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Autore: Magica Emy    28/11/2016    1 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Non le permetterò di separarci di nuovo, piccolo, te lo prometto. È con me che devi restare.

Gli sussurrò guardandolo con tenerezza attraverso lo specchietto retrovisore mentre ingranava la marcia, continuando ad avanzare senza sapere bene dove andare. Ma non importava, qualunque posto sarebbe andato bene per loro, e se erano insieme nient’altro avrebbe avuto importanza. La testa però cominciava fastidiosamente a ronzargli e le mani, sudate e tremanti, che ormai stentava a tenere ben salde sul volante non gli facilitavano certo le cose. Perché permetteva ai suoi nervi di prendere il sopravvento su di lui? Doveva restare calmo e lucido, era questo ciò che non faceva che ripetersi, ma chissà perché la cosa pareva non funzionare più. Non adesso che si stava allontanando. Oh, ma lo sapeva, conosceva bene il motivo di tanta agitazione. Solo che non lo avrebbe mai ammesso neppure a se stesso. No, non lo avrebbe mai fatto, perché ciò che stava portando avanti non era un rapimento. Non avrebbe mai rapito Douglas, si stava solo riprendendo quello che era suo. Quello che mai nessuno avrebbe più potuto strappargli ormai, tantomeno lei. Ma stavano fuggendo, sì, stavano fuggendo, e comunque la mettesse niente sarebbe servito a cambiare quella sconcertante verità. Fu allora che se ne accorse. Un’auto bianca lo raggiunse ben presto e arrancando lo marcò stretto, affiancandolo con decisione. Un’auto che purtroppo conosceva fin troppo bene.

- Christian, fermati immediatamente! Che cosa credi di fare?

Gli gridò Johanna dal finestrino ma lui scosse la testa con un sorriso beffardo, gli occhi ancora incollati sulla strada.

- Non cercare di fermarmi, tanto non ti servirà a niente!

Replicò, mostrando una calma che di certo era ben lontano dal provare.  

- Accosta ho detto e, bada, non ho alcuna intenzione di ripeterlo un’altra volta! Non puoi portare via il bambino, ti rendi conto che non ha assolutamente senso? Per l’amor del cielo, sei forse uscito di senno?

- Non mi terrai lontano da lui, non più, non te lo permetterò stavolta!

- Ti prego Christian, cerca di ragionare!

- No, sono fuori di testa e le persone come me sono incapaci di ragionare! Lo hai detto tu stessa, ricordi? E hai anche detto un mucchio di altre cose…

Qualunque cosa stesse per aggiungere fu costretto a interrompersi poiché, con un unico balzo deciso la macchina si arrestò di colpo in mezzo al nulla, lasciandolo basito per un attimo prima che si rendesse conto di ciò che era realmente successo.

- Non è possibile cazzo, è finita la benzina!

Esclamò furioso, picchiando forte le mani sul volante fin quasi a farsi male. Si voltò verso suo figlio che visibilmente agitato si guardava ora intorno con aria spaesata, e quando tornò a sbirciare il finestrino vide l’americana correre verso di loro mentre con le lacrime agli occhi si affrettava a spalancare la portiera per stringere a sé il bambino.

- Grazie al cielo stai bene, tesoro, ero così in ansia! Ora sei al sicuro, la tua mamma è qui con te piccolo mio, e non ti lascerà mai più.

Ormai completamente arreso e pronto, suo malgrado a fare marcia indietro, a Christian non restò altro da fare che continuare a guardarli in religioso silenzio per un tempo che gli parve interminabile. Almeno finchè non accade qualcosa di inaspettato, qualcosa che li lasciò entrambi a bocca aperta.

- Papà!

La voce di Douglas, così chiara e forte si insinuò all’improvviso tra loro, facendoli sobbalzare per lo stupore e il ragazzo, sopraffatto da un’incontenibile emozione non seppe far altro che scoppiare in un pianto dirotto prima che Johanna, totalmente presa alla sprovvista si avvicinasse lentamente a lui, sedendogli vicino e mettendogli il bambino tra le braccia.

- Sì amore mio, sono qui. Sono qui con te.

Mormorò singhiozzando e stringendolo a sé per cullarlo dolcemente, poi sollevò lo sguardo, specchiandosi in quegli occhi chiari che ora non potevano far altro che  guardare entrambi con orgoglio e commozione.

- Mi dispiace. Per tutto quanto, e…

- È a me che dispiace – lo interruppe, sfiorando la sua mano con una breve carezza – e mi sento così stupida per essere arrivata a tanto, anche se ho sempre saputo che con te nostro figlio sarebbe stato al sicuro. Lui ti adora e tu gli vuoi bene esattamente quanto gliene voglio io, non ho mai avuto dubbi su questo. Volevo solo punirti, farti del male perché…tu lo avevi fatto a me.

Si sporse verso di lui per asciugargli le lacrime che gli rigavano le guance e lui le accarezzò il viso mentre le sue labbra, finalmente, si increspavano in un sorriso.

- Allora adesso siamo pari.

Disse piano, poi le sfiorò le labbra con un bacio lieve e lei non si ritrasse, anzi, la vide sorridere per baciarlo poi a sua volta, indugiando a lungo sulla sua bocca prima che il bambino tra loro attirasse su di sé tutta l’attenzione, continuando a ripetere l’unica parola che aveva imparato e che ben presto sarebbe stata seguita da tante altre.

- Su, stai buono Douglas, il tuo papà e la tua mamma hanno da fare adesso, non vedi?

Scherzò, incrociando nuovamente lo sguardo di Johanna per strizzarle l’occhio con fare giocoso, facendola scoppiare a ridere.

- Ti amo. Non ho mai smesso di farlo.

Disse poi tornando serio e lei gli strinse le mani, chinandosi a baciare la testa del loro  bambino e poi di nuovo le sue labbra, più a lungo stavolta, fin quasi a togliergli il respiro.

- Anch’io ti amo, mio Cri Cri adorato.

Rispose, stringendoli entrambi in un forte abbraccio.

 

Fine.

 

 

   
 
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