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Autore: Elvass    03/12/2016    1 recensioni
Non ho mai scritto una lettera d'amore, o meglio, ci avevo provato ma poi avevo realizzato che stavo perdendo tempo, perché do tante (troppe) attenzioni a chi non le merita ed io ne soffro perché non ne ricevo mai abbastanza. Magari anche tu non ti meriti le mie parole. Anzi, facciamo che non te le meriti e basta, ma perché no? Perché no? Perché reprimermi quando anche un rifiuto, un tuo rifiuto, mi fa così tanto. Mi sento impotente ma allo stesso tempo anche in grado di governare il mondo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parole che non verranno lette



Caro T,

In molti capiscono di provare qualcosa di forte con uno sguardo. A molti basta davvero poco, perché l'importante è parlarsi, si capiscono, e lì è fatta. Coppia di fatto. Ad altri invece, quello che manca è la semplicità. La semplicità di dire: 'Mi sono innamorato delle sue labbra', 'Sono rimasta incantata da come si muove', o anche 'Non lo so, è capitato'; a me manca la semplicità. È successo perché mi hai salutato, e davvero, non saluti mai nessuno, è stata una bella giornata quando è successo, probabilmente quello che mancava era la pioggia, a quel punto sarebbe stato perfetto, ma il punto è un altro. Dopo tre mesi non avrei creduto che il mio nome con poche parole bastasse per farmi dimenticare qualsiasi pensiero, qualsiasi frustrazione e, persino, la voce petulante del vicino. Cosa vuol dire? Perché così? D'altra parte c'è molto di più che potrebbe avermi colpito di te, vero? Tipo perché cammini leggero portando il peso di tutti i tuoi pensieri, ti dirigi dritto senza neanche sapere cosa fare e lo fai convinto nonostante gli occhi persi. Oppure quando parli con chi non ti piace, perché si vede che non ti sforzi e la fai sembrare una cosa bella; attrai l'attenzione di chiunque ti parli e, anche se non ti sembra, apri le persone. Ancora, potevano anche essere i tuoi occhi che risplendono di tristezza, forse un po' come i miei ma meno malinconici. La tua aria da vissuto, ma vissuto cosa? Non dovremmo essere all'inizio di tutto? Non dovremmo ancora cominciare? Non dovresti? È bello anche quando non sei serio e fingi di stare tranquillo, che racconti aneddoti divertenti, che dici che sono pesante, e che magari mi fai sentire anche un po' in colpa perché parlo troppo. Va anche bene quando so che questa cosa non va bene per nulla. Perché va bene anche se non va bene? Perché mi fa sentire bene il fatto di aver capito di provare un qualcosa ma avere la certezza che non sia ricambiato? Perché? Perché? Perché te ne vai senza salutare e poi, a me, lo hai fatto all'improvviso? Non lo so. Nella mia testa è sempre un disastro, ma non è una novità, come non mi è nuovo il mal di stomaco che appare quando ridi di gusto, quando dici che non è vero che non sorridi ma poi lo fai davvero spesso. Non è nuovo e va bene. Va bene perché oramai sono consapevole, pienamente consapevole di quello che accade nella mia testa nonostante il caos, nonostante tutto. Non credo di aver fatto qualcosa di bello nell'ultimo periodo per meritarmi un sentimento così intenso. Non ci rimango neanche male quando le uniche cose che vuoi sapere sono i compiti, perché li chiedi a me e non agli altri? Sono anche più bravi. 

