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Autore: Ghost Writer TNCS    05/12/2016    3 recensioni
Leona è nata con un potere terribile e straordinario, una forza inarrestabile originata nel cuore più profondo dell’Inferno, capace di sbaragliare qualsiasi avversario. Un mostro.
Alphard non è nemmeno nato: lui è un ibrido, il prototipo di un nuovo tipo di supersoldato. Un esperimento.
Insieme si sono diretti su Shytia, un pianeta devastato dalla guerra civile e ora saldamente nelle mani di criminali senza scrupoli, e lì hanno fondato una gilda: la Brigata delle Bestie Selvagge. Ma hanno bisogno di una grande impresa per riuscire ad emergere, per dimostrare quanto valgono.
Un giorno vengono a sapere che Adolf O’Neill, il fuorilegge che controlla la vicina Traumburg, è entrato in possesso di un antico artefatto dal valore inestimabile. Ucciderlo vorrebbe dire liberare la città, ma anche e soprattutto poter saccheggiare la sua ricchissima collezione.
Prima però dovranno trovare degli alleati: qualcuno abbastanza folle da voler attaccare la roccaforte di O’Neill insieme a loro. Qualcuno che abbia la stoffa di una Bestia Selvaggia.
“Non siamo eroi, ma se avete bisogno di un eroe, chiamateci.”
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9. Destini incrociati

L’annunciatore, un hystricide[18] a giudicare dai capelli dritti in testa come aculei, stava riassumendo l’andamento delle partite di calcio dell’ultima giornata, Gardo’gan però non sembrava particolarmente interessato.

«Quand’è che posso vedere l’ironball[19]?» chiese tra un tiro di sigaretta e l’altro. Finalmente aveva capito come far comparire il mirino per il mitra del suo bracciale, quindi adesso la sua principale preoccupazione era vedere la sintesi dell’ultima partita della sua squadra del cuore.

«Ssh, è quasi finito» ribatté Leona, concentrata sul grande schermo olografico del pianoterra.

Il sauriano fece un mugugno d’assenso e continuò a far dondolare la coda. In realtà sapeva già il risultato finale, tuttavia era da un pezzo che non vedeva una partita, o anche solo stralci partita, su uno schermo che fosse più grande di una spanna.

Per ingannare l’attesa tornò ad osservare il bracciale che gli copriva l’avambraccio sinistro: era leggero e aderente, e le placche di polimero grigio scuro gli conferivano una forma robusta ma allo stesso tempo affusolata, che non limitava in alcun modo i suoi movimenti. In pratica gli era stato regalato dalla felidiana e dall’ibrido, quindi ogni volta che lo guardava, ripensava a loro due.

La giovane sapeva essere alquanto seccante in certi momenti, però il suo atteggiamento spontaneo gliel’aveva resa pian piano più simpatica, inoltre la sua forza straordinaria ne faceva il tipo di capo che preferiva: quello che sta sempre in prima linea e che non ha paura di affrontare nessun nemico.

Lo spadaccino… Beh, Alphard aveva quell’aria da figo della situazione per cui gli avrebbe tanto voluto tirare un pugno sul naso, e chissà che magari il suo viso non ne avrebbe giovato. L’idea gli strappò un subdolo sorrisetto. Certo, quel suo tic di spostare i ciuffi dagli occhi gli aveva quasi fatto venire il mal di testa all’inizio, ma ormai ci stava facendo l’abitudine.

«Ehi, Gardo’gan: guarda che il servizio è finito» lo avvisò Leona vedendolo perso nei suoi pensieri.

«Alla buon’ora!» borbottò il rettile, che per celare una punta di imbarazzo si affrettò ad avviare il video che gli interessava.

Quando ebbe finito di vedere la sintesi della partita, tirò un sospiro di sollievo. «Bene, dai che forse riusciamo a rimontare un pochino.»

Spense lo schermo e si voltò verso la felidiana. «Sai, dovreste aggiungere un altro televisore qui dentro. E soprattutto nelle stanze.»

«Sì, non sarebbe una cattiva idea» annuì lei. «Ehi, devo dedurre che stai pensando di unirti alla mia Brigata?»

L’entusiasmo della giovane indusse Gardo’gan a stringersi nelle spalle con aria vaga. «Diciamo che ci sto pensando. Ma solo se aggiungi il televisore.»

