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Autore: kamiyabae    10/12/2016    0 recensioni
“Hey Shin-chan, guarda questa foto, è in assoluto la mia preferita.” –disse il moro mostrandogliela. La foto mostrava il ragazzo in questione intento a passarsi una mano nei capelli, mentre con l’altra si allentava il nodo della cravatta con uno sguardo che fissava l’orizzonte, dritto verso un luogo probabilmente sconosciuto a tutti i presenti nello studio.
ff AU in cui Takao è un fotografo e Midorina un modello
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sguardo
Quella mattina il sole era più luminoso del solito, o almeno così pensava Takao, svegliato dai raggi accecanti della stella che filtravano dagli infissi della finestra e che puntavano direttamente sui suoi occhi. Si rigirò nel letto in cerca della sveglia per cercare di capire che ore fossero; quell’aggeggio ticchettante segnava quasi le 7. Sbuffò pesantemente alla vista dell’ora.
“Proprio oggi che posso rimanere a letto di più… ma guarda te se devo essere svegliato dalla luce del sole”- disse con una voce talmente assonnata che quasi lui stesso non riuscì a percepire le parole uscirgli dalla bocca.

Quella mattina non doveva lavorare perché avrebbe fatto il turno di notte che iniziava verso le 17.00. Lavorava come commesso in un conbini* distante un’ora di treno da casa; non era molto comodo da raggiungere e, sicuramente non era vicino al suo appartamento ma era comunque un lavoretto che gli permetteva di guadagnare qualcosa per poter poi, in un futuro prossimo, realizzare il suo sogno: diventare un fotografo professionista.
Lo sapeva benissimo anche lui che vivere solo di fotografia non gli avrebbe permesso di vivere una vita, per così dire, agiata e senza difficoltà economiche ma a lui non interessava. Avrebbe perseguito il suo sogno a qualunque costo e lo avrebbe realizzato, anche se questa sua testardaggine lo aveva portato a litigare con i genitori che avrebbero voluto vedere il figlio realizzato nel campo della medicina. Ma Takao non la pensava allo stesso modo e quindi, ormai da 2 anni, si era trasferito a Tokyo per poter trovare un lavoretto, risparmiare e comparsi una macchina fotografica professionale.

Da quando si era trasferito, viveva in un monolocale composto un corridoio d’ingresso alla cui destra c’era la cucina e alla cui sinistra si apriva una piccola porta che portava al bagno, che si apriva poi in un salotto che fungeva anche da camera da letto. L’affitto dell’appartamento era relativamente basso, adatto per una persona che abita da solo, soprattutto perché l’edificio, composto da altri monolocali come il suo, era ormai vecchio e fatiscente; così fatiscente che molto spesso Takao si ritrovava a dover lottare contro gli scarafaggi che entravano da sotto la porta o che sbucavano dagli angoli nascosti dietro la mobilia.
L’unica cosa di veramente importante in quella “casa” erano tutti i libri di fotografia infilati perfettamente nella libreria, abbastanza grande da occupare mezza parete, che guardava il letto. Solo gli ultimi due ripiani della libreria erano occupati da alcune serie di manga che Takao aveva iniziato a comprare ma che, per un motivo o per l’altro, non aveva mai finito di leggere.  E al centro di quella stanza un piccolo tavolino rotondo, che molto spesso, veniva usato come poggia libri temporaneo.

