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Autore: Gallaghersaresurvivors_    13/12/2016    1 recensioni
"Due sentieri, due opzioni, due esiti.
Ed era qui che tutto crollava.
Non avevo piani di riserva, idee, entrate ad effetto che potessero salvare la situazione.
Una scelta. Inevitabile."
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<> ma le mani accompagnavano il discorso in sensi opposti e ben presto le sinistre furono destre e le destre sinistre.

I due ragazzi percorrevano la strada discutendo, soppesando le alternative e tentando di dar un senso alle indicazioni ricevute; speravano in un qualsiasi segnale che potesse dar ragione all'uno o all'altro, ma nulla, se non il pigro gracchiare dei corvi, sembrava accompagnarli nel percorso.

Ore di cammino e l'unica cosa ad essere cambiata era il sole, ora pericolosamente vicino alla linea dell'orizzonte.

Stava calando la sera.

Ma la foresta non dava alcun segno di volersi diradare-

 

“Non dovresti usare 'ma' in inizio di frase, sai? ...e non stai scrivendo “Il Libro Della Giungla”, dire 'foresta' mi sembra un po' esagerato!”

Jamie criticava altezzosamente da sopra la mia spalla, il dito puntato sullo schermo del portatile e l'ombra di un sorriso all'angolo della bocca.

Aveva sempre adorato criticarmi, cogliermi di sorpresa, rendermi vulnerabile.

Trattenendo a stento un sospiro riprovai.

 

Il bosco non dava alcun segno di volersi diradare ed il sentiero si faceva man mano sempre meno tracciato.

Due paia di scarponi su un intricato tappeto di radici e rami spezzati fendevano il silenzio a tempo con i loro passi, rimbombando.

Neanche le torce erano ormai sufficienti ad illuminare il percorso ed i due ragazzi incespicavano di continuo.

<>

<>

Eppure non sarebbe passato molto perché i due giovani si rendessero conto di essersi davvero persi.

Cos'avrebbe pensato di loro Andrea?

Proprio lui che aveva tanto cantato le loro lodi, insistendo a denti stretti, pronto a scommettere su di loro, convinto che ce l'avrebbero fatta.

Li aveva sempre spinti a dare il massimo, sempre sostenuti, ascoltati; si era fatto carico dei loro problemi ed era stato al loro fianco come solo un capo scout sapeva fare.

"Non possiamo deluderlo" era tutto ciò a cui riuscivano a pensare, mentre proseguivano risoluti, determinati nonostante la fatica.

Erano sempre stati una coppia imbattibile, un duo esplosivo, una squadra, senza mai bisogno di targhette o conferme.

Senza bisogno di promesse o precisazioni superflue.

Potevano passare mesi senza che si parlassero, potevano perdersi di vista, prendere strade diverse...ma si ritrovavano sempre, alla fine.

Non erano migliori amici: erano molto di più.

 

E avrebbero dimostrato ancora una volta di potercela fare.

Prepararono un rifugio di emergenza, risoluti, ed infilandosi ognuno nel proprio sacco a pelo una nuova grinta riempì loro il cuore.

 

Staccai lo sguardo dallo schermo solo per rendermi conto di essere solo.

La tensione silenziosa che prima mi irrigidiva scivolò via cautamente, rilasciandomi.

 

Rilessi ciò che avevo scritto tentando (invano) di essere oggettivo.

Le parole sapevano di plastica, come sempre.

Frasi di legno, rigide ed anonime, mi bruciavano gli occhi.

Non riuscivo a scrollarmi di dosso la fastidiosa sensazione che non fossi stato io a scrivere quelle pagine.

Ero un impostore, un soldato alle prime armi che ostentava sicurezza.

Un'inquietudine familiare, un groppo in gola, mille pensieri mi vorticavano in testa giungendo all'unanime, ultima conclusione che no, non ero bravo abbastanza.

 

Procedettero adagio, attenti alla cascata di ciottoli che accompagnava i loro passi, reggendosi ad arbusti e radici, alla disperata ricerca del nastro bianco-rosso che aveva delimitato il percorso prima di smarrire la strada.

Si erano svegliati alle prime luci dell'alba, destati dal caldo invadente e dalle voci soffuse del bosco.

Stavano procedendo nella giusta direzione? Speravano vivamente di sì.

Avevano totalmente improvvisato, preso il coraggio a due mani e tentato il tutto per tutto.

Sentieri mai percorsi e strade fantasma, cartina e bussola ormai strumenti superflui.

