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Autore: YukiWhite97    08/12/2016    0 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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4

Llweran alzò gli occhi al cielo. Quella mattina Legolas era piuttosto strano. Più del solito si intende.
"Allora? - domandò il più grande mostrando l'ennesimo capo d'abbigliamento provato nell'arco della mattina - questo com'è?"
"Sì... carino" - disse distrattamente.
"Llweran, hai detto la stessa cosa le ultime tre volte" - gli fece notare contrariato.
"Beh, mi dispiace, ma non è che me ne intendo molto. E poi non mi hai ancora spiegato perché tutta questa cura nel vestire oggi"
Legolas prese un respiro. Non gli aveva detto ancora nulla riguardo il suo nuovo lavoro, e sicuramente quello sarebbe stato il momento più adatto, nonchè l'unico.
"D'accordo - iniziò a dire - volevo che fosse una sorpresa ma ormai credo che sia inutile. Ho... trovato un nuovo lavoro..."
"Davvero? - domandò - forte, e dove?"
"In... un'azienda di commercio" - disse nervosamente.
Il più giovane inarcò un sopracciglio.
"Un azienda di commercio? No, non è proprio per te"
"Oh, beh, grazie per il sostegno morale" - rispose sistemandosi la cravatta.
"Come l'hai trovato?" - domandò a braccia conserte, con sguardo sospetto.
"Emh... un amico - rispose frettoloso - non lo conosci"
"Tu non hai amici che non conosco. Mi stai nascondendo qualcosa?" - domandò guardandolo negli occhi.
Fosse stata solo una la cosa che gli aveva tenuto nascosta. Legolas non se la sentiva affatto di dirgli di Aragorn, non ancora per il momento. Meno quei due venivano a contatto, minore sarebbero state le probabilità che Llweran scoprisse la verità.
"Oh, ma che importa - disse sorridendo - l'importante è che da adesso la nostra vita cambierà in meglio. Adesso scusa, ma devo proprio andare, torno alle sei, passa una buona giornata" - concluse dandogli poi un buffetto sulla guancia
Il figlio scosse il capo. Adesso aveva la conferma, suo padre era strano. Ma per il momento aveva ben altri pensieri per la mente.
Poco dopo arrivò a scuola con il suo solito fare assonnato. Ad accoglierlo come sempre vi erano Una, Sabia, Shauna e l'immancabile Eldarion, il quale era come sempre particolarmente entusiasta.
"Oh, eccoti qua! - esclamò circondandogli le spalle con un braccio - allora, sei pronto per domani sera?"
"Per cacciarmi in guai seri? Beh, più o meno"
"Smettila di fare il noioso, io e le ragazze abbiamo un piano"
"E quale sarebbe?"
"E' stata una mia idea - puntualizzò Shauna, fiera- io e le gemelle abbiamo detto ai nostri genitori che avremmo passato una tranquillissima e assolutamente sobria serata, a casa tua!"
"Mi meraviglio di te, Shauna - costatò Llweran - tu in genere sei una brava ragazza"
"Io lo sono infatti! - esclamò - è che... mi piacerebbe andare ad una vera festa come quelle della televisione, ma lo sai come sono i miei, pensano ancora che abbia cinque anni. Quindi è deciso"
"Sì,e d io che scusa dovrei inventarmi?" - domandò scettico.
"Facile, puoi dire a tuo padre che dormi da me, mentre invece io dirò ai miei che ho un gruppo di studio serale"
Llweran spalancò gli occhi.
"Se ci scoprono ci ammazzano"
"Non ci scopriranno - rassicurò ancora Eldarion - con questi visi d'angelo che abbiamo, chi potrebbe mai sospettare di noi?"
Il biondo avrebbe avuto tanto dire la sua, ma se l'avesse fatto gli avrebbero sicuramente ricordato quanto noioso. In seguito si lasciò prendere sottobraccio da Shauna, felice che almeno in quel momento Eldario non stesse cercando di flirtare con lei. Chissà, magari quella poteva davvero essere un occasione per lui di fare finalmente una mossa decisiva.

Di solito Legolas teneva molto al suo aspetto, ma quella mattina ci aveva perso ancora più tempo, senza sapere il motivo.