«Oggi pomeriggio andiamo a prenderne uno!» promise lei, raggiante. «Ah, no, aspetta: abbiamo già speso un mucchio di soldi per le armi, forse è meglio prendere l’Uovo prima.»

Il sauriano fece un verso di stizza. «Sei peggio di Kael.»

La ragazza scoprì i denti aguzzi in un allegro sorriso. «A proposito, che fine ha fatto?»

«Mi ha detto che doveva fare una cosa in città, ma non mi ha detto quanto ci metterà. Piuttosto, toglimi una curiosità: se ti piace il calcio, perché all’A&N sei entrata nella squadra di basket?»

Leona fece spallucce. «Beh, mi sarebbe piaciuto entrare nella squadra di calcio, però coi piedi sono una pippa e non volevo fare la panchinara, così sono passata al basket.»

«Beh, da quello che ci avete raccontato, direi che hai fatto bene.»

«Decisamente!»

Tra i due calò un velo di imbarazzato silenzio, così Gardo’gan si decise a riprendere la parola: «Tra l’altro, se non sbaglio, Kael seguiva il basket prima di venire sbattuto dentro.»

«Beh, allora ci serviranno tre televisori! Comunque è presto per pensarci, prima dobbiamo sistemare O’Neill e prendere l’Uovo. Dai, Gardo, mettiamoci al lavoro intanto che aspettiamo Alphard.»

«Ok, ma non chiamarmi “Gardo”.»

Lei abbassò le orecchie. «Scusa. A proposito, non ce l’hai un cognome?»

«Gardo’gan è il mio cognome» ribatté il rettile.

«Ah. E il nome allora?»

Lui si strinse nelle spalle. «Non riusciresti a pronunciarlo.»

«Dai, fammi provare almeno!»

Il sauriano aspirò una boccata di fumo dalla sua sigaretta elettronica. «Magari un’altra volta: prima pensiamo a sistemare O’Neill.»

La giovane fece un mezzo sbuffo. «D’accordo…»

Alphard era ancora fuori per il suo giro di corsa mattutino, così si misero a studiare gli elenchi dei gruppi di mercenari con sede nei dintorni nella speranza di trovare qualche potenziale alleato.

C’era ancora molto da fare prima di poter sferrare il loro attacco e non potevano permettersi di lasciare nulla al caso.

***

La Folgore Fiammante camminava a capo chino, la mano destra sostituita da una protesi economica di seconda mano, e subito dietro di lui procedevano i membri della sua banda. Davanti a loro c’era un metarpia[20] – riconoscibile dal piumaggio verde sulle braccia e al posto dei capelli –, mentre ai loro lati erano schierate altre sei persone dall’aria minacciosa. Quelli erano tutti subordinati di Aaron O’Neill ed erano andati a prenderli nella loro base segreta – che evidentemente non era poi così segreta – per condurli alla villa dell’ex militare.

L’umano aveva provato ad opporsi, ma era stato tutto inutile: il suo attacco ai danni del metarpia era stato prontamente neutralizzato e subito dopo aveva perso i sensi, forse a causa di un qualche gas invisibile. Una volta riaperti gli occhi, aveva scoperto di avere un collare anti-magia che bloccava tutti i suoi poteri.

“Non rendere le cose più difficili” gli aveva detto il subordinato di O’Neill mentre lui cercava – invano – di liberarsi. Certo, come se la sua situazione potesse peggiorare!

Ora i Folgoratori di Traumburg si trovavano al secondo piano della villa e sembravano dei bambini spaventati in procinto di ricevere una sonora sgridata. La stanza era piuttosto spoglia, c’era solo un massiccio portone blindato proprio davanti a loro e qualche telecamera; le robuste pareti erano pressoché prive di finestre, ciononostante una luce diffusa dal soffitto rischiarava in maniera omogenea tutto l’ambiente.

«Il capo della banda si faccia avanti» ordinò una voce annoiata. Con ogni probabilità apparteneva allo stesso O’Neill ed era riprodotta da un altoparlante nascosto.

La Folgore Fiammante deglutì e si sforzò di mettere un piede davanti all’altro, fino a trovarsi completamente isolato dai suoi compagni.

