Con un grugnito di sollievo, Makoto si lascia andare e rotola dall’altra parte del materasso gonfiabile, ansimando come se avesse appena corso una maratona. Si passa una mano sulla fronte, tamponando il sudore e cercando di schiarirsi la mente dalle nebbie dell’orgasmo.
Totalmente imperturbabile, Haruka, al suo fianco, si mette seduto come se non fosse appena reduce dal quinto orgasmo di fila. Afferra la cartina che è scivolata sul fondo della barca, la studia per qualche secondo, poi prende un pennarello e lo stappa.
Makoto sbarra gli occhi, terrorizzato.
Haruka traccia una X nera proprio in prossimità del luogo in cui si trovano. Mentre richiude il pennarello e lo abbandona in un angolo, l’indice inizia a scorrere verso nord, seguendo l’andamento del fiume, verso…
Makoto vorrebbe urlare. Alzarsi, gettarsi in acqua e tornare a nuoto in Giappone. Lasciare il proprio fidanzato, lì, su due piedi, e tentare che non possono andare avanti così. Anche lui ha dei limiti. Che almeno gli conceda un periodo refrattario più lungo, porca miseria, non ha più quindici anni e i funghetti allucinati del cloro di Iwatobi (purtroppo per lui, sono finiti quindici soste fa).
E invece, come sempre resta lì, imbambolato.
-Lago Nipigon- annuncia Haru, puntando il dito sulla mappa –Voglio andare a farlo lì. Ma prima…- e finalmente la sua attenzione si allontana dai profili del Canada per tornare su quelli del suo uomo. Per guardarlo con occhi pieni di desiderio. Torbido desiderio.
Liquido desiderio.
Rassegnato, Makoto soffoca le proteste del proprio Orca-jr e si alza in piedi, prendendo il proprio fidanzato tra le proprie braccia muscolose… e gettarsi con lui nelle gelide acque di un lago canadese di cui ha scordato il nome.
 
Il telefono trilla in piena notte. Mugugnando, Rin emerge dalle coperte, per afferrarlo con una sequela di imprecazioni degne del miglior scaricatore di porto e controllare chi diavolo è che stia rompendo le palle a quell’ora infame.
Un attimo dopo Sosuke viene svegliato da un urlo belluino e da un tornado umano che lo fa rotolare giù dal letto.
-Cos… che diavolo succede?- tenta di chiedere, prima che il suo adorabile fidanzato gli assesti una ciabattata in faccia (per sbaglio, assolutamente per sbaglio).
-FAI LE VALIGIE- strilla Rin, prendendo la borsa dall’armadio e iniziando a buttar dentro alla rinfusa tutto quello che trova –NON POSSO PERMETTERE AD HARUKA DI BATTERMI. CE NE ANDIAMO IN RUSSIA-
E fu così che Sosuke, ancora mezzo rincoglionito dall’alzataccia e dalla ciabattata, si ritrovò ad imbarcarsi alle quattro del mattino su un volo Sidney-San Pietroburgo, pronto per un lungo, lunghissimo tour molto… bollente… di tutti i laghi della Grande Madre Russia.