Il monolocale era troppo piccolo per poter contenere una camera oscura per poter sviluppare le foto; all’occorrenza, il bagno era il luogo adatto per questo tipo di lavoro. Aveva sostituito la luce dell’armadietto a specchio con la luce inattinica rossa e, essendo un bagno cieco, non doveva preoccuparsi che la luce si infiltrasse rischiando così di rovinare la pellicola. All’interno dell’armadietto, posto sopra il lavandino, aveva messo tutto l’occorrente per lo sviluppo delle foto: il tank a tenuta di luce per lo sviluppo e fissaggio dei negativi, il timer per regolare i secondi e minuti di bagno della pellicola, il termometro per tenere a temperatura i bagni chimici durante lo sviluppo della pellicola, le forbici speciali per il taglio dei negativi, apposite mollette per appendere i negativi ad asciugare, le bottiglie per la conservazione dei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio e i vari prodotti chimici per lo sviluppo delle foto.
“Qualunque cosa succeda, oggi nessuno mi impedirà di dormire fino a mezzogiorno”- pensò rigirandosi dall’altro lato del letto, ma a nulla valsero le sue fatiche quando, neanche un’ora dopo fu costretto ad aprire gli occhi ancora, per una seconda volta, perché il suo cellulare stava vibrando che neanche un trattore in movimento fa così tanto rumore. Qualcuno lo stava chiamando al telefono. Con la testa ancora sotto le coperte, allungò il braccio per cercare di recuperare il telefono ma, non trovandolo sul comodino, fu costretto a tirare fuori la testa e ad accorgersi, con sua immensa tristezza, che il telefono era poggiato sul tavolino al centro della stanza.
“Mi stai dicendo che mi devo alzare dal letto? O no, chiunque tu sia, hai capito male!”- disse ad alta voce, parlando rivolto al possibile interlocutore che lo stava chiamando dall’altra parte della cornetta. Il telefono smise di vibrare.
“Bravo vedo che hai capito bene”- disse infilandosi di nuovo sotto le coperte ma ecco che partì la seconda chiamata, e poi la terza sempre senza una risposta da parte di Takao.

Giunti alla quarta, insistente chiamata, Takao, ormai furibondo gettò le coperte ai piedi del letto e si alzò con uno scatto fulmineo per raggiungere con due soli passi il telefono che continuava a vibrare. Attivò lo schermo del telefono che con una luce potentissima lo abbagliò, anche perché i suo iocchi erano ancora abituati alla penombra presente nella stanza data dai raggi solari che l’avevano svegliato la prima volta. Un nome compariva sullo schermo del telefono: Kise Ryota.
“Che cosa può volere Kise, di così urgente, da chiamarmi ben quattro volte a quest’ora del mattino?”-disse mentre pigiò involontariamente il dito sul pulsante verde del touchscreen del telefono.
“Pron-“
“Pronto? Takao? Sono io, Kise!”
“Si Kise, l’avevo capito”
“Senti, arrivando subito al sodo… ho bisogno che tu mi faccia un favore… potresti venire qui in studio alle 9.15? Sai, il fotografo che oggi avrebbe dovuto fare il servizio fotografico a me e ad un mio collega non può più venire per via di un impegno urgente. Tutti in studio erano disperati ma poi mi sei venuto in mente tu e quindi ho pensato di chiamarti!!”
“Cosa, cosa? Fermo un attimo…. Alle 9.15? Ma lo sai che ore sono? Tu pensi veramente che io possa riuscire ad andare da un capo all’altro della città in solo un’ora e un quarto e che possa arrivare in orario? Stai scherzando spero?”
“Beh sinceramente non vedo dove sia il problema. Senza contare che ovviamente verrai pagato per il lavoro che farai.”
“No no è imposs-“
“Allora ti aspetto qui per le 9.15, massimo 9.30. Mi raccomando conto su te. Grazie”
“Aspet-“- troppo tardi. Kise aveva già chiuso la chiamata. Takao guardò con aria interdetta il suo cellulare, poi guardò l’ora e poi di nuovo lo schermo del suo cellulare che in pochi secondi buttò malamente sul letto per andarsi a infilare il primo paio di jeans e la prima maglietta che trovava nell’armadio. Uscì in tutta fretta, recuperando la sua inseparabile reflex, che gli era costata quasi quanto i suoi primi 3 stipendi da quando aveva iniziato a lavorare al conbini.

