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Autore: AlekHiwatari14    10/12/2016    2 recensioni
Tratto dal decimo episodio.
Pensieri e parole di Yuri Plisetsky riguardo l'arrivo a Barcellona e l'inaspettato arrivo di Otabek.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yuri Plisetsky
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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L'inaspettato arrivo.



Eccomi qui, appena sbarcato a Barcellona.
Le fans, come al solito, mi assillano e non mi danno tregua.
La cosa non può infastidirmi di più, eppure devo fare buon viso a cattivo gioco.
Non posso tirarmi indietro, anche perchè il coach Yakov e quella befana della mia insegnante di danza, mi spingono verso di loro facendomi rovinare la mia reputazione.
Queste brutte befane delle mie fans mi rovineranno! Me lo sento!
Oddio. E' vero che amo i gatti, ma farmi indossare delle orecchie da gatto ogni volta rendendomi ridicolo davanti a tutto il mondo, mi sembra un po' troppo.
Comunque sia, la cosa non può non farmi piacere. 
Sono pur sempre il mio fans club, le Yuri's Angels, e mi piace essere considerato un mito per qualcuno. 
Mi piace essere supportato in qualche modo, ma... loro ci mettono un po' troppo supporto secondo me e mi sento quasi soffocare dalla loro prepotenza.
"Accidenti, come richiesto." sento dire da una voce femminile. 
Incuriosito, mi volto e vedo quei due bastardi di JJ e della sua ragazza che mormorano sulle mie fan.
"Le yuri's angels sono famose" dice il bastardo e quella brutta befana della ragazza subito risponde con:"Ah...ma le JJ's girls sono più disciplinate e noi molto più carini."
Ok, lo so. Il mio fan club è insopportabile, lo è anche per me, ma non permetto a nessuno di prenderle in giro. Sopratutto ad una come lei.
Ma si è vista? Butta sentenze così senza neanche conoscere, ma come diamine si permette?
Ah...giusto! Avevo dimenticato che i simili si accoppiano e questi due non fanno eccezioni. Una vacca come lei solo con un cornuto come lui poteva mettersi.
"Non sfottere le mie fans, brutta vacca siliconata!" urlo voltandomi verso di loro difendendo il mio club.
"Mamma, che paura. Salvami tu, JJ." sfida la bastarda mettendosi a braccetto con il bastardo. 
Ma cos'è? Mi sta prendendo per in giro? 
"Oh...è solo invidioso perchè ho una fidanzata bellissima." difende quello smorfioso. 
Tsk... neanche se fosse la ragazza più bella di questo mondo prendere una come quella.
Bella? Ma l'ha vista o è cieco? 
E' tutta di plastica. Neanche più le barbie le fanno così siliconate!
"E poi solo i peggior tamarri tengono gli occhiali da sole in testa. Trovati qualcosa di meglio, vacca siliconata!"continuo ad urlare cercando di ferire quel bastardo di JJ che tenta sempre di rompere.
Cavolo quanto mi stanno sui cosidetti questi due. 
Che tamarri!
"Oh... dai, non fare tanto il..." e mentre risponde alle mie offese, si blocca e guarda qualcuno provenire da dietro di me. Mi sposto e vedo Otabek, il pattinatore del Kazakhstan.
Si dimostra più stronzo di me nei riguardi di JJ, il che mi meraviglia e non mi dispiace, anche se i suoi occhi mi gelano. Perchè li ha puntati su di me?
"Eh? Di, ma sei sempre così stronzo?" domando sorpreso, ma alla mia domanda non c'è alcuna risposta.
La sera passa e mi ritrovo il giorno dopo a pattinare sulla pista.
Non posso permettermi errori, per questo devo allenarmi come si deve e duramente.
Devo farlo per coloro che mi sostengono, per ottenere la medaglia d'oro e dimostrare che valgo qualcosa.
Nessuno mi ha mai supportato. Nessuno a parte mio nonno. 
Non voglio deludere le mie fans, ma non voglio neanche deludere il mio agape.
Le prove finiscono e finalmente posso andarmene in giro per la città. 
Ho troppe responsabilità sulle spalle e sento il loro peso addosso.
Ho la nazionalità russa da difendere e rendere omaggio.
Se ci fosse stato Victor a partecipare al Gran Prix, probabilmente non ne risentirei di tutta questa tensione.
Diamine! Perchè colui che doveva farmi da coach ed insegnarmi i suoi segreti, se ne andato con quel porco lardoso?
"Yuratchka!" sento alle mie spalle.
Oh..no! Vi prego, tutto, ma non loro!
Un brivido freddo mi attraverso la schiena.
Mi volto lentamente sperando di sbagliarmi, ma vedo l'inferno. Purtroppo non mi sbaglio. Sono le mie fans!
Incomincio a correre cercando una via di fuga. 
Non voglio essere ridicolizzato un'altra volta. 
Corro per un bel po' per poi svoltare l'angolo alla mia destra e mi nascondo lì dietro, vicino ad una porta, ma sembra che mi abbiano trovato.
Neanche fossero segugi addestrati. 
Ma che ca...? Come faccio ad uscirne ora?
Penso vedendomi con le spalle al muro.
Inaspettatamente, viene in mio aiuto Otabek. 
Che diamine vorrà da me? Perchè mi sta aiutando?
"Vieni o no?" mi chiede lanciandomi il casco. 
Senza pensarci due volte e vedendo le mie fan che mi vogliono a tutti i costi, non ho scelta e salgo a cavallo di quella moto con Otabek pieno di dubbi e incertezze.
Avrò fatto bene a fidarmi di questo qui? Dove mi porterà ora?
Non so perchè, ma mi pare voglia parlare con me e il minimo che posso fare è accettare.
Dopotutto, mi ha pur sempre salvato in una situazione assurda e strana.
Da quanto in qua le mie fans annusano a terra e conoscono il mio odore?
Comunque sia, una cosa è certa. Anche se mi ha aiutato, non voglio avere niente a che fare con lui ed sono disposto a rifiutare qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto, ma ciò che mi dice va oltre ogni mia aspettativa.
Facciamo un giro e parlando scopro che è stato al campo estivo di Yakov cinque anni fa e ci siamo allenati insieme.
La cosa mi sorprende. Non mi ricordavo minimamente di lui, ma lui riesce descrivermi in un modo vero. Mi descrive nella situazione in cui ero a quei tempi e alla quale io stesso posso rendermene conto che è così.
Avevo gli occhi da soldato. L'ha notato.
Tsk... come posso dimenticarlo? 



