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Autore: Anown    08/12/2016    0 recensioni
[91 Days]
[91 Days]Se Corteo avesse usato un travestimento più serio sarebbe cambiato qualcosa?
What if della puntata dieci.
I personaggi sono Corteo, Angelo e Cerotto e la storia è composta dall'alternarsi di diversi punti di vista. Spero di aver scritto qualcosa di decente almeno in parte...
Perché nel tipo di coppia c'è scritto sia nessuna che shonen ai? Perché non c'è nessuna coppia ma credo che forse potrebbe sembrare tendente allo shonen ai o qualcosa di simile quindi per sicurezza meglio avvertire.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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(Corteo’s pov)
Il cielo era limpido quel giorno e nell'aria soffiava una brezza leggera, anche le giornate precedenti erano state così belle? Non riuscivo a ricordarmelo... In ogni caso, anche se fossi morto, quel giorno ci sarebbe stato bel tempo. Il mondo avrebbe comunque continuato a girare senza di me. A parte le voci degli altri passeggeri dalla nave, si udivano solo i versi dei gabbiani e io ero felice, nervoso, eccitato e spaventato. Come può una persona sola contenere tante emozioni diverse tutte in una volta senza esplodere? Avrei voluto muovermi in lungo e in largo per la nave, perché ero felice di poter di nuovo girare liberamente, ma anche perché ero spaventato e volevo guardarmi in torno. Non ero mai stato bravo a nascondere il disagio che provavo e in quella situazione essere così leggibile poteva costarmi la vita... Vita... ero ancora in vita, non ci poteva credere. Ma non appena mi concessi tempo per rallegrarmene mi sentì improvvisamente osservato. C'era un uomo che mi guardava da qualche minuto, mi osservava attentamente con un’espressione perplessa e curiosa. Mi irrigidì e deglutì, ero consapevole che in quel momento il mio viso doveva aver assunto un’espressione intimorita, ma potevo cercare di trasformarla in serena o indifferente quanto volevo, tanto non ci sarei riuscito, questo mi sarebbe costato caro e l'esserne consapevole mi avrebbe fatto apparire ancora più teso, era un circolo vizioso alla fine... L'uomo distolse lo sguardo con disgusto e si allontanò. Feci un sospiro di sollievo. In effetti gli abiti che indossavo non mi facevano apparire certo avvenente, ma del resto era molto, molto meglio così, anche se passare del tutto inosservato sarebbe stato ancora meglio. Erano abiti che non credevo avrei mai indossato, in realtà nessun uomo avrebbe mai potuto pensare di indossare indumenti simili. Erano scomodi e stretti, mi facevano mancare il fiato, era davvero una strana sensazione portarli, ma data la situazione avrei fatto questo e altro.
Finalmente lo vidi salire, mi sembrava di aspettarlo da giorni ed ero molto spaventato al pensiero che gli fosse successo qualcosa e che lo avrei anche potuto aspettare in eterno, ma lui non sarebbe mai tornato. Angelo mi guardò e sorrise, quanto tempo era che non lo vedevo sorridere?
-Stai benissimo.- disse -Il giallo... sì, è decisamente il tuo colore...- stava palesemente cercando di trattenersi.
-Fa pure.- risposi sorridendo. -Ridi quanto vuoi, avanti.- continuai scherzando. Mio fratello dopo qualche secondo di silenzio seguì il consiglio, ero felice che sapesse ancora ridere, vederlo lontano da quell'alone oscuro da cui lo avevo visto circondato negli ultimi tempi era così irreale, ma anche così bello... Alla fine era davvero valsa la pena di indossare quell'assurdo abito da donna e quella parrucca. -Se ti piace così tanto, lo indosserò più spesso.- affermai felice.
-No, dai troppo nell'occhio, si vede che c'è qualcosa che non va. Non sei la donna più brutta su cui abbia posato gli occhi però... Senza offesa, non sei così credibile.- disse serio Angelo.
