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Autore: Angel_Mary    26/11/2016    2 recensioni
“La prossima volta faccia più attenzione” e si mise a raccogliere i libri sparsi sul pavimento. James si preoccupò di aiutarla.
“Posso aiutarti?” chiese, prima di sgranare gli occhi, scorrendo i titoli dei tomi che appartenevano alla ragazza. ‘Armi permesse nei conflitti armati fra Stati’ e ‘Tecniche di reclutamento clandestino durante i conflitti armati’ risaltavano nel mucchio.
“Sei una soldatessa?” domandò incoraggiante, ma la ragazza, invece, parve non gradire la battuta, tanto che, dopo averlo fulminato con lo sguardo, rispose gelida “le sembro un soldato, signore?”
James la osservò riprendere i libri e sedersi accanto alla sua amica, la quale si stava facendo beffe di lui senza alcun problema.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Nuovo personaggio, Oliver Phelps
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio inizio sei tu.
 
James aprì gli occhi improvvisamente, si girò su un fianco per controllare l’orario sulla sveglia.
Erano le 5:58.
Allungò il braccio per controllare Marianna, ma il suo posto era vuoto.
Era ancora troppo confuso per mettere bene a fuoco la situazione: dal piano inferiore provenivano dei rumori e per quanto fosse ancora in dormiveglia, si sarebbe dovuto alzare.
Con fatica si mise in piedi, stando ben attento a non inciampare in alcune scatole che la ragazza aveva lasciato ai piedi del letto. Sorrise al pensiero che avevano già cominciato il trasloco di Marianna. In un paio di settimane era riuscita a mettergli a soqquadro la casa: aveva cominciato dal bagno, riempiendo ogni spazio con i suoi flaconi, boccette, cosmetici e medicine; poi aveva rivoluzionato la cucina rendendola più funzionale e personale, e negli ultimi giorni aveva deciso di posizionare ovunque fosse possibile fotografie. All’inizio gli era sembrato strano condividere la casa con lei, ma più passavano i giorni più non vedeva l’ora di ufficializzare la loro convivenza.
Arrivato nel grande salone, la vide che era intenta a preparare qualcosa per colazione. Portava i capelli sciolti e stava canticchiando una canzone a lui sconosciuta. Lei non si era minimamente accorta della sua presenza.
“Già sveglia?”
Marianna sobbalzò e per poco non si scottò con una padella. James si avvicinò al bancone, intravedendo dei pancakes con del bacon affumicato.
“Avevo fame” rispose spiccia, continuando a preparare pancakes. Aveva dormito male pensando al giorno che li aspettava, anche se non sarebbe stata lei a sposarsi, ma dopo quel giorno avrebbero dovuto dire alle rispettive famiglie della novità.
“Sicura di star bene?”
James era certo su quali fossero le preoccupazioni di Marianna, perciò le si avvicinò alle spalle avvolgendola in un abbraccio, lasciandole dei baci sul collo fino a darle una carezza sulla pancia, ancora piatta. Lei sospirò. Era felice di quello che le era capitato.
“Sto bene, ho solo razionalizzato il fatto che da domani …” non ebbe il coraggio di terminare la frase, sapendo che quello che avrebbero dovuto affrontare non sarebbe stata una passeggiata.
“Da domani tutti penseranno al bambino, dimenticandosi di noi. Non ti preoccupare” la rincuorò James, dandole un’altra carezza sulla pancia. Dopo la prima ecografia, quando aveva visto e sentito il cuore del piccolo che cresceva dentro Marianna, per lui dare carezze alla pancia della ragazza era diventato il momento più bello delle sue giornate.
“Appunto e io non avrò più pace!”  
“Adesso non ti angosciare e facciamo colazione” aggiunse, togliendole dalle mani la spatola e dividendo i pancake.
Almeno per quel giorno, avrebbe fatto in modo che Marianna si rilassasse.