Probabilmente voglio solo che mi veda bello.
No, ma cosa vado e pensare. E' solo che per un certo tipo di lavoro bisogna essere ordinati e puliti.

Si lasciava andare a questi e ancor pà svariati pensieri mentre aspettava Aragorn, visto he la sua auto era ancora rotta e l'altro si era gentilmente offerto di passarlo a prendere, tanto per cambiare.
"D'accordo - sospirò, parlando tra sé e sé - non devo essere nervoso, dopotutto lavoreremo solo nello stesso posto per qualche ora al giorno, probabilmente per sempre.. cosa mai potrebbe accadere?"
Quasi sussultò quando udì il clacson. Aragorn aveva accostato con la sua lucente e costosissima auto nera, aveva abbassato il finestrino oscurato, e aveva poi scostato leggermente gli occhiali da sole, facendogli un sorriso.
Legolas dovette chiamare a raccolta tutto il suo autocontrollo per non lasciarsi scappare qualche frase poco opportuna. Era terribilmente bello,  e quasi il biondo avesse l'impressione che lo facesse apposta.
"Buongiorno. Vedo che ti sei tirato a lucido, stai molto bene" - si complimentò Aragorn.
"Grazie - rispose fingendo indifferenza - anche tu... stai bene. Il posto è molto lontano da qui?"
"Non molto, ci impiegheremo un quarto d'ora circa" - disse facendogli segno di salire.
"Oh, d'accordo - fece portandosi i capelli dietro le orecchie - allora, allora andiamo..."
Legolas si era irrigidito ed era assolutamente teso, stare lì con lui gli piaceva, e questo era assolutamente sbagliato. Non doveva farselo piacere, doveva scacciare ogni sensazione strana che provava. Lui era sposato, e quello che c'era stato, era antico ormai di anni.
"Hai detto a Llweran di me...?" - domandò ad un tratto.
"Ecco... no, in realtà no. E' solo che..."
"Non ti fidi, vero?" - disse sorridendo.
"Emh..."
"Non ti fidi. Hai paura che possa scoprire la verità"
"Pff, no - fece alzando gli occhi al cielo - d'accordo sì, è questo. E' solo che sarebbe abbastanza traumatico per lui scoprire che sei tu suo padre. E poi... ci odierebbe entrambi. Me per averglielo nascosto e te.. per beh.."
"Per non esserci stato - sospirò - lo so. Ma puoi stare tranquillo, non ho intenzione di immischiarmi nella sua vita. Mi basta sapere che sta bene, è felice ed è una brava persona"
"Già - fece sgranchendosi la voce - basta questo..."
Aragorn a quel punto decise di cambiare discorso. E fra le mille mia domande che avrebbe potuto porgli, alla mente gli venne proprio quella più sconveniente.
"Stai con qualcuno, adesso? - domandò - voglio dire, immagino che dopo tutto questo tempo, tu abbia trovato un'altra persona con cui stare"
Un quesito perfetto. Legolas avrebbe voluto rispondergli di sì, che c'era un'altra persona importante nella sua vita, che lo aveva dimenticato. Ma dalle sue labbra fuoriuscì tutt'altro.
"No... nessuno" - sussurrrò.
"Ah - disse l'altro imbarazzato - capisco..."
"Non mi interessa trovare l'amore. Io ho Llweran, non ho bisogno d'altro"
"Certo, non intendevo dire questo. Lo so che è difficile, ma spero che non ci siano rancori tra noi, e che potremo avere un tranquillo rapporto lavorativo" - disse guardandolo.
Legolas sorrise nervosamente. Era molto difficile non avere rancori dopo tutto ciò che era successo, e ancora più difficile sarebbe stato mantenere un semplice rapporto lavorativo.
"Ah... ma certo" - rispose.
"Ne sono contento. Ah, siamo arrivati" - disse poi Aragorn, accostandosi.