Fui trasferito da Mosca a San Pietroburgo in poco tempo e senza preavviso. E' stato un periodo orribile. Ero disperato e senza una guida.
Andare in un'altra città senza i propri genitori e con solo il coach Yakov come conoscenza, non è il massimo per un bambino di dieci anni.
Mai come quel momento mi sono sentito più solo di così.
Vedere gli altri partecipanti ridere e scherzare, tutti quelli della pista, con una madre e un padre che andavano a guardarli e ad incitarli, mentre i miei sono sempre stati troppo impegnati per vedere il proprio figlio pattinare, è stata come una lama profonda.
L'unica mia gioia è mio nonno che ha sempre assistito ad ogni mia gara, ma trasferendomi a San Pietroburgo lui non poteva esserci. E' troppo vecchio ed è troppo distante per venirmi a vedere. I pattinatori, vedendomi solo, ridevano di me. Pensavano fossi orfano e la cosa mi lacerava il cuore. 
Possibile che una persona sola possa sentirsi così fragile?
Mi sentivo preso in giro non solo dagli altri, ma dalla mia stessa vita.
In quel momento decisi che dovevo crescere. Avevo dieci anni e dovevo comportarmi da uomo. Non avrei dovuto piangere, non avrei dovuto aver paura, avrei dovuto badare solo a me perchè nessuno mi è amico, nessuno mi avrebbe aiutato, tutti sono contro di me. 
Per questo ho messo addosso l'armatura del rabbioso ribelle. Non voglio nessuno al mio fianco. 
Posso stare tranquillamente anche da solo, pensai allora.
Guardo Otabek, ma non posso dirgli le cose come stanno, così mi limito a dire semplicemente che ero spaesato, generalizzando la cosa.
E poi... sono tutti nemici sulla pista o sbaglio? 
Che senso ha avere un amico quando poi devi batterti contro di lui?
Non ho voglia di affezionarmi, ma comunque vadano le cose, succede sempre che qualcuno mi arrivi al cuore e mi deludi, proprio come  Victor e il porco tripposo. 
Quel bastardo mi ha ferito nell'animo scegliendo quel porco, invece di me come suo allievo, ma comunque sia... non poteva non farlo. 
Yuri è bravo, ma non riesce a mostrare la sua bravura senza Victor. Forse... è quasi  un bene che abbia scelto lui e non me.
E mentre penso a tutto questo, mi rendo conto che quel tipo continua a parlarmi di se. 
Perchè lo fa? Perchè continua a mettermi al centro della sua vita?
Con questo dubbio nella mente, mi volto verso di lui chiedendo:"Otabek? Perchè me ne stai parlando? Noi siamo rivali, o sbaglio?"
Inaspettatamente si volta verso di me dicendomi qualcosa che mi lascia sorpreso:"Noi siamo molto simili. Perchè non diventiamo amici?"
Vuole essere mio amico. 
Che faccio? Io... non ho mai avuto amici. Non so neanche cosa facciano effettivamente degli amici.
La cosa mi spiazza e non poco.
Quelle poche parole sono arrivate in qualche modo nel mio cuore e non posso fare almeno di sorridere e accettare la cosa.
Finalmente, per la prima volta, ho un amico al mio fianco.
Mi chiedo quest'amicizia fin dove arriverà, ma probabilmente questo solo il tempo può stabilirlo.
Dovrei preoccuparmi di meno e godermi di più la vita probabilmente.
Sorrido e afferro così quella mano amica, quella mano che spero non mi lasci cadere e che ogni volta che sono in difficoltà, mi venga tesa, pronta per aiutarmi a rialzarmi.




   
 
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