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Autore: LarkaFenrir    28/11/2016    2 recensioni
Brevi racconti horror
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi svegliai all'alba, il petto attraversato da una fitta d'inquietudine.
Scandagliai con sguardo lievemente assonnato le assi di legno del pavimento, per capire dove avessi lasciato le pantofole; presi dal gancio vicino alla porta la vestaglia blu notte, la mia preferita, e scesi con passo nervoso le scale.
Feci solo una breve sosta in cucina, giusto per mettere a bollire l'acqua per il tè, ed uscii nell'aria frizzante degli ultimi di settembre. Il cielo si stava lievemente rischiarando, ad est, il pizzicore dell'aria di primo mattino si insinuava nelle narici, i suoni della natura mi scaldavano il cuore...

Non mi basta.

Sapevo che per trovare il mio personale equilibrio interiore avrei dovuto far visita al mio giardino privato.



Il mio giardino... così ricco, vario, amato! Forse sono un po' possessivo nei suoi confronti... pensai mentre mi sfilavo la chiave dal collo, necessaria per accedere al cortile sul retro. No, in fin dei conti, ne sono il custode. Dipende da me... ne sono responsabile.
Mi avviai con passo deciso, mentre alcuni ciuffi d'erba scricchiolavano, calpestati al mio passaggio; ero ansioso di vedere coi miei occhi che ci fosse ancora, che stesse bene...
Vedete, un giardino come il mio non lo trovereste in tutta l'Inghilterra... oserei dire in tutto il mondo. Sono un avido collezionista: i fiori più rari, più belli, provenienti dagli angoli più remoti dei continenti, li potreste osservare proprio qui.
Capite ora la mia gelosia? La mia ansia? Se qualcuno venisse a curiosare qui, a casa mia, sicuramente verrebbe preso da un'invidia così accecante, che cercherebbe di portarmelo via... no, non voglio nemmeno pensarci!!



La tragedia era già stata sfiorata una settimana fa. Un ficcanaso si era spinto fino a casa mia, cominciando a fare domande. Peggio, molto peggio: chiedendo di vederlo. Non seppi mai il reale motivo che l'aveva spinto fino alla soglia di casa mia... si capiva già dalla prima occhiata che quell'uomo non era un esperto. Da quel giorno l'ansia non aveva fatto altro che crescere.
Un brivido mi scosse nel profondo. Come aveva fatto a venirne a conoscenza? Che cosa voleva fargli? Doveva rimanere al sicuro, nascosto, protetto... puro. Nessuno avrebbe mai dovuto mettere piede oltre l'uscio verniciato di fresco. È il mio nirvana personale.



Feci scattare lentamente la serratura, per godermi ogni istante di iniziale beatitudine. Quando finalmente socchiusi il battente, senza il minimo rumore, mi concessi un respiro leggermente più profondo.

Tutto è in ordine.

Entrai e accostai la porta dietro di me; poi attraversai le varie zone, sorridendo. Erano meticolosamente suddivise in base all'origine dei semi: Europa, Asia, Africa, Americhe, Oceania...

Trovare delle specie così rare non è stata certo una passeggiata... ricordai i modi in cui mi ero procurato quelle bellezze. Illegali, per lo più.

È stato necessario. Un giorno sboccerete.

Un altro sguardo alla terra spoglia, lievemente bagnata dalla rugiada. Quanto avrei voluto godere subito di quella visione... ma anche quello faceva parte del gioco. L'attesa, le aspettative, l'immaginazione... la fede che avevo riposto in ognuno di voi.

Da semi così lucenti, non può che nascere un'autentica meraviglia.



A volte il pensiero di quanto fossi egoista mi attraversava, dico davvero. Eppure la maggior parte non capirebbe... o peggio, ne resterebbe affascinata. Allora sarebbe proprio la fine.

Non posso lasciare che vi portino via...

Un improvviso groppo in gola, al solo pensiero; la solitudine, la tristezza, il dolore... cercai di liberarmene. Non era quello il luogo, non potevo permettermelo. No, non qui. Quello era un angolo di pace, di quiete; il mondo bastardo era fuori, ma lì, lì tutto era diverso... la tranquillità, la purezza, la santità di quel luogo...

Peccato solo doverla contaminare con le loro angeliche urla.

 


I pensieri del protagonista non mi appartengono.
*sguardo preoccupato*

~Larka

   
 
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