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Autore: Bunny05    05/12/2016    0 recensioni
Isolati in un mondo invisibile agl’umani, nel profondo sud della Grecia, vivevano gl’antichi popoli magici. Per anni, questi popoli, sono stati sottomessi da una strega potente che prese il comando di questa terra dopo una battaglia cruenta. Da allora vivono le loro vite seguendo le regole impartite dalla strega, aumentando anche gli screzi per metterli in conflitto tra loro e che si divertiva a mandare i suoi scagnozzi a creare scompiglio. La chiamavano la strega nera. Era perfida, pazza, scaltra, e di una potenza che nessuno possedeva. Quando una ragazza misteriosa, per caso, intreccia il suo destino si troverà a combattere contro le forze oscure, per salvare se stessa e tutto il mondo invisibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Olimpia.
 
Quando Alison varcò il portale si sentì come risucchiata in un spazio infinito. Chiuse gl’occhi e quando li riaprì si ritrovò in un posto che non aveva mai visto. Era in una stradina quasi deserta, si sentì un po’ intimorita, non era mai stata ad Olimpia, non sapeva cosa aspettarsi ma finalmente era riuscita ad arrivarci anche se questa non era la situazione che sperava. Avrebbe voluto essere lì perché anche lei ne faceva parte e non perché doveva scappare da una strega che la stava cercando. Iniziò a camminare lentamente, si sentì un po’ a disagio, aveva paura che qualcuno la notasse, ma i guardiani nemmeno si giravano a guardarla, camminavano svelti, si sentiva che c’era una sorta di preoccupazione nell’aria. Quando uscì dalla via in cui era stata catapultata con il portale, si ritrovò in una specie di piazzetta e si fermò per ammirare tutto ciò che aveva intorno. Tutto era come Camille le aveva descritto, tutto armonioso, bello e rilassante pensò lei. Molti guardiani camminavano nelle loro divise, alcune donne tenevano per mano i bambini più piccoli, le case chiare con le loro colonne, i giardini con i fiumi, i fiori. Era tutto magnifico pensò Alison, pensò a quanto le sarebbe piaciuto poter vivere lì, in quel posto che la faceva sentire in pace con il mondo. In mezzo alla piazza in cui si trovava c’era una fontana enorme, decorata di piante e fiori colorati e poi si accorse dell’enorme monumento dietro di lei. Lo guardò per qualche instante prima di capire che fosse l’accademia dove i guardiani imparavano tutto, sull’enorme cancello che si trovava difronte a lei c’era scritto Guardians in modo maestoso ed elegante. Non sapeva cosa fare, si guardava intorno senza sapere dove andare o dove cercare Camille. Non le sembrava il caso di entrare nell’accademia senza che nessuno l’accompagnasse, non voleva attirare l’attenzione di nessuno, voleva solo rimanere nell’ombra per non farsi scoprire, ma se Vidya gli aveva detto che mescolarsi tra i guardiani l’avrebbe protetta doveva farlo. Le mancò il respiro per qualche secondo e decise di avvicinarsi alla fontana in mezzo alla piazza per riflettere meglio su cosa fare, sperava solo che Camille passasse di lì prima o poi, tutto quello che doveva fare era aspettare. La mente le si riempì di pensieri contrastanti, era felice di essere lì ma non lo era per quello che stava accadendo. Si sentì un esclusa quando guardava gl’altri guardiani, sapeva di essere diversa da loro e questa diversità era la cosa che probabilmente prima o poi l’avrebbe uccisa. Lei era il motivo che poteva scatenare una guerra e pensò che chiunque l’avrebbe eliminata per evitare questa minaccia. Sospirò leggermente per tranquillizzarsi, doveva trovare Camille, doveva trovare un modo per integrarsi con loro per stare al sicuro e doveva trovare un modo per distruggere quella strega pensò anche, era l’unico modo per lei di sopravvivere, di poter vivere la vita che aveva sempre voluto. Un bambino attirò la sua attenzione, giocava con una spada giocattolo e faceva finta di combattere contro un mostro, << Sarò il guardiano più forte >> continuava a ripetere e questo la fece sorridere, si voleva sentire anche lei così, voleva crescere anche lei con una famiglia che l’amava, che la portava a spasso per Olimpia a giocare e poi all’età di 8 anni entrare all’accademia per diventare una vera e propria guardiana, invece lei era cresciuta nel confine, non aveva tempo per giocare, fin da piccola Vidya le insegnava a difendersi, a fare magie e ora ne capiva il motivo, lei aveva bisogno di sapersi difendere, anche se il fatto di avere il sangue misto la rendeva più forte di chiunque doveva allenarsi per imparare a coordinarsi, ad essere veloce e ad avere i riflessi pronti. E la magia non le risultava così facile, doveva sempre impegnarsi molto quando la praticava, perché come diceva Vidya la vera forza della magia usciva nei momenti di pericolo, che il proprio stato d’animo e i sentimenti influiscono su di essa. << Bell’arco >> una voce la interruppe dai suoi pensieri e quando si voltò incrociò due occhi verdi e ambra che la guardavano attentamente.

