se quella reliquia del mio vecchio lavoro l’affascina così tanto, guardi nella bacheca a destra.-

Spostandosi lungo la parete, Nick trovò un altro manufatto che lo lasciò senza parole.

-Nooo! Questo è il concentratore particellare del primo cannone Long Crescent! Ne esisteranno al massimo nove in tutto il paese.

-Esatto, lo progettai insieme al professor Peter Mayer. Mente brillante. Peccato che si sia spento qualche anno fa.-

Tra Spectrum e Nick era nato come un legame. Chi avrebbe mai pensato che l’anima di un genio e un meccanico con una dipendenza da bevande zuccherate avrebbero avuto una passione in comune.

-Oh mio DIO! Quello è Robert House! Il fondatore della RobCo Industries!-

Nick stava guardando su una mensola con svariate celebrità del passato e del presente. In una di quelle più grandi, erano raffigurati Spectrum, già diventato un eyebot, e Robert House. Filantropo miliardario dalle nobili origini, divenuto uno dei più potenti uomini del mondo grazie al suo genio.

-A si, Robert ed io ci siamo conosciuti nel duemilaquarantuno. Poco prima che fondasse la sua azienda. Unendo i nostri cervelli abbiamo plasmato alcune delle più grandi invenzioni della RobCo. Perfino in alcuni angoli di questa struttura c’è la firma del suo genio creativo.-

Per Spectrum quella con House doveva essere stata una grande amicizia. Chi sa come sarebbero andate le cose se anche lui fosse venuto nel nostro bunker?

-Che peccato. È bastata una sola apocalisse nucleare per uccidere un mito come lui.-

-Non ne sarei tanto sicuro, Rodriguez.- Si intromise Baker.-Dico bene Doc?-

-Già. Non credo che quella vecchia volpe si sia lasciato fregare da qualche comunista dall’altra parte del mondo.-

-Che intende dire?- Chiese Amelia.

-Niente, niente. Magari un giorno ve ne parlerò.- Rispose in modo evasivo Spectrum.

-È sempre un piacere ammirare la collezione di foto delle tue fidanzate Doc.- Intervenne il colonnello in modo sarcastico. -Ma che mi dici della scansione?-

-Si ho fatto, ho fatto. Ecco a voi il ghoul ferale.- Ci annunciò Spectrum.

Le luci si spensero e l’ologramma di un uomo in mutande e t-shirt comparve al centro della stanza.

-Quello non mi sembra un ghoul.- Fece notare Amelia.

-Esatto. Quello che vedete è Larry, un semplice trentenne, con un corpo in forma e pronto ad affrontare la sua giornata lavorativa. Ma guardate che cosa succede se interagisce con una grande fonte di radiazioni.-

A fianco dell’uomo apparve l’ologramma della lancetta di un contatore geiger. La lancetta si impenno subito, indicando un massiccia presenza di radiazioni. L’uomo venne attraversato da una miriade di lucette giallognole, a simulare le particelle radioattive. Larry iniziò a barcollare come stordito e all’improvviso vomitò un misto di bile e sangue. Il vomito finto cadde sul pavimento sparendo poi nel nulla. Mentre Larry diventava sempre più pallido, sulla sua pelle comparvero pustole ed eritemi. I capelli caddero a ciocche e alla fine si accasciò a terra in preda agli spasmi e ad un dolore impensabile.

-Ottimo, c’è forse qualcosa che non sapevamo sulla morte per radiazione?- Chiese Bud.

-D’accordo sergente. Fin qui niente, ma prova a guardare cosa succede a Jerry, il fratello di Lerry.-

L’ologramma di Lerry venne sostituito con quello di un altro uomo in mutande e t-shirt, ma con i capelli biondi.