Più avanzavano, più i due esploratori si rendevano conto del dislivello crescente, della luce che iniziava a farsi strada con prepotenza nel nero groviglio di fronde scure.

Foglie e rami spezzati scricchiolavano sotto i loro passi impazienti, rocce e sassi solitari sembravano farsi da parte di fronte al loro avanzare.

Pochi metri, ancora qualche passo...

 

"Certo che è parecchio drammatica come passeggiata nel bosco."

Non di nuovo...

Avrebbe dovuto essere così semplice, un racconto scritto più per diletto che per dovere, poche pagine chiare e comprensibili, da leggere in compagnia, ad alta voce, senza parole aliene o frasi ambigue.

Avrebbe dovuto essere un'avventura, un mettersi alla prova, nulla di più.

Eppure di fronte ai miei occhi si diramava ora soltanto un labirinto di lettere, espressioni ed emozioni.

Indistinguibili lingue di fuoco avvolgevano lo schermo, i caratteri, divorati dalle fiamme, cadevano a pezzi.

 

 

Odiavo il giudizio altrui, le critiche che altro non erano se non conferme impossibili da ignorare, che come carta su un fuoco ormai ardente bruciavano la mia autostima, un agonizzante frammento alla volta.

 

 

Il sole era ormai alto, il cielo di un blu che non ricordavano.

C'erano quasi.

La soddisfazione, i sorrisi, la sorpresa...era tutto a un soffio di distanza.

Sentivano la realizzazione danzare sulla punta delle loro dita, motore ultimo della loro impresa.

Avevano voglia di correre, il ritmo dei passi aumentava in maniera sempre crescente, senza che potessero farci nulla.

Il vento, il sole, lo zaino che quasi non sentivano tant'era l'adrenalina.

Tanti li avrebbero descritti esagerati, li avrebbero disprezzati senza rimorso per il gioioso orgoglio che impudente traspariva dai loro volti, sostenendo che -in fondo- non avevano fatto nulla di speciale.

Ma forse, come tutto, anche 'speciale' può essere un termine drasticamente relativo.

Sarebbe stato semplicissimo per loro, giudici superficiali di una realtà sconosciuta, criticare quella che dall'interno si smascherava, al contrario, essere un'impresa di autonomia ed indipendenza con le maiuscole.

Si fermarono, di colpo.

Il sentiero, prima lineare, spezzato soltanto di tanto in tanto da sentieri secondari e alberi caduti, si diramava ora in due parti.

Non vi erano cartelli, indicazioni o segnali.

Due strade all'apparenza perfettamente identiche, che sembravano scendere di dislivello e, se tutto fosse andato per il meglio, condurre a valle.

 

Due sentieri, due opzioni, due esiti.

Ed era qui che tutto crollava.

Non avevo piani di riserva, idee, entrate ad effetto che potessero salvare la situazione.

Una scelta. Inevitabile.

Avevo creduto di avere tutto sotto controllo, avevo iniziato a scrivere sicuro di dove volessi andare a parare.

Ora, migliaia di strade si diramavano di fronte ai miei occhi, infiniti finali differenti, tante, troppe alternative.

Era sempre stata la mia più grande nemica questa insicurezza, il mio tallone d'Achille, l'ostacolo insormontabile che mi frenava, sempre, irrimediabilmente.

Troppe storie iniziate e mai finite, troppi errori, troppe scelte sbagliate.

Trascinato dalla corrente ero andato avanti, trasportato da fiumi di parole, idee, immagini di storie perfettamente concluse, in realtà offuscate, oscurate, incomplete.

Avevo lasciato che le frasi defluissero, seguito il corso dei pensieri, lasciandomi ingannare.

 

Ed ora?

Ora dovevo solo smettere di vedere tutto così drasticamente.

Cos'avevo da perdere? Soltanto un'occasione.

Un'occasione per misurarmi con me stesso, per uscire dagli schemi, per dare una svolta diversa a quell'anonima arrendevolezza.

E se avessi deciso da me le mie regole, qui ed ora?

E se avessi ignorato le critiche, i commenti, le insicurezze che, imperterrite, tentavano di frenarmi?

Se avessi cambiato punto di vista?

Forse dovevo soltanto cambiare lenti; erano i grigi a mancare, le sfumature, i dettagli che sfuggivano, affogati nel nero, sbiadivano, accecati dal bianco invadente.

E forse, soltanto forse, non tutte le scelte cambiavano il mondo.

Alcune potevano essere fatte a cuor leggero, mutabili, vive.

O forse...ad ognuno è dat
  
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