Legola puntò lo sguardo sull'imponente struttura grigia davanti ai suoi occhi. Era una vera fortuna che fossero arrivati presto, la situazione stava diventando molto imbarazzante. Seguì Aragorn, che lo condusse all'interno, dovi vi erano uffici su uffici, e molta gente che passando lo salutava, con grande ammirazione nello sguardo. Legolas pensò che la figura di Aragorn dovesse essere molto apprezzata e rispettata, e in fondo neanche lui dubitava che fosse effettivamente bravo nel suo lavoro. Dopotutto, anche lui lo aveva sempre ammirato, in tutti i sensi.
"Ecco, questo è il tuo ufficio - gli disse dopo averlo portato con l'ascensore fino all'ottavo piano - sei veloce con la tastiera?"
"Abbastanza - disse guardandosi intorno - sei sicuro che vuoi lasciarmi già al primo giorno da solo?"
"Sta tranquillo, per ora devi solo occuparti di quello che c'è scritto qui in questi fogli - fece indicandogli una pila sopra la scrivania - in ogni caso il mio ufficio è proprio qui accanto, se hai bisogno"
"Enh... d'accordo. Allora a dopo" - salutò con un sorriso nevoso, per poi prendere un lungo respiro quando finalmente fu rimasto solo. Tutto intorno era molto accogliente, riscaldato, con una bella visuale grazie alle ampie vetrate, sicuramente nulla a che vedere con il tugurio in cui stava prima. Prese un altro respiro.
"Bene, allora..." - disse sedendosi e cominciando.
La giornata passò abbastanza velocemente e piacevolmente. Non era affatto stressante come il suo vecchio lavoro. Aragorn era passato più di una volta per chiedergli se fosse tutto a posto, se fosse a suo agio eccetera, e Legolas aveva sempre risposto in modo molto sbrigativo che fosse tutto perfetto. Non voleva che si prendesse pensieri di troppo, né aveva intenzioni di farsi illusioni. Aragorn lo aveva aiutato per mero dovere, di certo non perchè provasse ancora qualcosa, anche se la parte più recondita di sé dicesse completamente il contrario.
Quando scoccarono le sei, Aragorn si offrì nuovamente di accompagnarlo a casa. L'atmosfera era molto meno tesa, poichè la conversazione era stata prettamente di lavoro. Legolas si dimostrò contento e gli disse che sarebbe stato felice di proseguire.
"Sono molto contento che tu ti sia trovato bene. Allora dalla prossima settimana puoi cominciare"
"Bene, è una notizia grandiosa - disse sorridendo, per poi distogliere o sguardo - ah, Aragorn... insomma.. non ti ho è neanche ringraziato... senza te non avrei saputo proprio come fare"
Solo in seguito si rese conto della dolcezza eccessiva di quella frase.
"Non devi ringraziarmi - disse sorridendo - l'ho fatto con piacere. Sono contento se so che tu e Llweran vivete bene"
"Sì - disse nervoso - ah ecco, sono arrivato. Grazie mille per il passaggio, allora, alla prossima settimana!"
Se solo avesse potuto, Aragorn gli avrebbe detto sicuramente qualcos'altro, ma Legolas si allontanò alla svelta. 
Senza sapere perché non poté fare a meno di sorridere.
La prima giornata era andata... discretamente anche se non aveva idea di come avrebbe fatto le altre volte. Continuò a pensare anche durante l'ora di cena, mentre Llweran e Thranduil parlavano di tutt'altro. Soltanto una domanda in particolare attirò la sua attenzione.
"Com'è andato il tuo primo giorno di lavoro?" - domandò ingenuamente il più giovane. Legolas sgranò gli occhi, mentre Thranduil si voltava a guardarlo con fare sospetto.
"Primo giorno di lavoro?" - domandò.
"Sì. Papà ha un nuovo lavoro, non te l'ha detto?"
"No, non mi ha detto niente" - disse lanciando un'occhiataccia al figlio, il quale avrebbe desiderato di sparire proprio in quell'istante.
"Beh, te lo dico io, allora. Un suo amico, gli ha trovato un lavoro"
"Ma non mi dire" - fece l'altro sorridendo nervosamente.
"Già - fece scostando il piatto e alzandosi - papà, domani sera andrò a dormire da Eldarion"
"Cosa?! Mi sembrava di averne già parlato con te di questo discorso del passare tutto il tuo tempo con quel tipo!" - esclamò contrariato.