Quando la finta lancetta del contatore geiger iniziò a ticchettare, le finte particelle radioattive attraversarono il corpo di Jerry. A differenza di suo fratello, Jerry iniziò a mostrare dei semplici sintomi di stanchezza. Spossatezza, difficoltà a stare in piedi. Ma subito dopo la sua pelle si riempì di macchie, e tutta la sua carnagione si scurì come bruciata dal sole. Le labbra si seccarono, mettendo in evidenza i denti marciti. Gli occhi si ingiallirono, i capelli caddero e prima che Jerry cadesse a terra in preda alle convulsioni, accadde l’impensabile.

Jerry urlò e sbraitò come un forsennato, poi le sue urla si trasformarono in grugniti e ululati. I suoi movimenti diventarono rapidi e scombinati. Quello che prima era un uomo, ora era un ghoul ferale.

I proiettori olografici si spensero e le luci si riaccesero. Eravamo tutti rimasti sconvolti dalla simulazione. Tutti tranne Isaac, che in quel momento stava esaminando la mobilità del suo ginocchio destro.

-Ma come … cazzo?- Chiese uno dei soldati a guardia della gabbia.

-Non ci credo.- Disse Tony.

-Va contro ogni logica.- Affermai.

-Già … chi chiamerebbe il suo figli Lerry e Jerry?- Domandò Nick.

-Cosa?!- Gli chiesi. -Ma hai visto l’ologramma?-

-Ehm, si. Devo ammettere che anche quello è un bel quesito.-

L’unico che riuscì a dare un significato a quell’orrore, fu Spectrum.

-Stando a quello che sono riuscito ad ipotizzare, se un determinato organismo, posto in un determinato stato di contaminazione da radiazioni, può morire come Lerry ,o tramutarsi in un ghoul come Jerry.-

-E questo come ce lo spiega?- Lo incalzò Isaac indicandosi la faccia.

Una persona normale ci avrebbe messo un po di tempo per ponderare una risposta adeguata e altrettanto tempo per trovare le parole giuste. Ma Spectrum ci era già arrivato. Dava le risposte ai problemi prima che questi gli si presentassero.

-Scommetto che quando avete iniziato a mutare, i livelli di radiazione che vi hanno colpito, sono rimasti costanti.-

Isaac e il suo amico si guardarono perplessi.

-Io ero nell’abitacolo dell’aereo.- Rispose Isaac. -Faceva un caldo pazzesco dentro. Ma fuori era anche peggio. È quando sono uscito che ho iniziato a mutare.

-Io mi ero nascosto in … come voi dire?-

Il superstite senza nome sembrava avere dei problemi a comunicare.

-Cabina di comando.- Lo aiutò Isaac.

-Ah si. Grazie Isaac.-

-Esatto, eravate entrambi in due ambienti isolati. Non sufficienti a trattenere le radiazioni, ma abbastanza da mantenere un equilibrio, senza sbalzi nei livelli di contaminazione.- Concluse Spectrum.

-Quindi, noi due non ci siamo trasformati in ferali perché le radiazioni ci hanno cotti senza variazioni?- Chiese Isaac. -Che fortuna.-

Non ne sembrava essere molto convinto.

-Quanti ghoul ci saranno la fuori dottore?- Chiese preoccupato Bud.

-Avrò bisogno di altri dati per arrivare alle giuste conclusioni. Ma … non molti. Al massimo qualche decina-

La risposta di Spectrum non ci sembrò molto sincera. Se nella pianura irradiata, o come da poco avevamo iniziato a chiamarla, nella Zona Contaminata questi esseri fossero stati anche solo un quinto della popolazione prima delle bombe, le nostre operazioni avrebbero potuto risentirne drasticamente. Forse anche la nostra sicurezza era a rischio.

-Signore? Questo poveraccio è morto.- Affermò uno dei soldati indicando la gabbia.

Dopo il nostro ingresso nella base il ghoul si era tranquillizzato poco a poco nella sua gabbia. Ma nessuno aveva fatto caso al suo silenzio tombale fino a quel momento. Incuriosito Spectrum si avvicinò fluttuando alla gabbia e arrivatogli davanti la porta si aprì in automatico. Era molto rischioso, ma con l’esame biometrico di Spectrum rassicurò tutti.

