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Autore: Stray_Ashes    03/12/2016    2 recensioni
[Traduzione] - [Priest!Gerard] - [Frerard]
"«Gerard pensa che io abbia delle stigmate*» disse Frank, perché tanto, dannazione, le cose non potevano andare peggio di così. Aveva bisogno di liberarsi di quel peso.
«Oh, beh...» rispose Brian, il viso fra le mani. «Naturalmente» "
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Lavoro originale di Bexless, la mia è una traduzione. Personalmente, ho amato la serie di Unholyverse, quindi davvero, ve la consiglio anche in inglese; io, intanto, mi svago provando ad allenarmi traducendola. La storia ha diversi elementi legati alla religione, ai demoni e l'esorcismo, ma credo che meriti veramente molto comunque.
E poi, Gerard versione prete, ha un fascino tutto suo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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16. The Seven Last Words
of Jesus Chirst
 
 

 

Quando Frank riprese i sensi si ritrovò legato a un tavolo, spogliato di ogni vestito a parte le mutande. La testa gli girava, si sentiva intontito e tutto pareva sfocato, e quando tentò di pronunciare il nome di Gerard, tutto ciò che ne uscì fu un farfuglio.

Girò la testa, o almeno ci provò: faceva male, ma aveva bisogno di trovare Gerard. Aveva bisogno di tenere gli occhi aperti.

Ciò nonostante, il tempo passò. Frank continuò a perdere e riprendere i sensi; gli parve di vedere una figura muoversi, di sentire mani sulla sua pelle. Pensò anche di aver sentito la voce di Gerard, per un attimo, dire il suo nome.

Quando riuscì ad aprire nuovamente gli occhi, la testa gli pulsava talmente da renderlo quasi felice che la stanza fosse sostanzialmente buia. Era un'oscurità che sapeva di chiuso, come se fossero sottoterra, ma non era così spessa da nascondere a Frank gli strani simboli dipinti sui muri con grandi pennellate di rosso e nero.

C'erano delle candele accese sopra a un piccolo tavolo nell'angolo, le fiamme tremolanti che gettavano sottili strisce di luce sopra all'immagine di quella che pareva essere la Vergine Maria, solo – sbagliata, in qualche orribile modo che Frank non riusciva ad identificare, mentre altre immagini giacevano appese ai muri, tra icone e ritratti; alcuni Frank riuscì anche a riconoscerli, mentre altri gli erano sconosciuti.

E sul muro dietro di sé, invece, quando riuscì a girare la testa e roteare gli occhi, c'era un enorme crocifisso con una scritta incisa nel legno nella parte superiore – Frank affilò la vista e tentò di leggere all'incontrario, ma non gli sembrava neppure inglese.

Arrendendosi, girò la testa da una parte, stringendo i denti contro il giramento di testa che l'azione gli provocò. Trovò Gerard abbandonato su una sedia, proprio lì accanto a sé. Le sue braccia erano girate in modo strano dietro la schiena, ma la testa pendeva in avanti, la fronte appoggiata al braccio di Frank, che quindi non riusciva a vederlo in viso.

«Gerard,» mormorò Frank, tirando debolmente le corde. «Gerard, svegliati»

Gerard non si mosse. Respirava ancora, Frank riusciva a sentirlo attraverso il braccio su cui l'altro era appoggiato, ma non rispose in alcun modo quando Frank lo chiamò nuovamente.

Frank avrebbe preferito non iniziare ad urlare – Dio sa dove Luke poteva essere al momento, ma ciò nonostante, aveva bisogno che Gerard si svegliasse, e che se ne andassero insieme da questo posto. Agitò il bracciò più che poté e sibilò ancora il nome dell'altro, e alla fine Gerard parve recuperare i sensi, muovendosi e borbottando qualcosa finché non sollevò uno sguardo sfocato su Frank, sbattendo gli occhi iniettati di sangue ancora nascosti dietro ciuffi di capelli neri.

«Frank?» disse Gerard, con la voce impastata. Deglutii rumorosamente e si tirò su a sedere, sussultando e roteando la testa sulle spalle. «Che è successo? Dove siamo?»

«Non lo so, a casa di Luke probabilmente. Ricordi quando è arrivato nel mio appartamento?»

Gerard chiuse gli occhi per un momento, sforzandosi visibilmente di rimanere concentrato. «Um, sì, sì, credo. Merda – che roba era quella, cloroformio?»

