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Autore: The_Lock    27/11/2016    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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5.3- Sonnambulo 

 

“Mammaaaa! Tyler ha portato una ragazza in cameraaaa!” disse Victor, il fratello minore di Tyler. Il rosso aprì la porta e con scatto felino saltò addosso al fratello, tappandogli la bocca e acuendo le orecchie in attesa di qualche rumore che avrebbe annunciato l'arrivo dei genitori.

“Sei morto!” ringhiò Tyler, mollando la presa sul fratello e fissandolo con furia. “Allora, Victor...” disse, cercando di resistere alla forza del fratello minore che cercava di divincolarsi.

“No! Stai infrangendo le regoleee!” disse, con un lungo belato. Lilian uscì di camera ed osservò attentamente la scena, vedendo quanto fossero impacciati entrambi i fratelli e sorridendo dolcemente nel vedere Tyler che cercava inutilmente di trovare un compromesso con Victor.

“Lilian! Una mano?” domandò Tyler, chiudendo il fratello in una mossa da lottatore. La bionda annuì e si avvicinò lentamente a Victor, fino a quando il suo volto non fu a pochi centimetri dal ragazzo.

“Ascoltami...” disse, accarezzandogli il viso “...facciamo così: tu lasci che io stia in camera di Tyler, senza fare la spia, ed io tolgo lo spinello che ho nascosto in camera tua. Altrimenti, ti consiglio di pensare ad una buona scusa, perché i tuoi genitori non crederanno mai che una canna sia comparsa così, per caso.” soffiò Lilian, velenosa come una vipera.

“Stai bluffando.” ridacchiò Victor.

“Vuoi mettermi alla prova?” domandò la bionda, guardandolo teneramente, come si guarda un povero fesso. Dopo un breve momento passato a meditare, Victor fece di no con la testa e Lilian gli diede delle piccole pacche sulla fronte, facendo segno a Tyler di lasciarlo andare.

“Ah, mettiti delle cuffie e ascolta la musica.” ordinò Lilian, ed il ragazzo, sconfitto, annuì e si chiuse in camera, mentre Tyler prendeva la bionda per mano e la portava nella sua stanza. I due iniziarono a baciarsi e crollarono sulle lenzuola, spogliandosi lentamente e godendosi il momento, creato magico da qualche tocco di classe di Tyler- ovviamente sotto la supervisione di Lydia. Candele, petali di fiori e un buon incenso alla rosa e subito i due ragazzi persero le loro coscienze in quel vortice di voluttà e sensualità.

 

“Grazie per il passaggio!” disse Kyle, reggendo con una mano il ghiaccio sulla parte posteriore della sua testa che poche ore prima aveva battuto violentemente a causa dello spintone di Skylar.

“Figurati.” rispose Sydney, frenando dolcemente poiché il semaforo era diventato rosso. “Stefano mi odia?” domandò il biondo, sorridendogli.

“Erano le sue scarpe preferite.” sorrise il moro. “Hai fatto colpo, sono sicuro.” scherzò, facendo sorridere l'amico che ingranò la prima e ripartì, impegnando l'incrocio e svoltando a destra, per poi accostare al vialetto di casa di Kyle.

And every was a gift,

and every skyline was like a

kiss upon the lips...” cantava la radio, mentre i due ragazzi continuavano a chiacchierare in macchina, noncuranti della tarda ora.

And meanwhile a man

was falling from space

and everyday I wore your face...

“Buonanotte, allora.” sorrise Kyle, dando il cinque a Sydney.

“Buonanott...” fece per rispondere l'altro, ma Sydney si bloccò, spalancando gli occhi ed impallidendo.

“Syd?”
“Cosa senti?” domandò con un filo di voce.

We openend that door

and now is all coming through...”

“Sento della musica.” mormorò Kyle, aggrottando la fronte “Perché? Tu cosa senti?” domandò.

“Voci.”