Arrivò, ovviamente, con quindici minuti di ritardo rispetto al “massimo 9.30” detto da Kise.
Appena Kise lo vide gli corse in contro e lo abbracciò.
“Cos’è successo, hai fatto le corse? Guarda che potevi prendertela con più calma eh!”- gli disse il biondo con un tono fin troppo ironico per i gusti di Takao.
Lui e Kise erano amici da ormai molti anni. Si erano conosciuti alle scuole superiori perché entrambi facevano parte dello stesso club sportivo di basket. Kise era alto quasi un metro e novanta, biondo e con occhi color del grano. Durante le partite giocava nel ruolo di ala piccola. Takao invece, dall’alto del suo metro e settantacinque, giocava nel ruolo di guardia tiratrice. Ai tempi del liceo fecero amicizia facilmente ma poi le diverse scelte di vita li portarono a perdersi di vista, ma cercarono sempre di rimanere in contatto.
“Questa me la paghi Kise!”-disse con un tono scherzoso, e i due scoppiarono in una sonora risata.
“Oh Midorimacchi ti sei già cambiato! Ma… hai ancora quella rana giocattolo in mano? Ah Takao, questo è Midorimacchi, l’altro modello che poserà con me!”
Gli occhi di Takao si posarono su una figura che sarà stata alta quasi due metri, che teneva in mano una strana rana giocattolo.
“Perché ‘sto tipo si porta dietro una rana?”- si domandò Takao mentre osservava con aria attenta e curiosa il ragazzo appena arrivato. Era snello ma dalla corporatura comunque robusta e con spalle larghe, cosa comunque insolita per un modello. I lineamenti del viso erano sottili e sul naso portava un paio di occhiali con montatura rettangolare aperta però sulla parte superiore; le ciglia lunghe erano la caratteristica principale dei suoi occhi verdi che facevano capolino da dietro gli occhiali. Notò anche le mani, perfette, curate e con le unghie limate. Takao rimase interdetto nel fissare quel ragazzo che quasi non si accorse che il battibecco tra lui e Kise stava continuando.
“Kise, quante volte ti devo dire di non chiamarmi in quel modo! Comunque, tu devi essere il fotografo giusto? Io sono Midorima Shintaro.”
“Ah, si, si sono il fotografo”- si risvegliò dai suoi pensieri. “Mi chiamo Takao Kazunari. Piacere di fare la tua conoscenza.”
“Midorimacchi, lo sai vero che non puoi fare il servizio fotografico con quel giocattolo!”
“Smettila Kise, questa rana è il mio portafortuna giornaliero. Oggi l’oroscopo di Oha Asa ha detto che il cancro sarebbe stato il segno più fortunato di tutto lo zodiaco e che, per evitare sventure, avrei dovuto portare sempre con me un giocattolo a forma di rana”
“Pff”.-Takao per poco non scoppiò a ridere in faccia a Midorima, ma cercò di trattenersi
“Si si certo, l’oroscopo. Va beh vi lascio dieci minuti che vado a cambiarmi d’abito per il set fotografico. Tu intanto Takao fai come se fossi a casa tua, lì trovi tutta l’attrezzatura per il set tra cui anche cavalletti e altri obbiettivi; ma immagino tu ti sia portato tutto da casa”