Frank scosse la testa. «Non ne ho idea. Mi sento come se avessi perso una sfida contro un anestesista pazzo, però»

«Pure io,» Gerard grugnì e sbatté le palpebre, osservando la stanza e poi di nuovo Frank. «Perché sei – perché ti ha tolto i vestiti?»

«Non lo voglio davvero sapere,» rispose Frank con fervore. «Aspetta, non è che riesci a liberarti le mani e slegarmi?»

Gerard provò a tirare un po', ma i suoi polsi rimasero ancorati dietro alla sua schiena. Scosse la testa. «Sono legati piuttosto stretti. Aspetta,» disse, e cominciò a muovere i piedi sul pavimento, riuscendo in fine a ruotare la sedia e tirarsi in avanti perché Frank potesse vedergli i polsi. «Cosa sono, manette?»

«Corde,» constatò Frank. «Sono abbastanza sottili però. Non è che vedi, non so, qualcosa di affilato qui intorno?»

«Aspetta – cazzo, sono ancorato all'intera sedia» Gerard si sollevò appena appena in avanti, tentando di stare in piedi quel tanto che l'essere legato alla sedia per polsi e cosce consentisse. Riuscì infine a zoppicare per la stanza, come un incrocio tra un anziano e un granchio, sbattendo le gambe della sedia contro le pareti e imprecando ogni quindici secondi. Poi si bloccò improvvisamente, accanto a un basso tavolo dall'altra parte della stanza. «Uh.»

«Buone notizie?» Frank allungò il collo, nel tentativo di vedere.

«Non sono del tutto sicuro che sia il caso di chiamarle così». Ci fu un sordo rumore metallico ed entrambi si immobilizzarono all'istante, finché alla fine Gerard tornò barcollando da Frank, riposizionando la sedia e stringendo in mano un piccolo scalpello. «C'è un vassoio pieno di strumenti medici e altra merda laggiù.»

«Grandioso,» borbottò Frank, allungando le dita quel tanto che bastava ad afferrare lo scalpellino. «Davvero fottutamente grandioso».

Gerard rimase fermo mentre Frank forzava le proprie dita sudate a mantenere la presa, mentre muoveva lo scalpello su e giù contro le corde che legavano i polsi dell'altro. E alla fine, queste cedettero e si ruppero con un piccolo 'pop', cadendo al suolo e lasciando a Gerard la libertà di scuotere i polsi e slegare le corde strette attorno alle sue cosce.

«Grazie,» disse, non appena riuscì ad alzarsi in piedi, traballando un poco ma riuscendo comunque a restare stabile, mentre lavorava sulle corde attorno a uno dei polsi di Frank. «Queste sono parecchio più spesse, evidentemente voleva essere sicuro che tu non te ne andassi da nessuna parte».

«Grandioso.» ripeté ancora una volta Frank. Sollevò lo sguardo sulla croce che incombeva su di lui e chiese, «Cosa significa quello?»

«Cosa?» Gerard sollevò lo sguardo dal polso di Frank e seguì il punto che gli occhi dell'altro stavano osservando. «Uhm, 'Sitio', che in Latino significa 'Ho sete'.

Frank chiuse gli occhi. «Perché non suona bene per niente?»

Gerard riuscì finalmente a liberare una delle mani di Frank, che subito si tirò il braccio contro il proprio petto, mentre Gerard si mosse dall'altra parte del tavolo per slegargli anche l'altro. «E' parte di quelle che chiamano– »

«Le Sette Ultime Parole di Gesù Cristo, già» intervenne Luke, facendoli sobbalzare entrambi quando emerse dall'ombra. «Le frasi che Egli mormorò restando appeso alla croce, morendo per i nostri peccati.»

Frank si sollevò sui gomiti, guardando con orrore Luke avvicinarsi a loro. Vicino a lui, Gerard era diventato completamente immobile. «Sappiamo cosa stai cercando di fare,» disse Frank, tentando di suonare più coraggioso di quanto non fosse. «L'abbiamo capito».

Luke si limitò ad annuire; si spostò vicino al tavolo e posò i palmi sugli occhi di Frank, tenendolo fermo. «Tranquillo, fratello» sussurrò, mentre Frank sentì i tagli sulla sua fronte riaprirsi e sanguinare. «Sarai finalmente in pace a momenti».

«Smettila!» gridò Gerard, spingendo Luke via dal tavolo e tentando di separarlo da Frank. «Smettila, lo stai uccidendo!»