-È vero, il cuore non batte più.- Concluse lo scienziato andando a volteggiare vicino alla vetrata.

-A cosa gli serve il cuore?- Chiesi.

-I loro organi primari e alcuni dei secondari sono ancora funzionanti. Solo il loro cervello è marcito a causa delle radiazioni. Ma ora a questo non funziona più neanche il cuore. É clinicamente deceduto.-

-Bene. Ora che abbiamo scoperto i particolari dei nostri nuovi amici, vorrei sapere qualcosa di più sul nostro ospite.- Disse Baker rivolgendosi al compagno di Isaac.

Le parole del colonnello attirarono l’attenzione di Isaac, che risvegliatosi dai suoi pensieri, guardò i presenti con una certa preoccupazione. Anche il suo amico non sembrava più molto tranquillo.

-Non si preoccupi signore. É un tipo apposto.- Lo difese Isaac.

-Non metto in dubbio il tuo giudizio soldato. Prima però vorrei parlare un po con il tuo “amico”.- Il tono di Baker era tranquillo, ma il suo sguardo era quello di un’aquila che stava studiando la sua preda. -Per cominciare, come vi chiamate.-

Il ghoul sembrò esitare all’inizio, ma alla fine le parole uscirono dalla sua bocca.

-Mi chiamo Baatar Li … e sono un pilota.-

-Bingo.- Disse amareggiato il colonnello.

-Un pilota di cosa?- Mi domandai.

La risposta arrivò insieme allo scatto di Bud, che con il suo corpo massiccio si piazzò tra Isaac e l’altro ghoul per impedirgli di nuocere a noi o ad Isaac. Il gigante aveva capito subito che Baatar, l’amico di Isaac, era l’unico superstite del bombardiere cinese e quindi un nostro nemico. Anche i soldati si erano attivati puntando le loro armi contro il pilota cinese. Spectrum fu costretto ad arretrare nell’angolo per uscire dalla loro traiettoria.

-Te la cavi abbastanza bene con la nostra lingua, ma quando hai nascosto la tua uniforme con quegli stracci ti sei dimenticato di coprire i tuoi anfibi.-

A parte il colonnello nessun altro aveva fatto caso alle scritte cinesi cucite sugli anfibi del ghoul.

-Signore, glielo assicuro. Baatar non ha cattive intenzioni. Se non fosse stato per lui saremmo tutti morti.- Lo difese Isaac.

-Spiacente soldato, ma so per mia esperienza che fidarsi di un soldato cinese in situazioni ad alto rischio è troppo rischioso.- Continuò Baker con un tono calmo e la mano destra sulla fondina della sua Colt 45 semiautomatica.

-In verità io sarei tibetano.- Si giustificò Baatar.

-Signore, quest’uomo mi ha salvato la vita. E ci ha aiutati a combattere i ferali.- Intervenni io.

Gli dovevo la vita.

-Colonnello, non può uccidere l’amico di Isaac. Ha davvero salvato la vita di Red.- Disse Nick.

-La prego, mi lasci spiegare.- Continuò Baatar.

-Spiacente, sono costretto a metterla agli arresti fino a …-

-COLONNELLO!!!- Urlò Tony indicando la gabbia in fondo alla sala.

Senza che nessuno se ne potesse accorgere, il ghoul ferale che noi pensavamo fosse morto era balzato in piedi e in un batter d’occhio stava già per colpire il colonnello. Le guardie si erano concentrate su Baatar, Spectrum era ancora nell’angolo, noi avevamo lasciato le armi nell’armeria e Baker aveva la pistola ancora nella sua fondina. Ma per l’ennesima volta in quella lunga giornata, avvenne un miracolo.

Un oggetto sottile e poco più lungo di dieci centimetri andò a trafiggere il cranio del ghoul ferale. Il colpo, combinato con la forza della corsa, fecero cadere bruscamente il ghoul sulla scrivania di Spectrum, a meno di un metro da dove Baker era rimasto seduto.

