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Autore: Nameless17    11/12/2016    0 recensioni
Viviamo la nostra vita come gocce in un fiume spinte dalla corrente,dove, ci confondiamo alle altre così simili e così diverse da noi fino a perdere la nostra identità. Ma,ecco, che nell'incessante scorrere del fiume di anime una goccia riesce a liberarsi dalle catene che l'imprigionano e dopo la gioia iniziale,come in un incubo, viene avvolta da angoscia e disperazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più volte tentò il suicidio ma tutte furono dei fallimenti, nella sua testa esisteva ancora una forte coscienza che le permetteva di ragionare nei periodi più bui quando non aveva nessun'altro con cui parlare, fu lei che salvò Laide dalla morte più volte, e che la salva ogni giorno dal dolore di cui questo mondo è pieno.

Si nascose nel suo letto per dimenticare tutto ciò che aveva pensato, i ricordi, il nuovo tentativo di suicidio, tutto anche la sua stessa esistenza e nuove domande si accavallarono nella sua mente: " Che senso ha vivere se tutto è scritto? Chi sono veramente io se faccio quello che ogni altro individuo fa? Qual è il mio nome?"    Iniziò a ragionare a lungo sulla sua esistenza e come un animale ferito iniziò a vagare nei suoi pensieri dando ogni volta una risposta temporanea alle sue domande; prima l'amore, poi la natura, o il senso del dovere, risposte che poco senso avevano nel quadro che lei si costruì nella sua testa.

Bloccata nel suo giaciglio senza risposte non sapeva dove andare cosa fare, sentiva alcuni impulsi, richiami che la sua "vera" vita le mandava, istinti e suggerimenti. Aveva voglia di viaggiare, conoscere il mondo e impararlo in tutte e le sue mille facce, aveva voglia di scappare correre lontano e iniziare nuove avventure, aveva voglia d'amare l'uomo giusto che la facesse sognare ogni sera e le regalasse un sorriso al dì, aveva tutti questi sogni ma non sapeva come realizzarli.
E lì fu disperazione.
Come un puzzle composto da infiniti pezzi così l'anima di Laide aveva bisogno che qualcuno la prendesse per mano e l'aiutasse a ricomporre pezzo dopo pezzo quel quadro così bello ma anche così fragile e l'unica persona che poteva era lei stessa.

Studiò, coltivò le sue passioni e accrebbe la sua voglia di vivere, andava spesso al mare e lì si perdeva nelle sue onde pensando a un mondo ideale sprovvisto di maschere e pieno di volti dove la gente era libera di essere ciò che voleva e sentiva nel suo io, senza costrizioni e senza più quel rifiuto che sentiva provenire dal mondo intero. Prese in mano un po' di sabbia l'assaggiò e prima di sputarla la masticò lentamente fin quando il sapore non fu troppo, era quello il senso di rifiuto che lei sentiva provenire dal mondo, era quella la sensazione che l'accompagnava dalla mattina fino alla sera e non le permetteva di respirare.

Disegnò più e più volte il mare il suo unico e amato soggetto, tappezzò una stanza intera dei suoi disegni privi di qualsiasi colore se non per il blu del mare,solamente in tempesta, li osservava spesso e le sembrava di essere lì in un qualsiasi momento; gli occhi giravano vorticosi nella stanza piena di disegni del mare per poi fermarsi su uno che di mare non aveva niente. C'era Lei di profilo, i capelli al vento e gli occhi chiusi in una lacrima, il cielo terso e grigio senza sole. Lo fissò a lungo sospirò e sorrise soddisfatta, aveva riscoperto se stessa un pezzo dell'enorme puzzle che la vita le ha donato e di cui aveva completato il sorriso!
   
 
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