"Oh, andiamo, che sarà mai per una volta!" - sbottò alzando gli occhi al cielo.
"Ah, e va bene - sospirò - ma solo per questa volta"
Forse agitarsi sarebbe stato inutile, dopotutto Aragorn era stato chiaro, non aveva affatto intenzione di immischiarsi nella vita di suo figlio, quindi poteva stare più tranquillo. Quando Llweran se ne andò, Legolas si rese immediatamente conto di come gli occhi di suo padre fossero fissi su di sé.
"Perché ti arrabbi tanto? Dopotutto non c'è niente di male - disse Thranduil sarcastico - se tu passi il tuo tempo con Aragorn lui potrà passare del tempo con suo fratello, no?"
"Oh, ti prego! - esclamò - te l'avrei detto"
"Non dovevi accettare. Io ti conosco bene, ti farai coinvolgere sentimentalmente"
"Non succederà, ormai non sono più un ragazzino, so quello che faccio, vedrai che andrà tutto per il meglio!"
Thranduail si lasciò andare ad un profondo sospiro.
"D'accordo - disse stizzito - se vuoi lavorare per quello... fa pure. Ma non voglio vederlo entrare in questa casa, o non potrei essere tanto gentile"
"Non succederà - lo tranquillizzò - non ho intenzione di portarlo qui"
"Tsk, lo spero bene!" - esclamò l'altro. 

La notte passò in fretta, e il tanto atteso giorno della festa era arrivato. Llwrran non era mai stato ad una festa, soprattutto non ad una di quelle vietate ai minori. Sarebbe stato divertente in parte, anche se il lato più ragionevole di sè gli diceva che si sarebbe cacciato nei guai. Ma oramai era troppo tardi per tornare indietro. Quando arrivò il pomeriggio, preparò le sue cose, per poi dirigersi verso casa dell'amico, da cui ovviamente non avrebbe dormito, solo che questo Legolas non poteva saperlo, e non doveva saperlo, altrimenti gli sarebbe venuto un attacco di cuore.
Verso le nove e mezza, i due ragazzi e le tre ragazze, si ritrovarono ad un punto comune. Adesso vi era il problema di come arrivare alla villa, la quale distanziava abbastanza. L'unico ad avere la patente era proprio Eldarion, ma non avrebbe assolutamente potuto prendere l'auto che apparteneva al padre.
"Io dico di andare con l'autobus! - esclamò Una - sicuramente è meno pericoloso, io non ci salgo in macchina con questo qui"
"Prima dovremmo trovarla un auto - le fece notare l'amico - nessuno di voi ne ha una?"
Llweran aveva fatto caso a come Shauna fosse pensierosa, e per questo aveva preso a guardarla. Beh, in effetti, aveva preso a guardarla perchè pensasse anche che fosse molto bella: i capelli biondi erano semi appuntati, ed un semplice abito blu notte la avvolgeva perfettamente.
"Io avrei un'idea - proclamò ella - ma credo che mi servirà tirare fuori tutto il mio essere tenera e carina. Seguitemi!"
Gli altri quattro si guardarono negli occhi, non riuscendo a capire a cosa si riferisse. Scoprirono presto che la loro destinazione fosse la casa del vecchio Gandalf, il quale possedeva un auto ma di fatto non la usava mai perchè preferiva di gran lunga andare a piedi. 
"Com'è che dovremmo convincerlo, esattamente?" - domandò Llweran.
"Lasciate fare a me" - lo zittì Shauna, suonando il campanello. Poco dopo, Gandal, con un capellino da notte sulla testa, fece la sua comparsa.
"Oh, ma che bella sorpresa - salutò cordialmente - cosa ci fate qui, miei cari?"
"Ciao zio Gandalf - salutò Shauna attorcigliandosi i capelli tra le dita-  ti disturbo forse?"
"Oh, no stavo bevendo la mia camomilla serale. Cosa posso fare per te?"
