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Autore: RoisXIII    25/11/2016    0 recensioni
All Might, in quanto Simbolo della Pace, ha molti nemici. Ma c'è un nemico del suo passato che ha deciso di vendicarsi, scagliando contro l'eroe e Midoriya i "Quattro cavalieri dell'Apocalisse", ovvero quattro subordinati con delle Unicità temibili e potenti. Un cavaliere di essi, ovvero il più forte, è il legame che unisce All Might al suo nemico. E sarà costui che l'eroe dovrà temere di più.
Genere: Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Scusate tutti questi ritardi, ma in questo periodo sono molto occupata. Spero di non far diventare questa storia una cosa mensile.
Mi dispiace che il capitolo sia corto, ma i prossimi cercherò di farli più lunghi (ho dovuto riscrivere il capito tutto dall'inizio, mi si era cancellato!). Vi dico che ci stiamo per avvicinare alla fine.
Vi faccio un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo ci sarà la storia dalla prospettiva di un altro personaggio.
Buona lettura!
 
Sento la camicia bagnarsi sempre di più. Kohaku non sta proprio risparmiando lacrime.
“Va tutto bene, ragazza mia.”
Lentamente smette di piangere, anche se il suo corpo è ancora preda dai singhiozzi. Decido di stringerla un po’ di più, passandole una mano tra i capelli. Ho il dovere di aiutarla.
Guardo Gran Torino. La sua faccia è priva di espressione, rendendo difficile capire se è d’accordo o no. La cosa proprio non mi importa.
“M-Mi dispiace.”
Riporto l’attenzione su Kohaku, chiedendole di ripete.
“Mi dispiace per tutto, All… Might. Vi ho detto… un sacco di bugie. Dovevo farlo!”
Mi scosto un po’ dall’abbraccio e sposto la mano dai suoi capelli al suo mento, facendole alzare la testa. I miei occhi incontrato i suoi, arrossati dal pianto. Accidenti, quanto mi fa pena.
“Non ti preoccupare. Adesso ci mettiamo seduti e parliamo con calma. Ok?”
Annuisce e lentamente si stacca. Sospiro e ringrazio l’esperienza ricevuta come insegnante. Osservo un po’ l’area intorno a noi. L’incendio si sta espandendo e il fumo e il calore avanzano. Senza contare che presto arriveranno i vigili a spegnerlo. Dobbiamo allontanarci da qui.
“Kohaku, ora ti porto da un’altra parte. Tranquilla, andremo in un luogo privo di eroi.”
Mi trasformo nella mia forma muscolosa e la prendo in braccio. Mettendo da parte la mia forza, lei è incredibilmente leggera. Esco fuori e mi lancio nel cielo. Kohaku si aggrappa alla mia maglietta e si ripara la testa dal vento forte.
 