Con nostra sorpresa capimmo che a lanciare la sottile asta di ferro come un coltello da lancio era stato Baatar. Il ghoul era rimasto bloccato con il braccio teso, a controllare che il bersaglio fosse morto e che non servisse infierire.

-Mi dispiace. Non volevo ucciderlo.- Si scusò Baatar.

-Ma non era morto?!- Chiese seccato uno dei soldati di guardia.

-Ma certo. Le radiazioni.- Disse Spectrum.

-Cioè?!-

-Al rientro siete passati attraverso lo scudo del RAD-SHIELD. L’aver tolto le radiazioni al ghoul ferale deve averlo indebolito, fino a portarlo ad uno stato dormiente. E mentre noi parlavamo, le radiazioni restanti gli hanno permesso di risvegliarsi e di attaccare.-

-Quindi le radiazioni non solo lo hanno trasformato in un ghoul, ma lo hanno anche tenuto in vita.- Disse Bud.

-Esatto. Un puro miracolo dell’inquinamento radiativo.-

-Ma perché il colonnello? Come può averlo considerato come un bersaglio importante se il suo cervello è stato fritto dai raggi gamma?- Gli chiese scettico Bud.

-Semplice e pura casualità. Io, il sergente e i suoi uomini eravamo ai lati della gabbia. Voi invece eravate raggruppati nell’angolo più lontano e quindi la preda più appetibile non poteva essere nessun altro se non Roland.-

Il colonnello era rimasto di stucco. Non per aver rischiato la vita, a quello ci era abituato, ma per essere stato salvato da un pilota nemico. Tornato subito in se tolse la mano dalla fondina.

-Beh … credo di doverla ringraziare … Li.- Disse il colonnello togliendo la mano dalla fondina e facendo segno alle guardie di abbassare le armi.

-Ha visto signore? Baatar è uno di cui ci si può fidare. Se avesse voluto assassinarla lo avrebbe fatto già da molto con una delle sue lame artigianali- Affermo Isaac mostrando una serie di piccole lame nascoste nella manica di Baatar.

-Meno male che non abbiamo usato il metal detector.- Pensai.

Era la prima volta che lo vedevo Isaac sorridere da quando lo avevamo ritrovato. Ma tornò quasi subito ad essere triste e mogio come prima.

-Si soldato. Ammetto di averlo mal giudicato.-

-Sbaglio o prima avevi detto: se non fosse stato per lui saremmo tutti morti? O qualcosa di simile.- Gli chiese Bud.

Il gigante era un ottimo ascoltatore. Io non ci avevo fatto caso.

-Diglielo Mr. B. Questo li convincerà che non sei un pericolo.- Gli consigliò Isaac.

-Si Isaac. Hai ragione.- Baatar fece un profondo respiro.

Quello che stava per raccontarci, era qualcosa per il quale non andava tanto fiero.

-Quando io e miei compagni decollammo da montagne, pensavamo che fosse una esercitazione, ma a pochi minuti dalla partenza ci arrivarono gli ordini veri. Gli ordini erano di bombardare Stati Uniti. Poteva essere un errore di trasmissione, ma il dispiegamento di intera flotta aerea confermò i nostri sospetti.-

-Quali erano i vostri obbiettivi?- Gli domandai.

Speravo che la risposta non fosse il nome di una grande città.

-Voi.-

La risposta mi fece sprofondare nell’angoscia. Anche gli altri non sembrarono molto contenti.

-Fort Boise è stato scoperto dai nostri agenti tre anni fa. Il tempo necessario per la creazione della “Lóng tuīchū”.-

Le ultime parole non riuscimmo a capirle. Tranne Bud e Spectrum.

-La Spada del Drago?- Chiese Bud.

-No, direi … la Lancia del Drago.- Lo corresse Spectrum.

-Corretto.- Gli rispose Baatar.

-Da quando parli cinese?- Chiese Tony a bassa voce.

-Da quando li combatto. Ma solo un pochino.- Gli rispose a bassa voce Bud.