 

“Che c'è? Che c'è? CHE C'È?” urlò Tyler, afferrando il cellulare e rispondendo. Il rosso aveva provato ad ignorare le chiamate, ma quando la vibrazione iniziò a modificare l'andamento dei suoi amplessi, e quando le chiamate da due divennero quasi dodici, il rosso non ci vide più dalla rabbia, afferrò il cellulare e rispose.

“T-Tyler...” mormorò la voce di Skylar, tutta bagnata come se avesse appena pianto. “Tyler, aiutami!”

“Sky, che succede?” domandò il rosso, tappandosi un orecchio poiché la ricezione era pessima.

“N-non so dove mi trovo.” spiegò, con un sussurro.

“Cosa vuol dire? Non capisco...”
“Devo aver camminato nel sonno, non so...” pianse, trattenendosi a stento “Tyler, aiutami... C'è qualcosa che mi blocca, non riesco a muovermi.” disse, tirando su col naso.

“Dimmi cosa vedi? Riconosci il posto o qualche segnale?” domandò, alzandosi e iniziando a camminare per la camera pallido di preoccupazione.

“N-non riesco a vedere nulla. È buio. Tyler ora devo andare, ho la batteria scarica. Ti richiamo io.” disse, con voce flebile e tremante.

“Sky, aspetta! Perché stai sussurrando?” domandò “Non sento bene.”
“Perché non sono sicuro di essere solo.”

 

Tyler e Lilian arrivarono davanti casa di Skylar e per poco non furono investiti dalla macchina guidata da Sydney con ancora Kyle a bordo.

“Ragazzi, come fate a saperlo?” domandò Tyler, aggrottando la fronte.

“Non chiedere.” tagliò corto Sydney.

“Skylar mi ha chiamato. Ha detto che non sa dove si trova, deve aver camminato nel sonno o qualcuno l'ha rapito, non so.” spiegò Tyler, passandosi una mano tra i capelli.

“Che aspettate, avvisate il padre.” esordì Lilian.

“Non so se...”
“Il padre di Sky è lo sceriffo della città! Se la cosa non è soprannaturale, allora la polizia può aiutarvi, no?” spiegò, e Tyler annuì, cercando in rubrica il numero del padre di Skylar, mentre Kyle chiamava Lydia per avvisarla di quello che stava accadendo.

Sydney si avvicinò alla casa di Skylar e osservò a lungo il vetro della finestra di camera di Skylar, lasciato aperto come se il bruno fosse uscito da quel punto.

“Ok, andiamo alla stazione di polizia.” disse Tyler.

“No, qui c'è qualcosa. Lo sento.” mormorò il biondo, fissando la finestra.

“Andate, rimango io con lui.” annuì Kyle appena chiuse la chiamata con Lydia.

 

“C'è nessuno?” domandò Skylar, spegnendo il cellulare per evitare di consumare quel poco di batteria che aveva ancora a disposizione. In risposta il bruno ricevette un rantolo, poi qualcosa si mosse ed il bruno sentì una specie di respiro.

“C-chi c'è?” e nuovamente un rantolo si propagò attraverso l'aria. Skylar si impose del sangue freddo, e si mise a ragionare, non trovando altra soluzione a quella situazione se non quella di dare la maggior parte di indizi a Tyler e al resto della squadra. Per prima cosa aveva notato che la sua voce faceva eco, quindi era in un luogo chiuso, forse anche piastrellato, poi faceva freddo e non si sentivano rumori al di fuori del respiro di Skylar e del rantolo dell'altro ospite.

“Rispondimi!” urlò, riprendendo il cellulare, deciso ad accenderlo per utilizzare il flash della macchina fotografica per fare luce.

“Skyyy...laaar!” sibilò l'altro corpo, immerso nel buio. “Skyylaaar.” ripeté con più sicurezza. “Vuoi uscire, Skylar?” chiese, avvicinandosi con ciò che le orecchie di Skylar interpretarono come unghie sul pavimento. Stava arrancando, invece di camminare.

“Stammi lontano.” ringhiò Skylar, provando a generare un mulinello d'aria, ma il suo potere non rispose e Skylar si sentì per la prima volta alla mercé di qualcun altro.