"Ecco - fece adottando la tecnica da occhi languidi - mi servirebbe un piccolo favore. Vedi, dobbiamo andare ad una festa, ma non abbiamo un auto, così... stavo pensando... che magari... potresti prestarci la tua"
"La mia? Oh, non so, potrebbe essere pericoloso"
"Oh, ti prego, staremo attenti. Noi siamo ragazzi responsabili, lo sai"
"Non lo metto in dubbio, mia cara. Ma... i vostri genitori sanno di questa vostra uscita?" - domandò sospettoso.
"Ovvio - affermò Shauna sorridendo nervosamente - anzi, è stata una loro idea quella di chiedere  a te. Allora... potresti fare questo grande favore ai tuoi piccoli amici?  Ti preeeego"
Era sempre stato difficile resistere a Shauna e a quei suoi dolci occhi, sin dalla più tenera età. Ed inoltre, ormai Gandalf era troppo vecchio per poter sperare di tenerle testa.
"D'accordo - si decise - prendetela pure, ma fate attenzione"
"Grazie - disse la ragazza sorridendo - ti adoro"
E così, il gioco era fatto. Llweran era rimasto stupito dalla capacità persuasive dell'amica, che aveva praticamente salvato la loro serata. Dopo essersi fatta presatre le chiavi, saltarono tutti e cinque dentro la piccola auto rossa, sfrecciando poi verso la villa.

Quindici minuti più tardi arrivarono a destinazione. Furono molto sorpresi di vedere la quantità di gente che vi fosse, il rumore assordante della musica, e l'immensità di quella magione. Ma dopotutto, era normale, la loro compagna di scuola Tauriel era popolare quanto ricca.
"Wow - sussurrò Shauna guardandosi intorno - è assolutamente prodigioso"
"E' figo! - esclamò Eldarion indicando la piscina in giardino - voglio assolutamente farmi un bagno"
"Io invece voglio andare dentro e buttarmi sugli alcolici!" - esclamò Una prendendo sotto braccio la sorella - chi vuole mi segua!"
Poichè il posto era piuttosto grande e confusionario, decisero di rimanere tutti insieme. L'interno era ancora meglio dell'esterno, sembrava una vera e propria discoteca, inoltre le luci sul blu davano a tutto un'atmosfera molto suggestiva. Vi erano anche miriadi e miriadi di ragazzi e ragazze, decisamente più grandi di loro, che sbucavano da tutte le parti. L'umore era alto, così come libidine, non era difficile infatti poter scorgere coppie appartate che si lasciavano andare ad effusioni assai poco appropriate.
Tuttavia, nessuno di loro si sentì fuori luogo, nessuno tranne Llweran ovviamente.
"Troppo figo! - esclamò Una - chi arriva prima al tavolo degli alcolici non beve niente!"
"Hey! - esclamò Shauna - aspettatemi!"
I due ragazzi rimasero invece in disparte, appoggiati ad una parete per evitare di essere travolti.
"Te l'avevo detto io che ti sarebbe piaciuto" - disse Eldarion soddisfatto.
"Oh, sì, davvero grandioso" - fece alzando gli occhi al cielo.
"Andiamo, non essere così floscio! Devi divertirti! Guarda quante ragazze più grandi di te ci sono, fai amicizia, buttati nella mischia! Io intanto - fece lanciando lo sguardo su Shauna - vado a fare il mio lavoro"
"Ma... - provò a dire - oh, non importa..."
Alle volte avrebbe tanto voluto avere il carattere sicuro del suo migliore amico, non avrebbe avuto problemi con Shauna per esempio. Ed invece, come si era aspettato, si sarebbe ritrovato a fare da tappezzeria.
Ma non per molto in realtà. Llweran non si era infatti accorto che da lontano, qualcuno lo avesse adocchiato. Si trattava di una ragazza alta almeno quanto lui, dai lunghi capelli castano/rossicci, e che indossava un tubino nero che la faceva apparire più grande di quanto non fosse.
"Ciao" - salutò ella, avvicinandosi con un bicchiere di Quattro-bianchi in mano. Quando Llweran la guardò, sgranò gli occhi: si trattava proprio di Taurile Elvs, l'organizzatrice della festa e ragazza più popolare della scuola. E stava rivolgendo la parola proprio a lui.