«Signori, questo è quello che succede a chi si mette contro di me.»

Un rumore metallico si propagò dall’imponente portone e subito dopo un clangore di motori e ingranaggi accompagnò l’aprirsi dei pesanti battenti. L’umano sentì le gambe farsi instabili mentre le ombre dall’altra parte si diradavano, permettendogli di scorgere segni di graffi e macchie di sangue incrostato. All’improvviso una sagoma bianca saltò oltre la soglia e si avventò su di lui con gli artigli snudati.

I Folgoratori di Traumburg assistettero impotenti alla vista del loro capo che veniva divorato vivo, molti chiusero gli occhi o guardarono altrove, increduli e terrorizzati. Bastarono pochi secondi e della Folgore Fiammante rimase solo il collare anti-magia immerso in una pozza di sangue caldo.

«Bene, così avete conosciuto il famoso Mostro Bianco, la mia Marionetta» proseguì O’Neill.

I presenti, impietriti, non poterono fare altro che osservare la creatura che se ne tornava nella sua camera buia, il corpo attraversato da saette azzurre pressoché identiche a quelle della sua vittima.

«Da ora in avanti lavorerete per me, e vi consiglio di impegnarvi, perché altrimenti farete la stessa fine del vostro capo» li ammonì l’ex militare. «Ora andate, i miei uomini vi assegneranno degli incarichi. Dovete ancora risarcirmi per le attrezzature che avete danneggiato.»

Gli ormai ex Folgoratori di Traumburg non ebbero il coraggio di ribattere e si limitarono a chinare il capo, accodandosi remissivi ai loro nuovi padroni.

***

Kael si fermò davanti all’ingresso dell’edificio e si sistemò i vestiti. Risalivano a prima del suo arresto e già allora erano vecchi e consumati: non gli sarebbe dispiaciuto comprarne di nuovi, ma al momento aveva affari più urgenti.

«Il signor Dąbriński si trova al terzo piano» gli disse l’uomo che lo aveva accompagnato fin lì, un robusto minotauro di tipo ariete con il braccio destro biomeccanico.

Il coleotteriano annuì. «La ringrazio.»

Con passo deciso superò la porta automatizzata e si avvicinò all’ascensore. Dall’esterno il palazzo sembrava appena meno pericolante di quelli vicini, ma all’interno rivelava degli importanti lavori di restauro e miglioramento: tutte le crepe erano state sanate, sulle pareti si intravedevano dei rinforzi per migliorare l’ossatura dell’edificio e anche l’arredamento era piuttosto recente.

A giudicare dagli sguardi che ricevette, con ogni probabilità tutti gli inquilini facevano parte dei Boia Tagliagole, tesi avvalorata dal fatto che molti di loro portavano armi di buona fattura.

Come da accordi, il treant lo aspettava nel suo studio, un locale molto spazioso con ampie finestre antiproiettile da cui si poteva osservare un palazzo sventrato e un vecchio campo sportivo cancellato per metà da un’esplosione

«Buongiorno, signor Makabi» lo accolse il capo dei Boia Tagliagole stringendogli la mano. «Prego, si accomodi. Posso offrirle qualcosa?»

Il diretto interessato si sedette sul morbido divano rivestito di un materiale sintetico molto simile al cuoio. «Grazie, sono a posto.»

La pianta umanoide prese posto di fronte a lui. «Dunque, di cosa voleva parlarmi?»

Per ragioni di sicurezza il coleotteriano aveva dovuto farsi mettere un bracciale anti-magia che bloccava i poteri del suo talismano, così appoggiò sul tavolo la piccola scatola che già teneva nella mano inferiore sinistra. Premette un pulsante e le sei facce del contenitore divennero trasparenti, rivelando all’interno quelli che potevano sembrare tre comunissimi insetti. In realtà si trattava di famigli utilizzati per spiarli e Kael li aveva scoperti solo grazie al rilevatore multifunzione acquistato a Tradefield. Inizialmente non sapeva chi li avesse piazzati, poi aveva riscontrato la stessa firma magica subito dopo il colloquio con i Boia Tagliagole e aveva fatto due più due.

