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Autore: Ninnola    20/05/2009    6 recensioni
Ancora oggi mi chiedo dove tu sia. Se esiste veramente un posto dove tu possa essere e esistere. Continuo a chiedermelo ma so già che non avrò una risposta. ... Mi manchi, e come sempre, anche in questo momento spero che tu apra la porta e facendo un sorriso mi chieda scusa per essere sparito così.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da un attico di Tokio una ragazza guardava le gocce di pioggia poggiarsi su un vetro.

Il suo sguardo vitreo ormai spento era fisso su quelle gocce da quando era iniziato a piovere.

Qualcuno pronunciava il suo nome.

Molte voci pronunciavano il suo nome in verità.

Non ne distingueva nessuna.

Per lei erano solo suoni che provocavano un gran caos.

Voleva solo rimanere in silenzio ad ascoltare il suono delle gocce che cadevano sul vetro.

 

 

-le senti sana? Senti le gocce contro il vetro?-

-si certo…ma cosa c’entra adesso?-

-si dice che sia il pianto degli angeli-

-cosa? e perché piangono?-

-la finestra sana… è come una barriera che non gli permette di stare vicino a quelli che amano-

- agli angeli?-

-già… se ascolti bene puoi persino sentirli…-

-hayama fai sul serio?-

-certo…-

-e tu li hai mai sentiti?-

-non ci sono angeli lassù che piangano per me-

-oh… ma che dici idiota! Come puoi pensare di non avere degli angeli?-

-ho detto lassù… qui ce l’ho un angelo che piange per me, anche troppe volte non è vero?-

-piango perché ti amo e ho paura di perderti-

-non succederà mai-

 

 

-voi…fate silenzio…se dovete proprio parlare andatevene da casa mia-

-ma sana… qui sotto i giornalisti stanno impazzendo..dobbiamo sistemare la questione… per le tue dichiarazioni hai fatto un casino-

-senti è già passato più di un mese e tu non sei stato capace di trovare una soluzione quindi veditela tu-

-sana lo so che è un brutto periodo ma potevi organizzare tutto un po’ meglio…sei grande dovresti capirle queste cose oramai-

-Rei stai calmo… già sta male non le fare anche la ramanzina!-

- Nao, Rei.. non me ne frega un cazzo. State zitti o andatevene, chiaro?-

-Ma sana-

-Fuori da casa mia! Adesso!-

 

 

-Buonasera signori. Ho deciso di fare questa dichiarazione in pubblico per annunciare che non farò mai più del cinema, ne della televisione. Abbandono questo mondo. Grazie per l’attenzione.-

 

 

La ragazza tornò a riosservare le gocce sul vetro.

Ascoltava in silenzio.

C’era davvero un modo per sentirli quegli angeli, oppure si era inventato tutto Hayama?

Lei non lo sapeva, ma di certo era l’unica cosa che in quel momento le andava di fare.

 

 

-questo è per me?-

-bè non mi sembra che oggi sia il compleanno di qualcun altro,sana-

-grazie akito-

- con tutte le persone che oggi ti avrebbero fatto dei regali non sapevo proprio cosa regalarti-

-questa è la prima volta che mi fai un regalo…-

-smettila di dire assurdità e scarta il regalo-

-akito ma...-

-ho visto che qualche giorno fa lo guardavi tra gli altri cd… magari ti piaceva…-

-grazie akito…solo tu potevi capirlo!-

-ti piace?-

-scherzi? Lo metto subito…così lo ascoltiamo insieme!-

 

 

Chiuse gli occhi e risentì quella stessa canzone nella sua mente.

Li riaprì di scatto. Non poteva distrarsi così.

“ascolta sana…concentrati dannazione.”

Guardava quelle gocce e poi vide uno scatto di luce improvviso.

Quei dannati giornalisti non potevano rassegnarsi all’idea che odiavo definitivamente il cinema?

 

 

Le ruote della macchina stridettero sull’asfalto bagnato dall’incessante pioggia che c’era stata tutto il giorno.

Le luci dell’auto illuminano la fitta pioggia che si riversava su di loro.

Attraversavano la strada e una macchina era sbucata dall’angolo a tutta velocità.

Lui tenta di salvarla, gettandosi sopra di lei.

Lei a terra si volta.

-Akito.-

Nessuna risposta.

Vetri frantumati.

Una portiera che si apre e si richiude.

-Akito.-

Passi verso la macchina.

La pioggia copre le lacrime.

Le confonde.

-Akito.-

Si stringono la mano.

Lei si sente morire dentro.

Il sangue sgorgava come una fontanella da una qualche parte del corpo di Akito.

- ma che diavolo ti è saltato in mente? Oddio non morire ti prego…-

-sa…na…-

- un’ambulanza presto!-

-aki…non morire…-

- stri…ngi…mi… sento…fre...ddo…-

 

 

Era passato.

Era tutto semplicemente passato.

E allora perché faceva ancora così male?

Perché brucia ancora così tanto?

Perché mi sento un ferro infuocato in gola e un cappio al collo?

Perché sento le mani così fredde e tremanti e gli occhi pizzicano tanto?

Perché non riesco a sentirti?

Dove sei?

