Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Anna_96    29/11/2016    0 recensioni
Com'era la vita di Romeo e Giulietta prima di conoscersi? A quale persona avrebbero affidato la vita e da quale, invece, avrebbero fatto meglio a stare lontani?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Verona, 16 agosto 1596: -Dimmi che non è vero!- la porta della camera di Giulietta si spalanca all’improvviso e Tebaldo entra come una furia, senza bussare. Lei non si stupisce della collera del cugino, in fondo se la aspettava, voltando le spalle allo specchio in cui stava rimirando i capelli appena spazzolati, lo guarda stanca di dover litigare sempre con tutti, le spalle basse e gli occhi spenti, infine annuisce –E’ tutto vero, Tebaldo! Mi dispiace!- il ragazzo si volta nuovamente verso la porta e trovandola ancora aperta, si affretta a richiuderla, poi abbassa la voce, timoroso che qualcuno possa sentire la loro discussione, tuttavia il sibilo che fuoriesce dalle sue labbra è quasi più letale della lama di una spada –Ma cosa sarebbe questa storia che vuoi sposare Romeo Montecchi? Eh? Ti è andato di volta il cervello? Tuo padre non te lo permetterà mai!- le dice spietato, sorridendo in maniera sadica, vorrebbe dirle che neanche lui lo permetterà mai ma sa che la farebbe infuriare e Tebaldo non vuole far infuriare Giulietta, vuole solo farla desistere. Sua cugina si alza in piedi e lo fronteggia, scuote la testa –Tu, tutti voi, non potete capire, io lo amo!- Tebaldo sente un morso al cuore –Tu…tu…lo ami?- lei annuisce, seria. -Ma come può essere, Giulietta, perché?- i suoi occhi azzurri, così simili a quelli del bambino che voleva proteggere la cuginetta otto anni prima, eppure così diversi, più maturi, gli occhi di un uomo, si fanno lucidi –Non puoi dire sul serio, andiamo!- Giulietta si sente stringere il cuore di fronte alla tristezza di Tebaldo, in fondo è sempre la stessa bambina che otto anni prima non sopportava vederlo soffrire, e non lo sopporta nemmeno adesso –Mi dispiace, Tebaldo, davvero, non so come sia potuto succedere, è successo e basta, io lo amo!- ribadisce, lui distoglie lo sguardo, un lampo d’ira negli occhi chiari –Non puoi fare questo ai tuoi genitori!- le dice quando in realtà vorrebbe dirle che non può fare questo a lui ma forse Giulietta lo capisce lo stesso, apre le braccia –Tebaldo, smettiamola di litigare, vieni!- gli sussurra dolcemente, e come il leone che di fronte alla purezza della colomba perde tutta la sua baldanza e diventa più mansueto di un cucciolo, così Tebaldo lascia cadere in pezzi la sua rabbia e si rifugia tra le braccia di sua cugina, disperato e malato d’amore, quell’amore che fin da piccolo ha sognato per loro due e che ora vede scivolare via come sabbia tra le dita. Un sorriso amaro gli increspa il viso mentre si bea delle mani di Giulietta che teneramente gli carezzano la nuca e risalgono su, fino all’attaccatura dei capelli cortissimi –E pensare che una volta volevi sposare me!- le dice, affranto, Giulietta ride –E’ vero, avevo sei anni e stavamo giocando in giardino, lo ricordo come fosse ieri, quando ero una bambina e pensavo ad un principe azzurro, non riuscivo ad immaginarlo diverso da te, in fondo sarai sempre il mio modello preferito di gentiluomo!- anche lui ride, malgrado tutto –Sei proprio sicura di amarlo?- e vorrebbe disperatamente una risposta diversa da quella che gli arriva –Sì Tebaldo, sono proprio sicura!- il ragazzo si sente morire, si allontana da lei come scottato –Allora mi dispiace tanto ma dovrò andarmene dalla tua vita!- Giulietta lo guarda allarmata –Cosa? Perché?- chiede preoccupata, sapeva che prima o poi il germe della pazzia avrebbe contaminato il cervello di suo cugino, i medici lo avevano sempre detto, ma non pensava che quel momento sarebbe arrivato così presto, tanto presto da fargli dare questa risposta –Perché mi hai dannato, Giulietta, ecco perché! Non posso sopportare l’idea che qualcuno ti tenga tra le braccia al posto mio, soprattutto se quel qualcuno è un Montecchi! Dovevi essere mia, dovevi essere mia!- Tebaldo ha alzato la voce, in preda al delirio, i suoi occhi sono sgranati, accesi da una luce folle, cade in ginocchio, la testa fra le mani, in ginocchio sul tappeto persiano che lo ha visto bambino, giocare davanti al fuoco in compagnia di Giulietta… -Tebaldo, troverai una ragazza da amare e che ti ricambi, ora basta soffrire, non devi più pensare queste cose, capito? Mai più!- gli sussurra Giulietta, poi si posiziona dietro di lui e gli circonda le spalle, stringendolo forte –Mai più Tebaldo, capito? Mai più!- lui solleva la testa, piano, lentamente si volta verso di lei, la guarda con gli occhi di chi è sull’orlo del baratro e sta per saltare –Mai più Giulietta, te lo prometto, mai più! Anzi farò qualcosa di meglio, farò in modo di poter essere di nuovo felice al tuo fianco!- lei gli sorride e annuisce –Esatto, bravo, così!- Tebaldo le prende il viso tra le mani, intenerito –Sarai sempre la mia bambina!- le sussurra sulle labbra, è vicinissimo, Giulietta intuisce ciò che sta per accadere ma glielo lascia fare, chiude gli occhi e lo bacia, un bacio che sa di tutta la disperazione che entrambi provano al pensiero di doversi separare per colpa della fine dell’infanzia, quando si staccano Tebaldo è più sereno, il respiro ancora affannoso ma il cuore un po’ meno sanguinante. -Vedrai Giulietta, ti stupirò!- le dice sorridendo, poi si alza in piedi e posandole un ultimo bacio, casto stavolta, sulle labbra, lascia la stanza. “Ti ucciderò, no, ti ferirò, come fa lei, la sua leggerezza tu, Romeo, pagherai!” si dice tra sé, è l’unica soluzione che vede, non c’è via d’uscita, o lui o il giovane Montecchi, deve ucciderlo, come gli hanno insegnato i suoi genitori prima di morire, se vuoi qualcosa devi prendertela con la forza perché nessuno te la darà mai di sua spontanea volontà! E così Tebaldo percorre il corridoio che lo separa dalla sua camera consapevole che non si sfugge dai propri fantasmi, non sempre…una risata crudele si propaga nell’aria e sbatte contro la porta della stanza di Giulietta…la risata di un dannato che ha trovato, finalmente, la via d’uscita dall’inferno.
   
 
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