"Emh... ciao - salutò nervoso - bella festa"
"Grazie - disse l'altra guardandola - anche tu sei dell'ultimo anno? Non mi sembra di averti mai visto"
"Ah... ma certo che sono dell'ultimo anno, solo che... nessuno bada troppo a me.."
Tauriel sorrise melliflua.
"Tu non hai neanche diciotto anni, vero?" - domandò.
Il biondo sospirò.
"Ah, no. Senti, mi spiace di essermi imbucato alla tua festa, ma è stata un'idea di quell'idiota del mio migliore amico. Se però disturbiamo ce ne andiamo subito"
"Oh, no - disse afferrandolo per un braccio - non mi infastidisci affatto. Non pensavo che dei ragazzini avessero il coraggio di infiltrarsi ad una festa di soli adulti. Mi piacciono i ribelli"
I suoi modi di fare erano stranamente gentili. Di solito, quelle come lei non perdevano tempo a parlare con quelli come lui. Ed inoltre Llweran non era abituato a parlare con ragazze più grandi di lui.
"Ah... allora... allora va bene..."
"Fammi indovinare - esordì mordicchiando la cannuccia con i denti - tu giochi a basket, vero?"
"Come fai a saperlo?"
"Uno alto come te sarebbe sprecato se non facesse questo - disse lasciandosi andare ad una risatina - io invece faccio tiro con l'arco. Non a scuola ovviamente"
"Davvero? Forte, mi sarebbe piaciuto imparare tiro con l'arco, solo che non ho mai avuto l'occasione"
"I ricchi devono fare attività da ricchi - sospirò - ma se proprio ci tieni, qualche volta potrei insegnarti"
"Sì - disse sorridendo - si potrebbe fare"
"Prima però devi dirmi il tuo nome" - disse avvicinandosi esageratamente.
"Emh - fece l'altro arrossendo - è... è Llweran"
"Llweran - ripetè muovendo lentamente le labbra rosse come rose - è un piacere di conoscerti"
La vicinanza dei due non era di certo sfuggita ad Eldarion, il quale si era un attimo distratto da suo flirt asfissiante, per rivolgere un'occhiata all'amico. Era rimasto piacevolmente sorpreso di vedere che stesse familiarizzando con una ragazza più grande.
"Wow, bravo Llweran! - esclamò - è così che si fa!"
Shauna, accanto a lui, rivolse lo sguardo nella sua stessa direzione. Quando vide il biondo accanto a quella bellissima ragazza alta, formosa e seducente, avvertì una sensazione dentro di sè che molto probabilmente doveva essere gelosia. Sapeva del rapporto speciale che ci fosse tra lei e Llweran, ma vederto accanto ad una ragazza che era praticamente il suo opposto, mandava in frantumi tutta la sua autostima.
Tuttavia si trattenne, non era da lei fare scenate, così decise di affondare tutto il suo malumore nell'alcol, malgrado non fosse abituata a bere. Afferrò un bicchiere poggiato sul tavolo, contenente sambuca, bevendola tutt'ad un fiato, fino a farsi bruciare la gola.
"Wow - fece Eldarion sconvolto - ci vai giù pesante"
Imbronciata, l'altra gli porse il bicchiere.
"Prendimene ancora" - borbottò.
La conversazione tra Llweran e Tauriel stava intanto continuando a diventando stranamente troppo intima. Il biondo poteva notare come la ragazza si avvicinasse a lui sempre di più, ma sarebbe stato stupido pensare che volesse provarci. E sperò vivamente che così non fosse, perché  non avrebbe saputo come comportarsi.
"E' incredibile che non ti abbia mai notato prima - fece scostandogli una ciocca dal viso - hai una  bellezza straordinaria. E che bei capelli, sono tuoi?"
"Ma certo che sono miei" - rispose imbarazzato.
"Oh, sei così carino - disse sorridendo - purtroppo i ragazzi della mia età sono tutti così presuntuosi. Io vorrei decisamente qualcuno di più dolce e che mi ami per quello che sono, non solo per la mia bellezza e per i miei soldi"
"Sono sicura che troverai quello giusto  - disse l'altro - devi solo continuare a cercare"
Tauriel sorrise, avvicinandosi nuovamente. Era rimasta davvero rapita dai modi di fare dolci e ingenui, un po' da bambino in realtà, del ragazzo.
