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Autore: Stella_Potter394    30/11/2016    3 recensioni
[...]Un altro giorno, ancora. Mi chiedo ancora come abbia fatto a non diventare pazzo nelle mie condizioni, credo che se non avessi avuto una ragione per resistere, qualcosa, un pensiero, a cui aggrapparmi adesso sarei già scivolato da tanto nella pazzia o, peggio, avrei chiesto pietà e allora avrei dovuto vuotare il sacco. Solo al pensiero rabbrividivo. No, non avrei mai fatto nessuna delle due opzioni a costo di morire qui, da solo, solo per proteggerli.
Come un futuro può essere cambiato. Un intreccio di ricordi, sensazioni, sguardi e sentimenti che (spero) vi sorprenderà: è la storia di Jenna e di lui. Lui che le è sempre vicino e che deve proteggerla.
entrate e scoprirete il loro mondo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

 

Quel sogno mi lasciò una sensazione di inquietudine per i giorni a venire, tanto che avevo quasi paura di riaddormentarmi. Le parole che quella voce mi aveva rivolto continuavano a tormentarmi.

Cosa intendeva con “Ora potrò finalmente finire l'opera che ho iniziato diciannove anni fa”? Chi era quella voce?

La ragione continuava a ripetermi che era stato tutto un sogno, che non c'era motivo per preoccuparsi, ma poi mi tornavano alla mente quelle parole e il castello di carta che avevo creato con tanta pazienza veniva abbattuto.

Era troppo reale, le sensazioni che mi aveva lasciato erano reali. Inoltre chi era la luce bianca che mi aveva protetta, chi era Cameron? Ricordo che quando avevo visto che era in pericolo mi era uscito spontaneo urlare il suo nome. Come se lo conoscessi.

Man mano che il tempo passava queste domande mutarono in una sola: e se quello che sognavo in realtà non fossero mai stati sogni? Più ci pensavo e più mi convincevo che fosse così, ma in quel caso cos'erano se non dei sogni?

 

***

 

Un gemito di dolore mi scappò dalle labbra mentre cercavo di alzarmi, la mano a tenermi il fianco. Mi sentivo uno schifo. Avevo dolori ovunque ma per fortuna stavo guarendo, anche se lentamente. Quel bastardo non c'era andato giù leggero.

Ricaddi a terra con un attacco di tosse. Ero stato un tale imbecille. Come avevo fatto a credere che lui non l'avesse potuta trovare? Quando mi ero reso conto che quell'essere fosse entrato nel nostro posto e l'avevo vista lì, terrorizzata, mi si era gelato il sangue. Ero terrorizzato al pensiero che le venisse fatto del male.

Non ricordo cos'era successo dopo, so solo che attaccai con tutta la mia forza, che evidentemente non serviva a niente contro di lui visto che ebbe subito la meglio, e che la sua voce mi chiamò. Era un suono disperato, pieno di paura, così vero che quasi credetti di essermelo immaginato.

Strinsi i denti e mi appoggiai al muro per rimanere in piedi. Da quando quell'essere sapeva dove trovarla non volevo lasciarla sola, sapevo che in quelle condizioni probabilmente sarei morto appena avrei fiatato ma avevo quell'illusoria convinzione che se fossi stato lì a proteggerla avrei trovato la forza dal nulla per riuscire a farla vivere.

Lei meritava una vita felice, nonostante i precedenti con la sua famiglia, perché lei, ne ero sicuro, non sarebbe stata la causa della nostra distruzione.

 

***

 

Scesi le scale di casa con la grazia di un elefante, ero in ritardo. In tremendo ritardo.

Non avevo sentito la sveglia e mia madre e Matt oggi erano usciti presto, per cui avrei dovuto svegliarmi da sola e andare a scuola con calma ma, evidentemente, qualcosa era andato storto.

Chiusi la porta di casa con un tonfo, facendo poi girare la chiave nella serratura in tutta fretta. Se mi fossi sbrigata sarei potuta arrivare alla seconda ora.

Misi le chiavi nella cartella e cominciai a camminare a passo veloce, giusto per non sembrare una pazza furiosa.