«Sicuramente già sapeva che li avevo trovati, anzi probabilmente ce ne sono anche altri nascosti meglio, comunque stia tranquillo: non ho intenzione di rivelarlo alla signorina Asterion e agli altri. Non ancora per lo meno. E, giusto per essere chiari, se mi succede qualcosa, un programma automatico informerà gli altri membri della Brigata di quanto ho scoperto.»

«Non si preoccupi, non è nostra abitudine aggredire gli ospiti» lo rassicurò Ulysses cercando di mantenere un tono calmo e rilassato, come se le parole del coleotteriano non lo avessero minimamente innervosito. «Dunque cosa vuole? Soldi? Desidera ricattarci?»

«Oh, no, certo che no. Deve sapere che ho passato gli ultimi tre anni rinchiuso a Pryzonn perché non sono stato in grado di scegliermi i compagni giusti, e non ho intenzione di ripetere lo stesso errore: quando attaccheremo la villa di O’Neill, voglio essere sicuro di trovarmi dalla parte dei vincitori.»

Il treant rimase fermo a riflettere per qualche istante, poi annuì e si rilassò sullo schienale. «Sa che le dico? Ha perfettamente ragione. Dunque vuole capire se i vincitori saremo noi o la BBS, ho capito bene? Prima però mi tolga una curiosità: cosa le fa pensare che non possiamo vincere entrambi?»

«Beh, in quel caso non sarebbe stato necessario piazzare degli insetti-spia. Sarò molto diretto: non mi interessa se ha intenzione di tradire la signorina Asterion, se vuole ucciderla per tenere per sé l’Uovo o se vuole sfruttarla in qualche altro modo; quello che mi interessa è capire se mi conviene restare con le Bestie Selvagge o se mi conviene passare dalla sua parte. Il mio modesto parere è che per voi la signorina Asterion sia indispensabile per riuscire a sconfiggere O’Neill, del resto l’ho vista combattere di persona e so quanto sia forte, ma il fatto che abbiate addirittura piazzato degli insetti-spia mi fa pensare che ci sia qualcos’altro sotto. Di cosa si tratta?»

Ulysses ascoltò con attenzione il discorso del coleotteriano e valutò in fretta quale fosse la mossa migliore per tirarsi fuori da quella situazione. Kael ci aveva visto giusto: l’alleanza con Leona era indispensabile per il suo piano e il timore che lui e il sauriano potessero rivelarsi una minaccia lo aveva indotto a inviare dei famigli per spiarli. E ora il suo eccesso di zelo gli si era ritorto contro. Non poteva permettere che la felidiana lo venisse a sapere, quindi non aveva altra scelta che convincere quel tipo a passare dalla sua parte. In effetti aveva già provato – senza successo – a piazzare un infiltrato nella BBS, quindi doveva essere bravo a trasformare quell’imprevisto in un’opportunità. Il vero problema era l’intelligenza dell’insetto: quel tipo era furbo e sarebbe stato capace di tutto. Doveva soppesare bene ogni parola.

«D’accordo, le spiegherò il mio piano» dichiarò il capo dei Boia Tagliagole. «E sono sicuro che alla fine non avrà più dubbi su chi saranno i vincitori.»



Note dell’autore

Ben ritrovati!

Dopo un excursus sportivo, fa finalmente la sua comparsa il Mostro Bianco – un personaggio da tenere d’occhio! – e a seguire abbiamo un interessante colloquio tra Kael e Ulysses.

Ovviamente non vi posso anticipare nulla, ma mi raccomando: non perdete il prossimo capitolo! E magari riuscirete anche a vedere Leona in versione chibi (ammesso che non salti fuori qualche nuovo esame >_<).

A presto! ^.^

PS: per chi non si fosse accorto dello spoiler di qualche capitolo fa, il nome di Gando’gun verrà svelato entro la fine della storia ;)


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[18] Sottospecie originale di TNCS, appartenente alla specie dei faunomorfi. Il nome deriva da Hystricidae, la famiglia degli istrici nella classificazione scientifica.
Per maggiori informazioni: tncs.altervista.org/bestiario.

[19] Uno sport molto simile al football americano.

[20] Sottospecie originale di TNCS, appartenente alla specie dei faunomorfi. Il termine richiama le arpie.
Per maggiori informazioni: tncs.altervista.org/bestiario.

   
 
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