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Autore: AlessiaOUAT96    01/12/2016    1 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Numero parole: 1012
Prompt: nevicata notturna
Scipio, ormai adulto, decide di uscire a passeggiare in mezzo alla neve. Dal testo:
"Continua a nevicare, non c’è nessuno in giro ma a giudicare dalle impronte lasciate, di sicuro i bambini si saranno divertiti a giocare sulla neve. Avranno costruito un piccolo pupazzo? Avranno fatto una battaglia a palle di neve? Già me li immagino e sorrido amaramente.
Come vorrei giocare anche io con qualcuno! "
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono seduto nel piccolo ufficio che ormai condivido da qualche anno. Guardo fuori dalla finestra e aspetto il ritorno di Victor. Ho dato da mangiare a Lando e Paula ed ora mi godo il silenzio e questa nevicata notturna.
È da un po’ che non nevica in maniera così fitta, di notte poi!
Guardo con incanto ogni singolo fiocco cadere dal cielo, posandosi a terra, sui tetti, sui balconcini.. Mi stupisco di quanto io non sia cambiato.

Decido di uscire a fare una passeggiata, non so esattamente dove, so solo che ne ho bisogno.
Mi vesto e prendo le chiavi, lascio un biglietto a Victor ed esco fuori. Vengo travolto dall’aria gelida eppure non mi dispiace né infastidisce.
Prima di incamminarmi verso una qualsiasi meta, mi giro e osservo nell’insegna il secondo nome scritto.

“Scipio Fortunato”

Già, ora mi chiamo così, sono io. Non ho più nulla che ricordi alla gente mio padre, il Dottor Massimo. Per tutti sono il Detective Scipio Fortunato.

Mi incammino con le mani nelle tasche del cappotto. Mentre proseguo non so spiegarmi un’ allegria silenziosa che pervade ogni singola cellula del mio corpo quando sento le suole delle scarpe toccare la neve, così come la caduta delicata di quelle piccole molecole di acqua ghiacciata che mi bagnano lentamente i capelli.

Rischio di scivolare ma poco importa; lo stesso vale per un malanno: la neve a Venezia è qualcosa di raro e bisogna approfittare delle occasioni.

Ci penso e trovo una spiegazione al mio essere inspiegabilmente allegro, ad ogni modo non posso tornare indietro: l’ala del leone è andata perduta così come la mia infanzia. Non posso tornare bambino.

Dentro di me però turbinano una miriade di emozioni e sentimenti, talvolta contrastanti.
Da un lato sono felice di non sentirmi più come un animaletto da esposizione sottomesso e controllato. Non devo preoccuparmi di farmi scoprire per un’uscita o per qualche piccolo sgarro alle regole, e nemmeno per il mio vestiario!

Lascio uscire una boccata d’aria che viene condensata all’istante, prendendo forme strane e dissolvendosi come fumo.

Dall’altro mi manca indossare la mia maschera veneziana nera e agire nell’ombra per aiutare i miei amici. Lo faccio ancora effettivamente ma l’emozione non è più la stessa, inoltre non possiedo più quell’agilità di un tempo (per quanto io possa tenermi allenato).

Mi mancano gli scherzi con tutta la banda, le loro facce sbalordite quando tornavo al cinema con qualche gingillo della mia famiglia biologica. Mi mancano i loro racconti delle giornate, i giochi assieme. Mi manca la mia infanzia o adolescenza che, con in Carosello ho voluto tralasciare per passare all’età adulta.
Dovrei essere felice o dovrei piangermi addosso?

Purtroppo dato quello che è successo preferisco vivere nell’illusione che tutto vada bene, anche se i ricordi vengono spesso a galla quasi dolorosamente.

Chissà che fine avranno fatto Renzo, Morosina e gli alani.. Magari stanno escogitando un modo per rimettere insieme i pezzi della Giostra.
Il Barbarossa di sicuro se la passa bene, non lo invidio affatto.

Ora mi trovo nel Sestiere di Dorsoduro, caspita ho camminato parecchio!
Chissà come mai mi trovo vicino Campo Santa Margherita.

Continua a nevicare, non c’è nessuno in giro ma a giudicare dalle impronte lasciate, di sicuro i bambini si saranno divertiti a giocare sulla neve. Avranno costruito un piccolo pupazzo? Avranno fatto una battaglia a palle di neve? Già me li immagino e sorrido amaramente.
Come vorrei giocare anche io con qualcuno! Di sicuro Victor sarà da Ida e con loro anche Vespa, Prosper e Bo, magari a giocare a carte bevendo delle bevande calde.
Penso che se lo chiedessi a loro giocherebbero con me, anche per poco.
Prosper però capirebbe il perché del mio gesto di giocare, ci leggeremmo gli sguardi a vicenda come abbiamo sempre fatto.
Lui sa quello che ha fatto e penso abbia agito in maniera giusta. Se tornassi indietro salirei di nuovo su quella creatura marina, altrimenti mio padre mi troverebbe e perderei tutti per sempre; da “adulto” riesco a vederli spesso.
Vespa, Prosper e Bo stanno crescendo. Lo vedo nei loro lineamenti, nei loro sguardi e nei loro atteggiamenti. So che Vespa è una delle più brave della sua classe e so che sono tutti felici da Ida: non devono più preoccuparsi di rubare per vivere come farebbe Riccio.

Riccio e Mosca..
Loro hanno preferito vivere per conto loro, sono sempre stati così. So che sono da qualche parte nel Sestier Castello, lì molti edifici sono abbandonati e costituiscono il rifugio perfetto per loro. Mosca ha addirittura un lavoro e può ormeggiare la sua barca senza problemi! Chissà come sarà felice di ripararla e di verniciarla a nuovo!
Riccio invece temo non abbia perso le sue abitudini di fumare e rubare. Spero non si cacci nei guai, a lungo andare potrebbe essere un problema e non vorrei leggere nei giornali che lo hanno arrestato.

Sarò ripetitivo ma mi mancano tutti loro!
Mi tornano in mente le parole di una canzone ascoltata per caso durante il tragitto.

Voglio battere il tempo e conoscere cosa sarà di me. Voglio stringere in mano la vita coi suoi perché. Voglio andare lontano e vedere da grande come sarò*.

Quanto si addice ai miei rimorsi al passato!
Scuoto la nesta negativamente. Anche se ritrovassi il Conte e sua sorella, con il Carosello intatto non ci salirei e so benissimo il perché.

Non posso tornare indietro nemmeno di pochi anni, altrimenti assomiglierei troppo a mio padre.
Se solo penso alla prima cosa che volevo fare dopo essere sceso dalla Giostra, non posso fare a meno di vergognarmi. Come ho potuto mettere in prima posizione il mio aspetto? Certo, sull’Isola Segreta l’ho fatto per una buona causa, ma dopo?!
Che egoista e ipocrita che sono stato! Volevo tanto somigliare ad un adulto ed ora mi pento: vorrei tornare bambino anche solo per un giorno, vorrei farlo in una Venezia dove il Dottor Massimo non ha figli. Mi basterebbe solo un giorno ma sto chiedendo troppo, lo so.

Ho già ingannato il tempo ed ora posso solo godermi in silenzio questa nevicata notturna, perdendomi nei miei pensieri.
 
   
 
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