Mi chiedono il perché sia triste e, per quanto sia vero, in questo momento non lo sono. Non mi sento triste e non mi voglio sentire triste. Sono inebriata, di cosa non so. Non sei tu non montarti la testa, ma i pensieri sono tornati e mi sento più tranquilla. Non sono abituata a non pensare, d'altronde è tutto quello che mi rimane, non ho altro. Un'altra cosa che non riesco a capire è, perché penso così tanto? Cioè, per farti capire, ci metto davvero tanto impegno. Guardo dietro le azioni di chiunque. Sono la prima che cerca di comportarsi in maniera genuina nella maggior parte delle situazioni, ma allo stesso tempo vedo i gesti degli altri troppo calcolati. Li vedo che si sforzano a non far capire certe cose ma poi le servono su un piatto d'argento quando il loro flusso di coscienza straripa dalla loro testa. Succede a tutti d'altronde. Forse a me più degli altri ma non mi tormento più di tanto. Come stai? Cosa fai? È quasi mezzanotte, ci pensi a lei come io penso a te? Pensi a me come potresti pensare a lei? Ci pensi mai a me? Pensi? Ovvio che lo fai, che idiota. Ma ci pensi che potrei starti pensando? Ti chiedi a cosa potrei pensare? Probabilmente me lo chiedo perché in fondo (in verità molto in superficie) ho un bisogno di attenzione davvero spaventoso. Probabilmente è per questo che mi piace parlare con chi non conosco. Probabilmente è il motivo per cui quando qualcosa di bello accade, quando riesco a trovare la bellezza in quelle cose così piccole e strambe sento il mio universo cambiare. Sento il cielo con tanto di stelle e detriti dentro di me che esplode e mi fa stare bene. Non ho mai scritto una lettera d'amore, o meglio, ci avevo provato ma poi avevo realizzato che stavo perdendo tempo, perché do tante (troppe) attenzioni a chi non le merita ed io ne soffro perché non ne ricevo mai abbastanza. Magari anche tu non ti meriti le mie parole. Anzi, facciamo che non te le meriti e basta, ma perché no? Perché no? Perché reprimermi quando anche un rifiuto, un tuo rifiuto, mi fa così tanto. Mi sento impotente ma allo stesso tempo anche in grado di governare il mondo. Perché? Perché no? Quindi nella mia tristezza sono contenta. Mi è sempre piaciuto sorridere, non ho mai negato di mostrare la mia fila di denti bianchi alle persone e mi dicono che lo faccio molto spesso. Che sembro spensierata e piena di vita prima di sentirmi parlare. Chi mi ascolta lo sa, di spensierato non ho nulla. I miei pensieri hanno lo stesso peso delle fatiche di Ercole, reggono il peso di tutto quello di cui mi pento e di cui so che mi pentirò. Ma perché te lo dico? Perché no? Lo leggerai mai? Capirai mai? Questa è un'altra domanda che mi faccio spesso, tu che dici che capisci quello che ti sta intorno, arriverai a capire questa cosa? Perché se almeno la capisci tu puoi aiutarmi. Ho parlato di amore, ma adesso che ci rifletto, lo è davvero? Mi fai stare bene ed ho sempre voglia di ascoltarti, ti osservo un sacco e mi sento leggera quando sei al mio fianco. Ma è questo l'amore? È così che ci si innamora? Con un nomignolo ed un saluto? Probabilmente sto di nuovo guardando troppo oltre e questa che doveva rivelarsi una lettera piena di sentimenti non è altro che un vomito di parole che sta andando non so dove. Dove sto andando? Lo capisci? Mi aiuti? 

Domani parto. Non lo so, in teoria mi andava ma adesso non ne sono convinta. Te ne sei andato senza salutare, è tornata la routine. Un qualcosa di statico che non riesce a trovare una fine. O magari la fine è già segnata; già la immagino, un freddo pomeriggio di dicembre quando, nel mio vestito firmato e accompagnata da mio fratello, tutta questa routine finirà. Io torno a casa e tu nella tua vita, senza di me, mosca fastidiosa che non fa altro che parlare e disturbare, si intrometta nel corso naturale della tua esistenza. Ti ho chiesto scherzando se ti mancherò, tu hai risposto serio di sì. Non è vero ma ci voglio credere. È il mio difetto, me lo hai detto più volte che qui sbaglio, ma mi voglio fidare. Se non mi fido come potrei vivere? Sai dove sbaglio anche?  Probabilmente sono troppo gentile, così gentile che sono convinta che in molti mi considerano finta. In effetti un po' finta lo sono, perché nonostante la gentilezza quei commenti davvero cattivi che mi escono all'improvviso sono dovuti a tutto questo mio pensare. G mi ha detto che critico un sacco. Anche questo è vero, anche qui non vado bene. Domani parto. Mi metto uno di quei pantaloni di tutta brutti e vado prima a scuola a salutare chi conta e poi vado. Perché non mi hai salutato? In testa ho un sacco di parole, che utilizzo solo per cose futili. Mi sfogo, poi basta. Se mettessi lo stesso impegno con cui faccio questa roba nello studio probabilmente non ci saremmo mai incontrati. Sarei stata una di quelle ragazze che vedi passare di tanto in tanto ma che in verità non ti interessano. Dici che sei sensibile, ma alla mia sensibilità non ci hai mai pensato. Dovevo parlare dei miei sentimenti nei tuoi confronti, adesso sta sfociando in una sorta di rimprovero. Ma è vero. Ogni giorno calpesti piano piano con le tue Nike ogni mio pensiero e, anche se non lo fai con consapevolezza, distruggi con calma ogni mia certezza frantumandole in pezzi così piccoli da non poterli più ricomporre. Pasolini ha detto 'qual è la vera vittoria?' ma io non so rispondere, tu lo sai? Perché se lo sai puoi aiutarmi. So che te l'ho già chiesto ma ho davvero bisogno del tuo aiuto, mi sento persa. Sono persa in questo mare di cose che mi circondano, di persone che mi cercano per aiuti, soggetti che ti giudicano da lontano e mi fanno sentire ancora più uno schifo del normale. Poi ci sei tu, che un giorno ti apri e mi chiami e mi saluti e poi mi ignori. Che mi sta bene persino quando mi ignori. Che cosa hai fatto? Cosa mi hai fatto? Sei sicuro di non averlo fatto di proposito?  Sicuro che mi fai sentire non abbastanza perché lo sai? Sai quello che sta accadendo? Lo sai? Si, no, entrambi. Sei una di quelle persone che hanno così tanto da dire ma che non dicono nulla, l'aria compiaciuta ma non soddisfatta. Di cosa hai bisogno? Come posso aiutarti? Ti senti ancora triste? Ti senti ancora solo? Lo sai che puoi parlarmi? Sì, lo sai. Quante volte te l'ho detto che puoi parlarmi? Non ricordo neanche sinceramente. Domani parto. Non mi hai salutato. Mi sta bene anche così. 

