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Autore: Lunatica_ro_564    27/11/2016    0 recensioni
"E poi c'è la notte. C'è chi fa l'amore, chi legge un libro e chi resta sveglio a pensare"
È una raccolta di storie scritte o pubblicate alle 4 a.m. perché alle 4 di mattina il mondo ancora dorme ma chi é sveglio oscilla tra 'già' e 'ancora'. Alle 4 di mattina si fanno le migliori conversazioni, si ascoltano le più sincere confessioni e ci si ferma a pensare.
1. sconosciuti
2. vodka alla pesca
3. drug
4. body
5. old life
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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18/06/2015 h 03:56
 

we are the new Americana


Era seduta su quella panchina ormai da tanto. O da poco. Non sapeva più dirlo con certezza, anzi di certezze non ne aveva più.
Tutto accaduto in un colpo, un batter di ciglia e la vita buttata al vento.
Però, lei in fondo lo sapeva, ma lo negava sempre e con un non piccolo senso di colpa. Ora, alle 4:00 di mattina ,seduta su una panchina logorata dal tempo, in un parco silenzioso, i ricordi stavano tornando a galla.

Dal giorno in cui sua madre morì suo fratello cambiò radicalmente. Dal ragazzo simpatico e gioviale quale era, diventò un arrogante copia del suo passato.
Le erano giunte delle voci, che suo fratello fosse un ladro professionista e brutale, che era entrato in un giro dal quale non si può uscire e che compieva sforzi sovrumani. Grazie alla droga.
Lo stesso ragazzino che qualche mese prima non riusciva a distinguere il detersivo dei piatti dall'ammorbidente per la lavatrice.
Eppure lei lo sapeva, ma non perché qualcuno glielo aveva detto,no... Semplicemente perché era suo fratello e certe cose lei le capiva con un solo sguardo.
Ecco un'altra cosa che era cambiata. Diego, il fratello, non alzava più gli occhi, non permetteva a nessuno di incrociare il suo sguardo, nemmeno alla sorella. Soprattutto alla sorella. Perché lui si vergognava di chi era diventato, ma molto più della sua debolezza nel non riuscire a starne fuori.
A lei mancavano quegli occhi celesti, così profondi che non si stancava mai di guardare, così trasparenti che leggeva l'anima del fratello in essi.
In pochi mesi erano diventati due sconosciuti che abitavano sotto lo stesso tetto.
E lei lo sapeva, e cercava di andare avanti come meglio poteva. I debiti, le bollette, i pagamenti in ritardo, la spesa e le faccende domestiche: tutto era stato messo sulle sue spalle, ma lei non ce la faceva più.

In un impeto di rabbia urlò tenendo una mano all'altezza del cuore, aggrappandosi all'unica cosa che la costringeva a vivere ancora.
Non si mosse nulla in quel quadro perfetto scattato alle 4:00 di mattina nella periferia mal ridotta di una città troppo grande per accorgersene. Nulla si spostò nemmeno di un centimetro da quella foto dipinta a mano di un paesaggio devastato alle 4:00 di mattina.
Solo un dettaglio stonava. Era lei. Con le lacrime che le rigavano il volto, l'espressione frustrata, come se il dolore fosse fisico, e la mano ancorata al cuore. L'unico organo che sarebbe dovuto essere spezzato, rotto, ma ancora funzionava.

Era successo la sera primaO meglio dire la mattina prima
Diego era rientrato alle 4:00, tardi come suo solitoma aveva una brutta ceraEra pallido e gli occhi iniettati di sangue non miglioravano il suo aspettoAveva comprato la roba da uno sconosciuto nello stesso parco dovea distanza di ventiquattro ore lei era seduta a piangereNon era quella che prendeva di solitose ne accorse dall'odoreMa non aveva importanza per luiNon più ormai...
Infilò l'ago nella vena e permette sullo stantuffo.
Entrò subito in casa, voleva vedere il viso della sorella per l'ultima volta prima di raggiungere la madre.
Lei corse da lui e lo trascinò in bagnodove con una pezza bagnata cercò di assorbire i suoi doloriinvano.
Lei iniziò a piangere mentre chiamava l'ambulanza che arrivò troppo tardi.
Metre parlava al fratello per non fargli chiudere gli occhi lui sorrideva beatocome non l'aveva visto da mesi.
Poi Diego alzò la testa poggiata sulle ginocchia della sorellaseduta sul freddo pavimentoLa guardò a lungoE non abbassò lo sguardo.
Per la prima volta dopo un tempo troppo lungo i loro occhi s'incorciarono ancora e quel legame di sangue che gli univa dalla nascita avvicinò le loro animema quella del ragazzo stava lentamente scivolando via.
"Mayahai gli occhi della mammadisse Diego con un sorriso prima di chiudere gli occhi e raggiungere il luogo dal quale nessuno sarebbe mai potuto fuggire.

In quella fresca mattinata di agosto, alle 4:00 di mattina Maya alzò gli occhi al cielo. La luce stava iniziando a rischiarare il verde del parco, ma era ancora scuro abbastanza da poter individuare due stelle vicine e luminose che catturarono la sua attenzione. Erano suo fratello e sua madre. La stavano aspettando, ma non c'era fretta. Avevano tutta l'eternità davanti.
E in quel momento Maya seppe di dover lottare. Doveva continuare per loro.
Quindi si alzò dalla panchina di legno ormai marcio, alzò ancora una volta gli occhi al cielo e mandò un bacio alle due persone più importanti che non aveva.
Poi si girò e si incamminò con le mani nelle tasche verso casa.

  
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