-Ok, ti risparmierò da questa visuale allora... Meglio così, con questo corpetto rischio seriamente di soffocare, non vedo l'ora di toglierlo.- finita la frase Angelo mi abbracciò, ne ero molto sorpreso, ma ricambiai l'abbraccio e rimanemmo in quella posizione per qualche secondo. L'uomo che mi aveva osservato prima ritornò a guardarmi, il suo volto era ancora più stizzito di prima. Angelo se ne accorse e assunse un'espressione preoccupata e infastidita. -Tranquillo, probabilmente è solo incuriosito dal mio aspetto terribile.- spiegai cercando di rasserenarlo. Angelo annuì, ma continuò ad essere guardingo. Anche se non era un viaggio di piacere, ero molto emozionato. Era la prima volta che mi allontanavo così tanto da casa... Beh, in realtà un posto che potevo chiamare così non ci sarebbe più stato nella città in cui ero nato... Buffo, normalmente quell'idea mi avrebbe terrorizzato, ma ormai avevo vissuto troppe esperienze agghiaccianti di recente per essere toccato da qualcosa del genere, avevo anche ucciso un uomo, e in che modo lo avevo ucciso... sul serio, era stato un omicidio brutale. Non volevo più ricordarlo! Avrei immaginato di uccidere un uomo ancora meno di quanto avrei potuto immaginare di indossa un corpetto. -Sai Angelo...- cominciai a dire, ma lui non sembrava attento, o meglio, certamente lo era, ma la sua attenzione era focalizzata su altro... Anche senza darlo troppo a vedere quel ragazzo era guardingo e stava attento a tutto ciò che stava accadendo sulla nave.
-Stavi dicendo?- domandò senza voltarsi verso di me. Sospirai.
-No... nulla...-

Era notte e ai miei piedi c'era la neve, faceva davvero molto freddo. Mi guardai intorno, non capivo perché ero lì, ma ero certo di dover trovare qualcosa, capire di cosa si trattava però era un problema… All'improvviso vidi un bambino in mezzo alla neve, aveva un’aria molto familiare. Un bimbetto pallido dai capelli corvini.
-Angelo?- dissi avvicinandomi, il bambino rimase immobile ad osservarmi poi mi salutò e lentamente si allontanò. -Aspetta, Angelo! D-dove stai andando?!- cercai di rincorrerlo, ma nonostante io corressi e il bambino camminasse, non riuscivo a raggiungerlo. Perché? -Rimani con me! Non c'è bisogno che tu vada... Sarai al sicuro, non andare!- sgridai quasi supplicante.
Aprì gli occhi, era tutto buio, mi voltai a guardare verso il letto di Angelo, dormiva. La notte precedente era passata in modo abbastanza tranquillo, quella invece ci avevo messo molto per addormentarmi e come se non bastasse avevo avuto un incubo e non ero così entusiasta di riprendere sonno. Mi alzai e mi diressi verso di lui, poi mi sedetti sul suo letto e lo osservai più da vicino, era addormentato su un fianco con la testa rivolta nella direzione opposta alla mia. Quello non era un viaggio di piacere ed Angelo non era lì per restare. Se ne sarebbe andato... di nuovo... Per un po' ero riuscito a non pensarci, ma ora che il nostro tempo insieme stava per finire non potevo non essere angosciato. Quando Angelo era andato io avevo ripreso a vivere la mia vita, certo, lo avevo pensato di tanto in tanto, ma ero andato avanti mentre lui si era come bloccato al momento del delitto. Ero stato un pessimo fratello, eh? Mi sentivo davvero in colpa per essere andato avanti nonostante lui soffrisse... Cominciai ad accarezzargli delicatamente la testa e la spalla. Angelo si voltò agitato, poi si rilassò quando si accorse che si trattava semplicemente di me.
-Scusa, non volevo svegliarti.- dissi a voce bassa.
-Fa niente... non riesci a dormire?- chiese sospirando, scossi la testa.
-Angelo... ma devi proprio ripartire? Magari potremmo andare a nasconderci in un altro posto.- proposi nervoso.