Ho fatto leggere l'inizio a qualcuno, mi hanno consigliato di fartelo leggere, ma perché? Cioè non è che voglio cambiare le cose, nel senso, a questo punto ti perderei, no? Si vede, sei una di quelle persone che ti respingono nel peggiore dei modi perché non vuoi far andare avanti qualcosa che logora dentro. Mi stai logorando. È strano. Perché se guardiamo i fatti come stanno, io neanche ti conosco. Le poche cose che so sono futili, oppure così profonde che mi sento in colpa persino a saperle. Ti sei aperto con altri come lo hai fatto con me in così poco tempo? Mi consideri almeno tua amica? Mi consideri? Fatto sta che adesso sono in aereo. Le nuvole mi piacciono, come tante altre cose, ma sono particolarmente belle. Mai rimasto ad osservarle in silenzio? Secondo me si dovrebbe fare. Vicino a me c'è una coppia, non sembrano innamorati. Si tengono per mano ma non sorridono. Che senso ha stare insieme se non si è felici? Cioè è inutile, o almeno credo. Credo ad un sacco di cose, ma non ho idea di quelli siano quelle giuste o quelle sbagliate. Sto diventando di nuovo pesante. Rettifico, dopo un'ora vicino a questa coppietta mi accordo che si amano anche troppo. Mi fanno venire il diabete. Lei è davvero stupida e non fa altro che dargli schiaffi, mentre lui ha messo su il sorriso da ebete che mettono i ragazzi quando vogliono mostrare la loro felicità. A me questo genere di relazioni non piacciono, o meglio, mi piacciono sugli altri ma non su di me. Come un paio di jeans super stretti che su una qualsiasi ragazza più magra di me starebbero da Dio ma su di me sembrano solo ridicoli. Non dico che le cose mi piace nasconderle, ma mi infastidisco quando gli altri sanno tanto. È un controsenso, perché in pratica io racconto sempre la storia della mia vita a chiunque, ma non hai notato che sono solo gli episodi divertenti o stupidi? D'altronde anche tu, cosa ne sai della mia vita? Certo noto il tuo interesse, ma è perché davvero vuoi sapere o perché devi paragonarti e vedere quale sia la vita più triste? 

Non c'entra nulla, ma sto scrivendo tutto questo mentre di sottofondo c'è quella canzone che tanto ti ha colpito da 'The Young Pope', non riesco a smettere di ascoltarla, me l'hai messa in testa. Perché ti ha colpito così tanto? Che sbagli hai commesso? Come ti senti? Al momento c'è una turbolenza in aereo e siamo anche in ritardo di 40 minuti. Non so perché ho voglia di piangere. Quando sono troppo felice poi mi sento uno schifo, ed è davvero incredibile. Secondo te perché sento le emozioni così amplificate? Come se fossi all'interno di un contrabbasso ed ogni nota risuonasse forte, come la felicità e la tristezza che mi pervadono in maniera così invadente. 

