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Autore: tempestadentroquietefuori    29/11/2016    1 recensioni
Un nuovo inizio, una nuova vita.
" Io odio i cambiamenti, ma questa volta faccio un'eccezione. "
Lei.
Sana. 16 anni. Bella, nonostante lei non ne è consapevole. Simpatica, nonostante la sua testardaggine. Spinta da un sogno ad abbandonare la propria famiglia.
" I cambiamenti sono all'ordine del giorno nella mia vita. Il cambiamento che più mi piace? Cambiare ragazza ogni giorno. "
Lui.
Akito . 18 anni. Il " badboy " della scuola. Occhi magnetici che catturano lo sguardo di qualsiasi essere, femminile e non.
E Sana ? Sarà di questa opinione ?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7:00 am 


Fisso il mio riflesso allo specchio già da quindici minuti. 
Dall'emozione mi sono svegliata alle cinque e mezzo del mattino e come risultato ? Sembro la protagonista di " The Ring ". 
Mi ci sono voluti ben dieci minuti per camuffare le mie occhiaie e il risultato? Ho una maschera al posto della faccia.
Ho cercato di rendere il mio volto quanto più naturale possibile, non mi piace essere un volto di plastica con tutto quel trucco. 
Ho applicato un filo di eye-liner nero e intensificato lo sguardo con un mascara extra-volume. 
Di solito per andare a scuola non mi  trucco oppure solo un po' di mascara, che per me è indispensabile. Oggi ho voluto essere più presentabile sia perché è il primo giorno  di scuola e sia perché è il mio primo giorno di vita qui. 
Resto imbambolata altri cinque minuti vicino allo specchio, osservando la mia figura al completo. I miei capelli di un banale rossiccio  ricadono morbidamente sul seno con delle piccole ciocche sbarazzine qua e là; osservo ciò che indosso ed è una delle cose che mi è sempre piaciuta della scuola americana: la divisa. 
È composta da una camicetta bianca e una gonnellina blu scuro. La camicetta mi calza a pennello, anche perché il mio seno non è chissà che e la mia pancia è abbastanza piatta; la gonna, forse un po' troppo corta, è davvero carina ed è abbinata a delle scarpe eleganti basse. 

7:30 am


È giunta l'ora del mio pasto preferito: la colazione. 
Scendiamo giù nella sala pranzo dell'hotel e noto che ci sono quasi tutti. 
Serena è una gran ritardataria; ecco un piccolo suo difetto. 
Ci sediamo ai primi due posti liberi e iniziamo a prendere tutto ciò che ci capita a tiro: pancake con sciroppo d'acero, latte macchiato con una spruzzatina di cacao, due cookies.
Ci vado giù pesante eh? Me lo dicono tutti, anche se non mi preoccupo tanto perché sono magra per costituzione e me lo ricordano sempre. Mi hanno sempre detto " Mangia tu che puoi ", ma mi hanno fatto sempre sentire in colpa, pur non riuscendo a non mangiare. 

Dopo finito il mio pasto, mi alzo e vado in bagno per lavare le mani e vedere se c'è ancora traccia del mio trucco. Non so se ve l'ho detto, ma quando mangio sembra che non ho mai mangiato in vita mia. 
Noto con stupore che è tutto al suo posto, tranne il lucida labbra che prontamente rimetto. Un'ultima guardata allo specchio, non pensate che io sia vanitosa, e poi esco di lì per raggiungere gli altri. 

Il pullman ha portato ognuno alla propria fermata, più o meno vicine tra di loro. Sono stata io l'ultima a scendere e alle otto e un quarto sono all'entrata dell'Atlanta international school. 
Noto che gli studenti si affrettano a raggiungere le scale dell'istituto con gran foga. 
Perfetto, sono in ritardo il primo giorno. 
Metto piede tra quelle quattro mura e vengo invasa da un ambiente del tutto diverso da quello italiano. 
Un corridoio immenso si fa strada davanti a me, armadietti ad entrambi i lati, studenti che si affrettano a prendere i libri per la prima lezione. 
Essendo nuova dovrei andare in segreteria per prendere l'orario, ma non ho la minima idea di dove si trovi. 


<< Ehm.. Scus->> 

Oh, ma grazie per avermi degnata di attenzione! 
Sembra che nessuno si accorga della mia presenza, compresa quella ragazza a cui ho tentato di chiedere indicazioni. 
Vabbè, vorrà dire che mi arrangerò da sola. 
Camminando, camminando, scorgo l'insegna " SEGRETERIA " alla mia sinistra e mi catapulto all'interno. 


<< Ehm.. Buongiorno! >> esclamo io entrando nell'ufficio.


<< Buongiorno. >> ricevo come risposta. 

Oh, almeno qualcuno conosce le buone maniere! 


<< In che cosa posso aiutarti? >> mi domanda gentilmente una signora bassina e con gli occhiali di nome Haidi ( ho letto il cartellino). 


<< Sono nuova e vorrei l'orario delle mie lezioni. >> affermo io. 


<< Nome e Cognome grazie. >> 



<< Sana Kurata. >> 



<< Un attimo solo. >> dice allontanandosi da me. 


Dopo qualche minuto mi si presenta davanti la signora di prima e mi porge un foglio con sopra i miei orari.
Essendo in enorme ritardo, la saluto e di corsa esco dalla segreteria. 


PRIMA ORA: FISICA.  


