160
centimeters
b
u g i a
r d o
C |
hūya
Nakahara era un uomo dai
molti talenti. Saper torturare e uccidere la gente era un'abilità
richiesta nel
suo lavoro (anche se in realtà a quello ci pensava Akutagawa, di
solito), ma
lui poteva inoltre sfoggiare una reputazione da far paura, un senso
della moda
impeccabile e una collezione di vini che avrebbe fatto invidia ad un
sommelier.
Okay, ubriacarsi non era proprio un suo talento speciale, visto che,
ogni volta
che beveva qualche bicchierino di troppo, finiva per imbarazzare se
stesso (e
la Port Mafia) con i suoi aneddoti su Dazai ー che
terminavano puntualmente con una minaccia di morte.
Il
punto era che, Chūya Nakahara,
nonostante tutti i suoi talenti, non era decisamente l'uomo adatto per
certe
attività.
Come
per esempio fare da
babysitter alla spocchiosa ed irritante figlioccia del boss.
«Chūyaaaa!»
l'uomo roteò gli
occhi al cielo non appena sentì quella vocetta cantilenante. Non c'era
niente
di personale, Chūya detestava i mocciosi punto e basta, e per questo
era
rimasto molto sorpreso quando Mori gli aveva affidato quello sgradito
compito
«Chūya! Voglio dei nuovi vestiti. Ora. Andiamo a fare shopping, nee—»
Seduto
comodamente sul divano in
pelle, Chūya squadrò il piccolo uragano gothic lolita da capo a piedi,
trattenendo un'imprecazione che era sicuro Mori non avrebbe voluto che
sua
figlia imparasse. A pensarci bene, era strano che il capo avesse lasciato a casa quella sanguisuga umana per andare a fare 'affari', per giunta lasciando uno dei suoi migliori agenti ad occuparsene. Chūya era abbastanza offeso, nonostante un giorno di vacanza in più non gli facesse esattamente schifo.
«Neanche
per sogno» sbottò,
facendo roteare il vino nel bicchiere con espressione truce. Urgh. Bambini. «Il boss mi ha detto di
non perderti di vista di un secondo, perciò niente uscite impreviste.
Già è una
completa seccatura dovermi occupare di te alla base, se ti porto in
giro
rischiamo un disastro ecologico su larga scala come l’ultima volta.»
Fece
un gesto eloquente per includere
l'intera e fastosa proprietà di Ōgai. Troppo anticamente arredata per
essere di
suo gusto, ma la collezione di vino del boss non lasciava a desiderare.
Tra
tutti i sottoposti a cui
poteva chiedere, perché proprio a lui? Ichiyō aveva una sorella, perciò
sarebbe
stata più indicata. Gin non era male a prendersi cura dei poppanti.
Kōyō...
beh, Kōyō meglio di no.
«Antipatico!»
Elise batté i piedi
sul pavimento, come la mocciosa viziata quale era, e gli fece la
linguaccia «Se
non lo fai, lo dico a Rintarō e poi vedrai.»
«Elise.»
Nakahara le scoccò uno
sguardo obliquo, incrociando le gambe con aria esasperata. Per quanto
non
volesse far incazzare il boss, c’era un limite a tutto «Sono stanco.
Va’ a
disegnare o roba simile.»
«Sei
stanco perché sei vecchio e
presto morirai ~» esclamò la bambina allegramente, i ricci biondi che
enfatizzavano il suo sorrisino inquietante «Come Rintarō. Sono sorpresa
che tu
non sia ancora morto. Staremmo tutti meglio.»
Chūya
roteò gli occhi al cielo,
sorseggiando il suo quarto bicchiere con espressione esasperata. Ecco
perché
non voleva bambini.
Quello
era il genere di bambina
psicopatica che buttava i gattini giù dal terzo piano per vedere se
atterravano
sulle zampe, cosa non troppo sorprendente, visto che era cresciuta con Mori.
«E
va bene!» sbottò infine,
togliendosi il cappello e calcandolo su quella testolina dorata e
petulante «Ecco
qua, contenta? Ora hai un cappello nuovo.»
«Eww,
che schifo!» biascicò lei,
cercando di levarsi il copricapo in feltro con aria disgustata «Perché
ti metti
sempre quel cappello, Chūya?»
Chūya
rimase inizialmente spiazzato
dalla domanda e indugiò, cercando una risposta abbastanza soddisfacente
affinché la peste lo lasciasse in pace.
Che
situazione seccante.
Si
riprese il cappello con uno
sbuffo e se lo strinse al petto, cercando di nascondere il rossore
sulle sue
guance.
«P-perché
va di moda, ovviamente.»
«Bugiardo!»
cantilenò lei,
additandolo con aria mortificata «Chūya sta mentendo! Lo dico a
Rintarō!»
«I
cappelli sono di tendenza
quest’anno.» spiegò lui con un grugnito, un gesto eloquente della mano
per
sembrare più credibile.
«Bugiardo!
Non è vero ~»
«E
va bene, mocciosa» sbottò
infine, rimettendosi il copricapo in testa «Mi metto il cappello per
sembrare
più alto, contenta?»
«…tre
centimetri di più non ti aiuteranno a
fare colpo su Dazai, Chūya.»
«Tu, piccolo mostriciattolo—»
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ⓗⓔⒾⒾⓞ: buongiorno
fandom. finalmente ho l’opportunità di approdare anche qui ~
sono colpevole, vostro
onore. non
scrivo qualcosa da tre mesi, ma ho pensato per l’appunto di colonizzare
una
nuova sezione(?) tanto per. maiodovresistudiaretedescoalmomentongh—
comunque
sia, ho notato una scandalosa assenza di fanfiction sulla Port Mafia in
questa
sezione e ho deciso di rimediare (a
modo mio hehehe *coughs sheepishly*) con un
po’ di chuuya e elise. non so da dove mi sia venuta esattamente questa
idea, mi
sembra strano di essere la prima a scrivere una cosa del genere. se non
sbaglio
anche bruno mars ha sempre il cappello per lo stesso motivo, lmao
(ragazzi, vi
vogliamo bene così come siete, sono una tappa anche io, chu ♡). comunque sia, fatemi
sapere
cosa ne pensate *e tornò a studiare i Verben mit Präpositionen*
hugsbye ✿
nevertheless