-Fidati, ci troverebbero.- rispose Angelo. Lo fissai serio, ero sicuro che anche se avesse avuto la certezza di non essere trovato sarebbe tornato da quelli comunque…
-Ma tornerai, giusto?- chiesi sforzandomi di sorridere.
-Si, te l'ho già detto.- rispose freddo. Era davvero bravo a mentire e non mi sentivo rincuorato dalla sua affermazione. -Dico sul serio, non mi sentirei affatto tranquillo a lasciarti solo qui, quindi un motivo per tornare c'è l'ho.- ribadì… No, nemmeno quello riusciva a tranquillizzarmi.
-Sai Angelo... avevo paura che mi avresti lasciato morire...- dissi guardando verso il basso, Angelo era stupito in un primo momento... -Pensavo che non avresti fatto una piega se fossi morto e che ti stessi trasformando veramente in un mostro... Mi hai fatto spaventare, minacciare un poliziotto di uccidere la sua famiglia e soprattutto la sua bambina... Non potevo davvero crederci!- dissi cercando si riderci su, ma la mia sembrava più che altro una risatina nervosa.
-Corteo... P-perché hai rischiato la tua vita se pensavi che non mi importasse niente di te?- domandò serio Angelo. -Ci conosciamo da quando eravamo bambini, ma sono sparito per sette anni, è come se non mi conoscessi... perché hai rischiato così la vita per qualcuno che non conosci e a cui potrebbe non importare niente di te?- io mi misi a sospirare.
-Noi siamo fratelli, lo so, può sembrare una cosa senza senso, ma è per questo che sei venuto da me, no? Eri sicuro che ti avrei aiuto proprio per questo motivo.- Angelo mi guardò irrequieto. -Dai, l'importante è che sono vivo. Ho agito in un certo modo solo perché volevo proteggerti. Non mi piace l'influenza che hanno avuto su di te... Mi sei sembrato veramente pronto a uccidere quella bambina... Eri come completamente assorbito da quel mondo. Ho pensato che prima mi sbarazzavo di Nero prima sarebbe tutto finito... Scusa, lo so che volevi vendicarti in modo diverso, ma ho comunque pensato che sarebbe tutto finito ed io volevo portarti via di lì il prima possibile.- Angelo mi interruppe.
-Non c'era alcuna influenza da cui proteggermi! Mi sono comportato in quel modo proprio perché volevo raggiungere il mio obbiettivo. Corteo, tu ti sei sacrificato per uno sconosciuto, se non fosse stato per Ganzo non avrei potuto fare altro che lasciarti morire!- Il tono di Angelo era duro, ma era comunque riuscito a trattenersi in parte...
-Non importa.- risposi semplicemente.  -Mi pento solo di non essere riuscito a impedire che diventassi così...- dissi con amarezza. -Se solo fossi riuscito...-
-A trattenermi quella notte?- chiese Angelo. -Mi avrebbero trovato e ci avrebbero uccisi entrambi.- rispose secco. -Hai già fatto più del dovuto, credimi...- disse in tono cupo.
-Cosa farai dopo esserti vendicato?- domandai. -Riuscirai a vivere serenamente?- Sapeva di doverli uccidere tutti. E poi? Si sarebbe davvero sentito meglio? Non ne era sicuro, ma probabilmente no.
-Si.- ma provò a rasserenarmi. -Tornerò qui, poi vedremo cosa fare.- mi disse sorridendo... Anche se non lo avevo visto per sette anni e non potevo dire di conoscerlo come le mie tasche, non mi fidavo affatto di quel sorriso che aveva rivolto anche a Nero, ma contro ogni ragionamento razionale ero sicuro che ci saremmo rivisti… o forse era che avevo sonno e il mio cervello cercava un motivo per farmi smettere di preoccuparmi? -Dai, ora cerca di dormire.- mi consigliò Angelo.
-Ok… buona notte allora.- tornai al mio giaciglio e dopo essermi girato e rigirato per diversi minuti mi addormentai.