 

 

-sana…sai che sai proprio di buono?-

-Cosa in particolare?-

-non ne ho idea…forse il tuo profumo…-

-anche il tuo non è male…-

-scherzi vero? È da quando sto in questo ospedale che non mi faccio una doccia-

-cosa c’entra… menomale che te la sei cavata solo con qualche taglio qua e là…-

-già.. oltre ai 37 punti sulla gamba-

-bè non ti è andata male!-

-dammi un bacio…mi sei mancata.-

 

 

Si ora lo sapeva.

Troppi pochi baci li avevano uniti in quegli anni.

Troppo tempo sprecato in litigi e incomprensioni.

Troppi sacrifici e troppe rinunce.

Troppe bugie e finzioni.

Tempo sprecato.

 

 

-bè allora dottoressa? Che mi dice?-

-signorina kurata lei è già alla quarta  settimana di gravidanza! Congratulazioni!-

 

 

Ecco.

Ti sento.

Ma…non stai piangendo.

Stai sorridendo, lo so.

Come quel giorno che abbiamo scoperto di avere un bambino.

Non piove più.

Ma il cielo e sempre grigio.

Grigio fitto e cupo.

Sono giorni che non vedo una striscia di azzurro in questo cielo.

Non me lo so spiegare.

Non riesco a trovare una buona ragione per tutto quello che sta succedendo.

È semplicemente assurdo.

Così dannatamente stupido e irrealistico, quasi falso.

Ma fa talmente male.

Fa veramente troppo male.

Mi fa malissimo semplicemente svegliarmi la mattina e trovare la tua parte di letto vuota e fredda.

Fa male non sentirmi dire “buongiorno amore” ogni mattina, non abbracciarti appena sveglia, non fare colazione insieme.

 

 

 

-sana non dimenticarti il toast… io mi faccio la doccia!-

-si certo vado solo un attimo in bagno a truccarmi!-

-ma cos’è questa puzza?-

-accidenti akito scusa! Ho dimenticato il tuo toast!-

-qualcosa mi diceva che anche stamattina rimanevo a stomaco vuoto…-

-scusami…-

-non ti preoccupare amore..io vado! Tratta bene il nostro pancione- disse accarezzando il pancione di sana ormai molto più che ben visibile.

-certo amore! Buon lavoro!-

-grazie! Ah dimenticavo… Ti Amo-

-ti stai dimenticando anche qualcos’altro…-

-già scusa- e si avvicinò dandole un bacio dolce e fresco come la brezza autunnale.

 

 

 

Rimpiango tutto.

Forse non dovrei.

Tu probabilmente non vorresti.

Ma come faccio?

Io sono una persona, ho dei sentimenti, non riesco a farmi scivolare tutto addosso.

Non sono impenetrabile anzi.

Lo so che tu credi che io sia forte ma forse in realtà non è così.

Non riesco ad affrontare tutto questo da sola.

 

 

-pronto?-mi avevi chiamato.

-amore…-

-Akito! Scusa per il ritardo ma è che ero con aya e si è fatto tardissimo! Sto arrivando! Ma dove sei sento un chiasso tremendo! sei in moto per caso?-

-ascoltami… ricordati che ti amo, sempre.-

-akito hai una voce strana, è successo qualcosa?-

-penso che nostro figlio dovrebbe chiamarsi Alex…-

-akito…-

-ti amo sana!-

-anche io ti amo tantissimo!-

-bacio a te e al pancione!-

-anche a te amore!-

Tu.tu.tu.tu.

“dev’essere caduta la linea”

 

 

Quel pomeriggio ti chiamai 38 volte e quella sera ti chiamai 124 volte.

Chiamai persino l’ospedale 5 volte ma tutti i miei sforzi furono vani.

Eri sparito.

Sei sparito.

Ancora oggi mi chiedo dove tu sia.

Se esiste veramente un posto dove tu possa essere e esistere.

Continuo a chiedermelo ma so già che non avrò una risposta.

 

E intanto mi accarezzo il nostro pancione.

 

La ginecologa dice che è ora, che a settimane partorirò.

 

Ho paura senza te.

Non so cosa fare senza te.

Non sono niente senza te.

 

Mi manchi, e come sempre, anche in questo momento spero che tu apra la porta e facendo un sorriso mi chieda scusa per essere sparito così.

 

Ma io ti perdonerei stringendoti e dicendoti “Amore”.

 

 

 

***

 

THE END.

 

 

 

 

Sera ^_^

 

Bè ragazze che dire.. ho avuto questa brillante idea in un’afosa sera di mezza-estate (stasera) !

Spero vi sia piaciuta anche perché è la mia prima one-shot su Kodocha, siate clementi!

E insomma perché vi chiederete così tragico e così poco comprensibile?

Che fine fa akito?

Èèè… non lo sapremo mai! Chissà.. sarà scappato? Sarà stato rapito? Sarà morto? Sarà caduto in un buco temporale? Vi dico già che non prevedo un seguito per questa storia e quindi è così: prendere o lasciare!

Fatemi sapere se vi è piaciuto questo “stile” !

Alla fine c’è sempre tempo per migliorare!

 

Bacio a tutti!

 

Grazie a chi ha avuto almeno il coraggio di aprire questa pagina, ancora di più chi ha letto la storia, e ancora di più chi recensirà!

 

 

 

Alla prossima Ninni.

 

 

  
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