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Autore: incommensurabilmente    29/11/2016    0 recensioni
un piccolo diario può raccontare una storia? Ebbene sì... ma non solo una, mille, migliaia... sia la curiosità il vento nella vela del mio lettore...
"La meraviglia di un'attenzione, una parola inaspettata. Un ricordo nuovo e non più atteso, da tanto dimenticato. Perché se giri un poco una luna storta... diventa un sorriso"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A 35 anni la vita iniziava a farsi sentire anche su delle spalle come le mie, ogni sera quando mi rintanavo nella mia stanza sopra la locanda la mia testa quasi scappava... come un cavallo a cui si impone l'immobilità in box per tutta la giornata, quando lo si lascia libero poi parte al galoppo sgroppando e scalciando tutto contento...
Mi svestivo come ogni sera minuziosamente rimettendo tutto al proprio posto, ben piegato e risposto. 
Facevo preparare all'unica domestica che avevo un bagno caldo, di più nelle condizioni economiche in cui mi ritrovavo non potevo permettermi... ricordavo nella casa a New York, almeno cinque servitori per piano e la villa era immensa. 
Stanze su stanze, piene di libri e ricchezze di ogni tipo, che fosse un corno d'avorio o una statua della Grecia antica. 
Ero cresciuto immerso in quello che era stato il mondo di una volta, amavo immergermi nelle letture più disparate finché la poca luce non mi costringeva ad usare gli alti candelieri di casa Montgomery. Il rischio era però che la cera colasse sui tappeti e se succedeva sì che erano scappellotti e castigo. 
Ero sempre stato un bambino un po ribelle, sempre rinchiuso in biblioteca a voler scoprire tutto ciò che attorno vi girava... contavo di aver fatto il giro del mondo almeno cinque volte, controllavo sempre sul mappamondo intagliato che c'era al centro della sala. Nelle pause dalla lettura lo aprivo e ci trovavo la mia adorata bottiglia di latte fresco... finivo il bicchiere e con i tipici baffetti che venivano dopo aver bevuto mi rimettevo a leggere, testa china sulla carta e mente già lontana. 
L'infanzia era stata perfetta a dir poco, non avrei potuto chiedere di più. L'adolescenza era stata un attimo più problematica, la mia curiosità cresceva e non ero mai sazio di nuove esperienze. 
I primi sguardi e le prime carezze dal sapore proibito. 
le signorine gradivano ed era raro che dicessero di no, arrivarono quindi le prime farfalle nello stomaco... la pelle color carta disegnata sui libri si faceva rosea e morbida,tutta da mordere e da baciare. Le labbra lontanissime delle dame nelle novelle si facevano rosse e affamate sulla mia. 
Poche volte mi ero lasciato sfuggire l'occasione di possedere una donna... 
Poi era arrivato un periodo molto complesso nella mia vita, un'età in cui ai balli si alzava lo sguardo solo per cercare moglie e mariti ai propri figli. Mio padre mi aveva cresciuto con l'idea che sarei stato un padre di famiglia ma come ogni storia che avevo letto o sentito narrare ero libero di decidere se mi piacesse o meno. Quella la detestavo, detta infinite volte mi era venuta a noia... 
Non ne potevo davvero più...

  
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