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Autore: belle_delamb    02/12/2016    3 recensioni
E se i personaggi di Sailor Moon finissero all’interno di una fiaba? Ho voluto riscrivere alcune fiabe in questo modo. Così Bunny è Biancaneve e Queen Beryl la strega cattiva. Ho cercato di mantenere i caratteri il più possibile simili agli originali, anche se ho dovuto fare qualche modifica per adeguargli alla fiaba scelta.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Bunny gettò a terra lo straccio e sbadigliò. Era assonnata e non aveva più voglia di pulire. Si sedette sul muretto del pozzo. Da quando il padre si era sposato con Queen Beryl le cose stavano così e lei era costretta a pulire e mettere in ordine. Giusto il giorno prima aveva fatto cadere un servizio di bicchieri di cristallo provocando le urla furiose della matrigna che lo voleva usare giusto quella sera per un ricevimento.
-Non imparerai mai niente- le aveva urlato.
E pensare che Queen Serenity, la madre di Bunny, aveva tanto desiderato quella figlia. La ragazza ricordava bene i racconti della donna quando era ancora in vita. Un giorno si era tagliata e una goccia di sangue era caduta nella neve.
-Voglio una figlia con la pelle candida come questa neve e le labbra rosse come il mio sangue- aveva detto e così era stato.
Bunny sorrise a quel pensiero e si spinse un po’ indietro con la schiena… un po’ troppo. Perse l’equilibrio e se non fosse stato per l’abito che si era impigliato in un chiodo sarebbe finita dentro il pozzo.
-La solita imbranata- commentò una voce.
-Stai buona, Luna-
La gatta nera, sua unica compagna, le saltò affianco. –Dico solo la verità, sai bene che tua madre mi ha dato il compito di badare a te e sai ancora meglio cosa ne penso di tutta questa storia-
-Non me ne andrò di qua, non fino a quando c’è mio padre-
-Sei sempre stata testarda-
-Lo sai che su questo discorso non transigo-
Luna sospirò.

Nel frattempo Queen Beryl si dedicava alla sua abituale toilette. Dinnanzi allo specchio sorrise e, sistemandosi i lunghi e vaporosi capelli rossi, pose la solita domanda.
-Oh Kunzite, specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?- e si preparò a sentire la lusinghiera risposta che però questa volta non venne.
-Regina, voi siete molto bella, ma c’è una fanciulla che è ancora più bella di voi-
-Cosa? E chi è questa? Dovessi attraversare mari e monti la troverò- esclamò, furiosa per quell’affronto.
-La bella è molto vicina in realtà- disse lo specchio –si tratta della vostra figliastra, Bunny-
La regina fu subito percorsa da un odio enorme verso la ragazza. Già le sue forme le ricordavano la vecchia rivale in amore, Queen Serenity, la donna che le aveva portato via l’uomo di cui era innamorato. La morte di questa era stata una vera fortuna per Beryl che si erari presentata al primo amore. Ora non poteva permettere che la figlia fosse più bella di lei. Arrabbiata iniziò ad andare su e giù per la stanza, cercando una soluzione che arrivò solo quando vide il vecchio cacciatore di palazzo intento a pulire le sue armi. Lo convocò immediatamente.
- Jaidete – lo chiamò –la tua regina deve chiederti un immenso favore, anche in memoria di quello che un tempo c’è stato tra di noi-
-Qualsiasi cosa- disse lui, facendo un profondo inchino.
-Portami il cuore della principessa-
Jaidete esitò un attimo. –Regina, ma è solo una ragazzina e suo padre … -
-Non m’interessa!- urlò la donna –Se non mi soddisferai ti rinchiuderò in un blocco di ghiaccio e tu sai bene che ne sono ampiamente capace-
Jaidete annuì. –Va bene, regina, ai vostri ordini-

