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Autore: Akira Yuki    10/12/2016    0 recensioni
Gilbert Beilschmidt è un famoso quanto temuto agente della Gestapo, il quale viene incaricato di condurre un'indagine su un certo Roderich Edelstein, accusato di proteggere illegalmente degli ebrei. Tuttavia gli eventi prenderanno una piega davvero inaspettata.
Gilbert x Roderich. Scene di violenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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È l'anno 1938. La primavera è appena arrivata anche nella fredda città di Berlino, capitale della Germania, capitale di un governo totalitario che si fa temere da ogni altra nazione a causa delle sue risorse in ambito di guerra. Non sono passati neanche cinque anni da quando la Germania ha un nuovo comandante, o meglio, un nuovo Fuhrer, e tutto pare cambiato così in fretta. I cittadini tedeschi si trovano bene con le nuove leggi, ma vi sono vari aspetti negativi: il coprifuoco da rispettare, una costante paura quando si avvicinano le forze dell'ordine, anche quando si è innocenti, ed episodi di sfratti e violenze che turbano non poco i cittadini.
È in questo periodo che ogni anno sempre più persone "non ariane" vengono portate via. Tenere in casa uno di questi potrebbe comportare una grave denuncia, si arriva all'arresto immediato e a pagare una cara multa. Come se non bastasse, se si è solo sospettati di aiutare queste genti, si devono sopportare giorni e giorni di controlli, irruzioni improvvise in casa e la costante osservazione da parte di uomini addestrati a scovare qualsiasi cosa che non sia al proprio posto. 
In questa città, vive uno dei più bravi e temuti agenti della GESTAPO, ovvero la polizia segreta di stato. Di origine prussiana, questo ragazzo di soli venticinque anni si è fatto strada da solo, attraverso le sue grandi capacità. È impossibile non riconoscerlo quando passa per le strade: nonostante la nera divisa, niente può nascondere i suoi capelli bianchi. Di carnagione chiarissima, era un albino. Gli occhi di un colore vicino al rosso avevano accentuato le varie storie che giravano su di lui. Era da nove anni che abitava in Germania, assieme al suo fratellastro, ma prima di entrare nella GESTAPO, era già molto conosciuto nella precedente polizia segreta di stato prussiana; ed è proprio per questo che nessuno, tra i comuni cittadini, sapeva poco o nulla di lui. 
Quella mattina di una solare giornata di primavera, il ragazzo si stava vestendo con la sua divisa, pronto per il nuovo incarico: la sera prima era stato informato che un certo Roderich Edelstein , un uomo che godeva di una grande fortuna economica, era stato visto in atteggiamenti sospetti e una fonte anonima lo ha accusato di nascondere degli ebrei nella sua grande casa. Era compito dei membri della GESTAPO indagare se tali voci erano fondate o no.
Roderich non aveva avuto precedenti, anzi, la sua infanzia e la sua vita fino a quel momento erano state perfette, degne di un fiero tedesco.
Tuttavia certe accuse erano troppo gravi per lasciar perdere e così il compito di indagare era stato affidato al giovane albino, Gilbert Beilschmidt.

Una volta pronto, uscì di casa e si fece portare da un collega davanti l'enorme casa di questo signore. La casa si trovava nella periferia di Berlino, nella parte dove stavano tutti i ricconi con le loro ville. Arrivato, scese dalla macchina e bussòforte alla porta. Gli aprì una giovane ragazza dai lunghi capelli marroni e dagli occhi verdi. 

"Sì. .?". Fece lei, un po' intimidita dalla alta e tetra figura che si trovava davanti.

"Sto cercando Roderich Edelstein. È in casa?". Gilbert era freddo e diretto. Aveva vissuto questi episodi da anni, sempre la stessa storia. 

"Sì, glielo chiamo.. Vuole entrare?".
Gilbert annuì ed entrò in casa mentre la ragazza andava in un' altra stanza a chiamare il padrone di casa, salendo le scale. Il prussiano iniziò a guardarsi intorno, osservando la casa e tutti gli oggetti di lusso che possedeva. Questo Roderich se la viveva proprio bene.

