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Autore: cin75    03/12/2016    6 recensioni
Jared e Jensen non si sopportano. Si odiano , letteralmente. Sono decisamente diversi. Litigano su tutto e tutti. I loro mondi sono uno l'esatto contrario dell'altro. Fosse per loro, si annullerebbero a vicenda.
Ma succede qualcosa.
Si innamorano e i loro mondi così diversi smettono di esistere.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso da Misha, Jensen riposò tutta la notte e anche Jared riuscì a riposare.
Rimase nella stanza con il compagno. Era sfinito e la calma di Jensen, calmò anche lui , permettendogli di farsi qualche ora di sonno. E anche se era su una semplice poltrona , la trovò comunque più che comoda.

Quando si svegliò, si ritrovò a fissare la cosa più bella che avesse mai visto.
Gli occhi verdi di Jensen che lo guardavano quasi in adorazione. Il suo sorriso dolce che gli sorrideva innamorato.  I lineamenti del suo viso non più contratti dal dolore ma illuminati da quella splendida luce che solo l’amore riesce a donare.

“Sei sveglio?!” sussurrò Jared alzandosi e raggiungendolo.
“Sì e ti guardavo.”
“Me ne sono accorto.” fece Jared accarezzandolo dolcemente. “E ti piaceva quello che vedevi?!” chiese divertito, il giovane.
“Mai visto niente di più bello!” rispose Jensen. “Sei qui!”
“Sono qui!”
“Sei umano!”
“Sono umano!”
“Sei con me!”
“Sono con te!”
“Per sempre!”
“Per sempre!”
“Ti amo!”
“Ti amo!”
 E questa sorta di litania venne pronunciata a fior di labbra da entrambi e ad ogni invocazione lo spazio tra i due diminuiva, finchè il più dolce dei “ti amo” finì incastrato dal più tenero dei baci. Lento, leggero, gustoso, infinito.
Infinito fin quando qualcuno non si schiarì la voce alle loro spalle, palesando la sua presenza.

“Scusate se vi interrompo, ma dovrei controllare un paio di cosette!” si giustificò, indicando Jensen.

Jensen e Misha si fissarono, in silenzio. Forse imbarazzati. In fondo , anche dopo quello che era successo quella notte, era la prima volta che i due si guardavano sul serio.
Fu Jensen a spezzare quel lieve imbarazzo che era sceso nella stanza.
“Ciao, Mish!” lo salutò chiamandolo nel modo in cui aveva sempre fatto.
Misha alzò gli occhi al cielo, sorridendo appena e poi tornò a guardare il suo paziente.
“Ho sempre odiato che mi chiamassi così!” lo rimproverò bonariamente.
“Ti chiedo scusa!” si scusò subito Jensen. “Io non….”
“Lascia stare!! Puoi farlo!” lo rassicurò Misha, sorridendo più apertamente. “E poi è come se fosse una conferma che non ero pazzo quando vi vedevo e vi sentivo nella mia testa. Ora so che eravate, in un certo senso reali!”
“Oh!! Credimi, Misha. Siamo reali. Ora siamo più che reali!” gli confermò Jared. “ E lo resteremo per tutta la vita!” disse ancora stringendo la mano di Jensen.
“Un momento..” si intromise Jensen, colpito dalla spiegazione data da Misha. “Questo vuol dire che tu…tu sai chi siamo o meglio chi eravamo….sul serio?!”
“Certo che lo so!” ammise con nonchalance il medico mentre gli controllava la ferita che sembrava ormai non dare più problemi di punti.
“Gli ho detto tutto!” si fece avanti Jared. “Ho dovuto.”
“Tu…hai dovuto?” domandò lievemente allarmato e poi spostando lo sguardo sul medico al suo fianco. “E tu gli hai creduto?!”
“Perché non avrei dovuto?!” domandò in risposta.
“Perché è una storia assurda!” esclamò Jensen.
“Infatti!”
“Infatti??!!” fece ironico il biondo, notando il volto divertito di Jared che assisteva a quello scambio di battute.
“Senti, Jens…”
“Jens?!” fece piccato,  il paziente.
“Beh! se tu puoi chiamarmi Mish, io posso chiamarti Jens, ok?!” rispose incrociando le braccia al petto per presa posizione.
“Ok!” cedette …Jens.
“Ascolta. La storia che mi ha raccontato Jared è talmente assurda e fuori dalla razionalità e la lucidità umana che non può che essere vera!” lo scioccò il moro.
“Cosa?!” sibilò Jensen.
“Qualunque persona sana di mente avrebbe saputo che raccontare ad un medico una storia del genere avrebbe significato una telefonata immediata alla polizia, dato le tue condizioni e al centro di igiene mentale, dato il racconto fornito. E Jared, in tutta onestà non mi sembra uno stupido o uno svitato. Quindi la sua storia non poteva che essere vera!” fu la spiegazione alla fiducia accordata.
“Vedi che la verità paga!” fece orgoglioso Jared.
“Caspita se paga!” fece sconfitto Jensen, colpito dalle parole di Misha. “Ora, veniamo a noi!” fece, però subito dopo.
“Cosa?!” si incuriosì Jared poggiandosi al mobile alle sue spalle , per dare spazio a Misha di finire di visitare Jensen.
“Quanto tempo sono stato lì sotto? Era lunedì quando è iniziato tutto. Che giorno è oggi?!” chiese.