Alison osservò quel guardiano che la guardava. I capelli neri sparpagliati in testa, gl’occhi grandi che la fissavano con attenzione e il sorriso malizioso che le faceva. Trattenne il respiro per qualche secondo, se si era immaginata un bel ragazzo se l’era immagino proprio così. Lei che era abituata a vivere sempre con Vidya, non ne aveva mai conosciuto uno, non aveva mai visto un ragazzo, solo una volta un uomo, un amico di Vidya che le aveva portato degl’ingredienti che le servivano per delle pozioni, Vidya non faceva venire mai nessuno nella sua piccola casa di pietra, ora capiva perché era così pericoloso, perché nessuno doveva vederla. Il ragazzo davanti a lei la guardava stranito perché lei non parlava, << Non ti ho mai vista! >> disse lui socchiudendo gl’occhi, << Io sto cercando una persona >> borbottò Alison in ansia, << Beh io sono una persona… una bella persona >> rispose il ragazzo sorridendo, un sorriso enorme e bianco. Notava come tutte le ragazze che passavano nei dintorni lo guardavano con occhi incantati. Lei lo guardò stranita per quella affermazione, << Cerco una persona che conosco >> ripete lei un po’ fredda mentre lo guardava confusa. Il ragazzo si porto la mano sulla testa facendola passare tra i capelli, Alison notò subito che sull’avambraccio portava il marchio, un sole era disegnato sulla parte interna del braccio, circondato da quelle ramificazioni che accompagnano tutti i marchi, come vene scure di cui il sangue si insinua nel corpo. Era il marchio di Apollo. Alison, poi, fece passare i suoi occhi su tutto il corpo del giovane che si trovava difronte a lei, era molto alto, la superava di una spanna, gl’occhi di lui erano ancora fissi su di lei, aveva un fisico muscoloso, Alison lo intravedeva dalla maglietta nera che portava, le braccia muscolose, le spalle larghe e tra la maglietta e i pantaloni che indossava si intravedeva il ventre scolpito. Alison si ritrovò a studiare quel ragazzo con gl’occhi, a guardare ogni suo minimo dettaglio, era strano per lei trovarsi in quella situazione e quel ragazzo con le sue battutine lo rendeva ancora più imbarazzante. Lei di certo non era una che si faceva abbindolare da certe cose, vedeva come quel ragazzo si sentiva sicuro di se, di come si compiacesse e Alison decise di non farci caso, non voleva farsi ammaliare da lui. << Posso aiutarti a trovare quella persona se vuoi >> chiese poi lui piegandosi leggermente in avanti avvicinandosi di molto al suo viso, << Me la cavo da sola >> rispose lei cercando di rimanere il più seria possibile, sentiva il suo respiro fresco sul volto, mentre lui teneva gl’occhi puntati sui suoi. << Matthew allontanati subito da lei >>, una voce familiare entrò nelle orecchie di Alison, << Ops, l’ho fatta arrabbiare >> disse poi Matthew voltando il capo verso la ragazza che l’aveva appena rimproverato. Alison la guardò e vide Camille con i suoi capelli neri sciolti sulle spalle venire velocemente verso di loro, tirò un leggero sospiro di sollievo. Quando li raggiunse Camille guardò Alison e sorrise, << Alla fine sei venuta, lo sapevo che non avresti potuto resistere >> disse lei e poi si voltò verso Matt incrociando le braccia al petto << E tu smettila di fare lo stupido con ogni ragazza che incontri >> lo rimproverò, << Sorellina stai tranquilla stavo solo facendo conoscenza >> sorrise lui ancora in quel modo malizioso, << Sorellina? >> chiese Alison guardandoli mentre si sfidavano con gl’occhi, << Si questo ragazzo a cui piace infastidire tutte le ragazze è mio fratello >> borbottò lei sgranando gl’occhi, << Già, sono il suo splendido fratello >> Matt face l’occhiolino ad Alison e Camille gli diede una gomitata guardandolo di traverso ma lui non fece caso a lei e fissava Alison << E tu chi sei invece? >> le chiese poi lui, << Alison >> rispose lei sicura di se guardandolo stranita, << E’ davvero un piacere conoscerti Alison >> disse Matt concentrandosi su di lei. Camille guardava ancora Matt infastidita dal suo comportamento, << Non hai niente di meglio da fare Matt? >> gli chiese la sorella. << Eccoti qui >> disse poi un'altra voce femminile, quando Alison puntò gl’occhi su chi aveva parlato vide una ragazza bellissima che sorrideva al ragazzo, Camille alzo gl’occhi al cielo e questo provocò a Alison una risatina che attirò l’attenzione di Matt, la ragazza dai capelli biondi lo guardava intensamente << Allora andiamo? >> domandò lei, si vedeva che era agitata e che non vedeva l’ora di passare del tempo con il fratello di Camille, lei gl’afferrò il braccio come per trascinarlo via, << Certo >> rispose lui mentre guardava ancora Alison, << Camille >> esclamò poi la bionda guardando Camille, come un saluto freddo e distante, << Amy >> rispose lei guardandola e facendo un sorrisino tirato e svogliato, << Scusateci ma abbiamo da fare >> continuò a parlare la ragazza mentre guardava Camille e Alison in alternanza, Camille fulminò Matt con uno sguardo, << Dopo tutto quello che sta succedendo tu vai a divertirti? >> chiese lei, << Camy non fare così e poi ho del tempo libero >>, << Già vedo che lo sfrutti bene il tuo tempo libero >> rispose lei sarcastica. Alison rimase lì a guardare i due fratelli punzecchiarsi senza intervenire, le piaceva assaporare questi momenti che lei non aveva mai vissuto. << Allora andiamo? >> chiese impaziente Amy, Matt le annuì e poi guardò Alison, << E’ stato un piacere >> le disse facendo un piccolo sorriso << Ah bel marchio >> sorrise in modo più malizioso lui guardandogli il marchio in mezzo il petto, Alison lo guardò confusa e non rispose, poi Matt si voltò allontanandosi con Amy mentre Camille sbuffava.