Una volta lasciati soli, tra Takao e Midorima calò un silenzio imbarazzante. Il moro si ritrovò così a osservare di sottecchi, di nuovo, il ragazzo più alto affianco a lui.
“Finito di fare la radiografia?”
“Eh? Ah no scusa è che ti stavo osservando meglio per capire quale potrebbe essere la posa migliore in cui farti mettere per far risaltare di più il tuo viso, Shin-chan”- disse Takao quasi tutto d’un fiato, e con un tono molto spudorato, un po’ per giustificarsi, un po’ per verità invece.
“Shin…chan?”- ripeté Midorima, sistemandosi gli occhiali sul naso. “Non osare iniziare anche tu a darmi degli strani soprannomi che Kise da solo basta e avanza. Tu comunque preoccupati di fare bene il tuo lavoro da fotografo, al resto posso pensarci benissimo da solo”- così dicendo Midorima si allontanò dal moro per andare a posizionarsi sul set.
“Vedo che hai molta fiducia nelle tue capacità, sarà molto divertente darti fastidio”- pensò Takao fra sé e sé facendo trapelare un ghigno misto tra il divertito e il diabolico.
Kise li raggiunse poco dopo e Takao iniziò a scattare le prime foto. Il primo a cui fece il servizio fu proprio Shin-chan. La tensione si fece sempre più alta, Takao fino a quel momento si era fatto le ossa nel mondo della fotografia grazie a foto di alcuni dei più bei panorami di Tokyo, e a foto di animali, tutto da autodidatta; in pratica era la sua prima come fotografo per un set riguardante fotomodelli.
“Cavolo è la prima volta che sento di fare così schifo in qualcosa, non riesco neanche a tenere la macchina fotografica ferma. Ma… perché invece i miei occhi sono ben fissi su di lui?”- pensò il moro ormai preso completamente dal panico.
“Ohy Takao”- la voce di Midorima lo riportò alla realtà di soprassalto. “Di che segno sei?”
“Eh? Dici il segno zodiacale? Sono scorpione… perché?”
“Niente, era solo per sapere. Comunque se non sai fare neanche due scatti tanto valeva non venire fin dal principio. Perciò vedi di rimanere concentrato e di fare il tuo lavoro nel migliore dei modi.”
“Hahaha vedo che sai come rianimare le persone eh, Shin-chan”- il volto di Takao si illuminò di un sorriso divertito e pieno di spirito combattivo. “Ok, ti farò vedere quello che so fare. Attento Shin-chan, non osare distogliere lo sguardo da me”.
Midorima non se lo fece ripetere due volte. Fissò il moro intensamente per quasi tutta la durata del photoset, ma senza mai farsi notare, di nascosto, come quando si vede un bellissimo fiore in un’aiuola ma non ti puoi avvinare perché davanti a te c’è un cartello che dice “non calpestare le aiuole”. Ecco, la stessa sensazione. Era ammaliato dalla figura di Takao che con così tanta passione si dedicava anima e corpo alla fotografia. Si perse nel guardarlo, così come Takao si perdeva nell’osservare le foto che aveva appena scattato.
Il photoset con Kise andò a gonfie vele. Takao conosceva Kise da tempo e sapeva quali erano le pose preferite del biondo, perciò con lui non ci furono intoppi.
“Hey Shin-chan, guarda questa foto, è in assoluto la mia preferita.” –disse il moro mostrandogliela. La foto mostrava il ragazzo in questione intento a passarsi una mano nei capelli, mentre con l’altra si allentava il nodo della cravatta con uno sguardo che fissava l’orizzonte, dritto verso un luogo probabilmente sconosciuto a tutti i presenti nello studio.
“Ma questa posa non l’ho fatta durante il photoset.”
“Si, lo so. Te l’ho fatta di nascosto mentre stavano sistemando trucco e parrucco a Kise. Ti ho visto e non ho saputo resistere. Hahahaha”
Midorima non riusciva a capire se Takao fosse serio o se lo stesse solo prendendo in giro.
“Tanto non può essere pubblicata comunque; Ci sono le attrezzature di scena sullo sfondo”
“Si lo so infatti ho intenzione di tenerla tutta per me, o forse no…”- il volto di Takao faceva trapelare un sorriso di sfida nei confronti di Midorima.
“Cosa dovrebbe significare ‘o forse no’?”
“Facciamo così… te lo dico solo se accetti il mio invito a cena per domani sera.”
“I-invito a cena? Domani sera?”
“Si purtroppo sono libero solo domani sera perché stanotte lavoro. Anche per me fidati, fosse stato per me ti avrei invitato direttamente stasera ma non posso non andare al lavoro. Non preoccuparti, anche io sono impaziente di uscire fuori a cena con te.”
“Hai sbagliato tutto. Non voglio proprio uscire con te.”
“Ma come, non vuoi sapere cosa ne farò della foto? Potrei avere cattive intenzioni sai?”
“Qual è il tuo obiettivo Takao?”
“Hahahahaha”- Takao scoppiò in una grossa risata, Midorima dall’altra parte rimase interdetto nel vedere la persona che prima era andata in panico per così poco, ridere così di gusto adesso; la bocca di Takao indossava un sorriso sincero e Midorima se ne era accorto subito.
“Tranquillo Shin-chan, non ho cattive intenzioni, seriamente. Vorrei solo invitarti fuori a cena, e poi è così divertente stuzzicarti… allora? Vieni o no?”- i lineamenti del volto di Takao si erano trasformati in quello di una volpe, una piccola e furba volpe. Sapeva quello che voleva e lo avrebbe ottenuto a qualunque costo. Come un cacciatore che si appresta a stanare la sua preda.
“Va bene. Ma solo se offri tu.”
“Aaaaaw Shin-chan sei così carino”.
“C-carino?”
“Ah giusto, poco fa mi sono permesso di prenderti telefono e di aggiungere il mio numero nella tua rubrica. Ti mando un messaggio domani per metterci d’accordo sull’ora e luogo d’incontro. Bye bye Shin-chan. Ciao Kise, ci sentiamo più avanti.”
“Ciao Takao, grazie per oggi.”
Senza neanche lasciare il tempo a Midorima di replicare, Takao prese la sua borsa con dentro l’amata reflex e si diresse verso casa. Aveva bisogno di farsi una doccia e poi avrebbe iniziato il turno di lavoro al conbini. Quella sera non avrebbe dormito comunque quindi era un bene che fosse al lavoro e che tenesse la mente occupata.
~
Dopo essere tornato a casa dal lavoro quella mattina, si fece un’altra doccia, mandò un messaggio a Midorima con la conferma dell’ora e luogo dell’appuntamento, e si buttò a letto per farsi una bella dormita ristoratrice. Ma ovviamente, di prendere sonno, neanche l’ombra. Morfeo non si era fatto vedere quella mattina e così Takao si ritrovò a girarsi nel letto in un simil dormiveglia. Tutta colpa del suo cervello che non voleva saperne di spegnersi per qualche ora anziché pensare continuamente a Midorima. I ricordi del photoshoot riapparvero vividi nella sua mente come se stessero accadendo lì, nella sua stanza, in questo preciso momento. Inutile dire che riprese in mano la reflex e riguardò le foto scattate. In realtà aveva detto una piccola bugia a Shin-chan: la foto scattata di nascosto non fu solo una; furono più o meno una decina. Aveva impostato la macchina fotografica nella modalità multi-scatto che iniziò a scattare proprio nel momento in cui Shin-cha iniziò a mettersi la mano sinistra nei capelli. L’ultima foto però fu quella che lo lasciò senza fiato: Midorima stava guardando dritto verso l’obbiettivo. Midorima stava guardando Takao mentre veniva fotografato.
“Ma allora… si era accorto che lo stavo fotografando! E non mi ha detto nulla! Com’è possibile che io sia stato così stupido da non accorgermi di questo sguardo?”- il cuore di Takao iniziò a palpitargli sempre più forte nel petto, quasi come volesse uscire dalla cassa toracica e andarsene per conto suo.