Luke lasciò andare Frank e colpì Gerard in viso con il dorso della mano, abbastanza forte da sbatterlo contro il muro, dove Gerard scivolò al suolo con un'espressione sorpresa.

«Lascialo in pace!» urlò Frank, combattendo inutilmente contro le corde attorno a polsi e piedi. «Lui non ha fatto niente, non c'entra in tutto questo!»

Gerard si passò la mano sulla bocca, spargendo sangue su tutta la guancia e fino all'orecchio. Si fissò la mano per quando istante, prima di spingersi di nuovo in piedi, tremolando. «Lascialo andare,» disse a Luke. «Sei ancor in tempo per fare la cosa giusta»

Luke scoppiò a ridere: una rugginosa,ruvida risata che gli uscì dalla gola e gli deformò il viso in un piccolo ghigno crudele. «La cosa giusta? Come te? Era la cosa giusta passare la notte a letto con lui?»

«Lo stavo aiutando,» disse Gerard, sollevando le mani come se stesse avendo a che fare con un cane pazzo e fuori controllo. «Stavo aiutando lui, e posso aiutare anche te, Luke».

«Aiutarmi?» Luke rivolse a Gerard quel sorriso corrotto, mentre una delle sue mani passava dallo stomaco al petto di Frank. Il dolore scoppiò in ogni angolo del corpo di quest'ultimo, che dovette mordersi forte il labbro per non gridare. «Che cosa hai intenzione di fare, Padre, pregare per la mia anima?»

«Qualcuno dovrà pur pregare per te, folle figlio di puttana,» sputò Frank, stringendo in dentro lo stomaco e contorcendosi per ritrarsi al tocco di Luke. «Che cosa credi di ottenere uccidendomi, una fottuta medaglia?»

«Non prenderla così male,» disse Luke, passando il dito sulle sopracciglia di Frank. «Sarebbe finita molto prima se non aveste trovato il modo di raggirarmi»

Frank contorse di nuovo la testa, spostandosi da dosso la mano ruvida di Luke, e fissandolo con odio. «Raggirarti? Perché, ti ho mai per caso dato l'impressione di essere disponibile per tatuaggi maledetti?»

«Avresti dovuto essere solo!» gli urlò in faccia Luke, prendendogli di nuovo il viso tra le dita e sbattendolo con forza contro la superficie del tavolo.

Frank gli sputò in viso. «Togli quelle manacce da me!»

Luke non sbatté nemmeno le palpebre, e fece passare invece le dita lungo polso di Frank, premendo il pollice contro i tagli lì presenti e facendo risalire il dolore in tutto il braccio della sua vittima. «Non sono io che ti sono venuto a cercare, fratello» lo sentì dire, sotto l'urlo che Frank stesso sapeva di star inevitabilmente liberando. «Un'anima buona in un posto cattivo, venuta a cercare me»

La mente di Frank lo riportò a quella sera, dov'era stato seduto sulla sedia di Luke raccontandogli la sua vita. Rabbrividì, sentendosi male. «Avevo soltanto avuto una cattiva giornata, folle bastardo»

«E avresti dovuto essere da solo,» ripeté Luke, premendo nuovamente il pollice contro il polsi di Frank, che sentì le sottili cicatrici ricominciare ad aprirsi.

«Basta!» urlò Gerard, lanciandosi di nuovo verso il tavolo e afferrando Luke, tentando ancora una volta di separarlo da Frank. «Basta, Luke, smettila! Ascoltami, Dio ti può perdonare, io posso aiutarti – »

«Non venire a parlarmi di Dio!» Strillò Luke in viso a Gerard, sollevando una mano per colpire Gerard nello stomaco, ridendo quando il ragazzo si ripiegò su sé stesso e collasso in ginocchio.

«Guardatelo, il guerriero di Dio,» sghignazzò, prima di tirare a Gerard un calcio nelle costole.

«Oh, merda» gemette Frank. Gerard rimase al suolo boccheggiando, immobile.

Luke avanzò verso di Frank e gli afferrò le spalle. «L'ultima delle sacre ferite si abbatterà presto su di te,» sibilò, la saliva che gli scivolò sul mento ruvido di barba. «E io otterrò la Sua essenza tramite te»

Frank scosse la testa furiosamente, cercando di ritrarsi dal tocco di Luke. «Che cazzo, tu sei pazzo, figlio di puttana, pensi davvero che Dio accetterà un assassino?»

«Shh,» Luke gli accarezzò i capelli in un gesto grottesco, sgraziato, e si spinse in avanti per mormorare, «'Chiunque mangerà la mia carne e berrà il mio sangue rimarrà in Me, e Io in lui'.»