 
<< Cosa c’è che non va? >> domandò Alison guardando Camille, << Gli ho detto mille volte di non uscire con quella >> borbottò lei nervosa, << Mi sembra grande abbastanza >> le rispose lei, << Matt è un tipo difficile >> rispose Camille con il tono di una sorella preoccupata << Lei non va bene per lui, sono sua sorella e lo so >>, << Ok >> rispose Alison << Ma sono scelte sue >>, << Certo ma lei non tira fuori il meglio di lui… Senti non mi va di parlare di Matthew, sono contenta che tu sia qua >>, << Anche io >> rispose lei sorridendo anche se non era lì per i motivi che credeva Camille e un po’ si sentì in colpa per questo, non voleva mentirgli, era una ragazza incredibile, piena di vitalità e non si meritava queste bugie ma Alison non sapeva che altro fare era incastrata in questo limbo senza fine, da una parte non voleva mentire dall’altra non poteva fare altro e si rese conto che era finita in una situazione davvero poco piacevole. << Andiamo ti faccio vedere l’accademia >> esclamò entusiasta Camille che afferrò per la mano Alison e la trascinò verso l’accademia, quando arrivarono difronte al cancello e si fermarono Alison si chiese cosa stessero aspettando, poi il marchio di Camille e il suo sì illuminarono << Non avere paura ci sta solo riconoscendo come guardiane >> sorrise e il cancello lentamente si aprì. Alison non sapeva bene come sentirsi, era agitata e in qualche modo impaurita per via del suo segreto, magari qualcuno l’avrebbe riconosciuta come una sanguemisto e la sua vita sarebbe finita. Quando varcarono l’enorme porta dell’accademia la prima cosa che Alison notò era un ambiente moderno, con tantissimi guardiani indaffarati, pilastri enormi in mezzo alla stanza che sorreggevano i piani superiori, dei grandi tavoli con apparecchiature strane dove i guardiani lavoravano << Questa è la sala centrale dei guardiani, qui controlliamo tutto >> poi Camille fermò un giovane guardiano per un braccio, << Mi puoi avvertire quando Ethan fa ritorno >> il guardiano annuì come se fosse ai suoi ordini, << Vieni ti mostro il resto >>. Alison seguì Camille senza dire una parola, cercava di sembrare il più calma possibile anche se dentro di lei svariate emozioni si facevano largo, le mostrò alcune sale d’allenamento e la stanza delle armi, dove al suo interno c’era un'altra porta che portava ad un'altra stanza che però Camille non le fece vedere, sulle pareti c’erano appese tantissimi tipi di armi, tutte con lo stesso simbolo della terra, le armi che solo i guardiani potevano usare, << Qui è dove ci prepariamo quando dobbiamo intervenire, è la stanza dove provi più emozioni, sai che quando sei qua dentro e ti prepari stai per affrontare qualcosa e che non sai se tornerai o chi è con te tornerà, ma c’è anche l’adrenalina, abbiamo sangue di guerrieri, siamo nati per esserlo e quando sei qui senti che stai per fare quello per cui sei nato >> spiegò Camille quasi dolcemente, Alison notò come Camille amasse essere una guardiana, i suoi occhi brillavano ogni volta che ne parlava, le piaceva combattere proprio come a lei. << Vieni ora ti mostro la biblioteca >> Camille uscì dalla stanza delle armi e Alison la seguì, camminarono lungo un corridoio illuminato finché arrivarono davanti a una grande porta di legno scuro, era