Si alzò di scatto dal letto e preparò tutta l’attrezzatura e gli agenti chimici, si rinchiuse nel bagno/camera oscura e ne uscì solo due dopo quando tutte le foto furono sviluppate. C’era solo un piccolo problema: non si era accorto che mancava solo un’ora e mezza all’appuntamento. Indossò un paio di jeans che gli arrivavano a metà polpaccio, scarpe da ginnastica, una maglietta bianca a maniche corte e sopra un gilè senza maniche nero; recuperò le foto e le chiavi della macchina e uscì di casa. Avrebbe benissimo potuto prendere il treno quella sera ma il ritardo accumulato era fin troppo e non voleva arrivare ancora più in ritardo di quello che già non era.

Midorina lo stava già aspettando davanti al locale; indossava un paio di jeans che lasciavano trapelare le caviglie sottili, ai piedi i mocassini, una camicia bianca e un copri spalle beige. Era visibilmente irritato per il ritardo del moro; avrebbe preferito di gran lunga stare a casa ma Takao aveva insistito così tanto, senza neanche dargli il tempo di controbattere, che l’unica possibilità che ebbe fu quella di assecondarlo e accettare l’invito.
“Shin-chaaaaaan~ scusami, è da tanto che aspetti?”- il tono sarcastico di Takao fece infuriare ancora di più Midorima
“Ricordami un attimo perché sto uscendo con te? E soprattutto perché ci siamo trovati davanti ad un chiosco di ramen*?”
“Mmhh… perché sono un ragazzo interessante e affascinante e tu non riesci a togliermi gli occhi di dosso. Hahahahaha”.-  al solo sentire quelle parole Midorima non seppe cosa rispondere, si sistemò semplicemente gli occhiali come al suo solito. “Per quanto riguarda la seconda domanda, beh… avevo voglia di mangiare ramen e ho sentito che questo è il miglior posto della zona e quindi ho deciso di prenotare qui! Allora… vogliamo entrare?”- Takao, seguito da Midorina, entrò per primo nel ristorante dove un cameriere li accolse con un sonoro ‘benvenuti’ e li accompagnò al tavolo prenotato la mattina stessa dal corvino.
“Ecco qua signori, il vostro tavolo.”
“Scusi, non è che potrebbe portare una terza sedia?”- il cameriere e Takao guardarono Midorima con aria dubbiosa.
“Si... certo, gliela porto subito”.
“Perché una terza sedia Shin-chan? Guarda che stasera ho prenotato solo per noi due”.
“E tu credi veramente che io possa appoggiare il mio pinguino portafortuna per terra?”- il tono di Midorima suonava come una cosa così ovvia.
“C-cosa ci fa quel pinguino di peluche qui?
“Te l’ho appena detto. Non farmi ripetere due volte. L’oroscopo di Oha Asa stamattina ha detto che avrei ricevuto ottime notizie e, per evitare che queste diventino brutte, avrei dovuto portare con me un pinguino di peluche. E ovviamente non voglio appoggiare il peluche in terra, per questo ho chiesto una terza sedia.
“Quindi il peluche siederà al tavolo con noi?”
“Mi sembra ovvio”. – a questa risposta Takao scoppiò in una sonora risata che quasi tutti i presenti nel locale si voltarono per vedere cosa stava succedendo.
“Aaaaw Shin-chan sei davvero una persona divertente, sto cominciando a provare sempre più interesse nei tuoi confronti”.- Midorina non fece in tempo a controbattere perché il cameriere li interruppe portando la sedia.