“Skylaaar.” canticchiò, questa volta. Il telefono fu pronto, il ragazzo lo puntò in direzione della voce e quando vide chi aveva davanti, non riuscì a trattenere un urlo di disgusto.

 

“Questo è il tabulato della telefonata?” domandò Lydia, afferrando una copia del documento dalla scrivania del padre. Tyler annuì, e insieme a Lilian, i due guardiani si misero a rileggere la telefonata cercando qualche indizio.

“Non riesco a capire.” si arrese Lydia, sentendosi immensamente impotente in quella situazione.

“Ho provato a chiedere al cuore di rintracciarlo, come quando eravamo ad Encante, ma non lo trova da nessuna parte.” spiegò Tyler.

“Non ha senso.” mormorò Lydia, massaggiandosi le tempie, ricontrollando il tabulato per poi notare una cosa: la chiamata era stata effettuata alle 22:58. I ragazzi erano rimasti insieme fino alle 20 circa, poi Skylar si era arrabbiato ed era andato via.

“Signor Sceriffo!” urlò la rossa, e l'uomo subito comparve da dietro la porta. “Skylar è tornato per cena?” domandò lei.
“No, l'ultima volta che l'abbiamo visto ha detto che veniva a cena con voi. Sentite, apprezzo lo sforzo ma siete solo dei ragazzini, questo è un compito da adulti.” disse l'uomo, per poi chiudere la porta.

“Quanto lontano si può andare, camminando?” si chiese Lydia, volgendosi verso la cartina della città.

 

La camera di Skylar era in soqquadro totale. Vi erano vestiti ovunque, lenzuola lanciate lontane e la scrivania stracolma di fogli stropicciati e la chitarra rovesciata sul pavimento.

Artù, il cane di Skylar, si alzò dal pavimento e si avvicinò a Sydney e Kyle, annusò le mani dei due brevemente e poi tornò ad accucciarsi con aria molto malinconica. Kyle si chinò e accarezzò il cane dietro le orecchie, mentre Sydney si metteva a studiare la camera dell'amico, in cerca di qualche segnale.

“Kyle, guarda.” disse Sydney, mostrando a Kyle dei segni di graffi sul muro, vicino a dove era poggiato il cuscino di Skylar.

“Senti qualcosa?” domandò il moro, e il biondo fece di no.

“Ho... ho la sensazione che qui ci sia qualcosa ma... non capisco cosa.” spiegò, passandosi una mano tra i capelli.

“Ehi, calmati. L'Oracolo ha detto che il tuo potere non si attivava a piacere, quindi non prendertela.” disse Kyle, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Allora che senso ha?” domandò il biondo, sedendosi sul materasso.

“Non lo so ma se senti qualcosa, vale la pena cercare.” sorrise Kyle, mettendosi a sistemare le carte sulla scrivania, cercando di trovare messaggi nascosti o ricorrenti, ma nulla appariva utile alla ricerca. Erano tutti appunti di scuola, e ben presto Kyle abbandonò la ricerca, focalizzandosi sulla chitarra abbandonata sul pavimento.

“Ti ricordi com'era felice Sky quando gli abbiamo regalato questa?” domandò il moro, sfiorando la chitarra e pizzicandone una corda. Subito, le orecchie di Sydney captarono dei sussurri misti alla musica, ed il ragazzo scattò in piedi, avvicinandosi a Kyle.

“Rifallo.” disse il biondo, e Kyle obbedì, prese una corda con pollice e indice, la tese e la lasciò andare. Sydney si piegò porgendo l'orecchio allo strumento, mentre infiniti sussurri appartenenti a diverse voci lo guidavano in una direzione.

“So dove si trova.” mormorò il biondo.

“Dove?”
“Alla vecchia acciaieria.”