Atterro in un luogo sicuro: la spiaggia. Metto giù Kohaku e ritorno normale. Lei si guarda intorno e i suoi occhi brillando quando si gira verso l’oceano. Corre verso quella distesa infinita di acqua e immerge i piedi, alzandoli e abbassandoli continuamente.
Sembra una bambina.
“Toshinori, che cosa ti è saltato in mente?”
Gran Torino mi si affianca, regalandomi un’espressione arrabbiata. “Poteva tranquillamente ucciderti! Adesso dov’è?”
Indico l’oceano e sorrido del suo cambio d’umore da arrabbiato a sorpreso. “Sembra un’altra persona.”
Mi tolgo le scarpe e le calze, lanciandole in giro, e la raggiungo in acqua. Immergo le mani e le alzo velocemente verso di lei, schizzandola. Lei ridacchia e fa lo stesso. Iniziamo quindi una battaglia di schizzi.
Tra uno schizzo e l’altro le dico: “Ti andrebbe di fare una nuotatina?”
Lei si ferma. “Io non so… nuotare.”
Gran Torino si schiarisce la voce. “Toshinori, non abbiamo molto tempo.”
Io sospiro. “Ha ragione. Facciamo così: quando questa storia sarà finita, ti insegnerò a nuotare. Che ne dici?”
“Mi piacerebbe… moltissimo!”
Usciamo dall’acqua e ci sediamo sulla spiaggia.
“Allora, come stanno veramente le cose?” le urla il mio maestro, rimanendo in piedi.
Lo zittisco con uno sguardo. Va bene tutto, ma non deve spaventarla.
“Ti chiedo di scusarlo, Kohaku. Certe volte è proprio impaziente.”
“Non sono mai esistiti… i “quattro Cavalieri dell’Apocalisse”. Siamo solamente… noi tre: mio zio, mio fratello e… io.”
Non sono in quattro…
“E gli altri tre, anzi due? Uno lo avevi ucciso.”
Lei distoglie lo sguardo. “Non sono mai… esistiti. I vostri sogni erano… semplici illusioni.”
“Semplici illusioni? Ma era tutto vero! Il dolore, le ferite. Com’è possibile?”
“Dovresti chiederlo… a mio zio. Lui sa come… funzionano i dispositivi.”
Illusioni, dispositivi. Inizio a non capirci più niente.
“Qual è la tua Unicità? E quella di Yuudai?”
Kohaku sbianca all’improvviso e inizia a sputare sangue. Faccio per avvicinarmi a lei ma Gran Torino mi blocca.
“Lasciami! Ha bisogno d’aiuto.”
“È troppo pericoloso. Guarda!”
Il corpo di Kohaku viene coperto dal fumo nero e i tentacoli escono fuori, privi di qualunque controllo.
Gran Torino mi trascina via, ignorando le mie suppliche.
No, non posso rimanere con le mani in mano.
Mi trasformo e mi libero dalla sua stretta, dopodiché cerco di avvicinarmi a Kohaku, schivando i tentacoli. Come tutto è iniziato, adesso è sparito. Il fumo e i tentacoli spariscono, rivelando una Kohaku semincosciente. Mi porto al suo fianco, seguito da Gran Torino.
“Sarà meglio coprirla” dice il mio maestro, strappandosi il mantello e mettendolo sopra di lei.
“Adesso che facciamo? La portiamo all’ospedale?”
Scuoto la testa. “Meglio di no. Aspettiamo che si riprenda per bene, poi decideremo.”
 
“Come stai? Ti sei ripresa?”
Kohaku sposta gli occhi su di me e sorride tristemente. “Mi succede… quasi sempre. Non preoccuparti.”
Prova ad alzarsi, ma la invito a restare sdraiata.
“Hai detto che ti succede quasi sempre. Per quale motivo?”
“Per quella che tutti voi chiamate Unicità. Non esiste alcuna cura.”
Ha detto “Unicità” in modo strano. Cosa nasconde?
Lei si alza all’improvviso, stringendosi il polso. “Devo… andare. Dove sono… le manette.”
È agitata e sembra avere fretta. Gran Torino le passa le manette. Da dove le ha tirate fuori? Kohaku le indossa in fretta e il suo corpo torna ad essere ricoperto dal fumo, questa volta tenuto sotto controllo. Si incammina verso l’uscita, poi si ferma, girandosi verso di noi.
“Grazie di tutto… All Might. Ho due cose da dirti: la prima è che Yuudao ti manda i suoi saluti e le sue scuse.”
Le scuse di Yuudai? Un altro mistero.
“E la seconda?”
“La vendetta di mio… zio è la morte dei possessori di… One for All.”
“Quindi dietro i tuoi attacchi si nasconde Roku Yano. Lo sapevo. Ma perché vuole vendicarsi?”
Anziché rispondere, abbassando poi la testa, dice: “Non voglio uccidere… nessuno di voi due. Presto ci toccherà… combattere e quando accadrà… All Might… non trattenerti. Non voglio proprio morire... per mano della malattia.”
Sparisce poi nell’ombra, facendomi rimanere l’amaro in bocca. In pratica mi ha detto di ucciderla quando combatteremo.
 
Ho passato le ultime ore senza dormire. Kohaku mi ha chiesto di ucciderla. Come può, un eroe come me, uccidere una ragazza come lei? Non può proprio, anche se è un suo desiderio. Però, se non la uccido io, dovrà farlo il giovane Midoriya. E non deve mai succedere! Quindi, toccherà a me quel duro compito. A meno che…
A meno che non ci sia un modo per liberarla del suo fardello!
Vado subito a svegliare Gran Torino. Naturalmente nemmeno lui è riuscito a dormire.
“Dobbiamo fare una scenata!”
“Scusa?”
“Io non voglio uccidere Kohaku e il giovane Midoriya non sarebbe in grado di farlo, senza contare le possibili conseguenze. Non ci resta altra soluzione che trovare un modo per salvarla.”
“Sì, ma parlami della scenata.”
“Mentiamo al giovane Midoriya. Diciamogli che “Yori” ci ha battuti, che tu sei uscito peggio e che siamo stati curati d Recovery Girl. Fingiamo di avere i nervi a fior di pelle e di essere stanchi, cosa vera. Oh, inventiamo un qualche patto. Tipo di dire tutto agli altri eroi…”
“… e cambiare poi idea. Geniale.”
“Mi raccomando, non raccontiamogli niente. Non deve sapere niente su Kohaku. Ok?”
Il mio maestro annuisce e insieme andiamo a preparare la colazione.
 
