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Autore: Novelist Nemesi    18/05/2009    0 recensioni
Dopo L e Hayley mi cimento con una storia su Mello. Ambientata in Germania. Qui tratto la mia visione della sua infanzia, e spero che vi piaccia. Non abbiate paura di lasciare recensioni e consigli su come migliorarmi! Grazie di cuore!
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ormai aveva deciso: sarebbe andato a Roma, indizio o no, e avrebbe cercato di scoprire qualcosa su suo padre e il resto della famiglia. Un modo l’avrebbe trovato. Non sapeva come ma l’avrebbe trovato.
-Ehi, Mello! Ce li hai gli appunti di fisica?-
-Sì, ma non ho voglia di passarteli- rispose Mello al suo compagno senza lasciargli modo di rispondere. Aveva altro per la testa.
Purtroppo niente giocava a suo favore per andare in Italia: minorenne, senza documento, senza adulti che potessero accompagnarlo… Inoltre non gli andava particolarmente a genio l’idea di dover mostrare di nuovo il suo vero nome. Oltretutto di italiano non sapeva una parola.
Sbuffò –Chiunque tu sia capiti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono occupato-
-Ah, capisco. Va bene- disse Near, quel bambino che odiava dal profondo. Sembrava un robot, ecco, estraneo da qualunque sentimento. Meno male che Mello era di spalle e non lo aveva visto in faccia, altrimenti gli veniva la voglia di gonfiarlo di botte.
Dopo circa un’ora che si scervellava su un modo per andare a Roma sbuffò ancora –Ancora tu? Sono occupato!-
-Lo so, ma Roger ti vuole lo stesso presente. L è di là che ci aspetta dal computer-
-Non ha nulla di meglio da fare, pure questo qui… E va bene, arrivo!-
Tutti in silenzio ad aspettare un cenno di L. Quel giorno L avrebbe anche messo alla prova i loro cervelli.
-Bene- disse una voce metallica e sicuramente contraffatta –Se vi trovaste in mezzo a una sparatoria e avete il vostro indiziato numero uno davanti agli occhi, cosa fareste?-
Restarono tutti zitti a pensarci, forse era un trabocchetto. Invece il ragazzino chiamato Matt alzò la mano, seppur esitante, e disse –Ehm… Cerco di portarlo via da lì e arrestarlo una volta al sicuro…-
L restò in silenzio un secondo, riprendendo poi con un’altra domanda –E se il terreno fosse tempestato di mine anti-uomo?-
A quel punto anche Matt decise di non proferir parola. Mello, all’angolo, in fondo, con gli occhi di Roger addosso e una barretta di cioccolata in mano, ridacchiò e bisbigliò –Butterei l’indiziato in mezzo alle mine-
-Tu, in fondo…- cominciò a dire la voce metallica –Col cioccolato in mano-
Mello guardò stranito lo schermo del computer, e a quel punto L disse una cosa che gli diede parecchio fastidio –Quelli come te sono i primi a morire nel corso di un indagine rischiosa- fece una pausa –L’idea ha un che di efficace, ma durante un’operazione pericolosa, che sia la CIA, l’FBI, o qualsiasi corpo di polizia a eseguirla, non può permettersi di perdere un potenziale indiziato. Mai agire impulsivamente-
Mello aspettò di uscire dalla sala per sfogarsi col primo che capitava, in quel caso Matt.
-Ma che bella scoperta che ha fatto questo L! Come se non lo sapessi la mia infatti era solo una battuta!-
-Non te la prendere… Watari dice che L è fatto così…-
-Sai che me ne frega dei suoi modi di fare! Come se non avessi abbastanza problemi per la testa!- enfatizzò la parola problemi e si chiuse in camera, ritornando ai suoi crucci. Doveva andarsene, in primis perché ormai il bisogno di sapere si era fatto impellente in lui, e poi perché non sopportava più stare lì dentro: tra Near, Roger e quell’L, non si sapeva chi era il più noioso.
Doveva fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
Silenziosamente e con zaino in spalla, Mello scese le scale e si diresse verso la porta. Venne fermato da una voce e per un attimo trasalì.
-Dove vai, Mello?-
Non si voltò –Devo sbrigare una commissione urgente, Matt. Non dire niente a Watari e Roger, fai finta di non avermi visto, okay? Te ne sarei enormemente grato-
-Mmh… D’accordo. Tanto io non ci rimetto nulla se parlo o no-
Mello fece per andarsene, ma si accorse di qualcosa –Near… Anche tu. Se ti azzardi a uscirtene con questa cosa con qualcuno, giuro che quel pigiama te lo faccio colorare col sangue-
Near uscì dall’angolo delle scale, arricciandosi una ciocca di capelli –Tanto ti troveranno lo stesso-
-Che differenza fa a te? Visto che cerchiamo di esserci indifferenti, vedi di esserlo anche in questa occasione. Inoltre non sperare che chieda il tuo aiuto-
-Questo lo so, Mello-
Mello fece dei passi veloci per uscire, sentendo il saluto di Near.

