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Autore: NWriter    26/11/2016    0 recensioni
- Hai provato a guardare le lune stanotte? -
La voce di Zeno susseguì al rumore della porta che si chiudeva.
- Si, La loro luce è insolita, come se gli dei vi si fossero dati battaglia, intingendole nel sangue dei caduti. - replicò Seiano osservando Le due sfere rossastre nella volta celeste.
Zeno si appoggiò alla balaustra, dando le spalle alla notte.
-Lo capirà, non è un idiota, e non potrai nasconderglielo in eterno. -
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Hai provato a guardare le lune stanotte? -
La voce di Zeno susseguì al rumore della porta che si chiudeva.
- Si, La loro luce è insolita, come se gli dei vi si fossero dati battaglia, intingendole nel sangue dei caduti. - replicò Seiano osservando Le due sfere rossastre nella volta celeste.
Zeno si appoggiò alla balaustra, dando le spalle alla notte.
-Lo capirà, non è un idiota, e non potrai nasconderglielo in eterno. -
- Cosa te lo fa pensare? -

Zeno, respirò a pieni polmoni.
Dalla terrazza della locanda si poteva sentire l'odore delle piante grasse in fiore, sbocciate nel piccolo giardino di sabbia della Cittadella Meccanica.
- Zanar non è un idiota, capirà e tu lo sai. -
- Si hai ragione -
Lo sorprese spengendo il suo drum, - Glielo dirò, ma non ora, è il suo momento di gloria, sai bene da quanto aspettava stanotte, non ho avuto il coraggio di dirglielo. -
- E per questo hai nascosto le prove? -
- Si, devo ammetterlo, il ragazzo ci sa fare, ma non potevo lasciare che lo sapesse stanotte, dopo aver completato il suo primo spettacolo da protagonista.-
- E fammi capire, per questo abbiamo cambiato rotta e ci siamo diretti verso Gardar? Un Paesino disperso nel niente tra le dune del deserto? Hai anche voluto metterlo alla prova?-

Seiano non ripose, sembrò come incantato dal quella rossa luce serale.
- Gli vuoi davvero bene - sillabò Zeno accennando un sorriso, mentre il forte odore del Tabacco misto ai Fiori di Batasc ammorbava l'aria.
- E' come un figlio; Non fraintendere, voglio bene a tutti voi come se foste figli miei, ho visto la fiamma ardere nei vostri occhi quando vi ho presi uno ad uno dalla strada, ma suo padre fu il mio maestro, quel giorno non ebbi il coraggio di abbandonare un infante nei vicoli malfamati di Xeniroth, sarebbe stato come poggiarlo fra scheletriche mani della morte. -
Il volto dell'uomo lentamente si corrugò in un espressione di rabbia e dolore.
- E ora quella stronza di sua madre gli manda una lettera dove gli chiede come stà e di andare a conoscerla, per quanto il ragazzo ricorda io sono suo padre e una notizia simile, stanotte, la notte del suo compleanno dopo la sua prima esibizione teatrale come protagonista avrebbe solo distrutto il mondo che conosce; è vero, il suo mondo crollerà comunque, ma almeno non stanotte. -
Il silenzio calò insieme all'umidità serale, che iniziò a bagnare il tendone giallognolo e leggermente ammuffito sorretto dalle bianche colonne di legno consumate dal freddo.
- Ti ricordi quando mi trovasti? - chiese con voce gentile Zeno interrompendo il silenzio che fino a quel momento aveva fatto da oratore.
- Certo, il 12 Luglio del 1224, avevi 5 anni. -
L'uomo inclinò in basso la testa lasciando trapelare un sorriso.
- Ti divertivi alla follia facendo finta di combattere con i cammelli nelle stalle fingendoli demoni di chissà quale mondo con quella scopa come lancia e il secchio come elmo. -
- In realtà non era una scopa ma era il bastone del vecchio Sam, e la cosa dell'elmo te la sei inventata. -  rispose Zeno contraccambiando quel sorriso.
Il ragazzo dalla lunga coda corvina osservò lo svolgersi della festa dalla porta in vetro.
Birra, musica e l'ottima compagnia si comportarono da abili pittori quella notte, ritraendo sul volto di ognuno dei partecipanti una lucente espressione di felicità; Addirittura Juliet, la guerriera dal cuore di ghiaccio sembrò sciogliersi, gioendo e cantando in onore del amico; Nessuno di loro osò pensare al futuro o al passato, la loro forza di vivere si concentrava in quel perfetto istante, tentando di farlo durare più lungo di quanto in realtà avrebbe potuto.
- Non pensare però che non sappia che anche tu ci hai messo del tuo in questa storia. - cambiando tono, così da richiamare la sua attenzione.
- Scusa? -
- Dopo aver origliato il contenuto (Perché si, ti avevo sentito sbattere il gomito contro il muro) -
 aggiunse accennando un gesto con la mano meccanica - Sei andato dal bamboccio dicendo che avevo un lettera per lui, chi altro può essere stato mi chiedo se non tu. -
Zeno si incamminò verso la porta esclamando con tono quasi cantilenante.
- Beh io non lo so, ma forse è stato lo stesso che ha ti ha riposto nella tasca destra la lettera dopo che  ti sei accorto di averla messa nella tasca bucata. -
L'uomo accennò un altro sorriso mentre si portava alla bocca un altro dei suoi drum.
Il rumore della porta alle sue spalle gli ricordò di come fosse iniziata quella conversazione.
Seiano osservò ancora le due lune, interrogandosi sul perché tutto stesse succedendo proprio adesso.
La sua sigaretta artigianale si spense prima che lui potesse raggiungere una soluzione lontanamente possibile.
- Destino...Eh? - Sillabò spegnendo il saporito sigaro.
Non ci aveva mai creduto, per lui il destino non era mai stato nulla più di una mera favola per bambini e idioti, era impossibile pensare che qualcuno, con un nome simile al suo, avesse scritto un libro che contenente la storia di tutti e del tutto.
Tentò di non pensarci, aprendo la porta la musica prodotta dal liuto di Diris sembrò aiutarlo nel suo scopo.
Si fermò ancora un secondo prima di chiudere la porta e abbandonare per sempre quel suo momento di follia.
Con lo sguardo salutò la volta celeste che sin dall'inizio era stata platea di quel privato e unico spettacolo, poi con il coraggio di lasciarsi quel pensiero alle spalle, chiuse la porta.

Ma quale altra ragione avrebbe potuto essere altrettanto plausibile?
   
 
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