 
Le pareti di quel bagno immenso riuscivano ad ovattare la musica, proveniente dalla sala del ricevimento, dove tutti erano concentrati sugli sposi. Anne e Oliver erano raggianti, lui si era commosso all’arrivo della sposa, ed entrambi si erano emozionati durante lo scambio degli anelli.
Per quel giorno tutto era sembrato perfetto: i testimoni dello sposo avevano evitato le solite battute su eventuali ripensamenti prima dell’arrivo della sposa, le damigelle avevano concentrato tutte le loro energie per regalare alla loro amica un giorno indimenticabile,  tutti gli invitati si erano complimentati con gli sposi e i loro genitori sulle scelte fatte per quel lietissimo evento.
Marianna udiva la musica in lontananza, e non smetteva di rimirarsi in quel grande specchio, che a causa delle luci, era in grado di mettere in evidenza ogni minimo difetto. Non riusciva a staccare lo sguardo dal suo ventre, nascosto da qualche strato di chiffon colorato, che almeno per quella giornata era stato in grado di proteggerla da sguardi e domande indiscrete. Era riuscita a sviare domande dei curiosi, e solo pochissime persone erano a conoscenza della sua nuova situazione. Era riuscita a risolvere tutte le questioni burocratiche legate alla sua tesi, e pian piano si avvicinava il giorno in cui avrebbe dovuto lasciare definitivamente l’appartamento che aveva condiviso insieme alla sua amica Erminia.
Rimase a osservare la sua immagine riflessa: vedeva una giovane donna, che sotto quel vestito bellissimo, il trucco e l’acconciatura particolarmente elaborata, era spaventata. Spaventata nel diventare madre, nel pensare che di lì a pochi mesi sarebbe diventata il punto di riferimento di una piccola creatura, temeva di non essere all’altezza del ruolo che avrebbe ricoperto nella vita di James e dell’esempio che entrambi avrebbero dovuto dare al frutto del loro amore. Era preoccupata delle spiegazioni che avrebbe dovuto dare ai suoi genitori, di quello che avrebbero potuto dire Susan e Martyn, e in più voleva trovare un lavoro a tutti i costi, per poter restituire tutti i soldi che i genitori avevano speso per farla studiare a Birmingham. Le poche cose che stranamente non le trasmettevano ansia erano il trasloco, che avevano cominciato, e i cambiamenti che James e Marianna avevano già cominciato ad apportare alla casa, dove viveva il ragazzo. Più di una volta avevano provato a capire come comunicare la notizia alle rispettive famiglie, ma Marianna alla fine concludeva tutti i tentativi rispondendo a James che sarebbe stato meglio aspettare il matrimonio di Oliver ed Anne.
Non si sentiva pronta per affrontare tutti gli altri. Stava per entrare nel quarto mese di gravidanza, e ormai il tempo dei segreti era agli sgoccioli, visto che di lì a pochissimo non avrebbe più potuto tener nascosto alcunché. James era impaziente di rivelare ai loro genitori quella notizia e di ufficializzare il fatto che dagli inizi di settembre avrebbero cominciato a vivere insieme, aspettando l’arrivo della creatura che avrebbe cambiato loro la vita per sempre.
“Un fiore, per uno dei tuoi pensieri!”
Marianna sobbalzò per lo spavento, i suoi battiti accelerarono e si toccò istintivamente la pancia. Gesto che non passò inosservato agli occhi dell’interlocutrice, che riconobbe immediatamente: era la nonna di James.
La ragazza non immaginava che qualcuno la stesse guardando.
“Ho semplicemente mangiato e bevuto troppo. Avevo bisogno di rinfrescarmi un po’…” sussurrò, aprendo il rubinetto del lavandino che aveva davanti, bagnandosi leggermente i polsi.
“Oh, avanti, dimmi la verità. Potresti essere passata inosservata agli occhi di mia figlia, ma capisco quando una ragazza è preoccupata.”