tutta decorata con delle incisioni stupende, << Qua conserviamo ogni singolo libro o testo di Godrix, c’è la storia di ogni essere magico, puoi trovare di tutto >> Camille aprì la porta e quando Alison varcò la soglia si stupì. Era immensa, una stanza piena di libri, scaffali altissimi che arrivavano fino al soffitto altrettanto alto, scale posizionate qua e là per prendere i libri situati troppo in alto, tavoli grandi e leggii sparsi per la stanza e la statua di un uomo con una spada in mano. << Bella vero? >> chiese Camille vedendo lo sguardo stupito di Alison, << E’ strepitoso, non ho mai visto così tanti libri in vita mia >> borbottò lei incredula, << Non basta una vita per leggerli tutti, però è molto utile quando devi informarti, anche se ci puoi mettere ore a trovare quello che ti serve se non ce Felicia che ti aiuta >>. Alison si perse a guardare ogni singolo scaffale che la circondava, le luci soffuse, l’odore di carta la fece sentire un po’ meglio. Il guardiano che Camille aveva fermato si affacciò alla porta della biblioteca << Ethan è arrivato >> disse semplicemente lui, Camille si voltò verso Alison << Arrivo subito, aspettami qua >> le disse sparendo dalla porta facendo ondeggiare i suoi capelli neri con la sua camminata femminile. Alison riprese a guardarsi in giro, sfiorò leggermente con le dita le copertine dei libri, faceva molta attenzione perché aveva come la sensazione che quei libri fossero preziosi e delicati. Iniziò a girovagare tra i tavoli dove erano appoggiati alcuni libri che parlavano di natura magica, di Elfi e di oggetti magici. Un libro antico su un leggio attirò la sua attenzione. Era un grande libro grigio, era aperto su una pagina che raffigurava i dodici dei dell’olimpo e Alison si mise a guardarlo, voltò attentamente una pagina e si ritrovò difronte alla raffigurazione degli dei che donavano il loro sangue e allora capì di cosa parlava quel libro. << E’ la nascita di Godrix >> una voce attirò la sua attenzione, una donna era sulla soglia e guardava Alison in modo gentile, lei notò subito il marchio all’interno del braccio e sul polso, una Luna circondata dallo stesso motivo che accompagna tutti i marchi e Alison capì subito che lei e quella donna portavano lo stesso simbolo, quello di Artemide, con l’unica differenza che quello di Alison aveva una luna doppia. << Non volevo toccare davvero >> si scusò immediatamente Alison, << Non preoccuparti >> rispose la donna avanzando lentamente e con grazia nella stanza, i suoi capelli leggermente mossi sul fondo e lunghi erano lasciati morbidi sulle spalle, mentre due trecce le circondavano il capo. Era biondissima, pensò Alison, di un biondo chiarissimo quasi bianco e la pelle candida faceva risaltare i suoi occhi verdi lucenti. La donna raggiunse Alison vicino al leggio e le sorrise, << Godrix fu creata per ospitare i popoli magici e proteggere il mondo degl’umani >> spiegò lei, << Tantissimi anni fa i popoli magici vivevano insieme agl’umani, Lupi, fate, elfi e streghe convivevano con loro ma i dissapori tra popoli portarono alla confusione gl’umani, dovevano restare nascosti ma ogni volta che due di un popolo diverso si scontravano gl’umani ci andavano di mezzo, così un giorno, gli dei, decisero di creare Godrix, un luogo