Il giorno dopo, Angelo cercò di andarsene senza dire nulla, ma lo raggiunsi alla nave per salutarlo. Non gli feci una scenata, semplicemente gli sorrisi e augurai buona fortuna.
Inizialmente avevo cercato di stare tranquillo, ma man mano che i giorni passavano avevo sempre più paura che Angelo non sarebbe più tornato… molto stano… quando avevo rischiato di morire a causa di Fango mi ero aggrappato alla vita con tutte le mie forze, avevo addirittura massacrato un altro uomo e continuato a colpirlo finché non ero stato sicuro che non avrebbe più potuto muoversi, non volevo assolutamente morire, ma quella forza e quella voglia di vivere di quel momento dov’era finita ora? Ora ero certo che non mi sarebbe importato di morire per Angelo, sì, pur di salvarlo sarei anche morto, ne ero sicuro... Ed in effetti mi stavo lasciando morire, non riuscivo a dormire da un po’ e avevo completamente perso l’appetito.

(Cerotto’s pov)
Guardai per diversi minuti dalla finestra, in un primo momento ero convinto di essere ancora mezzo addormentato, non poteva essere lui, che ci faceva sotto casa mia così incurante delle persone che avrebbero potuto riconoscerlo? Andiamo, non poteva essere così scemo… Poi scesi le scale in fretta e furia e lo trascinai dentro.
-Ci…- Non gli diedi nemmeno il tempo di salutarmi.
-Che ci fai qui? Sei pazzo?! Mi sorprende che non ti abbiano trovato per tutto questo tempo!- gli dissi agitato, poi lo osservai meglio. -Stai bene?- gli domandai preoccupato. Si reggeva in piedi a fatica e aveva delle vistose occhiaie.
-Sì, certo… Per favore, mi faresti stare da te per un po’?- mi supplicò Corteo.
-C-come scusa?! Sei veramente impazzito allora! Se ti trovano qui mi uccideranno… mi spiace, ma non posso fare niente per te, vattene...- gli dissi indicandogli la porta mentre facevo del mio meglio per non guardarlo negli occhi.
-S-sarebbe solo per qualche giorno.- Il ragazzo sospirò, ma alla fine non si fece pregare.
-No… aspetta.- lo trattenni. -Ok, ti farò stare da me, sono certo che non sopravvivresti altrimenti.- mi pentì subito dopo aver pronunciato la frase, ma non riuscì a mandarlo via. In fondo chi mai avrebbe fatto attenzione ad uno di poca importanza come me? Se ero fortunato magari non sarebbero neanche passati a controllare… sì, se ero fortunato… peccato che non lo ero mai stato! Nonostante i timori feci sedere Corteo e gli offrì della carne. Rimase a guardarla con le posate in mano per un po’ ma non accennava a prenderla.
-Hey, guarda che non è avvelata.- gli dissi con un sorriso nervoso. -No, guarda che dico sul serio.- ripetei. Corteo tagliò un piccolo pezzo e lo mise in bocca, mangiò con una lentezza allucinante e dopo un cinque sei bocconi posò il piatto senza aver finito.
-Sai, penso che avresti sul serio bisogno di riposare…- sospirai.

(Corteo’s pov)
Non riuscivo più ad aspettarlo così ero tornato a Lawless. Sì, era una cosa totalmente inutile, anche se dopo diverse notti passate in bianco mi era sembrata un’idea buona, ma in effetti anche se ero lì che aiuto potevo dargli? Ciò nonostante sentivo il bisogno di stargli il più vicino possibile e di sapere subito quando sarebbe riuscito a portare a termine il suo piano… o quando avrebbe fallito e sarebbe morto… A casa di Cerotto ero riuscito a prendere sonno, ma in realtà non riuscivo a dormire veramente per più di una due ore al giorno…

(Cerotto’s pov)
Cercai di fargli sapere il meno possibile di ciò che accedeva nel mondo esterno. Ero sempre più preoccupato per le condizioni mentali e fisiche del mio ospite e dirgli che Avilio era stato catturato e che lo dovevo scortare con Nero non avrebbe certo migliorato le sue condizioni. Ero sicurissimo che fosse Avilio la causa dei suoi strani comportamenti degli ultimi tempi, non poteva essere altrimenti, Corteo non si sarebbe mai unito alla mafia prima dell’arrivo di quell’uomo. Chi era lui? Come poteva avere così tanta influenza su quel povero disgraziato? Prima di andare gli offrì dell’alcol.