Ero quasi arrivata alla meta quando cominciò a piovere a dirotto e alla fine fui costretta a fermarmi per ripararmi, non avendo io, nella fretta, preso l'ombrello che avevo preparato questa mattina. Con un verso di frustrazione, presi il cellulare dalla tasca e digitai velocemente un messaggio a Ronnie.

Ho fatto tardi, sono scesa ma adesso ha cominciato a piovere e non ho l'ombrello, m'inzupperei tutta... credo che tornerò a casa appena posso.

Alzai lo sguardo al cielo nero. L'intensità della pioggia stava aumentando e i nuvoloni si erano addensati e scuriti tanto da arrivare ad un colore che si avvicinava spaventosamente al nero. Rabbrividii, ma non per il freddo, piuttosto per quel brutto presentimento che avevo. Non mi piaceva per niente quel tempo, e io ero un amante della pioggia.

Il suono che mi avvisava quando ricevevo un messaggio mi distrasse dai miei pensieri.

Okay, dolcezza, vedi di non farti venire nemmeno un raffreddore, capito? Tu mi servi per sopravvivere a questa classe.

Sorrisi. Ronnie era un vero personaggio quando ci si metteva. Digitai velocemente una risposta e, col sorriso ancora sulle labbra, alzai lo sguardo davanti a me.

Per poco non mi cadde il cellulare dallo spavento.

A pochi metri da me, un uomo, sotto la pioggia, mi fissava. Non muoveva un muscolo, era come se la pioggia non ci fosse nemmeno per lui. Era vestito tutto di nero, i capelli biondi gli ricadevano sugli occhi e quando si sgranchì il collo riuscii a vederne il colore. Erano neri. Tutti neri.

Il brutto presentimento che avevo si acuì e l'idea di andarmene a casa nonostante la pioggia ad un tratto non mi sembrò tanto brutta. Feci per andarmene ma mi ritrovai, non sapevo come, a sbattere la testa contro il muro. Mi accasciai piano a terra sibilando dal dolore. Alzai lo sguardo sull'uomo e notai con orrore che si era avvicinato maggiormente. Si abbassò alla mia altezza e mi sorrise crudelmente, facendo intravedere dei denti appuntiti, ma non come quelli dei vampiri a cui ero abituata grazie alle serie TV e ai film.

<< Mi è stato ordinato di portarti da lui, bambolina. Ma mi è stato anche detto che avrei potuto divertirmi un po', sai, per rendere il mio compito più interessante. >> La sua voce era come una lama che mi feriva le orecchie, come il suono delle unghie che graffiavano una lavagna. Dalla sua bocca, mentre parlava, fuoriuscì un forte odore di zolfo, tanto che mi sentii sul punto di soffocare. << Alzati. >> mi ordinò prendendomi un braccio e sollevandomi come una bambola di pezza.

La testa mi faceva un male cane e, tornata in piedi, vidi la terra in cielo. << Stupida ragazzina, guarda che non è divertente se non urli. >> disse con stizza, tirandomi i capelli all'indietro e facendomi urlare di dolore. << Così va meglio. >> affermò compiaciuto continuando a tirare.

Non sopportando più il dolore, cercai di liberarmi dalla sua forte presa. Gli sferrai un calcio lì dove non batteva il sole. Accusò il colpo, lasciandomi libera, e non perdendo tempo cominciai a correre, non curandomi della cartella, e non notando che nel frattempo la mia mano stringeva spasmodicamente il cellulare. Ero ormai zuppa e mi girava sempre più la testa ma non mi fermai. Cercavo di mettere più distanza possibile tra me e quell'uomo, che, sentivo, si stava avvicinando velocemente.

Mi afferrò un braccio facendomi cadere di botto. Cominciai a graffiarlo per fargli mollare la presa, cercando, nel frattempo, di indietreggiare il più possibile.

<< Non mi è piaciuto quello che hai fatto. >> disse arrabbiato nero. Mi accorsi che stata diventando sempre più alto, una nube di zolfo andava addensandosi attorno a lui mentre la sua pelle stava diventando di un color verde fogna.