I miei colleghi mi chiedono se sto bene, dato il mio viso sciupato.
Mi siedo alla mia scrivania e riporto i voti dal mio registro al computer. Sento alcuni eroi parlare di un incendio in un particolare edificio vecchio. Inizio a sudare freddo.
Stai calmo, Toshinori. Non c’era nessuno in giro.
Per nostra fortuna, i media hanno dato la colpa a qualche gruppetto di criminali. Sospiro di sollievo.
 
“Toshinori, è arrivato il momento.”
Annuisco. “Va’ a chiamarlo. Io andrò ad aspettarvi in quella sala d’attesa.”
Mi reco nella stanza e mi posiziono sul divanetto blu. Ridacchio nel riconoscere questa stanza: qui raccontai al giovane Midoriya di All for One.  E oggi gli racconterò di Yori. Certo che il destino è proprio strano. Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è privo di nuvole e il sole risplende più che mai.
Qualcuno bussa alla porta. Sono arrivati. Incrocio le mani, vi appoggio sopra la testa e chiudo gli occhi. Il giovane Midoriya entra, seguito da Gran Torino, che chiude a chiave la porta.
“Siediti, ragazzo mio.”
Gran Torino si siede vicino a me, mentre lui su uno sgabello.
“All Might, che succede?”
Apro gli occhi e lo fisso. È il momento di andare in scena.
“Ci abbiamo provato, ma è stato tutto inutile. È troppo scaltra e forte. Nemmeno noi due ci siamo riusciti. Abbiamo perso, Midoriya.”
Ci guarda entrambi, alternando lo sguardo. Credo che abbia qualche sospetto.
“C-Come è possibile? Come avete fatto a perdere? Ha usato qualche trucco? E dove sono le vostre ferite?”
Gran Torino gli impone di rimanere in silenzio, mentre io sospiro e chiudo gli occhi.
Tento di fare un sorriso. “Quante domande, ragazzo mio. Siamo stati feriti, sì, ma Recovery Girl ci ha curati. Anche se praticamente l’abbiamo buttata giù dal letto… Sarò sincero. Tra noi due, quello uscito peggio è stato Gran Torino. E abbiamo perso perché Yori è troppo forte.”
“Ma questo non spiega un bel niente! Hai battuto il Noumu nonostante la sua incredibile forza e...”
Gran Torino interviene. Meno male, perché non so proprio cosa dire.
“Calmati, ragazzo. Cerca di capirci. Siamo stanchi e Toshinori ha anche i nervi a fior di pelle.”
Il mio adorato allievo si scusa immediatamente. Devo distrarlo in qualche modo. E so come!
“Come sta il giovane Tokoyami? Ricorda qualcosa di stanotte?”
“Sembra stare bene. Non ha accennato ai fatti di stanotte, forse per quello che gli ho detto… Oh, sulla via del ritorno ha aperto gli occhi e in qualche modo sono riuscito a fargli credere di essere in un sogno.”
E adesso è il momento di arrivare alla fine.
“Speriamo che ci abbia veramente creduto. Nemmeno gli altri eroi lo sanno, e vorrei che rimanesse così.”
“Cosa hai detto? Non erano questi i patti!” mi urla Gran Torino, entrando perfettamente nella parte.
“Fa’ silenzio. Mi gira un po’ la testa…” e mi alzo.
“È tempo di andare. Devo incontrarmi con gli altri eroi. Magari ci sentiamo più tardi.”
Esco dalla sala, sentendo il mio maestro sbuffare. Sorrido soddisfatto. Tutto sta procedendo per il verso giusto.
 
Gran Torino mi raggiunge mentre so per entrare in un’aula.
“Ce l’abbiamo fatta, Toshinori.”
Sì, ma lui sospetta qualcosa. Cerchiamo di non dirgli niente, almeno per il momento.”
Lui annuisce e mi saluta. “Ci vediamo fuori. Divertiti.”
Lo guardo andare via. Prendo un bel respiro e mi preparo per gli scrutini della 1°A.
 
