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Autore: Tefnuth    11/12/2016    1 recensioni
Hayden è solo. E' l'unico figlio di genitori divorziati, e fin da piccolo nonostante la presenza dei nonni ha dovuto imparare a fare tutto da solo. Nonostante la sua vita possa dirsi felice c'è qualcosa che gli manca: un fratello. Un sogno irrealizzabile, quando entrambi i genitori non hanno alcuna intenzione di intraprendere una nuova relazione. Un'occasione per realizzare il suo desiderio gli verrà data da un regalo di compleanno, molto speciale, che gli riserverà un triste destino.
Genere: Drammatico, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Hayden Frost le giornate erano tutte noiose: dal giorno in cui i suoi genitori avevano deciso di divorziare, quando era piccolo, era stato affidato permanentemente alla madre, dal momento che suo padre aveva un lavoro che non gli permetteva di stare abbastanza tempo a casa. Ma anche sua madre, Inary, aveva un lavoro che la costringeva a stare quasi tutto il giorno fuori di casa e così, per non farlo restare da solo, lo lasciava quasi perennemente dai nonni che gli facevano fare molte attività. La presenza di genitori che fossero ancora in grado di occuparsi di un bambino piccolo era stato l’unico motivo valido per cui la donna aveva vinto l’affidamento esclusivo del figlio. Secondo l’accordo, inoltre, Hayden avrebbe potuto vedere suo padre, Jay, un paio di volte al mese ma a causa del pessimo rapporto che si creò tra di loro non sfruttarono mai veramente questa opportunità.

Così Hayden si trovò costretto, forse suo malgrado, a dover diventare autonomo prima degli altri ragazzi della sua età: a 14 anni avrebbe potuto restare anche più di un giorno in casa, in totale solitudine, senza avere l’aiuto della madre o dei nonni. Imparò anche a non chiedere mai niente agli altri, e a non desiderare niente che fosse troppo esagerato. Se, però, avesse mai potuto esprimere un desiderio impossibile avrebbe chiesto un fratello con cui condividere quella casa che stava in una delle strade secondarie di Leipzig (Lipsia), e la sua camera addobbata con poster di band, film e action figures dei suoi personaggi preferiti. Questo era l’unico suo desiderio poiché, nonostante non andasse male a scuola, non era mai riuscito ad integrarsi totalmente con i compagni di classe i quali sì parlavano con lui, ma sempre con una punta di distacco che gli faceva passare la voglia di farseli amici. Gli unici due ragazzi con cui aveva costruito un vero e proprio rapporto di amicizia duraturo, erano due fratelli più grandi di lui, suoi vicini di casa, che condividevano la passione per la musica e i manga e che, quando c’era occasione, lo portavano con loro agli eventi dedicati.

“Domani compirai 15 anni Hayden, cosa vorresti?” gli domandò un giorno il nonno mentre sistemavano gli oggetti nella soffitta che, in realtà, era una stanza ricavata dal sottotetto; un posto perennemente polveroso e umido il che, dato il caldo che c’era in quei giorni, non era per niente piacevole. Il nonno di Hayden, Boris, era un signore magrolino che tante ne aveva viste, nella sua vita, e che nonostante l’età sembrava avere una memoria di ferro soprattutto per quanto riguardava le date importanti, come il compleanno dell’adorato nipote che, effettivamente, sarebbe stato proprio l’indomani, il 7 Settembre. In realtà al ragazzo non piaceva per niente l’idea di essere nato a Settembre perché quella data non simboleggiava solo il giorno della sua venuta al mondo, ma anche il prossimo avvicinarsi della stagione fredda (che lui detestava come poche altre cose al mondo), e l’inizio della scuola.

“Non voglio niente, non devi stare a spendere per me” rispose il ragazzo, ripetendo per l’ennesima volta una frase che diceva ogni anno; non vedeva il perché si dovessero ricevere dei regali per essere venuti al mondo, e comunque l’unica cosa che avrebbe voluto veramente nessuno avrebbe mai potuto dargliela.

“Oh andiamo. – Ribattè l’anziano parente mentre spostava uno scatolone. – Voi ragazzi volete sempre qualcosa. Sono stato giovane anch’io, anche se non sembra” ridacchiò.