magico e invisibile dove i popoli magici dovevano vivere per non creare problemi all’umanità >>, << E crearono anche i guardiani >> disse Alison interrompendola, << Esatto, crearono i guardiani per tenere sotto controllo i popoli magici che si scontravano spesso, ai tempi, ora andiamo molto più d’accorso >> spiegò la donna << Anche se alcune volte si scontrano ancora e ovviamente i guardiani intervengono, devono proteggere Godrix è questo il loro compito, fare in modo che tutto vada come deve >> le spiegò ancora girando leggermente le pagine con il le sue mani esili e ben curate, Alison guardava ogni singola raffigurazione che mostrava la storia che quella donna le stava raccontando. << Si dice che ognuno dei dodici dei dell’olimpo abbia creato un guardiano a sua immagine, ovviamente non possiamo esserne certi, ma abbiamo i marchi e ognuno di noi porta il simbolo di uno di loro quindi… alcuni guardiani hanno le caratteristiche della dea o del dio che lo marchia >>, << Lo so >> rispose Alison, << Certo che lo sai >> le rispose la donna, Alison si rese conto di quando era fine ed Elegante, portava un abito lungo bianco che la faceva sembrare proprio una dea. Alison si accorse che la stava fissando troppo e scansò lo sguardo, << Tu non sei mai stata qui vero? >> le chiese poi gentilmente la donna, << No, sono nata e cresciuta nel confine >>, << Nel confine, il luogo che protegge Godrix dagl’umani, è un posto magico, gl’umani non si addentrano mai da quelle parti per via delle magie insinuate in esso >>, << So anche questo >> rispose Alison, << Sai molte cose >> ribatte la donna che le sorrise, << Ho letto molto, non c’era molto da fare laggiù >>, << Certo >> rispose la donna richiudendo il libro che si trovava davanti. << Buongiorno Felicia >> disse Camille quando ritornò nella biblioteca, << Camille >> rispose lei facendo un leggero cenno con il capo, << Vedo che hai conosciuto Alison viene… >>, << Dal confine, me l’ha detto >> rispose Felicia prendendo il libro e lentamente lo ripose in uno scaffale vuoto, << Felicia è un insegnate, insegna tutto quello che c’è da sapere sulla natura magica, sugl’animali, i mostri, gl’oggetti >> le spiegò Camille, << Esatto e ricordo che tu eri un ottima alunna >> rispose la donna guardando Camille che sorrise contenta << E ora sei diventata un ottima guardiana >>, la donna posò poi gl’occhi su Alison che si sentì in imbarazzo, la osservava e la scrutava. Felicia era molto seria, gentile ma posata, non lasciava trapelare nessun’emozione evidente, come se fosse capace di trattenere ogni cosa dentro di se. << Ora se vuoi scusarmi porto Alison nella sua stanza >> disse Camille rivolgendosi all’insegnate che fece un cenno con la testa, << Ethan mi ha detto che puoi assolutamente restare e ho qui la chiave della tua nuova camera >> sorrise felice Camille e un po’ lo era anche Alison, in qualche modo si sentì come a casa, anche se lei non era uguale ad ogni guardiano si sentiva lo stesso così e la cosa che la rendeva più felice e che con lei c’era Camille che la trattava come se fossero amiche da sempre, era entusiasta di averla lì e questo ad Alison faceva piacere, lei che era abituata a essere sempre sola ora aveva attorno una persona che si interessava a lei che non era Vidya.