La cena proseguì senza intoppi. Takao però aveva l’impressione che il pinguino di peluche, seduto accanto a Shin-chan, lo guardasse male. Comunque, le voci che aveva sentito Takao su quel posto erano vere: ordinazioni veloci, personale molto cortese e ramen ottimo. Takao ordinò un curry ramen* mentre Midorima ordinò un tonkotsu ramen*.
“Allora, non sei curioso di sapere cosa farò con la tua foto?”- disse il corvino tirando fuori il plico di foto che aveva sviluppato neanche 3 ore prima.
“No, a meno che io non debba preoccuparmi, allora in quel caso…”
“Hahahahaha. No tranquillo, e comunque avevo già intenzione di parlartene… sai in realtà vorrei avere il tuo permesso per inviare la tua foto ad un concorso sulla fotografia”.
“Un concorso sulla fotografia?”
“Si esatto. È un concorso che si tiene ogni anno. Se decido di partecipare devo inviare una foto riguardante un tema prestabilito. Ogni anno i giudici cambiano tema; quello di quest’anno è lo ‘sguardo’ ”. – e prese in mano la foto nascosta, quella che non aveva notato prima, quella che gli aveva fatto sussultare il cuore, quella in cui sembrava che gli occhi di Midorima stessero scrutando dentro l’animo di Takao.
“Questa foto, vorrei poter partecipare al concorso, inviando questa tua foto!”-Midorima sgranò gli occhi.
“Bah, come vuoi. Tanto non è niente di così speciale”.
“Lo è per me”. – Midorima non sapeva cosa rispondere, era esterrefatto dalla genuinità e chiarezza con cui Takao disse quest’ultima frase.
“Perché è così importante per te partecipare a questo concorso?”
“Perché solo così, avrei la possibilità di fare un piccolo passo verso la realizzazione del mio sogno. Se vinco ho la possibilità di seguire un corso di fotografia tenuto da uno dei più famosi fotografi di Tokyo. E inoltre, vincendo il concorso, comincerei a far conoscere il mio nome nel mondo della fotografia”.
“Vedo che hai le idee ben chiare. Va bene, fai come vuoi”.
“Grazie Shin-chan. Posso farti un’ultima domanda? Tu ti eri accorto che io ti stavo facendo foto di nascosto… perché non mi ha detto niente?”. – a quella domanda, la gola di Midorima cominciò a seccarsi, divenne così secca che dovette bere un goccio d’acqua e aspettare che la bocca si riempisse di nuovo di saliva, prima di riuscire a spiaccicare parola. Quella mattina Oha Asa aveva avvertito tutti i nati sotto il segno del cancro, di fare attenzione alle relazioni con gli scorpioni, segni dal carattere imprevedibile. Guardò il pinguino e poi guardò il tavolo, le parole non volevano saperne di uscire.
“Va beh fa lo stesso, anche il non rispondere è già di per sé una risposta no?”.- come promesso, Takao offrì la cena e comunque per fortuna non spese poi così tanto.
“Andiamo Shin-chan, ti riaccompagno a casa in macchina”. –Takao andò a recuperare la macchina in parcheggio intanto che Midorima lo attendeva fuori dal ristorante.
“Ma… perché ti siedi sul sedile posteriore?”. – domandò il corvino alla vista di Midorima che chiudeva la sportella al suo seguito dopo essersi seduto.
“Il mio manager mi ha sempre vietato di sedermi sul sedile anteriore in macchina, dice che potrebbe essere pericoloso”.
“Si ok ma io non sono il tuo manager. Andiamoooo~ sembro un tassista. Io non sono un tassista, men che meno il tuo”.
“Avanti portami a casa, ti indico la via”.