"Cercavate me?". Una voce fece distogliere lo sguardo del prussiano dalle decorazioni della casa. Gilbert si girò per guardare l'uomo che stava scendendo le scale. 

"Siete voi Roderich Edelstein? ". Chiese Gilbert. 

"Sì. Cosa desiderate da me?". Il padrone di casa si avvicinò all'albino e solo a quel punto Gilbert poté vedere meglio le caratteristiche dell'uomo. Uomo.. meglio dire ragazzo. Aveva la stessa età di Gilbert, o addirittura era poco più piccolo. Era poco più basso di lui, i capelli erano marroni con uno strano ciuffo. Aveva degli occhi davvero peculiari: erano viola, ma coperti da occhiali da vista. Questo Roderich aveva tutta l'aria di essere un ragazzino viziato.

"Siete stato accusato di protezione illegale di ebrei. Sono qui per verificare questa accusa. A momenti arriveranno altri soldati, che controllersnno casa vostra da cima a fondo". Gilbert guardò il giovane ragazzo, serio, senza provare la minima emozione. "Se li state nascondendo, ditemelo ora e subito, così potrà non subire conseguenze".

"Controllate pure casa mia.. Io non sto facendo alcuna attività illegale". La tranquillità del ragazzo quasi disarmava Gilbert. 
Non passò molto che un gruppo di soldati raggiunse l'albino e, sotto un suo comando, iniziarono a controllare ogni centimetro di ogni stanza, mentre Gilbert rimaneva nella stessa stanza del giovane. Roderich non sembrava agitato, anzi, più passava il tempo e più sembrava perdere la pazienza e la calma.
Gilbert rimase a osservarlo. Perché quella reazione?
Ma non passò molto che Roderich si avvicinò a Gilbert e gli parlò: "Oi! Vedi di dire ai tuoi uomini di tenere le mani a posto e di non mettermi tutta casa a soqquadro! ".
Gilbert rimase a guardarlo sorpreso. Tuttavia quell'espressione sorpresa non ci mise molto a trasformarsi in un ghigno divertito. 

"State tranquillo.. Sanno cosa fare". 
Roderich sembrava non avere molta pazienza. Era alterato dal fatto che qualcuno stesse toccando tutte le sue cose. Gilbert invece rimase a guardarlo con la coda dell'occhio, in un certo senso divertito. Quel ragazzo sembrava proprio un signorino viziato.
Dopo qualche minuto gli uomini tornarono da Gilbert, riferendo di non aver trovato nulla. Fatto ciò uscirono di casa dopo un veloce saluto al proprietario. Il prussiano guardò il signorino.

"Non pensate che finisca qua. Continueremo i nostri controlli". Disse Gilbert.

"Fate pure.. Non ho niente da nascondere". 
Gilbert lo guardava ancora un po' divertito, il che non era proprio un buon segno, poi si allontanò verso la porta.  

"Per ora abbiamo finito qui. Grazie per la vostra disponibilità".

"Aspettate." Esortò Roderich. "Non ho fatto nulla di illegale, eppure sono comunque stato accusato di ciò. Potrei almeno sapere chi è stato? E come posso provarvi che non nascondo niente?".

"Beh..". Gilbert si girò verso di lui. "La denuncia è stata anonima. Per quanto riguarda la seconda domanda, voi lasciateci fare il nostro lavoro. Se deciderò che è tutto apposto, allora sarà tutto finito qui. Altrimenti continueremo con metodi sempre più duri". Gilbert pronunciò quell'ultima frase con un tono strano: più basso, più serio. Eppure era un tono che lasciava intravedere una certa carica. Anche Roderich se ne rese conto e rimase a guardarlo, riflettendo su che tipo di persona avesse davanti. 

"Beh, alla prossima, signor Edelstein". Gilbert uscì di casa, tornando alla vettura e allontandosi dalla casa. 



Nota dell'autore: Questo è solo il primo capitolo, per introdurvi un po' nella storia. Spero di continuarla e di aggiungere scene più interessanti già dal prossimo capitolo.
  
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