"A volte non è necessario cercare - disse languida - a volte basta soltanto fermarsi e guardare ciò che abbiamo intorno"
Adesso la mano della ragazza era proprio sul suo viso. La situazione stava diventando bollente e non avrebbe saputo dire se la cosa gli dispiacesse o meno, stava di fatto che si sentiva parecchio a disagio. Così si scostò, prima che l'altra potesse fare qualche gesto inconsulto.
"Emh, vado a prendere da bere ,torno subito!" - esclamò scostandosi. Tauriel lo osservò allontanarsi, sorridendo. Era una vera  e propria predatrice, e  vedere la propria preda scappare, non faceva altro che accrescere in lei il desiderio di inseguirla.
Eldarion si era intanto insinuato tra i tavoli, nella speranza di prendere un bicchiere per la sua "amata". Quest'ultima era piuttosto strana, doveva ammetterlo, ma ci avrebbe pensato lui a risollevarle il morale. 
La sua mano si incontrò presto con quella di Sabia, che stava anche lei cercando di afferrare un bicchiere.
"Eldarion!" - esclamò arrossendo.
"Sabia, ecco dov'eri. Tua sorella ti ha abbandonata?"
"In realtà è lì che balla - fece indicando una scatenatissima Una - è già andata"
"Però... che tipa - disse sorridendo - dovresti trovarti qualcosa da fare anche tu, Sabia. Magari potresti farti invitare da qualcuno a ballare"
"Nessuno mi invita - sospirò - io sono una secchiona, e non sono per niente carina, quindi perchè qualcuno dovrebbe scomodarsi?"
Eldarion a quel punto, dall'alto dei suoi parecchi centimetri in più , le poggiò una mano sulla testa, facendola arrossire del tutto.
"Hey, non ti permetti di dire ciò. Tu sei molto più che una secchiona, sei simpatica, dolce e anche molto, molto carina"
A quelle parole Sabia ebbe l'impressione che il cuore le fuoriuscisse dal petto. Era la prima volta che Eldarion le diceva una cosa del genere, e ciò le fece pensare che probabilmente anche lei poteva avere una possibilità.
"Eldarion, io..."
Le attenzioni del ragazzo però, si spostarono ben presto su Shauna. Quest'ultima, a quanto pare, aveva trovato da sola come rifornirsi di alcol, perché adesso, con le guance rosse e uno sciocco sorriso sul viso, stava attirando l'attenzione di tutta la gente presente, con mosse di ballo molto improbabili ed un entusiasmo maniacale.
"Shauna?! - esclamò sconvolto - ma cosa...?!"
Nello stesso frattempo, il povero Llweran, per sfuggire alle attenzioni di Tauriel, non riusciva più ad orientarsi.
"Oh no, mi sono perso. Mi sono decisamente perso. E ora che faccio?"
Compì due passi all'indietro, senza rendersi conto di andare a sbattere proprio contro Shauna.
"Shauna! - esclamò - eh? Ma che hai?"
La ragazza infatti, aveva uno guardo stralunato e si reggeva a malapena in piedi.
"Ah, eccoti qui! - esclamò ella afferrandolo e ridendo - sei molto, molto cattivo. Ero arrabbiata con te perchè stavi parlando con un'altra... adesso però... no, non lo sono più..." - fece poi abbracciandolo. Quando Llweran la annusò, si eese conto del perchè di quel suo atteggiamento.
"Shauna, sei ubriaca! Ma quanto hai bevuto?!"
"Oh, sei così caro a preoccuparti per me. Però non sono ubriaca, ho bevuto solo due bicchieri... o forse erano dodici?"
"Non va bene! - esclamò afferrandola per mano - devo farti passare la sbornia"
"Ah, e asciami stare! - sbottò - io mi diverto, ed il pubblico mi adora. Volete vedere quanto sono brava a ballare? Forza su le man!"
"Oh, no, no" - fece l'altro portandosi una mano sul viso.
Era incredibile come l'alcol fosse in grado di inibire completamente cose come la vergogna ed il pudore, certo che però la gente sembrava davvero apprezzare le performance di Shauna.