L’appartamento di Midorima distava una ventina di minuti dal luogo dell’incontro, l’aria che si respirava all’interno della vettura era abbastanza pesante soprattutto perché dopo l’ultimo scambio di battute, nessuno dei due disse più una parola. Arrivati a destinazione, Takao accompagnò Midorima fin davanti alla porta del suo appartamento.
“Grazie per la serata e grazie per la possibilità di utilizzare la tua foto per il concorso”.
“Non hai sentito il detto ‘l’uomo propone, Dio dispone’? Per prima cosa, devi dare sempre il meglio di te stesso, poi sarà il destino che decide come andrà a finire. Io sono un uomo che propone. Per questa ragione porto sempre con me il portafortuna della giornata, proprio come consiglia l’oroscopo”. – disse Midorima alzando un po’ il pinguino di peluche che teneva in braccio e sistemandosi gli occhiali sul naso, che comunque storti non erano.
“Shin-chan, sei proprio uno tsundere eh?”.
Si avvicinò a Midorima e prendendo il suo viso tra le mani, accorciò la distanza che intercorreva tra le loro labbra. Lo baciò, lo baciò delicatamente, senza far rumore, in punta di piedi perché in quel momento la differenza di altezza si faceva sentire. Il contatto delle labbra provocò un brivido che si estese in tutto il corpo, facendo sfuggire un gemito di piacere ad entrambi. Si persero, in un mondo che in quel momento era solo loro e di nessun altro; un mondo che per loro era più reale che mai. Il desiderio di abbracciarsi si fece sempre più forte ma uno strano oggetto premeva contro il corpo di Takao: il pinguino di peluche che teneva in braccio Midorima era ancora lì ed era d’impiccio.
Si staccarono entrambi da quel bacio perché si resero conto che se avessero continuato ancora, avrebbero passato il punto di non ritorno.
Takao si mise a guardare male il pinguino per poi farsi scappare una piccola risata. “Che c’è Shin-chan? Ci sei rimasto male? Tranquillo, mi sa che per stavolta devi ringraziare il tuo amichetto portafortuna, la prossima volta non sarai così fortunato”. –disse Takao girandosi su se stesso e incamminandosi verso la macchina.
“Quando…”
“Quando possiamo rivederci? Non ti preoccupare, adesso ho come la sensazione che tu mi abbia passato un po’ della tua fortuna. Vincerò il concorso, le tue parole mi hanno dato una nuova carica. Quando vincerò, preparati perché non ci fermeremo solo ad un bacio. Ma per ora voglio lasciarti così, un po’ con l’amaro in bocca così l’unica cosa che potrai fare sarà concentrarti solo su di me. Non vedo l’ora di mostrare al mondo la bellezza del tuo sguardo, quello così concentrato su di me, solo per me. Buonanotte, Shin-chan”.
“Buonanotte, Takao”.
 
*conbini: abbreviazione di convenience store, negozio di dimensioni medio-piccole in cui viene effettuata la vendita di una vasta larga di prodotti. Molti famosi in Giappone aperti 24h su 24, 7 giorni su 7
*Curry e Tonkotsu Ramen: piatto giapponese di origine cinese. I due tipi di ramen differiscono dalla preparazione, dal brodo e dalla pasta. Il brodo del curry ramen presenta un colore marrone scuro e di consistenza densa; il brodo del tonkotsu invece è fatto con le ossa e maiale e presenta un colore bianco nuvola.

Buonsalveeeee, era da una vita che non scrivevo ff… devo smetterla di scrivere così sporadicamente ma ormai l’università mi ha fatta sua xD Questa ff inizialmente doveva essere una cosa fluff carina e veloce… alla fine sono uscite fuori ben 8 pagine (o almeno così afferma il mio file wold xD)
Comunque, volevo dedicare questa “piccola” cosa alla piccola Macchan (twitter: @akshsoab nel dubbio andate a followarla xD) come augurio affinché superi l’esame d’ammissione all’università.
Ti voglio bene Macchan *cuore* cuore*
 
  
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