Jared e Misha si scambiarono un’occhiata veloce. Misha sapeva anche del lasso di tempo intercorso. Jensen ancora , no.

“E’ lunedì, Jensen.” iniziò Jared.
“Ancora…lunedì? Ma come  è possibile?!” fece sapendo bene di come scorresse il tempo ai piani bassi.
“Di due settimane dopo!” precisò con amarezza, il giovane.
Jensen deglutì. E per un attimo si sentì come se stesse provando tutti il dolore che provava alla mercè del suo carnefice infernale.
“Due …settimane?” sussurrò.
“Sì. E mi dispiace così tanto. Mi dispiace di non essere riuscito a….”
“Jared…Jared ma che stai dicendo?” lo fermò il compagno. “Ti dispiace …di cosa?”
“Mi dispiace di non averli convinti più in fretta, di non aver detto subito la cosa giusta e così di averti costretto a subire tutto questo…io…avrei voluto…avrei dovuto….”
“Ok! Ok! Ora basta. Smettila. Smettila immediatamente!!” sembrò quasi rimproverarlo Jensen e ringraziando con lo sguardo Misha, che discretamente guadagnava l’uscita e dava loro una giusta privacy.
“Ma io…”
“Mi hai salvato la vita , Jared. E non solo all’Inferno, ma anche sulla terra. Tu mi hai salvato la vita mille e mille volte, amore mio.”
“Ma cosa…quando?!” fece confuso Jared. Poteva capire l’Inferno ma sinceramente non capiva di quali altri salvataggi stesse parlando Jensen.
“Tu mi hai salvato la vita ogni volta che mi sei stato accanto, che mi stringevi la mano per tenermi vicino a te, che mi abbracciavi la notte quando mi sentivi irrequieto. Tu mi salvavi ogni volta che mi baciavi, che mi amavi e che ti facevi amare da me.” Confessò con amore e sincerità.
“Jensen…”
“Quindi ti prego, non pensare mai più che questo…” fece indicando alcune delle sue ferite. “..che questo sia colpa tua. Tu mi hai salvato dall’Inferno e io, amore mio, non vedo l’ora di tornare ad essere il tuo Paradiso.”
Jared non seppe che dire. L’emozione che gli esplose nel cuore era talmente forte che a malapena riusciva a respirare.
L’unica cosa che riuscì a fare, fu quella di avvicinarsi al lettino su cui era steso Jensen, chinarsi verso di lui e baciarlo. Baciarlo dolcemente. Baciarlo mille piccole volte, come se volesse assaporare il sapore di quelle labbra centimetro dopo centimetro. Baciarlo come se non dovesse fare altro nella vita.
Baciarlo come se dovesse finalmente convincersi che non doveva fare altro nella vita.

“Ti amo!” sussurrò poi tra un bacio e l’altro.
“E io amo te!” rispose sorridendogli e poi… “O porca miseria!!”
“Come scusa!?!” esclamò Jared tirandosi indietro perché sinceramente stranito da quella reazione.
“Due settimane? Siamo stati via due settimane?!” ripetè Jensen, quasi nel panico, che sembrava più paura che altro.
“Sì..sì, Jensen. Due settimane. Ma cosa..perchè…”
“Alex e Claire!” nominò il biondo.
“Alex e Claire?!” ripetè confuso l’altro.
“Hai presente le due figlie di Jody? Quelle che fra tre giorni ritorneranno dal loro master inglese? E di cui ci eravamo presi la responsabilità di organizzare la festa di ritorno dicendo a Jody di non fare assolutamente niente perché ci avremmo pensato noi?” gli fece presente in modo ansioso e nervoso.
Jared strabuzzò gli occhi e si rese conto del gran casino in cui erano. “O porca miseria!!”
 