Marianna sorrise. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe ritrovata a confrontarsi con la nonna di James, durante la festa di matrimonio di Oliver.
“Più che preoccupata, mi sento inadeguata …” rispose debolmente. Per lei non era facile confidarsi con qualcuno che non fosse sua madre o un’amica fidata, e quella situazione la stava mettendo a dura prova. La donna inclinò la testa da un lato per osservare meglio la ragazza, cercando di analizzare con cura ciò che lei le aveva rivelato. Nell’ultimo periodo aveva visto anche James piuttosto euforico, e inizialmente aveva ricondotto quello stato d’animo al fatto che il fratello si sposasse, ma era evidente che ci doveva essere qualcos’altro, che i due ragazzi stavano tenendo nascosto.
“Tu, inadeguata? Non mi aspetterei mai di sentir dire da una giovane donna come te, una cosa del genere.”
Marianna avrebbe tanto voluto confidarsi e togliersi quell’aura di mistero che la opprimeva, ma aveva promesso a James che avrebbero comunicato insieme la notizia.
“Ultimamente, mi capita spesso. James, per quanto sia premuroso, a volte non si accorge di alcune cose …” Marianna sapeva che sarebbe presto ceduta, anche perché davanti a una nonna non sarebbe stata in grado di mantenere il segreto ancora per molto.
“Allora, cosa ti turba? Non te l’ho mai detto esplicitamente, ma con me puoi confidarti, cara. So di non essere tua nonna, ma certe cose le capisco ... sono pur sempre una donna!”
La ragazza vide gli occhi azzurri della donna, gli stessi di Susan, illuminarsi in attesa che lei le rivelasse ciò che la preoccupava.
“Il fatto è che io …” ma non ebbe tempo di finire la frase, perché Erminia era entrata di corsa.
“Mari, ma che stavi facendo? Di là, ti stiamo aspettando tutti, è il momento del discorso di James!”
Per qualche motivo, la nonna di James ebbe la sensazione che Marianna era sul punto di rivelarle qualcosa di veramente importante.
 
Oliver ed Anne ballavano al centro della sala, non curandosi di nulla guardandosi l’uno negli occhi dell’altra. Finalmente avevano coronato il loro sogno.
“Voglio godermi ogni attimo di questa giornata” rivelò emozionata Anne, stringendo più forte il marito tra le sue braccia. Oliver le diede un bacio sulla fronte, felice.
“Anche io. Da domani potremo finalmente pensare di più al nipotino in arrivo” sussurrò, temendo che qualcuno potesse sentire quella grande rivelazione.
Anne scosse la testa, divertita: Oliver era ossessionato dall’idea di diventare zio. Quando Marianna, James ed Oliver le avevano comunicato quella novità, i due ragazzi avevano pianto per l’emozione, mentre le due ragazze erano rimaste basite dalla loro reazione.
“Sì, Ollie, ma aspettiamo che siano i diretti interessati a parlarne” aggiunse, temendo quello che lui avrebbe potuto combinare “e durante il nostro primo ballo, anziché parlare di noi due, stiamo parlando di tuo fratello!” lo rimproverò ironica, intuendo i pensieri di Oliver. Come risposta, lui le fece una pernacchia, tenendo ancora più stretta a lui Anne, cullandosi sulle note di quella canzone dolce.
Appena terminata, James e Marianna si erano avvicinati agli sposi.
“Io ho intenzione di rubarti la sposa” esordì James, offrendo il braccio ad Anne che ridendo aveva cominciato a ballare con lui.
“D’accordo, Jim. Io mi godo la tua ragazza e siamo pari!”
Marianna scosse la testa, divertita.
“Se non fosse il vostro giorno speciale, adesso non ti darei il nostro regalo di nozze” disse a bassa voce, prendendo una mano di Oliver e cominciando a ballare.
“Cos’è? Aspetti una coppia di gemelli?” sussurrò ancora una volta, lo sposo, adesso ancora più curioso. Marianna avrebbe voluto prenderlo a pugni, ma rise.
