Quando fummo uno difronte all’altra lei mi pose una domanda che mandò in confusione tutto ciò che avevo intorno. I suoni, la luce, i passanti, ogni cosa appariva distorta perché in quella frase percepivo un’innaturale immensità che mi schiacciava e opprimeva la mia anima.
- Tu credi nell’impossibile? – fu la sua domanda e io rimasi muto, ma Elisa continuò incurante del mio shock.