Bunny passeggiava soprappensiero lungo i giardini del palazzo accompagnata da Luna. Mancava poco al tramonto e il cielo si stava colorando d’arancione. Quello era uno dei suoi pochi momenti di tranquillità, una cosa a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo. E proprio allora vide qualcuno avvicinarsi. Strizzò gli occhi e riconobbe Jaidete, il cacciatore. Cosa ci faceva in giardino a quell’ora? Lo salutò con un gesto della mano. L’uomo le si fermò dinnanzi con sguardo cupo.
-Principessa- iniziò, poi l’afferrò per i lunghi capelli e la buttò a terra.
Bunny lanciò un urlo, spaventata e cercò di liberarsi. Accanto a lei Luna cercò di graffiare Jaidete che la spinse via ed estrasse un coltello da caccia.
-Cosa fai?- urlò la principessa, lo sguardo terrorizzato.
Lui la fissò un attimo, l’arma a mezz’aria, poi scosse la testa. –Non posso fare del male a una ragazza così giovane, nemmeno per la mia Beryl – sospirò e lasciò cadere il coltello e liberò la fanciulla che arretrò confusa e spaventata.
-Cosa volevi farmi?- gli chiese lei, tremante.
-La regina vuole il vostro cuore, principessa, ma io non me la sento proprio di uccidervi, quindi approfittate di questa mia debolezza, alzatevi e correte via il più velocemente possibile, nascondetevi nel bosco od ovunque riusciate, ma non tornate mai più qui a palazzo-
Bunny prese in braccio Luna e rapida si allontanò tra gli alberi, decisa più che mai ad ascoltare quel consiglio.

Il bosco era oscuro e freddo, più di quanto la fanciulla avesse mai potuto immaginare. La notte scese in fretta, non facendo che peggiorare la situazione. Bunny proseguiva, vestita solo di un leggero abitino bianco, la gatta stretta al petto.
-Abbiamo bisogno di un rifugio per la notte- disse Luna.
-Dove?-
-Non so, da qualche parte-
E fu proprio allora che videro una cassetta illuminata in mezzo al buio. Chi poteva mai abitarci? Bunny si avvicinò e provò a bussare, ma la porta si aprì sotto il suo tocco. Entrò quindi e si ritrovò in un piccolo corridoio. Tutto sembrava fatto in miniatura lì dentro, dai piccoli lampadari alle poltroncine simili a giochi delle bambole.
-C’è nessuno?- chiese la principessa, troppo stanca e infreddolita per cercare una spiegazione.
Non ci fu risposta. Chiuse la porta dietro di sé e salì le scale. In cima ad esse si trovò di fronte una camera con sette piccoli letti.
-A chi apparterranno?- chiese Luna.
-Non so e non m’importa- fu la risposta della ragazza che si gettò sul primo.
- Bunny! Ricordati che sei sempre una principessa, tua madre non approverebbe-
Ma la fanciulla si era subito alzata, lamentandosi. –Troppo duro- e si buttò sul secondo letto. Anche da questo però si alzò. –Troppo morbido- si lamentò ancora e scelse quello accanto. –Questo è perfetto invece- un attimo dopo stava già dormendo.

La casa in mezzo al bosco però non era disabitata. Era infatti la residenza di sette piccole fanciulle che amavano definirsi delle paladine, protettrici degli indifesi, le guerriere Sailor, ognuna delle quali era legata a un pianeta in particolare. La sera in cui Bunny si era ritrovata di fronte alla loro casa le ragazze erano impegnate in una missione dalla quale tornarono solo il mattino seguente. A guidare il gruppo c’era Rea, devota a Marte e alla guerra. Indossava un corto abito rosso.
-Chi ha dimenticato la porta aperta?- chiese non appena giunsero alla loro dimora.
Amy, guerriera di Mercurio, si fece avanti. –Ricordo che era chiusa quando siamo andate via-
-Posso confermarlo- intervenne Morea, protetta di Giove, affiancando Rea –entrerò prima io per vedere se c’è un intruso-
-Ma chi pensate che possa essere entrato?- domandò Marta, difesa da Venere.
Heles, guerriera di Urano, si pose di fronte alla sua cara amica Milena, paladina di Nettuno, come a volerle fare scudo.
Sidia, seguace di Pluto, stava in disparte, silenziosa e imponente nel suo abito nero, con il suo lungo scettro in mano e i lunghi capelli che le arrivavano alle ginocchia.
-Vado avanti io- disse Rea –voi rimanete alle mie spalle-
Le altre obbedirono. Salirono le scale una dietro l’altra, silenziose e tese, pronte ad affrontare chissà quale pericolo. Quale fu la loro sorpresa quando scoprirono che l’intruso era in realtà una fanciulla che dormiva sul letto di Marta.
-Chi è?- chiese questa –E che ci fa proprio sul mio letto?-
E proprio in quel momento la dormiente aprì gli occhi e lanciò un urlo di sorpresa vedendo che non era sola. Un gatto spuntò da sotto il letto e cominciò a soffiare.
-Scusate, io non volevo entrare in casa- disse la ragazza, rannicchiandosi su sé stessa.
-Come ti chiami?- chiese Amy.
-Sono Bunny, ma tutti a palazzo mi chiamano Biancaneve -
Ci fu un attimo di silenzio, poi Rea parlò. –La principessa Biancaneve?-
La fanciulla annuì e poi scoppiò in lacrime. Subito le guerriere si diedero da fare per rassicurarla, dimentiche del fatto che in realtà Bunny fosse un’intrusa.
-Qui sarai al sicuro- le disse Morea, cingendole le spalle con un braccio.
-La mia matrigna mi troverà dovunque decida di nascondermi, non ho possibilità di salvezza- singhiozzò.
-In realtà penserà che sei morta nel bosco- intervenne Rea –è improbabile che una principessa sopravviva in una simile situazione-
Questo rassicurò un po’ Bunny.

