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Autore: lumosargento    29/11/2016    0 recensioni
Volevo fare pace con il finale di Mass effect, perché dopo tre avventure stupende, una storia d'amore nata nel primo videogioco e cresciuta nei due successivi, non potevo andarmene così. Seriamente, non poteva finire così. Ci ho sbattuto la testa per qualche giorno, e poi ho deciso di cambiare il finale... almeno il MIO finale! ...e l'unico modo che ho per farlo è scrivere.
Ho reso veramente trasparente il bambinetto dell'ultima mezz'ora e l'ho fatto scomparire :) Il crucibolo è completo, la galassia è unita e i razziatori hanno le ore contate, il resto del tempo è per me, perché diciamocelo... me lo sono meritato! Dopo 3 videogiochi, tanti personaggi fantastici, tanti dialoghi ispirati, tante emozioni, tante ricerche, tante ore con il joystick in mano, tante decisioni sofferte... me lo sono meritato!
Magari c'è qualcun altro che ha sognato un finale diverso come me... magari gli piacerebbe leggerlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Comandante Shepard Donna, IDA, Jeff Joker Moreau, Liara T'Soni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Liara non...” ma l’asari si era già lanciata oltre il portellone semi-aperto. Era l’unica a poterlo fare, lievitando a mezz’aria grazie ai poteri biotici. Non c’era tempo di atterrare, di mobilitare una navetta, di fare qualsiasi altra cosa che non fosse lanciarsi nel vuoto tra la Normandy e la cittadella. Era difficile mantenere la stabilità, ma Shepard era a un passo da lei. Le sue braccia forti ricoperte di sangue, la corazza dell’N7 di solito azzurra e splendente, ora completamente bruciata, ormai nera, come i suoi capelli corti. Il corpo martoriato che sembrava ancora più a pezzi, allungato com’era nel suo ultimo sforzo immane verso il braccio di Anderson, dove poco prima evidentemente brillava il factotum.
Liara poggiò i piedi e per poco non perse l’equilibrio. Non c’era tempo di inginocchiarsi accanto a lei per una carezza, o per un bacio, o per un semplice sguardo. Doveva...
“Liara!”.
“Abbassati di più, Jeff, non...”.
“Subito”.
Il corpo dell’asari sprigionò tutta l’energia biotica che aveva in sé, incurante della spossatezza che la sua mente provava. Non c’era tempo per pensare, il cuore doveva prendere il sopravvento. Ora Shepard aveva bisogno di lei. Sollevò il suo corpo con il campo biotico e poi con delicatezza fece scivolare le sue braccia sotto la testa e le ginocchia del comandante, per sostenerla. Non era necessario, ma quel contatto le dava forza. Aveva bisogno della sua forza, sempre. Piegò le gambe per spiccare un balzo e l’alone blu che circondava Shepard avvolse anche Liara, facendola lievitare.
La Normandy era a pochi centimetri. Dal portellone ormai completamente aperto Garrus tese la mano, dietro di lui arrivò Tali, senza maschera e con la tuta lacerata dallo scontro a fuoco di pochi minuti prima. Poi spuntò Kaidan, avvolto da un campo biotico più debole di quello di Liara ma abbastanza forte da attirare a sé il comandante. L’asari lasciò la presa a un passo dalla fregata e due braccia forti, metalliche, la trassero in salvo, strappandola dalla caduta nel vuoto. IDA attivò i comandi di chiusura del portellone e Jeff liberò i motori della Normandy.
“Traccia una nuova traiettoria per la fuga, IDA”.
“Avrai solo una chance per raggiungere il portale, Jeff. Deviare di pochi centimetri ci porterà fuori rotta”.
“Speriamo che tutte quelle calibrazioni di Garrus siano servite a qualcosa!”.
Il solito Jeff... L’equipaggio della Normandy era a pezzi, nella stiva di carico, con Shepard incosciente stesa ai loro piedi, e lui in sala comando riusciva ancora a scherzare.
“Per la Dea, Joker, portaci via da qui”.
“Agli ordini, Liara, sono sicuro che il comandante ti...”.
“Surriscalda i motori, Jeff, non avremo più un’altra occasione per un salto iperluce. È inutile preservarli”. Tali lo interruppe sul più bello. Mancavano pochi istanti al portale.
Se l’equipaggio avesse potuto osservare la scena dalla terra, avrebbe visto un enorme flusso di energia oscura inseguire una minuscola fregata, riconoscibile solo grazie all’esplosione abbagliante dei motori tirati al massimo dal miglior pilota della galassia. Avrebbe anche potuto notare una striscia di sangue rosso sfregiare il fianco sinistro, lì dove mutanti e umani avevano cercato invano di distruggersi a vicenda mentre la Normandy recuperava parte dei compagni sulla terra, poco prima della corsa finale. Avrebbe anche visto il sorriso soddisfatto di Jeff, l’istante prima del salto, l’instante prima di scomparire nell’universo sereno e sconfinato.
  
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