-Comunque.- Ricominciò il pilota. -La Lancia è super ordigno in grado di bruciare più lungo rispetto normale bomba. Ideale per liquefare anche strutture più resistenti di base americana.-

Baatar sembrava serio.

-Come siete riusciti a creare questa bomba?- Gli chiese Nick incuriosito.

-Io dovevo solo trasportarla, non ho partecipato allo sviluppo. Ma avevo sentito … come dite voi?Voci di corridoio … su nuovo tipo di componente uranio.-

Tutti guardarono Spectrum cercando una risposta.

-Si. È possibile.- Rispose il robot.

-Perché colpirci con questa Lancia? Non ne sarebbe basta una normale per far saltare la base?- Gli chiesi.

-Lo scopo della bomba era distruggere vostro bunker. Non soltanto base. Io però non volevo uccidere innocenti, ne volevo farlo per una nazione alla quale non appartenevo.-

-In che senso?- Chiese Nick.

-Nel 1950 la Cina invase il Tibet.- Rispose Baker. -Negli anni che seguirono, noi restammo a guardare e i comunisti soggiogarono il paese. Anni di soppressione, violenze e discriminazione. Solo quando le risorse hanno iniziato a scarseggiare venne concesso ai tibetani di arruolarsi. Ma solo come cuochi, operai o infermieri … nulla di tanto eclatante.-

Il vecchio la sapeva lunga sui comunisti.

-Non tutti. Alcuni di noi diventarono veri soldati, marinai e piloti. Io volevo soltanto volare, ma loro mi vollero mettere ai comandi di micidiali portatrici di morte. A poche miglia da vostra base, mi barricai nella sala del generatore e lo spensi. Il piano era di costringere il comandante a fare un atterraggio di emergenza, ma miei compagni erano riusciti ad entrare. Cercando di colpirmi aprirono una falla nel reattore, causando la fuoriuscita delle radiazioni. Nella confusione mi nascosi in …. ehm … camera sicura. Non mi difese completamente dalle radiazioni e dopo l’atterraggio di emergenza, iniziai a trasformarmi. Scappai da uno squarcio nella fiancata e vagando per la città mi rifugiai nel vostro … municipio?-

-No, te l’ho detto! Qui noi avevamo l’ufficio governativo.- Lo corresse Isaac.

-A già, vero. E li ho trovato Isaac. Abbiamo fatto conoscenza e quando tempeste si sono placate, ci siamo messi in marcia per il forte. Solo che a pochi passi dal nostro rifugio, trovammo il primo ferale. Dopo averlo ucciso decidemmo di eliminare gli altri prima che potessero uccidere qualcuno o scappare.-

-Perché non siete venuti alla base?- Gli chiesi.

-Io avevo paura che mi avreste sparato a vista e Isaac … beh ecco lui …-

-Volevo starmene un po da solo.-

Baatar fece una smorfia ad intendere che Isaac non stava scherzando. D’altronde, non ci voleva un genio per capire il dolore che il nostro amico provava. L’essersi trasformato in un ghoul lo aveva traumatizzato a tal punto da volersi isolare da tutti. O peggio.

-Fine storia.- Concluse Baatar.

-Digli della chiave Mr. B.-

-A giusto. Grazie Isaac.-

Baatar si avvicinò al ghoul ferale, che qualche istante prima aveva quasi ucciso il colonnello. Nessuno lo aveva ancora spostato dalla scrivania di Spectrum.

-Perdonami.-

-Con tutte le lame che ti sei fatto in questi giorni dovevi proprio usare la chiave?- Chiese Isaac seccato.

-Avevo solo questa in mano a momento.-

Afferrando la sottile asta di metallo conficcata nella testa del ghoul, Baatar diede un forte e deciso strattone. L’asta uscì senza danneggiare ulteriormente il cadavere e Baatar la mostrò a noi tutti.

-Una chiave di armamento.- Disse Spectrum.