La vita nella casa delle guerriere Sailor scorreva tranquilla e serena. Bunny in poco tempo dimenticò quello che le era successo e iniziò a vivere spensierata e allegre come non la era mai stata. Ma la sua matrigna non si era dimenticata di lei, infatti non appena aveva scoperto che il cacciatore le aveva portato il cuore di un cervo si era subito messa alla ricerca della figliastra e alla fine aveva scoperto dove si nascondeva. Conscia di non poter attaccare direttamente le paladine, decise di agire con l’astuzia. Sapeva che Bunny aveva un gran difetto: era molto vanitosa, per cui prese dei bei nastri, si travestì da vecchietta, quindi aspettò il momento giusto per agire. Accade un giorno che la principessa fu lasciata sola mentre le Sailor si dedicavano a una missione. La strega ne approfittò immediatamente e si presentò alla porta della casetta.
-Vendo nastri, vendo nastri- urlò.
Bunny, curiosa, uscì. –Vendete nastri?- chiese, lo sguardo brillante.
-Nastri di tutti i tipi e i colori- disse la donna con un enorme sorriso.
-A me piace quello rosa … ma non ho soldi per comprarlo-
-Siete così bella che ve lo regalo-
-Oh, grazie!- esclamò la ragazza, fuori di sé dalla gioia.
-Vi aiuto a metterlo-
Bunny annuì felice. La matrigna le avvolse la vita nel nastro e strinse fino a quando la fanciulla non svenne. A quel punto, certa di averla uccisa, se ne andò.
Fortuna volle che Luna avesse assistito alla scena. Rapida si lanciò alla ricerca delle Sailor. Le trovò quasi subito e raccontò loro quello che aveva visto. Tornarono subito indietro e liberarono Bunny dal nastro. La principessa cominciò a riprendere colore.
-Sei impazzita- le urlò Rea –ti avevo detto di non far entrare nessuno-
-Io non pensavo che fosse pericoloso- controbatté la principessa.
Le altre guerriere intervennero e la lite smise.

Passò qualche giorno e Beryl decise di ritentare, cambiando però arma. Si presentò infatti da Bunny vestita da venditrice di pettini.
-Che bei capelli avete, quei due codini sono meravigliosi e meritano un bel pettine per sciogliere ogni nodo-
La principessa esitò un po’, poi si fece convincere a farsi pettinare dalla donna. Subito cadde a terra avvelenata. Nuovamente si ripeté la scena della volta precedente. Rea rimproverò ancora Bunny.

Beryl era sempre più furiosa. Possibile che la sua figliastra venisse sempre salvata? Decisa ad arrivare a una soluzione si recò nei sotterranei del castello e diede inizio all’incantesimo più potente che conosceva. Riempì un pentolone di vari liquidi, quindi vi immerse metà di una mela completamente bianca che divenne rossa come il sangue. Questa volta non poteva sbagliare, pensò, scoppiando a ridere.