Qualche ora dopo, i due , dopo essersi congedati da Misha che aveva dato il suo benestare medico affinchè Jensen potesse viaggiare, infondo erano solo poche ore di viaggio, e ringraziandolo per tutto quello che aveva fatto,  erano davanti alla porta di ingresso del locale di quella che sarebbe stata sicuramente una furibonda amica.
“Ok, piccolo. Mi dici sempre che devo essere un gentiluomo. Prego, dopo di te!” fece Jensen indicando la porta.
“Vigliacco e se proprio lo vuoi sapere, i gentiluomini, quando devono entrare da qualche parte dovrebbero farlo prima delle loro dame.” gli spiegò Jared, restando fermo al suo posto.
“Tu, di certo, non sei una dama e vuoi davvero fare il nerd adesso?!” ironizzò Jensen, restando , però, anche lui immobile.

Quando all’improvviso, dal retro della cucina spuntò il volto di Jody che nemmeno a dirlo li inquadrò immediatamente al di la della vetrina di ingresso.
“O cazzo, ci ha visti!!” esclamò senza pensarci Jensen.
“Beh! che vuoi fare? Scappare?!” scherzò nervosamente Jared, indietreggiando appena.
“Sto sinceramente valutando l’idea. Guardala…è furibonda!!  Non l'ho vista in queste condizioni nemmeno quando ha scoperto che ero stato io dire ad Alex di farsi avanti con quel tipo del Blockbuster!!” disse tra i denti, l’altro e non fece in tempo a dire altro che Jody era già alla porta e la spalancava bruscamente.

“Jody…” balbettò Jared.
“Lasciaci spiegare cosa…” provò Jensen.
Ma due schiaffi veloci e a ripetizione, volarono senza preavviso, sui volti sorpresi dei due ragazzi.
“Voi due, siete due emeriti idioti.” Esordì la donna che ora aveva gli occhi lucidi. “Dove diavolo eravate finiti? Siete scomparsi dalla notte alla mattina. Ho chiamato ospedali, polizia…cavolo!! Ho perfino provato con l’FBI ma credo che mi abbiano preso per pazza.” Fece con la voce rotta dall’emozione ma comunque severa.
Jared e Jensen, non si sognarono nemmeno di offendersi per quel gesto manesco, anche perché negli occhi e sul volto dell’amica, videro davvero la preoccupazione e l’angoscia descritta dalle sue parole.
“Jody, noi…noi abbiamo una spiegazione…” provò Jensen, sperando di calmarla in qualche modo.
“Ti prego, ascoltaci!” sussurrò, con aria colpevole Jared.
“Certo che voglio una spiegazione e certo che vi ascolterò, ma prima….” e senza finire lanciò letteralmente le braccia al collo di entrambi i ragazzi, tirandoseli contro il petto e abbracciandoli più forte che poteva e ridendo , oramai, serena, quando anche i due giovani ricambiavano quell’abbraccio. “Non fatemi mai più una cosa del genere!!”
“Non lo faremo più, Jody. Promesso!” La rassicurò Jensen.
“Siamo tornati per restare!” promise anche Jared. “Se possiamo ancora restare!” azzardò.
“Provate ad andare via e vi prendo a schiaffi di nuovo!!!” rispose la donna ancora protetta nel loro abbraccio.

Quella sera, trascorsa tra birre e risate e l’assicurazione che le due ragazze avrebbero avuto la loro festa di bentornato, la giustificazione che fu elargita alla  donna, fu che , Jared e Jensen erano due testimoni sotto protezione. Che il giorno che erano spariti nel nulla era per rendere conto di ciò che sapevano e su cui dovevano testimoniare. Che avevano cercato di farli fuori, così da giustificare i segni ancora presenti sul volto di Jensen, ma che erano riusciti a mettersi in salvo. Che una volta che i buoni avevano avuto quello che volevano e i cattivi pure, erano stati dichiarati fuori pericolo e sarebbero potuti tornare alle loro vecchie vite.
I due ragazzi, anche se sapevano che non era esattamente la verità, sapevano che in un certo senso quella scusa in parte lo era.
Jody li aveva ascoltati con attenzione e di tanto in tanto o stringeva la mano di Jared o carezzava gentilmente il viso segnato di Jensen.
Poi, finalmente, tutto tornò alla normalità. Quella normalità che tanto sognavano Jared e Jensen.
 