"Shauna! - esclamò afferrandola - ma cosa fai?"
L'altra sorrise.
"Tesorino... sei geloso, vero?"
"Io..."
"Vieni qui, ci penso io a te" - sussurrò afferrandolo dalla nuca e donandogli un bacio per niente casto. Llweran spalancò gli occhi, sapeva di doversi assolutamente fermare, ma non poteva, dopotutto quel bacio era ciò che aveva sempre sognato, anche se in modo diverso.
Lasciò che la musica nelle orecchie lo stordisse e che il profumo della ragazza lo inebriasse. Ricambi il bacio allo stesso modo, mente applausi e  schiamazzi si levavano in aria da parte di tutti i presenti.. tranne di Eldarion, che era rimasto a guardare tutto, sconvolto.
"No - proclamò serio, con una punta di nervosismo - non può averlo fatto"

La sera a casa Greenleaf era molto tranquilla, e Legolas non poteva immaginare che non  lo sarebbe stato ancora per molto. Aveva chiamato al cellulare Llweran già un paio di volte, ma l'altro non aveva risposto. Non si preoccupò più di tanto, probabilmente, distratto per com'era, non doveva aver sentito il cellullare. Tuttavia, il pensiero che si trovasse a casa di Aragorn, malgrado quest'ultimo lo avesse tranquillizzato, non lo lasciava in pace al cento per cento. Così aveva deciso di eliminare lo stress con la lettura di un buon libro.
Il suono del campanello però lo distrasse dai suoi piani. Andò ad aprire, sorprendendosi molto di trovarsi Frodo davanti a sé.
"Frodo - lo chiamò - ciao, ma... che fai qui, è successo qualcosa?"
"Oh, no - rispose l'altro sorridendo - è che Shauna ha dimenticato la borsa con dentro soldi, documenti e tutto il resto, così ho pensato di portargliela"
"Eh? - domandò - ma guarda che Shauna non è qui"
"Ma sì che si trova qui - affermò l'altro convinto - lei, Llweran gli altri dovevano vedersi questa sera"
"Ti posso assicurare che non è così. Llweran non c'è. E' da Eldarion - assottigliò lo sguardo - o almeno così mi ha detto"
"Che vuoi dire?"
Un pensiero si impossessò della mente di Legolas. Non sapeva perché, ma adesso iniziava ad avere la sensazione che Llweran gli avesse mentito spudoratamente.
"Puoi scusarmi un secondo?" - disse allontanandosi un attimo e prendendo il cellulare. Non avrebbe voluto chiamare Aragorn a casa, si era ripromesso che non lo avrebbe fatto se non per questioni di lavoro, ma quella era un'emergenza. Così cercò il suo numero, per poi chiamarlo.
Ovviamente, anche Aragorn era assolutamente tranquillo, pronto a passare un'altrettanto tranquilla serata con la moglie Arwen.
Anche i suoi piani però furono ben presto sviati, a causa dello squillare insistente del suo cellulare. Si sorprese molto quando si accorse che si trattava di Legolas, e non esitò a rispondere.
"Pronto? Legolas?"
"Sì, sono io. Scusa l'orario. Volevo sapere solo... Llweran si trova da te per caso?"
Aragorn inarcò un sopracciglio.
"No, assolutamente. Non è a studiare  insieme ad Eldarion?"
Il biondo si lasciò andare ad un sospiro. evidentemente, erano stati tutti ingannati in modo molto astuto.
"Io ho l'impressione che ci abbiano preso in giro. Non ci posso credere - fece portandosi una mano sulla fronte - ti consiglio di andare a cercare Eldarion, perchè ho il vago presentimento che si cacceranno nei guai. Adesso scusami, ma devo trovare mio figlio e poi ucciderlo"
"Aspetta...!" - provò a fermarlo, invano. 
"E' tutto a posto?" - domandò Arwen.
"Non... ne sono più sicuro..." - rispose confuso.
Legolas intanto era andato incontro all'amico Frodo, con un'espressione poco amichevole sul viso.
"Allora?" - domandò l'altro impaziente.
"Andiamo - fece a denti stretti - dobbiamo trovarli"

   
 
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