“Mi spiace deluderti, Ollie. Per voi solo una copia della prima ecografia” disse a fior di labbra. Era terrorizzata all’idea che qualcuno potesse udire le sue parole. Si guardava intorno con aria circospetta. Quel giorno erano stati invitati anche i suoi genitori, che fortunatamente ballavano dall’altro lato della sala.
Oliver prese il cartoncino che gli aveva dato Marianna e lo aprì. Lei lo vide commuoversi.
“Alla prossima, il padrino e la madrina devono essere presenti” gli annunciò radiosa, prima che lui le desse un bacio sulla testa.
 
Dopo i discorsi fatti a turno dai testimoni dello sposo e dalle damigelle, Marianna era sgattaiolata in terrazza per godere di un po’ d’aria fresca della sera, e si era seduta ad un tavolino dal quale si riusciva a vedere il meraviglioso panorama della campagna inglese a fine estate.
“Lo sai, vero, che non dovresti prendere freddo?”
Marianna sorrise al suono di quella voce, che avrebbe riconosciuto anche in mezzo a mille persone.
“Tu lo sai, vero, che non dovresti esagerare?”
James sospirò, si tolse la giacca del suo tight, posandola sulle spalle della ragazza, prese una sedia e si accomodò accanto a lei.
“Oggi è un giorno di festa, perché sei sgattaiolata nel primo posto isolato?”
Dalla sala del ricevimento provenivano le parole dolci di una canzone di Ed Sheeran, James a quel punto strinse le mani di Marianna.
“Ho visto che la terrazza era completamente deserta, e non ho saputo resistere al fascino della campagna inglese di sera …”
Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, mano nella mano.
“Ho parlato con la sposa, e lei sarebbe d’accordo”
“A fare che?” lo interruppe lei, con il cuore in gola, temendo quello che James stava per dirle.
“Anne sarebbe d’accordo se dicessimo a tutti che una piccola te o un piccolo me è in viaggio …”
Marianna sgranò gli occhi, sentendo il battito cardiaco accelerare per una seconda volta, nel giro di poche ore.
“No, James. Oggi è il giorno di Anne ed Oliver … e poi, voglio dirlo prima ai nostri genitori, non così … non lo sopporterei!”
Lui sembrò rimanerci male, non riusciva a capire Marianna. Aveva provato più di una volta a convincerla a rivelare quella bellissima notizia alla sua famiglia, ma lei era stata irremovibile. Voleva che i suoi genitori si godessero al massimo il matrimonio di suo fratello e di sua cognata. Era anche nervoso, perché sentiva che Marianna non stava riuscendo a confidarsi con lui, come avrebbe voluto, e in più il trasloco stava andando molto a rilento, sempre perché entrambi volevano avvertire le loro famiglie di quei grandi cambiamenti nelle loro vite.
“Ultimamente mi sembra sempre più difficile capirti. Non sono mai stato così felice in vita mia, vorrei che tutti lo sapessero e non dover tenere nascosta questa cosa alle nostre famiglie … e fare tutto quello che verrà alla luce del sole. So già che sarai una mamma perfetta!”
Marianna aveva gli occhi lucidi, in quel momento le sembrava che tutte le sue paure si stessero sgretolando una ad una.
“Temo soltanto di non essere all’altezza e avrei voluto cercare un lavoro … cosa farò tutto il giorno in casa? Essere casalinga non è nella mia indole, e lo sai. Non ci riuscirei mai. Quali sicurezze riuscirei a dare a nostro figlio o a nostra figlia?”
“Non stai calcolando il fatto che io guadagni già e riuscirei ad assicurare a tutti e tre un’esistenza più che dignitosa …”
“James, ma anche io vorrei contribuire. Nella mia vita mi sono sempre data da fare, e avevo promesso a me stessa, che avrei restituito tutti i soldi che i miei genitori hanno speso per farmi studiare qui. Sono felice anche io, ma tutti questi cambiamenti mi stanno facendo girare leggermente la testa.”
