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Autore: Nirvana_04    13/12/2016    11 recensioni
Ah, se un'ombra potesse piangere, vomiterebbe veleno!
Helena Corvonero si è resa complice di un crimine, amando e lasciandosi sedurre dall'affascinante Tom Riddle.
Ma, messa davanti allo specchio, con la mente affacciata nei suoi ricordi, la verità di quelle fantasie si mostra per quello che è.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Helena Corvonero, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Diafane fantasie
 







 
Chissà cosa avrebbe visto se fosse stata capace di riflettersi in uno specchio?!
E lui, l’affascinante e ambizioso Serpeverde, cosa aveva scorto in lei?
Cosa, pensò iraconda e tremante d’angoscia, lo aveva attirato verso le sue grazie?
Quando era Helena Corvonero, la sua bellezza austera attraeva doni e cortesi gentilezze da conti e gentiluomini di tutto il mondo magico. Le mancavano così tanto quelle attenzioni?!
Ma chi poteva venerare un fantasma? Bruciò di mesta rabbia.
Una volta i suoi capelli erano onde corvine che ricadevano come una cascata di tenebra sulla sua pelle color dell’alabastro; il suo corpo slanciato era fasciato dai più bei abiti del tempo. Adesso, invece, era una pallida ombra traslucida che gelava col suo tocco, semmai qualche sventurato aveva la sciagura di venire a contatto con ciò che restava di lei.
La Dama Grigia fluttuò verso il pavimento di roccia e galleggiò a pochi centimetri dal suolo, vicino allo Specchio delle Brame. I desideri di un fantasma contavano poco per quell’oggetto, il quale non li mostrava; ma ella vedeva lo stesso le pene del suo tormento tra le immagini delle alte colonne riflesse.
C’era Tom… oh, lo vedeva, sì.
La donna si avvicinò ancora un po’. Le immagini scivolarono fuori, davanti ai suoi occhi, come un fiume che, inarrestabile, scorreva verso valle.
Poche parole lusinghevoli, gesti appena accennati… Il suo sguardo era sincero e non nascondeva le sue grandi aspettative per un futuro ricco e avvenente; le sue dita sottili giocavano spesso con ciò che li stava attorno, incuranti eppure allo stesso tempo percettive verso ciò che le circondava. Non amava parlare, Tom Riddle, ma sapeva ascoltarla; e, soprattutto, sapeva toccare i tasti sensibili, fare le giuste domande.
Com’erano belli i suoi occhi! Non c’era luce in essi, e questo le permetteva quasi di specchiarcisi dentro. Con lui, aveva sentito di nuovo la vita tornare e la bellezza rifiorire.
Sciocca! Si biasimò. Ah, se un’ombra potesse piangere, vomiterebbe veleno!
Ancora per un ultimo istante, colei che era stata Helena Corvonero alzò una fioca mano per tentare di sentire il calore di lui riscaldarle il viso. Il suo fiato, ricordò infelicemente assaporandone l’effimero sapore, aveva trapassato la sua figura e per un solo momento… un solo-maledetto-attimo… aveva potuto sentirne l’amato tepore. Un’illusione che aveva portato il gelo su di lei, unica reale e sempiterna presenza; così come lui aveva portato morte e distruzione laddove i suoi piedi avevano calpestato terra e le sue mani si erano tese.
“Lascia che io trovi il Diadema, Helena” aveva sussurrato carezzevole. “Permettimi di liberarti da questo peso e distruggere il tuo fardello. Cedimi la tua colpa.”
Una luce vermiglia era brillata nei suoi occhi e l’ultima scintilla nel petto di lei si era spenta.
Lo Specchio delle Brame era vuoto, nessun vivente accendeva la sua magia.
I suoi occhi, mormorò afflitta tra sé, erano così neri da riflettere le mie più venefiche voglie.
Aveva visto il potere, e ancora una volta se n’era innamorata. Ancora una volta, avrebbe pagato il fio.
La Dama Grigia sfrecciò inviperita attraverso i muri: lei aveva amato un riflesso, lui non aveva amato affatto.
   
 
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