Finalmente abbiamo finito.
Guardo fuori. È già pomeriggio inoltrato. Gran Torino mi avrà veramente aspettato fuori tutto il tempo?
Ebbene, lo ha fatto.
“Alla buon’ora! Ci avete messo un’eternità.”
Mi scuso subito e insieme ci rechiamo verso casa. Il cellullare di Gran Torino squilla e lui si ferma a rispondere, allontanandosi un po’. Chissà con chi sta parlando.
Un’esplosione lo manca per un pelo e lo sento imprecare. Lui spegne il cellullare e mi raggiunge. Trasformandomi nella forma muscolosa, mi guardo intorno. Qualcuno prova ad attaccarci dall’alto e Gran Torino lo colpisce, facendolo precipitare a terra. La persona si alza e io mi sento mancare.
“Bakugou, perché ci hai attaccati?”
“Perché sta seguendo… un mio ordine.”
Kohaku spunta dall’ombra e gli si affianca. “Mi dispiace, ma non posso… farci niente.”
Il giovane Bakugou, sotto il suo controllo, attacca Gran Torino, mentre io me la vedo con Kohaku. Cerco di non attaccarla, limitandomi a schivare i suoi colpi. Mai e poi mai le farei del male.
Ci fermiamo nel sentire Gran Torino gemere e Bakugou ridacchiare. Il mio maestro è atterra, privo di sensi. È impossibile. Il giovane Bakugou non potrebbe mai battere un eroe come lui.
“All Might… oggi qualcuno morirà.”
Si avvicina a loro e tutte e tre spariscono nell’ombra. Che significa tutto questo? Non possono uccidere Gran Torino, lui non c’entra niente in questa storia.
Mi metto a correre. Devono pur essere da qualche parte. Forse sono alla spiaggia!
 
Arrivo lì e ad aspettarmi c’è solo Kohaku, libera dal fumo. Ci guardiamo fissi negli occhi e lentamente ci avviciniamo. Ci fermiamo quando siamo a quasi un metro di distanza.
“Kohaku, che storia è mai questa? Perché il giovane Bakugou ci ha attacchi? E dove hai portato Gran Torino?”
Lei abbassa gli occhi. “Mio zio ha ascoltato… la nostra chiacchierata. Si è infuriato… tantissimo. Mi ha ordinato… di prendere il controllo di quel ragazzo… e attirare Izuku Midoriya in una trappola.”
Mi sento sbiancare. “No, aspetta, cosa hai detto? Spiegati meglio.”
“Non so ancora come, ma lui… è riuscito ad ascoltarci. Ha sentito che ti raccontavo… alcune cose e non l’ha presa… molto bene. Ha deciso di accelerare… i tempi.”
Fa una pausa per riprendere fiato. Del sangue gli cola dalla bocca. Vedo le sue gambe tremare e subito la faccio sedere.
“Accelerare come?”
“Lui ha questi dispositivi… in grado di controllare la mente… e il corpo di qualunque persona. Mi ha ordinato di metterne uno… su quel ragazzo e di attaccare il tuo… amico. L’ho poi portato in un parcheggio e legato, mentre… il ragazzo si è diretto a casa… di Izuku Midoriya. I due combatteranno... per salvare il vecchietto, finché non saranno… stanchi.”
Deglutisco. “E poi cosa succederà?”
“Tu arriverai lì… e porrai fine alla vita di Izuku… Midoriya.”
Mi allontano di qualche passo. È impossibile. Io non ucciderei mai il giovane Midoriya. Kohaku sembra avermi letto nel pensiero, perché sospira e chiude gli occhi, trattenendo le lacrime.
“Lo ucciderai… All Might. O meglio, ti vedrai… ucciderlo.”
“Mi vedrò ucciderlo? Ma che stai dicendo?”
Dalla tasca tira fuori una specie microchip. Le sue dita tremano e per poco non lo fa cadere. “Questo è il dispositivo… in grado di controllare… le persone. Ed è destinato… a te.”
A fatica si alza e il suo corpo viene coperto dal fumo. “Credimi, io non voglio… farlo, ma sono… costretta. Cerca di resistere… al suo potere.”
Mi trasformo in fretta e schivo tutti i suoi tentacoli. Se mi becca è la fine.
   
 
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