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Autore: Giorgiasimic    28/11/2016    2 recensioni
[Eldarya]
[Eldarya][Eldarya]Una nuova Fanfiction su Nevra
Le stava simpatica l’umana, era ostinata e testarda come lui. Eppure Nevra aveva accettato la sua natura mentre lei continuava a non accettare che fosse una mezza Faery.
Lui era un cacciatore e lei una preda, sarebbe stato facile gustare quella facile vittoria eppure non lo fece.
Elsa era stata scelta dalla Dea del cristallo e quindi era stato obbligato a proteggerla ma i suoi istinti animali si contrastavano con il suo senso del dovere.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da circa tre ore che vagava per i boschi, ma di lei non c’era traccia. Il freddo pungente insieme alla stanchezza lo stavano sfinendo, ma non si sarebbe fermato a riposare prima doveva trovarla ovunque lei fosse.

La luna era coperta dalle nuvole, costringendo Nevra ad usare i suoi sensi da vampiro, ma il forte vento l’impediva di seguire l’odore di Elsa. Decise di tornare nel luogo esatto dove Valkyon aveva affrontato i blackdogs, l’odore del sangue era sgradevole e pungente. Decise di guardare la strada opposta a quella percorsa durante la fuga da Valkyon e in lontananza riuscì a sentire un odore dolce, rincuorato corse verso la fragranza ma quando arrivò trovò solo sangue e brandelli di vestiti.
Nevra pensò che quel posto era ancora più macabro del primo, prese tra le dita un pezzo di stoffa e l’odorò: era di Elsa.
Gli odori erano troppo forti e contrastanti, e il profumo della fanciulla era così debole che lui a fatica lo sentiva, dopo qualche istante notò delle piccole gocce di sangue che formavano una striscia sull’erba, la seguì.
Dopo trenta minuti di camminata vide una piccola grotta, il profumo si fece più intenso. Doveva essere li.
La grotta era fredda e umida tanto da rendere il respiro faticoso al vampiro, entrò più in profondità e trovò la maglietta di Elsa zuppa di sangue. Nevra capì subito perché Elsa aveva nascosto lì i suoi indumenti, voleva depistare i suoi assalitori dandoli false piste.
Ripensò a il giorno che gli aveva spiegato i metodi di sopravvivenza, lei sembrava distratta eppure stava mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Se Elsa aveva ascoltato tutta la sua spiegazione non doveva essere lontana dalla grotta. Nevra cercò dei varchi del terreno riparati ma non trovò niente, fino a quando in lontananza vide un ciliegio e ricordò le sue parole: “i ciliegi sono gli unici alberi a confondere gli odori degli animali”, corse verso l’albero e vide un apertura nel tronco, era lì, lei era li.
Nevra si inginocchiò davanti a Elsa, era tutta sporca di sangue e terra, aveva diversi graffi e ferite. Cercò di chiamarla e di scuoterla ma lei non rispondeva, il colorito della pelle era così pallido che Nevra ebbe paura che fosse morta ma riusciva a sentire il respiro debole dell’umana.
Voleva vederli le ferite ma come le toccò la pelle la sentì fredda come il marmo, aveva poco tempo per salvarla.
Li sollevò la canottiera e vide un profondo taglio sulla pancia che continuava a sanguinare, sapeva che la saliva di vampiro aveva il potere di fermare l’emorragia per qualche minuto ma c’era il pericolo che lui perdesse il controllo di se e diventare il suo carnefice.
Non aveva scelta, si chino sul ventre di Elsa e sfiorò con la lingua la ferita, il sangue umano era una prelibatezza, ne voleva altro, ma qualcosa lo fermò, qualcosa dentro di se gli aveva impedito di andare oltre. Si tolse la giacca e la prese tra le braccia, la sentiva tremare.
Durante tutto il tragitto fece attenzione a non fare movimenti troppo bruschi e a non farle altro +male, ormai anche lui era allo stremo delle forze, quando stava per cedere alla stanchezza Nevra vide in lontananza il palazzo.
Entrò nel salone e urlò << Aiuto!! >> tutti i presenti si girarono, aiutarono Nevra a portare Elsa in infermeria, l’adagiarono sul lettino e quando l’infermiera finì di visitare Elsa guardò Nevra e sconsolata li disse: << si rimetterà, è stata fortunata a essere stata trovata da te >> Nevra guardò l’infermiera e prima di andare da Elsa le disse: << No, io sono stato fortunato a trovarla >>.

 

Rimase tre giorni accanto a lei, giorno e notte, aveva perso anche la classifica del mese e alle richieste di Alajéa di stare un po’ con lei Nevra si era inviperito cacciandola via. Nessuno doveva allontanarlo da Elsa.
Riposava su una sedia accanto al letto dell’umana quando Alajéa entrò nell’infermeria: << Nevra dobbiamo parlare >> Nevra aprì gli occhi e la fissò senza dire una parola. << Dammi solo cinque minuti, me lo devi >>
Nevra si alzò e uscì dalla stanza sospirò e disse: << Allora? >>
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<< Non ho tempo per gli inconvenevoli >>
<< La ami? >> 
Nevra guardò Alajéa << buona fortuna Alajéa >> e tornò a sedersi vicino ad Elsa.

 

I raggi del sole filtravano attraverso la finestra illuminando la stanza, sbattè più volte le palpebre per cercare di mettere a fuoco la stanza. La testa le faceva male e ci mise diversi minuti per capire dove si trovava, si guardò sulla destra e vide Nevra addormentato su una sedia.

Nevra si svegliò, guardò Elsa sorriderli e si alzò di scatto dalla sedia per avvicinarsi meglio al lettino, le toccò la mano e gli sorrise.
<< Che ci faccio qui? >> sussurrò
<< Non dovresti affaticarti, ti spiegheremo tutto quando starai meglio >>

Le si avvicinò e le diede un casto bacio sulla fronte e le disse: << Ora non mi scappi più >>.

   
 
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