“Oh!! Ti prego non fermarti…..non fermarti….” ansimava Jared, coperto dal corpo di Jensen che appassionato e instancabile si muoveva su di lui, dentro di lui, mentre si inarcava e si spingeva contro il corpo di Jensen.
Era da tanto che non si amavano. Non , almeno, in quel modo. Ma nonostante Inferno e Paradiso ci avessero provato, la loro passione non si era assopita, anzi sembrava ancora più…appassionata.
“Mi sei mancato….mi è mancato tutto di te….” rispondeva Jensen, cadenzando languidamente i suoi affondi, insinuandosi sensualmente, quanto più poteva in quel corpo tanto amato e che davvero gli era mancato infinitamente. Baciandolo con entusiasmo e lasciandosi baciare con la stessa enfasi. Accarezzandosi e stringendosi per sentirsi i più vicini possibile. Respirando fin dentro l’anima, uno l’odore inebriante dell’altro. Guardandosi negli occhi e imprimendo quello che vedevano nelle loro menti quelle immagini meravigliose che avrebbero portato con loro fino alla fine dei loro giorni.
E tra suppliche e concessioni, il piacere sublime di quell’appassionato amplesso, esplose caldo e travolgente, concedendo ai due amanti un estasiato grido muto, fatto di solo respiro.
Un bacio a fior di labbra, una carezza lungo il profilo affannato, un sorriso ai loro corpi ancora avvinti e vicini e poi la pace perpetua, l’estasi dell’anima, l’amore incondizionato.

Jensen, lentamente scivolo sul petto , ancora ansimante del suo adorato amante e così rimase, godendosi il momento.
“Jensen?!” lo richiamò l’altro.
“Mmmh!?” fu la risposta di Jensen data mentre si sistemava meglio sul torace accogliente di Jared.
“Tutto bene?”
“Una meraviglia, perché?”
“Sei silenzioso.”
“Pensavo!” e a quella risposta per Jared fu come rivivere un pericoloso deja-vu.
“O Dio, ti prego no!!….l’ultima volta che abbiamo iniziato così una conversazione, io sono finito a supplicare in Paradiso e tu a penare all’Inferno.”
Jensen rise contro il petto del compagno anche se non disdegnò comunque di dare un occhiata in giro per la loro camera da letto.
No, erano soli!
Tirò un sospiro di sollievo e piano si issò sui gomiti così da poter guardare Jared.
“Pensavo al fatto che siamo di nuovo qui, umani con la nostra vita…umana. Siamo di nuovo nella nostra casa, nella nostra camera, nel nostro letto. Pensavo al fatto che ormai è tutto finito!” rispose , sporgendosi appena per baciargli le labbra ancora arrossate dall’amore appena fatto.
“No.” Sembrò quasi rimproverarlo Jared , scostandosi da quel bacio. “ Ti sbagli!” lo rimproverò , infatti. “Siamo di nuovo qui, umani con la nostra vita…umana. Siamo di nuovo nella nostra casa, nella nostra camera, nel nostro letto. Non è tutto finito, amore mio..” fece sorridendogli.
“Jared….”
“Ora tutto comincia!”

Colpito da quella parole, Jensen gli sorrise e avvicinandosi al viso amato gli sussurrò le uniche parole che in quel momento potevano descrivere quello che avevano passato.
 
Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai….;
Amore non è soggetto al Tempo…
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.”

 

Jared lo fissò sorpreso ed emozionato.
“Hai citato il poeta dell’amore!” disse mascherando l’emozione che provava con una poco convinta ironia.
“Qualcuno, tempo fa, mi disse che solo chi è innamorato può citarlo. E io lo sono, sono innamorato e amo te, solo te e ti amerò per sempre. Ti amo, Jared!”
“Ti amo anche io, Jensen. E vivrò per amarti tutta la vita!”











N.d.A.: Ok! Siamo alla fine anche di questa. Spero che vi siano piaciuti questi Jared e Jensen soprannaturali!!!
Fatemi sapere quello che ne pensate o che ne avete pensato di tutta la storia, letta insieme o capitolo per capitolo. Ogni opinione è più che ben accetta!!!
Sempre!

Non so se riuscirò a postare altro in questo periodo ( un coro di Halleluiah si alza festoso!!!), perciò salvo imprevisti, ci rileggiamo l'anno prossimo.
Io comunque continuerò a leggere e recensire il vecchio e il nuovo!!!

Baci baci!!!

 
   
 
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