Non è vero che eravamo quaranta minuti in ritardo, è andata bene, sta andando bene. Sono tre giorni che non ti penso neanche, o meglio, se ti ho pensato è stato solo perché la tua figura è entrata prepotentemente nel mio raggio visivo. La Grecia è spettacolare, mi viene voglia di rimanerci per sempre. La storia si respira ed è incredibile davvero. Ho fatto così tanto in tre giorni che non so neanche da cosa cominciare. Sicuramente ti dirò ogni cosa non risparmiando alcun dettaglio, anche se probabilmente non ti interesserà per niente. Sembra che ti importi ma in realtà no. L'ho notato. La tua è una curiosità strana; sembri scavare in fondo a qualcosa di ignoto. Cosa cerchi? I tuoi occhi cercano sempre qualcosa, estraniandosi dal mondo circostante e la cosa mi manda sempre in bestia. Mi vedi? Sono davanti a te? Dimmi cosa ti serve. Ti prego lasciati aiutare. Non mi sono innamorata molto, giusto una volta, vicino al Pantheon. Occhi azzurri e capelli biondi, completamente diverso da te. L'accento spagnolo gentile mi ha detto che secondo lui sono molto intelligente, gli ho creduto poco. Viaggiava da solo ed era estremamente felice di essere all'interno dell'Acropoli. Lo ero anche io. Non abbiamo parlato per tanto tempo, lui non parlava bene inglese nonostante studiasse alla UCD a Dublino, ed io avevo perso le mie compagne d'avventure. Mi ha domandato se gli potevo lasciare l'e-mail, ho detto di no con il sorriso. Secondo te è normale? E comunque io non sono bella, cioè dal fatto che non ti colpisco l'ho appurato, ma non che prima fosse un segreto di stato. Secondo te perché? No anzi, questo non voglio saperlo da te. Mentre scrivo tutto questo realizzo sempre di più come risolvere il puzzle dei miei pensieri, e per un qualcuno che non ha pazienza come me è davvero molto. Ho visto un tramonto così da mozzare il fiato che non ho avuto neanche le forze de fare le foto. Era tutto rosa, cielo, nuvole, mare ed anche i miei pensieri. Non riuscivo a non pensare alla felicità. Sai che forse hai ragione? Cercare la felicità è difficile e quando la trovi dopo ti senti così uno schifo da non commettere. Se non contiamo i tramonti rosati credo di essere sicura che anche stare insieme a te mi da felicità. Come ci si sente ad essere una persona che rende felici gli altri? Sinceramente è il mio sogno nella vita. Per questo voglio avere un talk show, loro fanno ridere, per venticinque minuti sei nella vita di una persona e fai in modo di farla sorridere e farle dimenticare tutti i suoi problemi. Cosa c'è di più bello? Un'altra cosa che mi piacerebbe fare nella vita è conoscere il maggior numero di persone al mondo. Fosse per me parlerei letteralmente con qualsiasi persona sul pianeta. Perché la gente dice di odiare le persone? È così bello imparare a conoscerle, se non ti sforzi a conoscere un altro con che coraggio riesci a conoscere te stesso? Sono sicura che senza curiosità morirei, la mia vita sarebbe ancora più triste del normale e non avrei avuto il coraggio di fare un sacco di cose che mi hanno permesso di vedere e realizzare come fare ad essere felice. Questa cosa sta diventando molto più lunga di quello che credevo. Il traghetto ancora non ha salpato ad Atene e ci vorrà anche un po' di più prima di arrivare a casa di J. Nelle orecchie ho una bellissima canzone di Levante. Mi manca la tua voce. Oggi ho anche conosciuto un uomo davvero particolare, sono sicura che lavora per il padre di J all'ambasciata perché continuava a dire che gli mancherà un sacco lavorare con suo padre e che vorrebbe davvero tanto andare via con lui e andare in Messico. Mi ha colpito un sacco, ci ha raccontato un po' della sua vita, di suo figlio che è stato malato e di sua sorella che adesso lavora in Messico. Ha detto che da giovane è andato a studiare in Inghilterra, nel Kent, ma dopo un anno doveva, per forza, tornare in Grecia. Ogni giorno, dal suo appartamento vicino l'università, si affacciava alla finestra e si chiedeva dove fosse il sole e del perché non poteva almeno avere quello per non soffrire così tanto la nostalgia di casa. Dico ogni giorno che il Giappone è il mio posto nel mondo, che ovunque mi andrebbe bene, ma dopo tre mesi a Roma già mi sono stancata e voglio tornare alla mia vita da paesanotta del sud. Ce la potrò mai fare? Crescerò mai? Non ho idea. 