-Tieni, ti aiuterà a distendere i nervi.- dissi. Dopo averglielo fatto bere cominciai a prepararmi.
-Uhm… dove stai andando?- mi chiese mezzo addormentato, poi crollò a terra, lo presi e lo distesi sul divano.
-Scusami, ma era l’unico modo per stare tranquillo.- dissi, poi me ne andai. Nel bicchiere c’era un potente sonnifero, così sarei stato sicuro che l’ospite sarebbe finalmente riuscito a dormire come si deve, inoltre non mi sentivo affatto tranquillo a lasciarlo cosciente mentre ero via, chissà che stronzate avrebbe potuto commettere.

(Corteo’s pov)
Credetti di svegliarmi, ma ero nella mia vecchia casa, seduto sul divano. Mi guardai intorno, notai con sorpresa che accanto a me c’era Angelo, era un bambino in quel momento ed era l’alba… c’è ci faceva ancora lì? Lui aprì gli occhi.
-Angelo!- esclamai buttandomici addosso e abbracciandolo, poi gli misi le mani sulle spalle e lo guardai incredulo. -N-non… non te ne sei andato alla fine!-
-Certo che no, non ho un posto dove andare…- rispose cupo il bambino.
-Non dire sciocchezze! Mi occuperò io di te!- dichiarai deciso.

(Cerotto’s pov)
Tornato a casa trovai Corteo in giro per casa, non ci potevo credere, sembrava… stare bene. Beh, in realtà sembrava ancora malaticcio… molto… ma in confronto a quando ero partito sembra davvero in salute ed anche piuttosto allegro.
-Hey! Sembri stare piuttosto bene, cos'è successo?- gli chiesi.
-Niente, sono solo sicuro che Angelo sta bene… ora dovrei andare, grazie dell’ospitalità.-
-Angelo?!- io invece ero abbastanza sicuro che Angelo fosse morto o condannato a morire, ma come potevo dirgli una cosa simile?
-Sì, ho saputo del teatro. Devo assolutamente tornare prima di lui o si preoccuperà.- spiegò mentre cercava di sistemarsi.
-Ah, del teatro... ma sai, sembra che Nero sia ancora in vita quindi…- cominciai a dirgli a malincuore.
-Sì, lo so. Ma… non so come spiegartelo… Non importa, so che è ancora vivo.- mi disse sorridendo. Inutile, era già partito... di testa era già partito…
-Invece di andare a cercarlo non preferiresti rimanere?- cercai di proporgli. -Magari potresti anche cercare di trovarti una donna o qualcosa del genere, non pensi che sia ora?-
-Mi dispiace molto e grazie del pensiero, ma andare da Angelo è più importante.- e questo spiegava diverse cose... Mah, se era contento lui...
-Buona fortuna.- gli augurai, era un ragazzo ingenuo e troppo buono, ma era un bravo ragazzo, speravo sul serio che non gli accadesse nulla di male...

(Angelo’s pov)
Rimasi per un po’ disteso sulla spiaggia, a fissare passivamente il cielo. Un cielo limpido e senza nuvole, forse anche troppo luminoso… Alla fine ero riuscito ad uccidere tutti tranne Nero, ciò nonostante non mi sentivo affatto meglio di prima, ma non perché non fossi riuscito a uccidere anche lui… Il pensiero di mettere fine alla vita di tutti quelli che avevano distrutto la mia famiglia mi aveva fatto stare meglio, per la prima volta in quei sette anni avevo ricominciato a vivere… per tre mesi, ma ora? Perché Nero mi aveva lasciato in vita? Era qualcosa che davvero non riuscivo comprendere… A quel punto l’unica cosa che potevo fare era tornare da Corteo.
