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Autore: lmpaoli94    01/12/2016    0 recensioni
[altri attori/film/musicisti]
Francesco è un giovane disoccupato che incontrerà una donna famosa che gli cambierà la vita.
Un giorno di novembre si fermò nel suo bar preferito a Roma, non sapendo dove andare. Finché non vide lei e il suo cuore smise un attimo di battere e il tempo si fermò…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 
Non può essere vero!

«Francesco, cosa ti succede? Stai bene? Ti sei incantato?» disse Gaetano con insistenza.
In verità non mi sono mai sentito bene prima d’ora. Lei non poteva essere se non la meravigliosa e affascinante Audrey Hepburn con il suo bocchino che fumava così seducentemente.
«Ma lei… Hai visto chi c’è nel tuo bar?» dissi indicando la bellissima attrice.
«Chi? Quella giovane donna?»
«Sì proprio lei! L’hai riconosciuta?»
«Veramente no… Perché? Dovrei sapere chi è?»
Non posso credere che non l’abbia riconosciuta. “Accidenti! È un’artista internazionale!”
«Ma mi dici dove vivi?!»
«Qui nei paraggi!» ribatté Gaetano con un filo di umorismo. «Allora mi dici chi è?»
«È…» ma mentre stavo per rispondere lei si alzò e si incamminò verso l’uscita, salutando prima Gaetano con un cenno della mano. 
Lui ricambia con il solito saluto, mentre io rimango inebetito e a bocca aperta ancora incredulo che mi sia passata accanto.
«Non  credo che viva qui a Roma perché ha un accento straniero, ma ultimamente viene qui prende un tè e si siede sempre al solito tavolo» mi confessò Gaetano senza che io gli rivolgessi alcuna domanda. 
«Cosa?! Da quanto tempo viene nel tuo bar?»
«Da un paio di giorni, ma non so dirti precisamente quanti.»
Non ci potevo credere. La famosissima attrice Audrey Hepburn (che qui in questo quartiere povero di Roma conoscevo solo io), viene a prendere il tè nel mio bar preferito.
«Ora puoi dirmi quale è il suo nome?» continuava a domandarmi insistentemente Gaetano.
«Devo andare…» 
Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare. “Devo sapere dove va, altrimenti non la rivedrò più.”
Uscii di corsa dal bar mentre Gaetano continuava a parlarmi dietro. Dove poteva essersi cacciata? Roma è una città immensa ed era come cercare un ago in un pagliaio.
Descrissi la giovane attrice ad alcuni passanti, rivelandomi che si era diretta al parco di villa Borghese.
Finalmente la raggiunsi. Vidi che era seduta su una panchina intenta a leggere un libro. Si trattava di Guerra e Pace.
«Salve» fu l’unica cosa che mi venne in mente per iniziare una conversazione.
«Buongiorno», il suo sorriso lucente e pieno di speranza mi aiutava ad essere meno timido. E per di più parlava un ottimo italiano.
«Deve essere bello il libro che sta leggendo.»
«Sì lo è. Lo avrò letto almeno una decina di volte.»
Che gran fortuna che sappia leggere. Io a malapena leggo il mio nome.
E allora mi domandai "Cosa ci potrebbe trovare un’attrice incantevole come lei in un rozzo ignorante come me?"
«Per caso vuole leggermi qualche riga? Adoro se qualcuno legge qualcosa per me» mi chiese con fare implorante.
Oh no!
«Beh, vorrei tanto… Ma ho dimenticato a casa gli occhiali e senza quelli non vedo molto bene le parole.»
«Ah capisco. Poi deve essere difficile leggerlo in inglese. Almeno che lei non sappia la mia lingua madre.»
«Purtroppo no. So a malapena l’italiano» faccio, smorzando un sorriso.
«Mi parli un po’ di lei» dice subito dopo continuando a sorridermi senza un apparente motivo.
Mai visto una persona che sorride e conversa in questo modo con uno sconosciuto come me.
Ma ora cosa gli racconto? Non ho una vita interessante. Almeno non quanto la sua.
«Cosa vuole sapere di me?» domandai confuso.
«Non lo so… Mi parli come vive una persona normale come lei. Mi parli come vive un italiano che lavora dalla mattina alla sera guadagnandosi un salario onesto come il suo.»
Avrei tanto voluto dirgli che avevo un lavoro che mi rendeva felice e che avevo una vita appagata e piena di soddisfazioni. Ma purtroppo non era così.
«Mi dispiace deluderla ma sono senza lavoro e non so come ci si sente a vivere avendo un lavoro. Da quando ho finito la scuola, ho lavorato nei campi con mio padre. Ma il mio ero solo un aiuto. Non un vero e proprio lavoro.»
Lei mi guardava con fare interessante, non distogliendo mai i suoi bellissimi occhi castani dal mio volto.
«Oh, quanto sono mortificata che lei non abbia un impiego. Se posso esserle d’aiuto in qualche modo non si faccia scrupoli a dirmelo.»
«Lei è molto gentile…»
«Ti prego, chiamami Audrey. Il “lei” mi fa sembrare molto vecchia.»
«Come vuoi… Audrey. Dicevo, è molto gentile da parte tua cercare di aiutarmi,ma se devo trovare un lavoro devo cavarmela da solo. Come ho sempre fatto da quando sono nato.»
«Mi piacciono gli uomini coraggiosi come te… Ma come ti chiami? Stiamo parlando da un bel pezzo ma non ci siamo ancora presentati.»
«Ah, giusto. Il mio nome è Francesco.»
«Piacere di conoscerti Francesco» dice, stringendomi la mano con la sua delicata e liscia.
«Devi essere una persona molto orgogliosa di te stesso se mi dici così.»
«In effetti, lo sono. Non mi piace essere raccomandato da persone più influenti come te» ribatto con tono perentorio.
«Risposta saggia!»
«E ora, perché non mi parli un po’ della tua vita?» dico qualche secondo dopo che tra di noi era sceso il silenzio.
«Non ho molto da dire della mia vita… A parte che ho realizzato il mio secondo sogno e cioè quello di visitare questa splendida città» mormora con fierezza.
«E quale è stato il primo sogno della tua vita?»
«Diventare una danzatrice… Ma ho anche un terzo sogno nel mio cassetto.»
«E quale sarebbe?» domando incuriosito.
«Trovare l’amore della mia vita. Sai, sono una tipa molto romantica.»
Fu in quel momento che il mio cuore mancò un battito e una leggera brezza attraversò il mio viso sottraendomi dai miei pensieri.
“Se solo tu sapessi che sei tu il mio unico sogno e che vorrei stare con te tutto il resto della mia vita che mi rimane…”
«Francesco? Tutto bene?» fece lei riportandomi al presente.
«Ehm.. sì…» risposi con voce impastata.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?»
«No! Certo che no.»