<< Lasciami. >> gli urlai con disperazione cercando qualcosa con lo sguardo con cui difendermi. Ero terrorizzata.

<< Oh adesso hai paura, eh? Peccato che mi hai fatto innervosire altrimenti ci saremmo potuti divertire io e te. >> ruotò il braccio di scatto. Strinsi i denti, lasciando cadere il cellulare.

Inclinò ancora di più il braccio, tanto che lo sentii formicolare.

Liberai un ringhio. Il dolore e la frustrazione, in questo momento, erano alle stelle.

<< Mi ha detto di non ucciderti, peccato, ma io mi sto divertendo. Tu no? >> una lacrima si mischiò alla pioggia che batteva imperterrita su di noi. << Rispondimi, puttana! >> urlò, torcendomi così tanto il braccio da farmi ripiegare su me stessa e dandomi un calcio nello stomaco, facendomi cadare a terra. Mi mancò il fiato. << Pregami. È la parte più divertente del mio lavoro, sentirvi pregarmi per lasciare che le vostre insulse vite continuino. >>

Parlai a fatica. << C-chi... è... lui? >>

Volevo sapere chi mi volesse morta anche se ne sarebbe valsa la mia vita. Cosa avevo fatto di tanto grave? Chi era questo lui che voleva uccidermi? E chi era questo tizio che adesso mi bloccava? Cos'era?

Mi mise un piede sul collo e fece pressione, facendomi boccheggiare in cerca d'aria.

<< Tu osi chiedere? Non hai nemmeno il diritto di vivere, figurarsi. >> l'ossigeno stava venendo meno ai polmoni, gli occhi mi si stavano riempendo di lacrime.

Non era così che volevo finisse, non era così che volevo morire.

Con una forza che non pensavo di avere, agguantai la caviglia dell'uomo con la mano libera dalla sua presa, e la strattonai.

Lui cadde a terra, producendo un brutto tonfo, ma non ero stata io a buttarlo giù. Mentre boccheggiavo per immagazzinare più aria possibile, tra le lacrime vidi la figura di un ragazzo che troneggiava su... a questo punto non ero nemmeno sicura di come doverlo chiamare.

<< Qualcuno dovrebbe insegnarti come si trattano le signore. >> spiegò gelido. Gli diede un pugno, forse, perché vidi una luce forte, colpire quella cosa a terra.

Rise. Quella cosa rise sul serio. << Sai, se l'aspettava che saresti venuto a salvarla, quindi mi ha reso immune a te e ai tuoi attacchi, mentre tu sei scoperto. >>

Nel frattempo io cercavo di rimettermi in piedi, aggrappandomi al muro e stringendo i denti per il dolore. Il ragazzo indietreggiò e mi si parò davanti, come a difendermi. Ora che lo guardavo meglio, capii che era il ragazzo dagli occhi di ghiaccio che mi metteva in soggezione.

Mi si gelò il sangue.

Perché chi mi voleva morta si aspettava che lui sarebbe venuto a salvarmi?

Lo guardai attentamente: aveva gli occhi puntati sulla cosa, la mascella serrata così tanto da farmi pensare che da un momento all'altro i suoi denti si sarebbero spezzati ed ogni muscolo era teso. Spostai gli occhi, seguendo la direzione del suo sguardo, e trattenni il fiato quando vidi una cosa informe, circondata da una nube tossica. Gli occhi gli erano diventati interamente bianchi, la pelle gli cadeva, come se stesse andando in putrefazione. Nonostante la pioggia, riuscii a sentire il sibilo che gli rivolse.

<< Scappa. >> dissi al ragazzo senza pensarci un attimo. Notai con orrore una pozza di sangue dove prima era la mia testa. << Va via! Vogliono me, mettiti in salvo! >> continuai con più enfasi, cercando di convincerlo ad andarsene. Si girò nella mia direzione e mi sorrise debolmente, con malinconia quasi.

Quell'errore lo pagò caro.