Frank urlò quando ogni ferita del suo corpo si ripresentò all'improvviso, dolore e sangue sgorgando fuori da lui in quelle che sentiva essere enormi ondate.

«Conoscerò Cristo,» gli sussurrò Luke nell'orecchio. «E la tua anima sarà il mio sacrificio»

Frank scosse la testa ancora una volta, con debolezza. Luke si tirò su nuovamente e gli sorrise trucemente. «Riceverai la pena finale, fratello. E quando accadrà, io potrò – »

La mano di Gerard si mosse all'improvviso, stringendosi contro la caviglia di Luke e facendolo inciampare e cadere scompostamente sulle ginocchia: la fronte dell'uomo sbatté contro il bordo del tavolo prima di collassare con un grugnito, e poi silenzio.

«Scusa,» ansimò Gerard, sollevandosi in piedi.

Si piegò su di Frank, ricominciando a slegare i nodi sui suoi polsi: lo aiutò a tirarsi su a sedere, e Frank si strinse immediatamente contro le sue spalle, stringendolo più vicino e lasciando che quella bellissima sensazione di benessere lo investisse, portando via il dolore. Frank sotterrò la testa contro il collo di Gerard e cercò di regolare il respiro mentre la sensibilità tornava nelle suo corpo e la testa smetteva di minacciare di esplodere.

«Andrà tutto bene,» gi promise Gerard, accarezzandogli i capelli. «Tornerai a stare bene»

Frank non riuscì a fare molto altro se non gemere, tremare e stringersi di più a Gerard, prima che un forte rumore esplose al di là della porta della stanza, facendoli sobbalzare entrambi.

«Ma Cristo, e che cazzo c'è adesso?» sbottò Frank, proprio mentre la figura di Luke ricompariva nel suo campo visivo, e Frank ebbe a malapena tempo di urlare "Gerard, dietro di te!» prima che Luke afferrasse Gerard e lo sbattesse di nuovo al suolo con forza.

«Prenderò anche la tua vita,» ringhiò Luke, rigirando Gerard e premendo il ginocchio contro la sua gola. «Mi prenderò anche la tua se necessario».

Frank lottò disperatamente contro i nodi che gli stringevano le caviglie – le sue mani e le corde erano viscide per via del sangue, e la sua vista andava a veniva con ogni giramento di testa, mentre il rumore ritmico che proveniva da fuori la stanza aumentava. Gerard al suolo lottava per respirare, graffiando debolmente le cosce di Luke ed emettendo suoni strozzati alla ricerca di aria, e all'improvviso i colpi cessarono e qualcuno da fuori gridò:

«Frank?! Siete là dentro?»

Brian. Frank non era mai stato così felice di sentire la sua voce in tutta quanta la sua vita. «Siamo qui!» gridò di rimando. «Sbrigatevi, sta cercando di uccidere Gerard!»

«Resistete!» urlò Brian. «Resistete ancora un po', veniamo a prendervi!»

Frank tirò le corde con più forza – il dolore costante nei polsi gli rendeva difficile usare le dita, e ogni volta che si spingeva in avanti sentiva un minaccioso, sinistro dolore nel costato. Sul pavimento, Luke stringeva ancora le dita contro la gola di Gerard, i cui movimenti stavano diventando sempre più deboli.

«Cazzo, colpiscilo!» strillò Frank a Gerard, nonostante la testa che gli pulsava pericolosamente. «Colpiscilo in faccia e basta, Gerard!»

«Pacifista,» sogghignò beffardo Luke, stringendo ancora più forte la gola a Gerard. «I deboli otterranno solo un mondo di dolore»

Proprio in quel momento, la porta della stanza venne spalancata; Bob entrò come un tornado, seguito immediatamente da Brian, Mikey e Ray. Bob corse all'istante verso di Luke: lo sollevò dal suolo, lontano da Gerard, e lo colpì in faccia con un pugno così forte che Frank sentì il rumore secco del naso di Luke che si spezzava sotto le sue nocche.

 

 

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Chiedo umilmente scusa per l'immenso ritardo, ma ho avuto un blocco con la scrittura generale e non riuscivo/riesco nemmeno a tradurre, considerando che ho procastinato questo apitolo per due mesi almeno, e già solo il disegnare mi consuma una parte enorme del mio tempo, figurati lo scrivere.

Spero comunque di aggiornare presto il capitolo 17 :)

_Ashes
  
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