Matt camminava per le vie di Olimpia insieme ad Amy. Sapeva che Camille si sarebbe arrabbiata per questo, lei odiava Amy. La ragazza era sorridente vicino a lui, ogni tanto cercava un contatto fisico e lui sapeva già di averla conquistata. Per Matt non era difficile conquistare le ragazze che lo interessavano, per lui era come un divertimento, tutte credevano di poterlo cambiare, di poterlo fare innamorare, ma la verità è che lui non si innamorava mai di nessuno. Era solo un inutile distrazione, quando combatteva non voleva avere per la testa qualcuno da proteggere, non voleva avere quel pensiero fisso in mente, l’amore in qualche modo per lui rendeva debole per questo usciva con ragazze che per lui erano solo molto belle. Amy continuava a parlare e Matt quasi non l’ascoltava, si sedettero in uno dei prati verdi di Olimpia, erano circondati da enormi piante che facevano ombra, bambini giocavano qua e là simulando battaglie, Matt si ricordava di quando anche lui da bambino faceva finta di combattere contro Camille, amava essere un guardiano e per questo era diventato uno dei migliori dell’accademia. Era determinato ad essere il migliore sempre e comunque, amava sentirsi così per questo non si permetteva certe distrazioni tipo l’amore. Amy si sdraiò nell’erba, era davvero bellissima, pensò Matt ma era anche un po’ insopportabile, continuava a parlare, si sentiva sicura di poter farlo innamorare e questo Matt lo odiava, odiava quando una ragazza era sicura di poterlo cambiare, ma lui sarebbe rimasto sempre lo stesso e un po’ lo faceva anche per torturare Camille, sapeva quanto la sorella tenesse a lui ma adorava vederla ribollire di rabbia quando usciva con ragazze che a lei non andavano a genio, sua sorella era molto competitiva con alcune di loro, soprattutto con chi portava il marchio di venere, diceva sempre che erano delle arpie pronte a fare qualunque cosa pur di ottenere quello che volevano, ma Camille esagerava sempre nel pensare certe cose. E poi a Matt venne in mente quella ragazza, quella strana ragazza che ha trovato nella piazza difronte all’accademia, lei lo guardava come se lui fosse una persona normalissima, non era interessata a lui, sembrava distante, con quei grandi occhi grigi che lo guardavano confusi. Di solito non ci metteva molto a far sorridere una ragazza, tutte gli sorridevano, tutte lo guardavano nello stesso modo, ma lei sembrava persa nei suoi pensieri come se non l’avesse nemmeno visto, come se non l’avesse guardato. Si sentì un po’ deluso da questo, ovviamente lei aveva notato la sua bellezza ma era come se per lei non importasse, come se lei non guardava quello che c’era fuori ma scavasse più a fondo. Non la conosceva, non sapeva niente di lei, quindi non poteva giudicarla, sapeva solo che era una di quelle rare bellezze, che poche volte incontri nella tua vita. Gli zigomi alti, la pelle perfetta, gl’occhi grandi, le labbra sottili, sarebbe una preda perfetta per Matt ma Camille non gliel’avrebbe mai permesso. Amy si mise a sedere e appoggiò la testa sulla sua spalla, << Sei silenzioso >> gli disse lei << A cosa stai pensando? >> domandò guardandolo stranita, << A niente >> mentì lui le sorrise e lei ricambiò. << Chi era quella ragazza? >> domandò poi Amy tenendo il viso molto vicino al suo, << Un amica di Camille credo >> rispose Matt, << Aveva qualcosa di strano, non mi piace >> continuò Amy, << Sei gelosa? >> chiese lui con un tono malizioso, << Gelosa? Io? >> disse spiritosa << Insomma mi hai visto? >>, Amy era sicura di se, certo era bellissima ma non aveva quella strana bellezza che possedeva quella ragazza misteriosa e probabilmente lo sapeva anche lei che quella