«Oh, cielo! Devo tornare in albergo. Ho un appuntamento con una mia cara vecchia amica d’infanzia che ho conosciuto a Bruxelles.»
Si alzò dalla panchina con una velocità fulminante che quasi non me ne accorsi.
«Grazie della tua preziosa compagnia. Spero che ci rivedremo presto. Io sarò sempre in città per almeno una settimana. Se vuoi contattarmi risiedo in questo hotel» disse e mi porse un fogliettino con sottoscritto il nome e l’indirizzo di dove alloggiava.
«Aspetta un momento… Ti prego…» dissi interrompendola. Non so come ma sentivo in me un’emozione che non avevo mai provato prima d’ora. “Oddio, sono le farfalle nello stomaco.”
«Dimmi, Francesco» ribatté con il suo solito sorriso smagliante che mi lasciò praticamente a bocca aperta.
«Dimmi… Dimmi…» non riescivo a fare una frase di senso compiuto.
«Dirti cosa?» domandò Audrey incuriosita sempre più.
«… Che non mi dimenticherai e che mi prometti che presto ci rivedremo.»
«Ma certo che ci rivedremo! Altrimenti perché ti avrei lasciato l’indirizzo del mio hotel!» ribatté divertita.
«Hai ragione. Che sciocco sono stato.» Non posso credere di aver fatto la figura dello stupido proprio di fronte a lei. Ma è proprio dinanzi a lei che non riesco più a capire nulla.
«Non ti preoccupare. Ciao e grazie ancora della tua compagnia. Sono stata molto contenta di conoscerti» e con un rapido saluto della mano, si allontanò da me lasciandomi in balia dei miei sogni più remoti.
   
 
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