Il giorno successivo la regina andò a fare visita alla figliastra per la terza volta. Al braccio aveva un cesto pieno di mele quando bussò alla porta della casetta. Questa volta però Bunny fu molto più prudente rispetto alle altre volte.
-Mordete voi per prima la mela- disse quando la donna le chiese se non volesse assaggiarne una.
-Cara, scegli tu che lato vuoi che ti lasci- disse la matrigna.
E Bunny scelse per lei il rosso.
Beryl morse il lato bianco senza esitare, quindi porse il frutto alla ragazza. –È davvero molto buono- affermò.
La principessa lo morse e cadde a terra. Questa volta la corsa disperata di Luna non servì a nulla e le Sailor poterono solo costatare il decesso della fanciulla. Disperate per la perdita decisero di mettere il corpo in una tomba di cristallo e di unire i loro poteri affinché questa lo proteggesse dalla decomposizione.

Beryl nel frattempo era tornata a palazzo esultante. Sapeva che Bunny, spinta dall’ardore della fanciullezza, avrebbe sicuramente scelto di mordere il lato dell’eros e della passione, lasciando a lei il casto bianco. Certa di essere al sicuro interrogò lo specchio che le assicurò che era lei la più bella.
-Questa volta allora è morta- esclamò, felice oltre ogni dire e ordinò subito che si facesse una grande festa a palazzo e che venisse invitato ogni regnante dei Paesi vicini.
Destino volle che tra i principi che si diressero ai festeggiamenti c’era un tale Marzio che era figlio di un caro amico del padre di Bunny e che aveva conosciuto la principessa quando era solo una bimba in occasione di una visita amichevole. Questi passò nel bosco con la sua scorta e, vista la bara di cristallo, si avvicinò curiosa. La riconobbe nonostante fossero passati anni perché era identica alla madre.
-La chiamavano Biancaneve – disse al suo consigliere –è bellissima-
-Non ho mai visto fanciulla più bella- confermò l’uomo al suo fianco.
-La voglio portare via con me- decise il principe –è troppo bella per restare qui-
Fece sollevare la tomba dai suoi servitori e ripresero la marcia. E proprio mentre camminavano in fretta uno di quelli che la trasportavano inciampò e la bara cadde al suolo. Il principe osservò spaventato il cristallo rompersi e volare ovunque. Fece appena in tempo a buttarsi per afferrare il corpo della giovane. Quale fu la sua sorpresa quando questa aprì gli occhi.
-Chi siete?- domandò in un sussurro.
Il pezzo della mela avvelenata che l’era rimasta in gola adesso era stata espulsa. Da parte di lei fu amore a prima vista come lo era stata per Marzio.

La regina Beryl ricevette l’invito per un matrimonio. A sposarsi era il principe Marzio, figlio di un amico del marito, impossibile quindi rifiutare. Scelse un bell’abito e partì per il regno vicino. Era curiosa di vedere chi fosse la sposa visto che nessuno sapeva da dove questa fosse arrivata. Alcuni servitori, li aveva sentiti confabulare, sostenevano che fosse una fata, ma Beryl sapeva che era una sciocchezza, se fosse stata un’appartenente al popolo fatato lei l’avrebbe saputo prima di tutti gli sltri. Ora non le restava che andarlo a scoprire. Arrivata al ballo si guardò intorno curiosa. Infine la vide, solo di fianco, una fanciulla dai capelli dorati tirati su in strani chignon … un’acconciatura che le era familiare. Beryl si avvicinò, desiderosa di presentarsi alla futura regina per osservarla meglio. Quale fu la sua sorpresa quando questa si voltò e gettò un urlo. Era proprio la sua figliastra, Bunny. Ma com’era possibile? Non era morta? Possibile che lo specchio l’avesse ingannata? Non ebbe molto tempo per pensare a questo perché fu afferrata dalle guardie.
-Trattatatela come vi ho detto- disse il principe, arrivato in fretta per sostenere la sua bella.
Beryl in quel momento comprese il grave errore che aveva fatto presentandosi lì. Urlò, si dibatté, ma nulla. Le furono infilate delle scarpette roventi ai piedi e fu costretta a ballare fino a quando non morì di dolore.

Bunny non volle vedere il cadavere della matrigna, ma lasciò comunque che il principe la sposasse quel giorno. In giro si dice che vivono ancora felici e contenti.

Ah, dimenticavo, le guerriere Sailor regalarono a Bunny, per le nozze, una collana che recava scritta a Lettere argentate: Sailor Snow, a ricordo di ciò che era successo loro.
   
 
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