Alison era di una bellezza particolare e si sentiva in qualche modo minacciata da questo. Amy sorrise e si avvicinò per baciarlo ma Matt sentì suonare il suo ricevitore, assomigliava molto al cellullare degl’esseri umani, serviva per comunicare fra loro, lo tirò fuori dalla tasca e Amy era visibilmente irritata, Matt tenne in mano il ricevitore che pulsava di luce propria, lo strinse nel palmo e una voce famigliare risuonò, << Torna presto che dobbiamo parlare con Mamma >> diceva il messaggio. << Camille… devo andare >> parlò poi Matt e Amy si irritò ancora di più, << Ma lo fa apposta? >> chiese lei esausta, << No Amy, dobbiamo solo vedere nostra madre >> gli disse alzandosi da terra per rimettersi in piedi, << E’ solo una scusa, non vuole che usciamo insieme >>, << Certo che non vuole ma io non ascolto mia sorella >> rispose lui sorridendo e chinandosi per darle un bacio sulla guancia << Recupereremo questo appuntamento, promesso >> sorrise lui in quel modo che faceva sciogliere ogni ragazza che gli si trovava davanti, << Io la odio >> rispose Amy incrociando le braccia al petto, Matt non diede peso a quelle parole << Cosa fai torni con me all’accademia? >>, << No, rimango qua ancora, io non corro da mio fratello come fai tu >>. Matt voleva ridere ma non lo fece, quella ragazza era troppo sicura di se, credeva davvero di averlo fatto innamorare, credeva davvero di essere più importante di Camille e che lui avrebbe mandato tutti a quel paese solo per stare con lei ma non era così, per Matt non c’era niente di più importante che essere un guardiano e di Camille. Matt si allontanò da Amy, che lo guardava mentre se ne andava, scocciata e irritata più che mai. Quando arrivò in accademia un gruppo di guardiani appena promossi stavano per imbattersi nella loro prima missione che come sempre era quella di controllare i confini per vedere se c’era qualcosa di strano e Ethan stava dando gl’ordini. Matt gli si avvicinò, << Dov’è Camille? >> gli chiese, << E’ su a mostrare l’alloggio alla ragazza >> rispose lui. Matt si precipitò su per le scale, cercò al primo piano ma non c’era traccia di Camille, allora salì ancora. Al secondo piano si trovava la sua stanza e anche quella di Camille, pensò di cercare nella stanza della sorella ma non la trovò. Camminò per i corridoi guardando nelle stanze e poi finalmente vide Camille che era seduta sul letto vicino a Alison. << Eccoti >> disse Camille quando lo vide sulla soglia, Alison in parte a lei lo guardò per qualche istante e poi si alzò dal letto e si tolse la faretra e l’arco dalla schiena mentre Camille andava verso di lui. L’arco era la sua arma, fin da bambino aveva un talento innato e non andava mai in battaglia senza arco e frecce, per lui era molto facile usarlo era come se fosse una parte del suo corpo. Lui guardava Alison che maneggiava leggermente la sua arma, << Dobbiamo andare dalla mamma, dobbiamo parlare con lei di Ali >> gli disse Camille, Matt posò gl’occhi sulla sorella, << Ok >> borbottò << Ma potevi farlo anche da sola, l’hai fatto apposta per non farmi stare con Amy >> la rimproverò lui, << Forse, ma tu sei corso qui quando potevi restare con lei, quindi non ho fatto proprio niente io e poi sai che è meglio se parliamo insieme alla mamma >> rispose lei con un sorrisino beffardo, << Certo sorellina >> rispose lui sarcastico. Camille si voltò verso Alison, << Torniamo fra un po’, tu intanto fai quello che vuoi >> le disse, Alison fece un piccolo sorrisetto e annuì con il capo e poi si mise a sistemare le sue frecce. Camille iniziò a camminare mentre Matt rimase sulla soglia per guardarla, lei alzò lo sguardo e incrociò il suo e poi seguì sua sorella.