“Quindi, che facciamo?” Propose James, guardandola dritto negli occhi.
“Io lo sapevo!”
Marianna e James saltarono sul posto, procurandosi un grosso spavento, in un secondo momento si accorsero che da dietro una tenda comparve la mamma di Susan, che sembrava emozionata ed euforica.
“Nonna! Che stavi facendo?! Origliavi?”
Marianna si diede una manata sulla faccia. Se nessuno riusciva a lasciarla tranquilla durante il primo trimestre, figurarsi dopo.
“E voi due mi tenevate nascosta una cosa così importante! Diventerò bisnonna, come la Regina! Sapete una notizia del genere e non mi informate! Vi rendete conto?”
James sembrava imbarazzato, intuendo solo in quel momento le reali motivazioni per le quali Marianna aveva deciso di non rivelare nulla.
“Volevamo avvisarvi dopo il matrimonio di Oliver ed Anne. Oggi è il loro giorno, e io non volevo rubare la scena alla sposa” disse Marianna, cercando di far in modo che James non litigasse con sua nonna.
“Oliver sposato e tu che aspetti un figlio! Io che divento bisnonna … James, non sai quanto sono felice. Voglio abbracciarvi entrambi!”
James si alzò e avvolse sua nonna in un lungo e caldo abbraccio, prima che Marianna le facesse promettere di non rivelare a nessuno quella bella notizia.
 
Era notte inoltrata quando i due ragazzi rientrarono nella loro casa. Marianna aveva ancora addosso la giacca di James, mentre lui con tutta la cravatta slacciata, cercava di preparare una camomilla per la ragazza. Dopo che sua nonna li aveva scoperti, Marianna aveva dovuto sopportare mille domande e altre curiosità, alle quali la donna voleva una risposta: prima su tutte era se avessero stabilito una data per il loro matrimonio, perché nella loro famiglia nessuno aveva un figlio prima di essersi sposato e non importava che lei fosse già incinta. La ragazza era rimasta turbata da quella affermazione, anche perché lei e James non ne avevano mai parlato e soprattutto lei era stata in grado di sviare sempre il discorso. James, invece, aveva reagito in modo completamente diverso.
Marianna lo guardava armeggiare al bancone della cucina, senza parlare. Quel giorno era stato ricco di emozioni e il giorno seguente lo sarebbe stato ancora di più: avevano deciso di invitare i rispettivi genitori, insieme alla nonna dei ragazzi e ad Oliver ed Anne per il pranzo, avrebbero finalmente rivelato quella grande notizia. Era ancora persa nei suoi pensieri, quando James la raggiunse sul divano. Lui, al contrario, aveva un’espressione serena.
“Domani a quest’ora il pranzo sarà passato” disse porgendole la tazza. Lei annuì pensierosa: la nonna di James le aveva posto tanti dubbi.
“Pensi ancora alle cose che ti ha detto mia nonna?” ritentò lui, non ricevendo nessuna risposta.
“Mi ha detto talmente tante cose, che adesso non saprei a quale faccenda pensare per prima” prima di sorseggiare la camomilla. Lui si mise ad osservarla, senza che lei se ne rese conto. Aveva cominciato a pensare al matrimonio da pochissimo tempo e l’idea che Marianna partorisse senza essere ufficialmente sua moglie, non gli piaceva molto. A lui erano sempre piaciute le situazioni chiare.
“Beh, domani ci tartasseranno con le domande, a qualcosa dovremo pur rispondere. Anche perché non saprei cosa dire ai tuoi genitori” rivelò James con una nota di inquietudine.
Marianna sorseggiò di nuovo la sua camomilla, prima di poggiare la tazza sul tavolino di fronte al divano.
“E a cosa non saresti in grado di rispondere?” lo incalzò lei, sempre timorosa di quello che lui avrebbe potuto dire.