 

Skylar cercò di allontanarsi, ma potendo contare solo sulle sue braccia- le gambe erano bloccate da qualcosa di freddo e metallico -non riuscì a fare molti metri prima di arrendersi. Ciò che vedeva davanti a sé lo spaventava più di mille vampiri ed encantados: era una copia perfetta del suo corpo che camminava, parlava e respirava. Skylar si trovava faccia a faccia con se stesso, ma un sé diverso poiché gli occhi erano completamente neri, sclerotica compresa, e la voce era fredda e grottesca.

“Mi devo svegliare mi devo svegliare mi devo svegliare...” mormorò a denti stretti, serrando gli occhi, ma sentì la presenza dell'altro Skylar a cinque centimetri dal volto, così freddo e perfetto che sembrava inumano.

“Dimmi, Skylar. Pensi ancora che questo sia un sogno?” domandò, afferrandogli il volto con le sue mani gelide.

“Apri la porta, Sky! APRILA!”

 

Tyler, Lydia e Lilian- dopo aver ricevuto la chiamata di Kyle che spiegava loro l'indicazione che aveva ricevuto da Sydney -uscirono dalla stazione di polizia e corsero per la strada, cercando un anfratto in cui usare il Cuore senza essere visti.

“Sydney come fa a sapere dove si trova?” domandò Lilian, correndo insieme ai ragazzi.

“Ha un nuovo potere. Molto complicato.” spiegò Tyler. I tre si infilarono in un vicolo, ma ecco che tutti i lampioni iniziarono a spegnersi, uno dopo l'altro, come se le lampadine venissero fatte esplodere da un cecchino.

“Che diavolo...?” mormorò Lydia, osservando il fenomeno.

“Non proprio il diavolo.” disse Ophelia, comparendo dietro di loro con tre Trickster: la Volpe, il Camaleonte e la Scimmia.

“Senti, non abbiamo tempo per stare dietro i tuoi giochetti.” sbottò Tyler.

“Lo so che non avete tempo, guardiani. Quindi, fatevi un favore e non opponete resistenza.” disse, mentre i Trickster si avvicinavano a loro con la loro solita faccia imperturbabile nascosta dietro la maschera animalesca, ma Tyler e Lydia presero una posizione da combattimento, facendo intuire di essere ben poco disposti a farsi perquisire l'anima.

“Avete già perso.” mormorò Ophelia, e i Trickster partirono all'attacco.

 

Sydney parcheggiò la macchina alla bene e meglio e scese dal veicolo insieme a Kyle senza neanche curare di spegnere il motore. La vecchia acciaieria era stata costruita alla fine del 1800 e fu chiusa un secolo dopo a causa di un devastante incendio che aveva mietuto molte vittime tra operai e impiegati. Si diceva che quel posto fosse maledetto, o comunque infestato, a causa della sofferenza ancora impressa tra quelle mura.

“Kyle...” ansimò Sydney, afferrando di colpo la mano del moro a causa di un forte giramento di testa.

“Ehi, tutto ok?”
“Non mi piace questo posto.” spiegò, respirando affannosamente con le mani sulle ginocchia.

“Aspettami qui.” disse il moro, vedendo che Sydney peggiorava invece di migliorare.

“No, ce la faccio.” disse, rimettendosi in piedi e percorrendo il sentiero brullo che conduceva all'entrata. Kyle aprì il grosso portone arrugginito e creò due fiamme fluttuanti che potessero illuminare il posto, ma più andavano avanti, più Sydney respirava affannosamente, arrivando persino a tapparsi le orecchie per i troppi sussurri che sentiva.

“Syd, vai via, davvero. Ci penso io.” spiegò.

“No, voglio... capire...” rispose, appoggiandosi ad una parete. I sussurri crescevano, adesso mista ad urla di dolore o rabbia che facevano sussultare il biondo che, man mano, sentiva di essere circondato da quelle sensazioni. Era quasi sul punto di svenire, quando le voci si bloccarono all'improvviso ed il biondo tese l'orecchio per captare qualcosa.

“Stanno arrivando.” disse una voce, ed il biondo ripeté la frase a Kyle.

“Chi?” domandò il moro, e subito dopo il Corvo e la Lepre comparvero nell'acciaieria.

 

  
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