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Autore: violaserena    07/12/2016    0 recensioni
Seguito de "Il Ritorno del Sovrano delle Tenebre".
Quando tutto sembra ormai finito, fanno la loro comparsa cinque cavalieri neri.
Essi sono crudeli, senza pietà, portano distruzione e morte ovunque vadano. Ma, cosa più importante, non possono essere sconfitti.
Riuscirà Giulio a salvare ancora una volta la Terra dell'Infinito o soccomberà ai nuovi nemici?
Genere: Avventura, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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UN RITORNO INASPETTATO

 

Il sole era alto nel cielo azzurro.
Una leggere brezza faceva muovere le verdi foglie degli alberi.
Gli uccellini cinguettavano felici e compivano leggiadre acrobazie in volo.
Le persone camminavano apparentemente senza curarsi di quanto accadeva intorno a loro.
Seduto su di una panchina del centro cittadino vi era un ragazzo dai capelli biondi. Sembrava stesse osservando i passanti, ma in realtà era immerso nei suoi pensieri.
Era già passato un mese da quando era tornato a casa, a Torino.
Aveva dovuto affrontare tante situazioni difficili oltre a quelle che aveva già vissuto.
Era stato costretto a mentire ai genitori dei suoi migliori amici, consapevole che non gli avrebbero creduto se avesse loro raccontato la verità. Difatti, come potevano credere che esistesse un luogo in cui abitavano elfi, nani, draghi ed un signore oscuro? Per loro erano cose che esistevano solo nei libri o nei film. Forse, un tempo, avrebbero potuto capire. Ma ora no: erano cresciuti, erano diventati uomini e avevano dimenticato.
Dimenticato... Anche Giulio avrebbe dovuto dimenticare tutto, stando alle regole della Terra dell'Infinito. Tuttavia, considerando quanto era accaduto, gli era stato concesso di conservare la memoria.
Avrebbe voluto tornare in quel luogo fantastico, ma non se l'era sentita di abbandonare i suoi genitori e quelli dei suoi amici vedendo la loro tristezza ed il loro profondo dolore.
Sorrise amaramente.
Quando era nella Terra dell'Infinito non vedeva l'ora di tornare a casa. Adesso, invece, avrebbe fatto di tutto per cambiare aria, per allontanarsi da quel luogo carico di ricordi.
Era incredibile come in poco tempo tutto fosse cambiato. Federico e Sonia erano morti, Giovanni era in coma. Lui era solo.
Non si sentiva più a casa, non riusciva ad abituarsi alla sua vecchia vita.
Alzò gli occhi al cielo e si accorse che era ormai calata la sera.
Con lentezza abbandonò la panchina e si diresse verso la sua abitazione.
Mangiò in fretta qualcosa e dopo aver guardato un po' di televisione andò subito a letto.
Le ore passarono, quando, all'improvviso, si svegliò.
Era notte fonda, regnava il silenzio più completo a eccezione del ticchettio prodotto dall'orologio. Giulio si accorse che la sua stanza era più luminosa del solito e capì di non aver chiuso le persiane, pertanto aprì la finestra per poterlo fare.
Quando guardò fuori rimase senza parole. Due enormi draghi neri erano davanti a lui. Ma la cosa più strana era che sopra di essi vi erano due persone che conosceva molto bene: Sonia e Federico.
«Ma cosa...» tentò di dire il giovane.
I due ragazzi, vestiti con un'armatura nera come la pece, gli sorrisero.
«Ci rivedremo presto» disse Federico.
«Presto» ripeté Sonia.
Giulio, ripresosi dallo stupore, mentre i suoi amici si allontanavano, gridò: «Aspettate! Tornate indietro! Voi... Come...».
Erano ormai spariti all'orizzonte.
In quel momento Giulio capì che era ormai giunto il momento di fare ritorno nella Terra dell'Infinito. Doveva sapere che cosa stava succedendo.
Sonia e Federico avrebbero dovuto essere morti. Ma, allora, come faceva ad averli visti davanti ai suoi occhi?
Troppe domande affollavano la sua mente. A nessuna di esse, però, vi era risposta.
Tornò a letto e si impose di dormire per essere riposato l'indomani.
 