“Ad esempio se tu hai intenzione di sposarmi o no” concluse lui.
Lei strabuzzò gli occhi, il battito accelerò e per poco non le mancava il respiro.
“Questa sarebbe la tua proposta?”
A lui mancò il respiro, ma le parole gli sfuggirono dalle labbra prima ancora che riuscisse a formularle.
“Direi di sì” ammise prima di veder Marianna saltagli al collo, felice.
“E’ la più brutta proposta di matrimonio che potessi farmi …” rise prima di tornare seria “ma va bene. Ci sposiamo!”
James le diede un lungo bacio al quale lei ricambiò con molto entusiasmo, prima di allontanarsi.
“Cosa c’è adesso?” domandò lui scocciato, si stava divertendo e aveva intenzione di continuare per tutta la notte visti gli ottimi risultati a cui erano giunti.
“Se vogliamo sposarci prima del parto, io non ho nessuna intenzione di aspettare di diventare grande quanto una balena!” esclamò isterica Marianna, già immaginandosi con un vestito orribile e una pancia enorme. La sua non era una gravidanza gemellare come quella di Valérie, ma non voleva sposarsi con una pancia grossa come la sua prima del parto.
James era perplesso: suo fratello ed Anne avevano impiegato all’incirca un anno per organizzare tutto il matrimonio, come avrebbero dovuto fare loro prima del parto previsto per febbraio?
“Non per ricordartelo, ma tra due settimane entri nel quarto mese. Non vorrai mica organizzare il tutto in meno di un mese?” vide Marianna sorridere, prima di alzarsi e di andare a recuperare il calendario, che lei aveva fissato vicino al frigo.
“Considerando che è il 20 di agosto, che i miei tornano a casa dopodomani, dovremmo comunicare la data domani, così possiamo avvisare amici e parenti” concluse spiccia.
James scosse la testa, felice.
“Che ne dici del 20 settembre?” propose lui, togliendosi la cravatta e aprendosi i bottoni della camicia. Marianna parve rifletterci su, prima di togliersi la giacca di James.
“E’ quando ci siamo conosciuti …”
“Lo so, mica ho proposto una data a caso!”
Marianna si avvicinò a James per dargli un bacio sulle labbra. L’idea di organizzare il loro matrimonio in un mese appena la entusiasmava parecchio.
“Dove ti vuoi sposare: qui o in Italia?”
“James, sono incinta: non posso prendere l’aereo!” disse, prima che lui le accarezzasse nuovamente la pancia.
“Magari il prossimo anno, potremmo organizzare una cerimonia in Italia. Mi sarebbe piaciuto sposarmi nella Chiesa dove si sono sposati i miei” ammise.
“Prima che riprenda a baciarti, ci sono altre questioni urgenti di cui dovremmo parlare prima di domani mattina?” le disse suadente, riprendendo ad accarezzarle un braccio, dandole baci sul collo.
“Sì, James. Ho detto a tuo fratello che lui ed Anne saranno il padrino e la madrina” James si afflosciò: perché non aveva approfittato della situazione prima che la sua fidanzata cominciasse a pianificare tutto?
“E io sono molto felice che tu glielo abbia chiesto” rispose “ma adesso vorrei tornare a baciare la mia futura moglie.”
 

Eccomi, sono tornata! 
Il capitolo era pronto da mesi, ma come al solito gli impegni quotidiani ti risucchiano tutte le energie. Mi piace molto questo capitolo, ormai mi sono affezionata a Marianna e se ripenso a quando ho cominciato a scrivere questa fanfiction, quasi mi emoziono. Che ne dite del capitolo? Non faccio promesse che non riuscirei a mantere, comunque ho già cominciato a scrivere il prossimo capitolo, che mi auguro sia l'ultimo - sempre che gli eventi non prendano una piega diversa! 
Vista l'ora, vi auguro una serena notte! 
Al prossimo capitolo, 
Angel 
 
  
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