In mezz'ora dovrei atterrare, di nuovo a Roma. Sto ascoltando Calcutta, dice che non riesce a raggiungere qualcuno se va veloce, beh, ha ragione. Ogni volta prego davvero per cinque minuti in più per parlare, allungo la strada di ritorno anche quando sono intontita dalla lezione per camminare un po' insieme e osservarti di sbieco. Lo hai mai notato? Spero di no, L pensa che ci sto troppo sotto queste mie emozioni, io penso la penso allo stesso modo. Ieri sera sono stata in questo locale gay. Cioè, non so se fosse proprio un locale per gay o semplicemente un locale con canzoni anni 80/90 a cui casualmente hanno partecipato un sacco di coppie gay. Mi sono innamorata. Quante volte lo ripeto alla settimana? Aveva l'aria da bulletto greco, pieno di se e con un drummino tra le labbra. Neanche a lui ho chiesto il nome, ma ha la faccia di qualcuno che ha quei nomi caratteristici greci, tipo quelli storici come Spyros; gli ho detto che era carino, me ne stavo andando, non mi sono vergognata, perché dovrei? Devo ricordarmi di dire in qualsiasi caso quello che penso, soprattutto quando non ho nulla da perdere, è un buon allenamento per la mia autostima. Se non ho paura di dire le cose come stanno perché dovrei aver paura a mostrare il mio fisico? A gennaio mi vedrai diversa, se vuoi rimanere mio amico. A gennaio ho deciso che sarò una persona che mi piace di più. Magari è la volta buona che mi noterai come voglio io, possibile? K mi ha detto che rimane in Italia solo fino a maggio, mi sono chiusa nel bagno di casa di J ed ho pianto. Sono così stanca che i miei pensieri sono più in disordine del solito, l'unica cosa normale è che mi viene voglia di scriverti e farti sapere quello che so. Magari così riuscirai a fidarti di me, o non so. Comunque ho deciso, queste parole le leggerai solo se riuscirò a colpirti, si spera nel positivo, così magari ti fai una risata e mi dici che sono stata una cretina. Nel peggiore delle situazioni non leggerai mai, la tua vita continuerà senza sapere tutte le turbolenze che il mio cuore ha dovuto sopportare da quando ha realizzato che stare più vicino a te mi fa stare bene, magari mi passerà anche, magari avrò colpito C T e vivrò per sempre con lui a Tokyo nell'ambasciata italiana, o magari avrò al mio fianco uno di quei personaggi strani che hanno sempre cose da dire e che non mi fa mai annoiare e ricambia tutto il disordine nella mia testa. Si può fare. Una scommessa con il destino, tutto o niente. Sono queste le cose che mi piacciono, sul filo del rasoio. Stiamo atterrando. Domani ti vedo, anche se ti ho mandato un messaggio dandoti la colpa del ritardo. Probabilmente è davvero colpa tua. 


In conclusione, una conclusione non esiste, perché in verità da adesso tutto comincia. Da adesso si vedrà se veramente un minimo ci hai tenuto, perché nell'ultima settimana mi hai fatto stare più bene che male, mi hai mostrato che hai davvero voglia di ascoltarmi, che mi mostri i tuoi lati disagiati e che mi prendi anche in giro e, sul serio, se non contassi davvero meno di zero non lo avresti mai fatto. O sbaglio? Almeno dimmelo che sono diversa. Almeno dimmi che parli con me perché senti di capirmi. Almeno dimmi qualcosa. Dimmi che quei messaggi che mi mandi dove dici che sia in gamba sono davvero tuoi pensieri. Dove i miei occhi pieni di lacrime incontrano i tuoi e ti siedi vicino a me per calmarmi non è un frutto della mia immaginazione, perché potevi sederti vicino ad L, vicino a chiunque. E quei messaggi? Perché consolarmi? Ti faccio pena? Un minimo ci tieni? Perché non riesco mai a decifrarti? Perché cerchi i miei occhi durante i test? Te l'ho già detto, non sono la più brava. 

Sempre qui,
E
   
 
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