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Autore: Atra    08/12/2016    2 recensioni
Vanille e Hope, Gran Pulse e Cocoon a confronto in uno dei primi giorni
che il gruppo trascorre su Gran Pulse.

Cocoon, la stella malsana nel cielo di Gran Pulse, visto da qui
è un mondo morto.
[...]
-Gran Pulse è sempre così frenetico, tutto
è sempre in fuga da tutti-.

Arrivato a questo punto del viaggio, chi è
diventato il ragazzino lamentoso che abbiamo conosciuto all'inizio
della sua storia? Quanto di Cocoon c'è ancora in lui e
quanto di Pulse?
E dopo così tanto tempo trascorso insieme a Vanille,
può dire di lei lo stesso che ha pensato quando l'ha
incontrata per la prima volta?

-Tu sei come Gran Pulse, Vanille-.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hope, Un po' tutti, Vanille
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gran Pulse.

Non credevo potesse esistere un mondo vivo, da qualche parte nell'universo.
Cocoon si può definire un mondo vivo? Basta alzare lo sguardo per vederlo là, traslucido nel cielo sfavillante di blu, l'imperfezione del suo guscio spezzato che gli dà un'aria malata, come se il contatto con l'esterno l'avesse contaminato.
Cocoon, la stella malsana nel cielo di Gran Pulse, visto da qui è un mondo morto.
È strano come lo sia sempre stato, un mondo morto anche appena nato, solo perché nel suo destino era già scritto che dovesse essere sacrificato, insieme a tutta la sua gente.
Cos'altro può essere se non un contenitore semivuoto, che ha perso il meglio di sé al momento della sua apertura, come un bozzolo perde in un istante la farfalla che ha nutrito al suo interno per un lungo periodo?

-Ancora a pensare, Hope?-.
La sua voce mi sfreccia nella mente a velocità sorprendente, scombinandomi tutti i pensieri, poi Vanille si lascia cadere accanto a me con uno dei suoi soliti sospiri liberatori.
-Non sai che pensare troppo dopo una giornata faticosa non ti riposa per niente?- mi ammonisce con rimprovero, piegando la testa sulle ginocchia raccolte al petto per guardarmi da sotto in su. Scoppio a ridere, scuotendo la testa:
-Ma dai! E questo chi lo dice?- la prendo in giro. Lei solleva una mano a indicare dietro di sé con il pollice:
-Lightning – e poi avvicina il suo viso al mio, con fare sapiente e circospetto – Consigli di guerra-.
Scoppiamo a ridere entrambi di gusto, ignorando il lamento immediato di un invidioso Snow:
-Ehi, ci si diverte lì o sbaglio?-.
Ci ricomponiamo quanto basta per fargli un cenno scherzoso con le mani, poi il silenzio cala prepotente fra noi, facendomi tornare ai miei pensieri.

Gran Pulse.

È così diverso da casa, qui...per certi versi capisco il motivo per cui lo si temeva, per altri invece non lo comprendo.
Cocoon e Pulse sono totalmente incompatibili fra loro: il primo è un esperimento venuto male, il secondo potrebbe essere un'opportunità per ricominciare, ma è così assurdo pensarlo che lo rifiuto.
Questi due mondi sono la prova che è la natura a colonizzare l'uomo, non il contrario; e prima ancora dell'uomo vi è la sua propria natura, composta da istinti e non da brame, da volontà e non da desideri.
Pulse è così...viscerale, in ogni cosa. Conoscerlo significa andare sempre più a fondo, sempre più distante dal punto di partenza, per scoprire la crudeltà più pura, la libertà più sfrenata, l'espressione più intensa di istinti, suoni, colori, forme.
Al contrario, scoprire Cocoon significa disseppellire ciò che è stato malamente nascosto, portarlo in superficie ed esporlo agli occhi del mondo, come una doppia faccia malvagia celata dietro a una maschera benevola.
Cocoon è un bozzolo di finzione, mentre Gran Pulse non teme di mostrarsi per ciò che è: pulsante di natura viva, una natura così potente e padrona di tutto da non temere giudizi.

-Nostalgia di casa?-.
Torno a guardare Vanille, che ha allungato le mani dietro di sé e vi si è appoggiata, il volto rovesciato all'indietro per ammirare il turchese perfetto del cielo.
Tutto di lei parla di Pulse, mi domando perché non me ne sono accorto prima.
Vanille è sfacciata quanto Gran Pulse: lo è nei suoi movimenti esuberanti, nella sua voce squillante, nei suoi colori accesi, nel suo profumo penetrante, nella piena delle sue emozioni, nella sincerità senza paura che traspare dai suoi occhi...in tutto.
Eppure c'è qualcosa che la rende Vanille, differenziandola non solo da noi ma anche da Fang, che pure riflette i caratteri del proprio mondo di provenienza, ed è la meraviglia con cui fa sempre tesoro di ogni singola cosa.
Sto guardando Vanille ammirare il cielo della propria casa, eppure è come se lo stesse guardando per la prima volta, esattamente come me: gli occhi sgranati, come a volerli riempire il più possibile di questa visione, gli angoli della bocca appena sollevati in un sorriso di pace e serenità, una concentrazione che fa quasi tenerezza, tanto è assorbita dal mondo intorno.
Mi volto appena a cercare Fang, che sta indicando qualcosa con la lancia a Light, oltre le montagne che dobbiamo attraversare. È lei l'esperta di Pulse fra lei e Vanille, perché per lei essere qui è naturale come respirare, perché Pulse è suo e nessuno ha potuto toglierglielo, mai.
Invece Vanille Pulse ce l'ha dentro, scorre nelle sue vene e la rende quello che è, senza timore di mostrarsi e...