-Si. Questa chiave arma la Lancia. Senza la bomba è del tutto innocua e sicura.- Dicendo questo, Baatar le diede una veloce ripulita dal sangue e la tese a Baker. -Io sottotenente dell’aviazione cinese Baatar Li, cedo il possesso della Lóng tuīchū, la Lancia del Drago, a lei Colonnello Roland Baker, in rappresentanza di esercito americano.-

-E in cambio?-

-Chiedo asilo politico e una possibile integrazione all’interno del suo staff.-

Inizialmente Baker indugiò, ma dopo una breve riflessione accettò l’offerta di Baatar. Alzatosi in piedi, prese la chiave di armamento con la sinistra e con la destra strinse la mano del pilota. Un momento che rimase stampato nella mia memoria e a cui Baker non avrebbe mai pensato di partecipare.

-D’accordo soldato. Per adesso sei ancora in prova, ma ti assicuro che riceverai un trattamento identico ai tuoi nuovi colleghi. Riceverai un alloggio, l’accesso alla mensa e a breve ti verrà assegnato un incarico inerente al tuo settore. Tutto chiaro?-

-Si signore.-

-Bene. Isaac?-

-Si signore?-

-Te la senti di tornare al lavoro?-

Isaac guardò per un attimo la sua mano, si diede una passata ai capelli e si mise sull’attenti.

-Pronto a tutto signore.-

In quell’attimo percepii una piccola traccia della vecchia grinta di Isaac. Buon segno.

-Sorvegliante Earp?-

-Signore?-

-Il sottotenente Isaac Lee e il sottotenente Baatar Li saranno i due piloti della squadra Vault. Quindi saranno sotto il suo comando.-

Baker non sembrava scherzare.

-Ah, ok … ma … piloti di cosa. Gli hangar non ospitano nessun bombardiere, caccia o altro velivolo da guerra degno di nota. Ci sono rimasti soltanto un paio di aerei per il trasporto sulla pista, ma non hanno neppure le mitragliatrici.-

-Quelli no, ma abbiamo altro in servo per voi. Vi faremo sapere fra qualche settimana. Per ora potete tornare alle vostre rispettive mansioni. È tutto.-

Fatto il saluto uscimmo tutti dalla stanza per tornare ai nostri settori. I soldati della scorta riposero il cadavere del ghoul ferale nelle gabbia, facendo attenzione ad eventuali resurrezioni.

Nell’ufficio di Spectrum rimasero solo lo scienziato e il colonnello.

-Ci possiamo fidare del nuovo inquilino?- Chiese Spectrum fissando il vuoto oltre la finestra.

-La sua storia mi sembra vera. Non credo che butterà nella spazzatura l’occasione che gli abbiamo concesso. Tu che ne pensi Doc?-

-Si. Credo anch’io che possiamo fidarci.-

Da una piccola botola nel pavimento, uscì un robottino. Non era un eyebot, ma un Mr. Handy tre volte più piccolo rispetto a uno normale. Il piccolo robot volteggiò sopra alla scrivania e la ripulì dal sangue, per poi tornare nel suo nascondiglio.

-Rifugiati tibetani a parte. So che ti serve altro tempo per finire i tuoi calcoli e che non volevi dire la verità davanti agli altri per non spaventarli, ma … quanti ce ne saranno la fuori?- Chiese il colonnello.

Stava parlando dei ghoul ferali.

-Ci sono molte variabili e i dati che ho raccolto per adesso non sono sufficienti. Secondo le mie simulazioni e quelle degli strateghi, più del novanta per cento della popolazione mondiale dovrebbe essere stato ucciso dagli incendi nucleari o dalle radiazioni. Però questa nuova … mutazione, apre nuovi scenari che non avevamo preso in considerazione.-

-Avanti Doc, sono con te dal sessantasei. Ormai sai che ti puoi fidare.- Lo incoraggiò il colonnello.

-Se quello dell’aereo è stato un caso isolato e noi siamo fortunati, non avremo grossi problemi. Ma se le radiazioni trasformano più di un essere umano su cinque in un ghoul ferale … all’ora temo che saremo costretti a dover combattere contro intere orde di quei mostri.-

   
 
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