Il viaggio era stato abbastanza tranquillo, ma arrivato a casa era cominciato l’inferno. Dov’era finito Corteo?! Controllai in giro per la città, poi mi resi conto che aveva molto più senso chiedere alla padrona di casa che mi disse semplicemente che un giorno era uscito e… niente… non lo aveva più visto… Cosa gli era successo?! Non potevo credere di non essermi per niente preoccupato di cosa avrebbe potuto fare mentre ero via, beh, sì, avevo altre priorità in quel momento, ma considerando che era stato capace di mettersi in pericolo per sbarazzarsi Nero avrei dovuto aspettarmi qualcosa.  Alla fine era vero, non lo conoscevo affatto… mentre io avevo praticamente smesso di vivere dal giorno del delitto, Corteo era andato avanti, poi però ero tornato e lo avevo trascinato nei miei piani. Sinceramente all'inizio, non pensavo che avrebbe corso dei rischi, credevo di avere tutto sotto controllo, ma alla fine pur essendomi ripromesso di non nuocere agli innocenti avevo quasi ucciso proprio il mio migliore amico… sempre che fosse ancora vivo, e anche in caso lo avrei mai ritrovato? Mi lasciai cadere a terra con le mani fra i capelli e cominciai a singhiozzare, non riuscivo ad evitarlo. I miei stupidi piani... alla fine non ero riuscito a far stare meglio né me né ciò che restava della mia famiglia.
-Hey Angelo! Angelo!- mi sentì chiamare… da Corteo? Mi strofinai gli occhi appannati dalle lacrime per vedere meglio. Corteo cammina un po' arrancando verso di me, poi mi si fermò davanti e cercò di riprende fiato. Come poteva essere dimagrito così tanto in quei pochi giorni? Mi ricordava molto un poema dove il protagonista tornava a casa dopo troppo tempo, dopo due mesi o due anni? O forse venti… e trovava ad aspettarlo il cane ormai in punto di morte che subito dopo averlo salutato moriva. In quel momento Corteo mi faceva la stessa impressione del cane, no perché valesse come un animale e nemmeno perché era molto fedele... anche se lo era, eccessivamente in realtà... ma perché mi sembrava come se dovesse morire da un momento all’altro…
-C-Corteo, dobbiamo subito tornare a casa! Devi riposarti.- non potei fare a meno di agitarmi vedendolo così. Il ragazzo aveva le occhiaie scavate e un colorito decisamente malsano. Mi cadde letteralmente addosso  -Corteo?!- esclamai spaventato, pensavo che fosse morto sul serio.
-Sta, sta tranquillo, sono solo un po’… un po’ stanco…- mi disse, poi sbadigliò, stava per addormentarsi addosso a me, non riusciva praticamente a stare in piedi.
-Non riesci a camminare fino a casa?- gli chiesi ansioso.
-Ah? Si, certo.- aprì gli occhi per un momento… ma li richiuse poco dopo.
-Forse è meglio se ti trasporto io…- gli feci appoggiare il braccio attorno alla mia spalla e lo trascinai fino a casa. Non riuscì a tranquillizzarmi finché non si svegliò e lo costrinsi a mangiare e bere qualcosa, era buffo, sembrava quasi contento di quelle attenzioni...

Note:
-Il poema a cui ci si riferisce nell’ultima parte è l’Odissea in cui Ulisse dopo essere stato lontano da Itaca per venti anni torna a casa e l’unico a riconoscerlo è il cane Argo… vent’anni…? Ma i cani non vivono meno?!
Finito di guardare l’episodio dieci con mio fratello scappò una battuta del tipo “Se si fosse travestito in modo decente invece di andare dal parrucchiere non gli sarebbe finita così” o qualcosa del genere e a quanto pare da battuta stupida nasce oneshot non divertente… Beh, grazie dell’attenzione, spero che a qualcuno possa piacere…
In realtà penso che nel episodio finale Angelo sia decisamente morto… Comunque e finito meglio di come mi aspettavo… 
  
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