*
 

«Come mai sei già in piedi a quest'ora?» chiese sua madre vedendosi comparire davanti, in cucina,  Giulio.
«Non avevo più sonno. E poi, oggi, devo partire» rispose quest'ultimo stropicciandosi gli occhi.
«Partire?».
«Si. Non te l'avevo detto?».
«Mi sembra evidente di no».
«Ora lo sai».
«Io non so proprio niente. Mi vorresti spiegare?».
«Semplice, ho pensato che mi ci vuole un po' di riposo e un posto in cui poter cambiar aria dopo quello che è successo. Quindi sono giunto alla conclusione di andarmene in vacanza alle Cinque Terre. E visto che tu e papà lavorate, ci vado da solo».
«Giulio...».
«Ti prego... Ne ho bisogno».
«Ma così all'improvviso... Ma poi hai già i biglietti per il treno? O vai in macchina? E l'albergo?».
«È un si?».
«È un si. Però ci stai, al massimo, due settimane, non di più. Chiaro?».
«Certo! Non starò via tanto».
Detto questo si avvicinò ed abbracciò sua madre.
Poi fece colazione, si lavò e si vestì in fretta.
Mentre si dirigeva alla porta, sua madre disse una cosa che lo colse di sorpresa: «Fai attenzione, mi raccomando».
La donna lo guardò dritto negli occhi.
Al giovane sembrò che sua madre avesse capito tutto.
«Mamma...» sussurrò.
«Si, sono tua madre. Lo sento quando c'é qualcosa che non va».
Dopo una momentanea esitazione, Giulio rispose: «Ma dai, cosa mai dovrebbe succedermi?».
Non ci fu alcuna risposta ed il ragazzo dai biondi capelli, nonostante fosse dispiaciuto per non aver potuto dire la verità, uscì e si diresse in Piazza Solferino.
Assicuratosi che nessuno lo vedesse, si avvicinò alla fontana angelica.
Una luce, meno luminosa della prima volta, lo avvolse ed egli si ritrovò a percorrere un lungo corridoio. Per l'esattezza quello stesso corridoio che l'aveva riportato a Torino.
In poco tempo giunse dinanzi ad una porta, la aprì e si ritrovò nel palazzo di Filippo il Saggio.
Tutto era esattamente come si ricordava. Ma, d'altro canto, perché avrebbe dovuto essere diverso?
Ripresosi dai suoi pensieri, si incamminò verso la camera in cui si trovava Giovanni.
Stranamente il corridoio era deserto ed un silenzio innaturale aleggiava in tutto il palazzo, ma egli non ci fece caso.
Arrivò nella stanza in cui era ricoverato l'amico e, quando lo vide, un senso di tristezza lo pervase. Scioccamente aveva sperato che il suo compagno di avventure si fosse risvegliato o, per lo meno, che le sue condizioni fossero migliorate. Invece, tutto, era esattamente come nel momento in cui se n'era andato.
Giulio sentì una fitta al petto e la rabbia e la frustrazione ribollirgli nelle vene.
Si ritrovò a pensare che se non fossero giunti nella Terra dell'Infinito, se non avessero creduto alle parole del Grande Mago o meglio di Enoren, tutto ciò non sarebbe mai accaduto e lui, a quest'ora, avrebbe potuto essere a casa con i suoi amici. Invece era solo. Erano arrivati in quattro, ma solo lui era tornato.
«Giulio!» esclamò sorpresa una voce dietro di lui.
«Alessandro! È bello rivederti» esclamò girandosi.
Il principe sorrise e gli strinse calorosamente la mano.
«Sei tornato presto, vedo».
«Presto? Ah certo, è vero che qui il tempo scorre in maniera differente».
«Già. Sono passati solo dodici giorni da quando sei partito. E, credimi, in questi giorni è accaduto di tutto!».
«Forse so cosa intendi. Ieri notte ho visto Sonia e Federico in groppa a due draghi neri».
«Cosa?».
«È esattamente quello che mi sono chiesto! Loro dovrebbero essere morti e invece erano vivi, proprio davanti a me. Questo potrebbe voler dire che...».
«No, Giulio. Non è come pensi. Ora vieni nella sala del trono e, insieme a mio padre, ti spiegherò tutto» disse il figlio di Filippo il Saggio con un'aria cupa.
In un attimo tutte le sue speranze vennero meno. Come aveva potuto pensare che fossero tornati in vita? Però, le figure che aveva visto erano così reali.
Doveva essere successo qualcosa mentre era via. Ma che cosa era accaduto esattamente?
In cuor suo sapeva che non doveva essere nulla di buono.






Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
Ebbene si, dopo quasi due anni sono tornata con il seguito de "Il Ritorno del Sovrano delle Tenebre".
Per tutti coloro che non avessero letto quest'ultima, vi consiglio di farlo - almeno per quanto riguarda gli ultimi capitoli - così da poter seguire questa nuova storia.
Che dire? Con questo capitolo spero di avervi intrigato.
Se vi va, fatemi sapere che cosa ne pensate.
Un saluto,
Violaserena.

  
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