3. Routine.
Quinto giorno della settimana, si avvicina il weekend.
Mi alzo faticosamente cercando di spegnere la sveglia il prima possibile. Mi preparo in fretta, lavandomi e vestendomi, per poi afferrare dei biscotti da mangiare per strada.
Cammino sul marciapiede malamente asfaltato evitando le crepe- stranamente non le ho notate i giorni precedenti ed è una cosa preoccupante: io noto sempre tutto. Sono attento ai particolari, faccio ogni cosa con una precisione maniacale. Forse sto perdendo colpi; ultimamente c'è qualcosa di strano, qualcosa che non va in me.
Passo una mano tra i miei capelli, come sempre, e provo a specchiarmi nella pozzanghera al lato del marciapiede: si è prosciugata ma il tempo è leggermente nuvoloso. Se pioverà so ricreerà nuovamente.
Prima di entrare faccio un respiro profondo e mi aggiusto il cappotto.
Entro.
Inizio a lavorare con i miei colleghi. È bello stare con loro.
Tornato a casa, accendo la TV, per compagnia. Il canale è sempre quello; ma la voce della donna non c'è più; oggi c'è un uomo a leggere le notizie.
Apro il cassetto delle posate e le prendo apparecchiando la tavola ponendole sul tovagliolo, per poi prendere anche un bicchiere.
Le metto sul tavolo, dove c'è già un piatto con la carne, e un po' di insalata.
Mangio.
Mi spoglio.
Vado a dormire.