-Hoooope? Ci sei?-.
La mano di Vanille mi sventola a un palmo dal naso e mi spaventa, facendomi bruscamente tornare alla realtà:
-So di essere una bella ragazza, ma un po' di discrezione!- finge di lamentarsi, scandalizzata. Per tutta risposta, divento rosso come un peperone:
-Io non...non ti stavo fissando!- tento di rimediare, guardando altrove...e incontrando a distanza il pollice sollevato di Snow, che mi fa l'occhiolino:
-Così si fa, ragazzo!-.
-Ma...ehi!- mi arrabbio, avvampando ancora di più quando sento la risata cristallina di Vanille, che si sdraia accanto a me tenendosi la pancia e rannicchiandosi di lato, scossa dai singulti.
-Mi fa piacere farti divertire...- mugugno, ancora imbarazzato. La vedo scuotere freneticamente la testa, alcuni capelli rossi sfuggiti ai codini che seguono il movimento del suo capo:
-Non prendertela Hope, ma era da un pezzo che non ridevo così!-.
...cioè da ieri sera, quando Lightning ha dato per scherzo un pugno così forte a Snow da spingerlo dritto nel fuoco da campo, così io e lei abbiamo dovuto “spegnerlo” con una buona dose di Idro che l'hanno fatto diventare un chocobo bagnato e, per giunta, bruciacchiato.
Credevo non ci avrebbe parlato per giorni, tanto l'abbiamo preso in giro, ma non è nemmeno colpa nostra se il Chocobino di Sazh l'ha trovato così attraente da scambiarlo per sua mamma e dormire nei suoi capelli la notte...salvo scappare a gambe levate all'alba di stamattina quando ha scoperto l'amara verità.