“Davvero nonno, non voglio niente” ripetè ancora il ragazzo, poco prima che i suoi occhi, e le sue mani, si posassero su di uno specchio da muro rettangolare con una piccolissima cornice che, a dire la verità, si era consumata con il tempo.

“E questo?” domandò, nella sua memoria non c’era alcun ricordo legato a quell’oggetto.

“E’ il vecchio specchio di tua nonna, lo ha fin da quando era bambina. Lo abbiamo spostato quassù prima della tua nascita: avremmo dovuto buttarlo via, ma lei non ne ha avuto il cuore perché era della sua adorata madre. – Boris si avvicinò all’oggetto. – E’ sorprendente, che sia rimasto così come l’ho visto per la prima volta” osservò, ma i suoi occhi esperti notarono anche l’attrattiva che l’oggetto aveva per il nipote il quale, per quanto l’oggetto potesse essere semplice e insignificante (soprattutto per un maschio), non riusciva a distogliere lo sguardo da quella superficie.

“Ti piace?” chiese Boris, sistemando lo specchio in un punto più luminoso, così che la luce riflessa sulla sua superficie potesse illuminare ancora di più la stanza.

“E’ interessante, soprattutto per la storia che c’è dietro” affermò Hayden che, involontariamente, aveva appena dato al nonno l’idea giusta per il suo regalo di compleanno.

E così quando Hayden si svegliò la mattina seguente, il giorno del suo compleanno, vide che quello stesso specchio era lì, accanto al suo letto, con una bellissima cornice nuova con cui il nonno aveva fatto sostituire quella rovinata. Senza poi farsi vedere, aveva fatto recapitare lo specchio a casa del ragazzo cosicché la madre, durante la notte, potesse attaccare il regalo alla parete, proprio dove era adesso. Non appena i suoi occhi lo misero a fuoco, Hayden si alzò dal letto e lo liberò, lentamente, dalla bella fodera grigia che ne ricopriva la superficie assaporando ogni momento fino a che non lo scoprì del tutto. Gettò la carta a terra, e restò lì a guardare la propria immagine: quel pigiama composto da una maglia verde e da un paio di pantaloni grigi forse un po’ troppo grandi per il suo fisico asciutto; i capelli biondo miele che erano cresciuti appena oltre le orecchie, il piccolo neo al lato destro del labbro inferiore e quell’aria da furbetto un po’ troppo cresciuto che aveva sempre avuto. Infilatosi i jeans e una maglia blu, corse in cucina per ringraziare la madre la quale, per festeggiare come si conveniva il compleanno del figlio, gli aveva preparato una torta foresta nera, la sua preferita.

“Tanti auguri Hayden! – Gli disse Inary mentre lo abbracciava, stando attenta a non sporcarlo con la panna che le era rimasta sulla dita. – Ricordati di ringraziare anche i nonni, più tardi” rammentò al figlio, nonostante sapesse che lui sarebbe corso al telefono una volta finita la colazione. Infatti, non appena anche l’ultimo squisito boccone di torta entrò nel suo stomaco, il ragazzo si precipitò al cellulare e ringraziò con estrema gratitudine per il regalo ricevuto.

Adempiuto anche questo compito, Hayden ritornò immediatamente in camera sua, per osservare la superficie riflettente dello specchio. Piano piano, nella sua mente di adolescente molto creativo, il desiderio impossibile che da sempre risiedeva nella sua mente divenne ancora più impossibile.

“Quanto vorrei un gemello” pensò intensamente, immaginando già tutte le cose belle che avrebbe potuto fare se veramente ci fossero stati due di lui. Poi la voce di sua madre irruppe nella stanza, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
 
​Nota autrice: originariamente questa era una fan fiction, e infatti chi ha già letto la ff penso che potrebbe riconoscerla senza problemi. Tuttavia ho pensato che ci volesse qualcosa di più, per renderla migliore di quanto fosse, e così ho deciso di riscriverla mantenendo la storia ma facendola diventare del tutto un'originale. Spero che vi piaccia, e spero di ricevere vostre opinioni. A presto.
  
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