In un attimo si ritrovò addossato al muro con quella cosa che gli alitava in faccia. Non vidi cosa gli stesse facendo ma sentii il ragazzo urlare, era come se lo stesse scuoiando vivo.

<< No! Ti prego, lascialo stare! È me che volete, lui non c'entra! Ti prego! >> urlai disperatamente. Riuscii ad alzarmi appoggiandomi al muro con la poca forza rimastami, mentre la testa mi girava. Quella cosa mi ignorò. Cominciai a piangere silenziosamente mentre le sue urla mi riempivano le orecchie. Quel ragazzo sarebbe morto a causa mia, non potevo crederci.

Mentre i due venivano inghiottiti da un intensa luce rossa, sentii dire: << Lui ti manda un messaggio. “Finalmente cambierai gabbia, uccellino.” >>

Sbarrai gli occhi.

Uccellino.

Le parole di quell'ombra mi risuonarono nella mente. Non imparerai mai, uccellino.

Sai, se l'aspettava che saresti venuto a salvarla.

Uccellino.

Colui che mi aveva salvata da quell'ombra e che adesso rischiava di essere ucciso sempre a causa mia era...

Cameron.

Mi staccai dal muro, rinvigorita. Sentivo come una forza mai provata attraversarmi le vene. Mi sentivo libera, come se respirassi per la prima volta, capii, ma non mi soffermai troppo su queste sensazioni.

Non percepivo più nulla. Né il rumore della pioggia né le fitte di dolore che il corpo mi lanciava.

Sapevo solo che quel ragazzo, Cameron, non sarebbe morto.

Non oggi.

Non fin quando ci fossi stata io ad impedirlo.

Mi sentii avvolgere dal calore, una coperta bianca in cui mi avvolsi completamente, lasciandomi cullare.

Vidi quell'essere girarsi a guardarmi, strabuzzare quello sguardo bianco e indietreggiare, lasciando cadere Cameron di scatto. Atterrò con un tonfo, non si muoveva. Lasciai vagare lo sguardo su di lui ancora un po', poi mi rivolsi a quella cosa, disgustata. Stava cercando di scappare. Non mi chiesi il perchè, sapevo solo che la rabbia in quel momento era troppa. Alzai un braccio verso di lui.

<< No, ti prego. Ti scongiuro, no. >>

Pregami. È la parte più divertente del mio lavoro, sentirvi pregarmi per lasciare che le vostre insulse vite continuino.

<< Me ne andrò, ma ti scongiuro, non lo fare. >>

Mi ha detto di non ucciderti, peccato, ma io mi sto divertendo. Tu no?

Sentii tutta la forza condensarsi nella mano.

<< Per favore! >>

Rispondimi, puttana!

Rilasciai l'energia.

Il suo corpo venne invaso da delle fiamme nere, sentii le sue urla senza muovere un muscolo, vedendolo bruciare. Le gambe d'improvviso mi cedettero e caddi a terra.
Chiusi gli occhi un attimo, mi sarei riposata giusto un attimo e poi avrei aiutato Cameron. La pioggia, intanto, si era fermata.


















Il Mio Angolino:
Okay, credo che siamo tutti d'accordo che se non faccio passare minimo due settimane non aggiorno. Per la verità l'avevo già pronto da un po' di giorni solo che non ero convinta, poi grazie ad un'amica (e alle continue minacce di morte di mia sorella) mi sono decisa (Grazie Fede! <3) eheheh sì, sono un mostro di bravura >\\< 
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia, ditemi le vostre opinioni, io sarò felicissima di conoscerle!
PS: mia sorella ci teneva tanto, quindi ha creato un gruppo facebook della mia storia in cui promette di farvi avere spoiler dei capitoli e per tenere aggiornate chi segue la storia. Se volete entrare a far parte di questo gruppo questo è il link 
https://www.facebook.com/groups/657614371079139/?ref=br_rs ( Non so mettere il link, scusatemi >\\\< ) in alternativa, scrivete Beside You, è un gruppo chiuso, piccolino ^-^ 
Alla prossima *bacini* Stella*

   
 
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