-Viel Glück, Mello*-
Mello sorrise. Insopportabile come sempre.
E sorrise anche fuori dall’orfanotrofio, anzi, rideva di gusto.
-Pensano davvero che me ne vada in giro per l’Europa senza un passaggio?- prese un qualcosa di simile a un cercapersone, e digitò un numero. Era rischioso, ma qualcosa la doveva pur fare.
Arrivò una macchina, poco dopo.
-Mello?- disse l’uomo alla guida, occhiali scuri. Mello annuì, e si accomodò dietro.
-Grazie del passaggio-
-Figurati, sono sempre pronto ad aiutare un mio compatriota. Piuttosto, hai portato il compenso?-
-Certo. 26.480 sterline*, come d’accordo-
-Però… Un moccioso come te che riesce a raggranellare così tanti soldi…-
-Di questo non se ne deve preoccupare- posò davanti la busta coi soldi –Dentro c’è anche l’indirizzo che le serve-
-Si vede che hai fiuto per gli affari-
Il viaggio continuò fino a Vienna, passato tra strade deserte, traghetti e soprattutto tranquillo. Chissà se a quest’ora si erano accorti della “fuga” di Mello.
-Grazie ancora del passaggio, e si ricordi: quell’indirizzo gliel’ha dato un potente boss della mafia, come d’accordo-
-Non me lo faccio certo ripetere da un bambino. In gamba, ragazzo-
Mello aspettò che la macchina sparisse dalla sua visuale, per fare una chiamata –Signor Gordon, sono Mello. Sì, tutto okay, ho restituito i soldi al suo assistente. No, non sa nulla. Mio padre non sa come ringraziarla, e vi garantisce che la droga arriverà entro due settimane a Norimberga come promesso- buttò per terra il cercapersone e lo schiacciò, facendo in modo di non essere più rintracciato. Giocare coi malviventi era pericoloso, ma bastava dire che si era figli di chissà quale boss per avere tutti i favori del mondo. Era stato facile, basta avere le informazioni più convenienti e gli agganci giusti. E Mello c’aveva pensato fino alla sua partenza. Non era mica uno sprovveduto come credeva L.
Si diresse verso una stazione ferroviaria, dove lo attendeva un treno per Roma, finalmente. prese dalla tasca un biglietto, ma si accorse che non era più valido, risaliva a qualche settimana prima. Il punto era che se si accorgevano che le date distavano troppo tra loro, sarebbero stati guai per lui. Senza farsi vedere tirò fuori lo scontrino per una barretta di cioccolato, e lo piegò in modo da coprire la parte superiore del biglietto. Timbrò. Ecco fatto: il timbro risultava, grazie alla parte scoperta che stava sotto, mentre la data era timbrata sullo scontrino. Un gioco da ragazzi.
-Biglietto, prego- disse il controllore. Guardò un attimo il biglietto –La data non è segnata-
-Non è colpa mia se la macchinetta non timbrava bene- rispose Mello con un sorriso.

 

  • Buona fortuna, Mello. È tedesco. Con questo non voglio insinuare che Near sia tedesco, ma credo che per dei geni come loro sia facile imparare questa parolina.
  • 26.480 sterline equivalgono a circa 30.000€
  • Nota: Non sono sicura che il trucco del biglietto funzioni davvero, ne ho solo sentito parlare e non c’ho mai provato. Dipende ovviamente dalla macchinetta che timbra xD
  
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