Che incubo. Proprio la materia che odio di più mi doveva capitare ? 
Salgo velocemente le scale che portano al secondo piano e con la coda dell'occhio cerco la mia classe. 
Un po' di fortuna a me: è proprio quella alla mia destra. 
Busso alla porta e dopo due secondi un " avanti " mi invita ad aprirla. 


<< È in ritardo signorina. >> afferma con un inglese impeccabile  un professore alto e robusto più o meno sulla quarantina. 


<< Si, lo so. Mi scusi tanto. Sono nuova. >> dico io imbarazzata, anche perché ho trenta paia di occhi fissi su di me. 


<< Ho notato. Il suo nome è? >> domanda inclinando il capo.


<< Sana Kurata, professore. >> 


<< Giapponese ? >> 


<< Di originisi, ma sono nata in Italia processore. >>


<< Bene, signorina Kurata, prenda posto. >>


E così faccio.
L'unico posto libero è il primo banco nella fila centrale dinanzi alla cattedra. 
Con un filo di sollievo mi rendo conto che il programma non è così tanto diverso da quello che ho lasciato. 
Più o meno avrei fatto lo stesso argomento ora a Tokyo . 
Ascolto con attenzione il professore, prendendo appunti per non tralasciare nulla. Noto che sono l'unica che lo fa, ma loro sono abituati a questa situazione, io no. 
Al suono della campanella mi alzo dalla sedia, puntando dritto alla porta e alla prossima lezione: letteratura. 
Prontamente però una mano mi blocca il braccio, facendomi fermare di colpo. 
Ruoto il busto e i miei occhi vengono attirati da un paio di occhi azzurri . 

<< Hey ciao! Sei nuova vero? Io sono Kamura. >> afferma sorridendo. 


<< Io sono Sana , piacere. Ora però devo scappare, altrimenti arrivo di nuovo in ritardo. Ciao! >> esclamo io sciogliendomi da quella presa e lasciandolo con espressione meravigliata. 


Che c'è ? Non mi dite che mi sono scontrata con classico figo della scuola a cui non si dice mai di no. 
In tal caso, poco mi importa. 
Scendo le scale con molta calma e mi dirigo al piano inferiore. 
L'aula di letteratura, da come mi hanno spiegato, è la penultima a destra, per cui con passo spedito mi avvio lì. 

Questa volta riesco a prendere almeno il secondo banco e non sono nemmeno in ritardo, a differenza di una ragazza con i capelli castani e dall'aria trasandata che ha fatto appena capolino in classe. 
Noto che mi guarda con uno sguardo " E tu chi sei? ", ma poco mi importa. 
Ciò che cattura la mia attenzione è invece il professore che sta appena varcando la porta.
Caspita! 
È vero quindi che qui i professori sono tutti dei fotomodelli. 
Il professor Smith ha poco più di ventisei anni e ha di un fascino eccezionale. 
Occhi azzurri, sorriso smagliante come quello della Mentadent, bicipiti e glutei scolpiti. Insomma, da oggi in poi ho un motivo in più per fare letteratura. 
Saluta a tutti a gran voce e si sofferma particolarmente sulla mia figura. 


<< E tu saresti ? >> domanda con quella voce spettacolare 


<< Sana Kurata, sono nuova. >> dico io ad alta voce.


<< Bene signorina Kurata, lei è arrivata giusto in tempo. >> afferma lui aprendo il registro. 


Oh, no.. Non vorrà mia interrogarmi ?!
Come se mi avesse letto nel pensiero, prende parola. 


<< No, signorina. Non voglio interrogarla. È arrivata giusto in tempo, perché oggi proporrò alla classe di partecipare ad un nuovo progetto legato a ciò che stiamo facendo. >> 


La classe di tutta risposta sbuffa, beccandosi un'occhiataccia dal prof. 
Fanno così schifo i suoi progetti ? 


<< " Shakespeare in love " si intitola il progetto. Ovviamente se parteciperete, e dovete partecipare, varrà come credito formativo. >> ci informa Smith. 


<< E in che consiste ? >> donando io guadagnandomi un'occhiataccia da parte di tutta la classe. 

<< Che c'è ?! Sono nuova! >> sbotto io, stupendo perfino il professore. 


<< Bene ,signorina, il progetto consiste in un musical, c'è quindi chi balla, chi canta, chi recita, c'è anche chi si occupa delle decorazioni e delle attrezzature. Avremo trenta giorni di tempo per completare il tutto. Le iscrizioni sono aperte. >> afferma concludendo il discorso e iniziando la lezione. 


Dopo essersi soffermato su alcuni sonetti di Shakespeare, fa delle domande generali per capire chi ha ascoltato la lezione. 
Risultato? Solo due ragazze sono state attente. La seconda sono io. 
Molta considerazione, insomma... 

Al suono della campanella, come l'ora precedente, raccolgo le mie cose, ma questa volta prima di poter alzarmi dalla sedia, la ragazza trasandata di prima si avvicina a me. 


<< Ciao, io sono Aya! >> dice sorridendomi 


<< Piacere Sana. >> dico di rimando, rispondendo al sorriso. 


<< Sei di origini giapponesi giusto ? Come mai qui? >> domanda curiosa.


<< È sempre stato il mio sogno venire in America e imparar ancor meglio la lingua. >> rispondo io semplicemente. 


<< Ah, ho capito. Conosci già qualcuno qui? >> domanda 


<< No, nessuno. >> affermo io. 

Curiosa la ragazza eh? 


<< Bene, allora considerami come tua guida! >> esclama sorridente, prendendomi la mano. 

Ancora un po' confusa, la seguo fuori dall'aula, pronta a scoprire il suo mondo. 
  
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