 
Narcissa era un po’ preoccupata, nessuno gli aveva ancora portato la sanguemisto, nessuno si era presentato a lei con delle notizie. Era molto arrabbiata per questo, credeva che i popoli magici avrebbero fatto di tutto per non essere attaccati da lei e invece a quanto pare doveva vedersela da sola. Sapeva che avevano paura di lei, che temevano in una nuova guerra contro i sanguemisto e avevano ragione, avrebbe ucciso chiunque pur di trovare quella minaccia ed eliminarla. La presenza di un sanguemisto metteva a rischio la sua posizione, le veggenze prevedevano che questi esseri dal sangue mescolato fossero molto forti di ogni altro essere magico e lei non poteva permettersi di rischiare. Doveva trovare questo sanguemisto e doveva diventare molto più forte di quello che era già. << Michael >> chiamò lei, << Si padrona >> rispose prontamente il suo soggiogato, << Vai a cercarmi Isahia >> borbottò lei ansiosa, << Ai suoi ordini >> scattò lui e poi scomparve. Narcissa guardava fuori dall’enorme finestra del suo palazzo, si gustava la vista di quello che era il suo nascondiglio che nessuno poteva trovare, era un posto cupo e spaventoso che a lei piaceva tanto, tanto da riuscire a rilassarla. Quando Isahia entrò nel salone lei si voltò, la sua treccia bionda sbatté contro la sua schiena, << Cosa c’è Narcissa? >> chiese l’uomo dalla pelle ambrata difronte a lei, << Devo diventare più forte >> borbotto lei seria, << Sei già molto forte >> ribatté l’uomo. Isahia era il suo braccio destro, colui che non l’aveva mai delusa e che gli stava sempre a fianco, lui la aiutava in ogni cosa e si preoccupava di rifornirla di ogni cosa che lei volesse, << Ma voglio esserlo molto di più >> insistette lei << Con questa minaccia del sanguemisto >>, << Narcissa questo sanguemisto è probabilmente un bambino che per ora non può farti niente almeno finché non crescerà >> cercò di farle capire Isahia, << Non mi importa, voglio aumentare la mia potenza, non si può mai essere sicuri e quando troverò quel sanguemisto voglio che assaggi il mio potere, bambino o no >> disse severa la strega, non voleva più sentirsi minacciata, voleva essere sicura di essere molto forte, più forte di qualsiasi altra strega che sia mai esistita << Quindi cosa devo fare? >> chiese Isahia guardandolo confuso ma comunque pronto ad eseguire gl’ordini, era un ottimo soldato per lei, non si tirava mai indietro, era subdolo e sempre pronto alla guerra come lei, era affidabile e leale. Narcissa gli si avvicinò lentamente nel suo lungo abito nero composto da un corpetto di pelle e una gonna molto lunga che aveva un leggero strascico, si fermò difronte a lui e sorrise in modo quasi malvagio, era occhi negl’occhi con Isahia, << Voglio il sangue di tre Unicorni >> disse poi lei e notò la faccia di Isahia cambiare espressione, era stupito dalle sue parole, quasi scioccato dalle sue parole. 

P.s: Ciao a tutti. Eccovi il capitolo. Spero che vi piaccia!! 
 
   
 
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