-Hope, ti sei...?-.
-No – le rispondo di getto, inclinando il viso verso l'alto per ammirare anche io il cielo – Non ho nostalgia di casa. Questo posto è meraviglioso-.
Vanille sgrana gli occhi e sfodera un sorriso splendente, prima di annuire:
-A Gran Pulse si fanno le cose in grande, come vedi- commenta, indicandomi con il dito uno dei mastodontici soffioni della vallata ai nostri piedi.
In questo momento un'Anfisbena cala in picchiata proprio su uno di essi, distruggendone la sfera perfetta e spargendo al vento una miriade di semi volanti.
-Gran Pulse non conosce pietà per ciò che è bello – sospira Vanille, giocherellando con un filo d'erba ma badando bene a non strapparlo – Perché è sempre in grado di fare di meglio-.
Detto questo mi indica lo stesso punto dove prima sorgeva il soffione, in cima al quale adesso si trova l'Anfisbena, le cui ali colorate riflettono la luce quasi come la corazza lucida di un maggiolino. Il mostro è in evidente stato di riposo: le ali spalancate, il muso rivolto al cielo, sembra un gatto che si crogiola ai raggi del sole.
-Non sono molte le opportunità di avere una pausa, qui  - Vanille si rivolge a me e fa spallucce – Gran Pulse è sempre così frenetico, tutto è sempre in fuga da tutti-.
Come per sottolineare le sue parole, l'Anfisbena spicca il volo e si allontana all'orizzonte in una nuvola di semi di soffione, probabilmente per l'apertura di una nuova battuta di caccia.
Osservo il mostro divenire sempre più piccolo, le sue ali che si confondono con il corpo, non fosse per il sole che le fa brillare, poi mi rivolgo a Vanille:
-E tu? Stiamo per tornare a Oerba...nostalgia di casa?-.
La vedo di sottecchi sorridere teneramente:
-Gran Pulse è la mia casa – si guarda intorno raggiante, come per trovare conferma nelle sue parole, poi si posa una mano sul petto e incontra il mio sguardo – Oerba mi ha vista nascere: la porto nel cuore e nel mio nome, come potrei averne nostalgia?-.
Quindi scoppia ancora a ridere, socchiudendo gli occhi come una bambina, in quell'atteggiamento che in passato mi aveva fatto domandare se dovessi prendere sul serio questa ragazza così strana, quasi venisse...da un altro pianeta, già.
-È cambiato così tanto in pochi giorni... - mi ritrovo a mormorare pensoso, non appena lei ha smesso di ridere - Sono diventato di colpo così diverso dal ragazzino che ero una volta, che quasi mi spavento. Un tempo sarei rimasto atterrito dall'immensità di questo mondo, dalla solennità con cui il più forte prevale sul più debole...forse perché il più debole fra i deboli ero io-.
Vanille si raccoglie appena più vicina a me, inclinando il viso e rimanendo in silenzio ad ascoltarmi:
-Ci siamo tutti conosciuti nei momenti peggiori delle nostre vite – ricordo – Non abbiamo fatto altro che buttarci addosso a vicenda i nostri problemi: io la morte di mia madre, Snow la scomparsa di Serah, Lightning la sua rassegnazione, Sazh la sorte di suo figlio, tu la tua condizione di L'Cie di Pulse, Fang la sua apprensione per te...nessuno di noi sapeva ciò che era nascosto nel cuore dell'altro, ma ne percepiva il peso sulle spalle, anche se a volte si trattava solo di bugie – faccio una pausa per riprendere fiato, notando che gli occhi di Vanille si sono abbassati, improvvisamente tristi – Ma, parlo personalmente, tutto questo mi ha portato a crescere, mi ha portato a capire quanto di me stesso sono in grado di mettere in gioco per poter vincere, quanto sia importante essere liberamente ciò che si è e non ciò che gli altri vogliono che tu sia...ognuno di voi mi ha insegnato qualcosa, qualcosa che ho fatto mio-.
Vanille torna a guardarmi e solleva le sopracciglia, meravigliata:
-Sul serio ti ho insegnato qualcosa?!- esclama, improvvisamente dimentica della sua tristezza precedente. Sorrido e soffio una risata:
-Certo, la discrezione!- la prendo in giro, mimando alcuni suoi atteggiamenti in battaglia e poi scoppiando a ridere non appena sul suo viso si dipinge un'espressione di disappunto:
-Ma come...sono davvero così?-.
-Scherzavo, Vanille – preciso con un sorriso divertito, sollevando le mani e abbassando poi lo sguardo sulle scarpe, tornato serio  – Da te più di tutti ho imparato che il tuo sorriso spesso nasconde una smorfia d'angoscia, che i tuoi occhi da bambino felice sono gli stessi che hanno pianto lacrime di disperazione, che il tuo atteggiamento spensierato ti fa piovere addosso i pensieri di colpo e tutti insieme, la notte prima di addormentarti-.
Non ho ancora il coraggio di sollevare lo sguardo, ma sento il sospiro tremante di Vanille:
-Ma...vi ho raccontato così tante bugie...-.
-Tu sei come Gran Pulse, Vanille – la interrompo d'istinto, incontrando il suo sguardo in uno slancio di coraggio – Sempre in corsa, senza filtri, disposta ad andare avanti anche quando ci sono mille ragioni per guardare indietro, sincera in ogni espressione...-.
La vedo arretrare di un passo, colpita dall'intensità delle mie parole. Nemmeno io mi credevo in grado di fare un discorso del genere.
-Io...io sono come Gran Pulse...- mormora intanto lei fra sé, soppesando il concetto.
Io annuisco, ancora più convinto di queste parole non appena le sento uscire dalla sua bocca, tanto da trarne forza per concludere:
-...e sai, sono queste caratteristiche a renderlo magnifico-.

***

Gran Pulse.

A volte mi chiedo se l'avrei visto comunque, anche se non avessi sofferto per poterlo raggiungere. Forse ha ragione Vanille, venire qui è stata la promessa di una vita precedente, forse questa vita è l'inseguimento di qualcosa che ho scoperto ancora prima di rinascere, addirittura forse questo “qualcosa” sono io stesso.
Gran Pulse deve essere il mio terreno di prova, quel mondo che tiri fuori quella parte di me che non oso ancora conoscere, quella parte che Cocoon, la mia casa, il mio sangue, ha scolpito in me e poi ha nascosto dietro la sua solita maschera, affinché io potessi disseppellirla.
Ma la mia scoperta è cominciata ancora su Cocoon, quando la vita mi ha messo alla prova tagliandomi fuori dal mondo che conoscevo e scagliandomi in un contesto del tutto diverso, ostile, pertanto è corretto dire che Vanille è come Gran Pulse.
Lei è stata la mia Gran Pulse su Cocoon, è stata lei a prendermi per mano all'inizio e a portarmi a conoscere me stesso, senza averne la minima intenzione, ma riuscendoci alla perfezione.
Forse non è niente di speciale, ma adesso che l'ho raggiunto l'ho finalmente capito e ora, come tutte le cose su Gran Pulse, non mi resta altro che scavare a fondo in me stesso per conoscermi di più, ora che su Cocoon sono venuto allo scoperto.
Perciò...grazie Vanille, anche se non ti sembra di aver fatto niente di speciale.

***

Vanille solleva uno sguardo tremante non appena finisco di parlare, poi apre un bel sorriso raggiante e commosso, portando le mani al petto e trattenendosi dal suo solito saltellare:
-Grazie, Hope- sussurra grata, trasformando il sorriso nella sua solita risata.
   
 
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