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Autore: Black_cat_is_lucky    13/12/2016    0 recensioni
Suzanne ha una vita perfetta, o quasi. Essere figli di persone benestanti comporta una serie di obblighi odiosi, ma a parte quelli Suzanne è piuttosto felice. Un giorno incontra Adrien e la sua vita cambia, PUFF, di punto in bianco.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suzanne adorava passeggiare per i prati. La faceva sentire libera da tutte quelle costrizioni che, da figlia di famiglia benestante, era costretta a sopportare. Come il cucito e il portamento, tanto per citare qualcosa. Suzanne odiava cucire. E il portamento! Oh, il portamento, che cosa odiosa: “Suzanne schiena dritta! Mostra il petto e tieni la testa alta! Quei libri non devono assolutamente cadere, chiaro signorina?!”. La sua insegnante, Madame Bourgeois, era una vecchia zitella che non sapeva fare altro che brontolare e Suzanne non riusciva a sopportarla. Nemmeno un po’.
Comunque adesso era fuori, a passeggio nella proprietà della casa di campagna. I campi erano magnifici, ma, se una volta li vedeva come mondi magici, adesso le ricordavano solo una cosa. E non era piacevole.
Quando era cominciato tutto? Quando era cominciata la sua discesa verso l'altra parte dello specchio? Oh, si, adesso ricordava... Era stato con Adrien, il caro, dolce, gentile Adrien. Ma non ricordava più precisamente la data: poteva essere stato un anno o anche solo un mese prima; ormai Suzanne aveva perso la cognizione del tempo. Era persa nel mondo aldilà dello specchio e probabilmente non sarebbe più tornata. Non con l'anima, perlomeno. Era successo in estate? Si, si, in estate. In estate durante una delle sue passeggiate con suo fratello Jean-Pierre. Lei era arrivata all'altezza del ruscello e Jean-Pierre era corso verso l'acqua e si era tolto le scarpe per poi chinarsi e arrotolarsi i pantaloni per mettere i piedi in acqua. Era stato allora che avevano visto Adrien: il ragazzo stava leggendo un libro, seduto nella biforcazione tra due rami di una vecchia quercia. Suzanne era stata la prima a notarlo.
La ragazza aveva alzato gli occhi stupita ed era arrossita quando Adrien li aveva notati e aveva fatto loro un cenno di saluto coronato da un bel sorriso amabile. Suzanne si era sentita sciogliere: quello era il più bel sorriso che le avessero mai rivolto da anni. Adrien - beh, all'epoca non sapevano ancora che si chiamasse così - era sceso dall'albero con un balzo, aveva attraversato il ruscello e aveva fatto loro un inchino. Quello sbadato di Jean-Pierre si era accorto solo in quel momento del loro ospite e aveva fatto due occhi enormi, di quelli che solo i bambini sanno fare."Tu chi sei?" gli aveva chiesto e Adrien aveva risposto che si chiamava Adrien Mercier e aveva domandato a sua volta i loro nomi. Quando Suzanne aveva detto il proprio, Adrien le aveva fatto il baciamano ed era stato lì, esattamente lì, che la discesa era cominciata. Improvvisamente, come l'infatuazione che si era accorta di avere per il ragazzo. Improvvisamente.
Dopo quel primo incontro ce ne erano stati molti altri, al ruscello come anche a casa di Suzanne. Tutti i membri della famiglia di Suzanne, nessuno escluso, adoravano Adrien. Era il ragazzo perfetto, quello che chiunque vorrebbe avere come figlio, come fratello, come marito. E sembrava che avesse scelto loro, che avesse scelto Suzanne.
Ovviamente lei non poteva esserne più felice, ma c'era qualcosa, qualcosa che non riusciva a spiegarsi.
Qualcosa che rendeva lo sguardo di Adrien simile a quello di un pazzo. In quei momenti, solitamente, lei e Adrien erano da soli - il ragazzo aveva ammesso di trovare piacevole la compagnia di Suzanne - e lui prendeva a gesticolare e la sua voce aveva un tono sognante e gli occhi, oh, gli occhi! Gli occhi avevano quella sfumatura di mistero che tanto piaceva alle donne e, nascosta sotto tutto, una scintilla di pazzia che non esitava a manifestarsi sempre più spesso.
Suzanne ne era spaventata e attratta allo stesso tempo: Adrien parlava di mondi lontani, popolati da esseri magici che esaudivano desideri, dove le persone potevano fare quello che volevano, dove le sirene esistevano ed era sempre primavera. Un posto dove tutti avrebbero voluto vivere. Dove Adrien voleva vivere.
Così avevano cominciato a fare ricerche: ogni biblioteca pubblica che trovavano veniva sviscerata, ogni negozio di libri veniva attaccato con foga. Ma non c’era niente. Dovunque guardassero non trovavano mai nulla. Mai. E lo sguardo di Adrien diventava di volta in volta sempre più febbricitante per la smania di trovare quel mondo magico e Suzanne non poteva dirgli di no, qualunque cosa facesse. Alla fine Adrien aveva rinunciato e a Suzanne si era spezzato il cuore a vederlo così. Dopo qualche tempo, però, Adrien aveva ripreso a sorridere e questo si che era strano.
“Suzie” le aveva detto “Vieni, ti devo far vedere una cosa!” Il ragazzo l’aveva condotta in una vecchia casa, abbandonata, probabilmente, e le aveva mostrato un vecchio, enorme specchio ovale.
“Le vedi?” le aveva chiesto Adrien “Le faerie, le vedi?” Suzanne non aveva osato negare.
“Dicono che mi porteranno aldilà dello specchio, nel mondo dei nostri racconti, Suzie.” Suzanne aveva annuito senza sapere bene cosa rispondere. Adrien le aveva sorriso e l’aveva ricondotta a casa. Un senso di gelo si era impossessato di Suzanne, una brutta sensazione che le faceva paura.
Quella notte Adrien Mercier scomparve. Nessuno seppe mai come fosse possibile che non avesse lasciato tracce. L’unica cosa che sapevano era che il ragazzo si era diretto verso una vecchia casa, ma anche nella vecchia casa non avevano trovato niente. La polizia aveva interrogato tutti gli amici e i conoscenti di Adrien, ma nessuno aveva saputo dir loro qualcosa. Nemmeno Suzanne. Ma lei, lei lo sapeva cosa era successo; alla polizia aveva mentito altrimenti l’avrebbero presa per pazza. Da quella notte Suzanne si era tenuta alla larga da quella casa e da quello specchio, ma ora, dopo tutto il tempo che era passato - quanto? Non lo sapeva. Tanto? Probabile. Poco? Altrettanto probabile - mentre stava in piedi, nel prato della sua infanzia col vento che le scompigliava i capelli e tenendo in mano un ombrello verde che la riparava dal sole, Suzanne aveva preso la sua decisione.
Era notte quando uscì di casa e lo era ancora mentre toglieva il panno di lino dal mobile. La sua immagine riflessa la guardava beffarda, come a dirle “Su, fa quello che devi, se hai il coraggio!”
E Suzanne lo aveva il coraggio, lo aveva sempre avuto, solo non se ne era resa conto.
E adesso, adesso nello specchio non vedeva più il suo riflesso, no. Nello specchio c’era un altro mondo, un’altra vita. Sulla superficie di vetro apparvero delle figure. Suzanne sorrise, negli occhi una scintilla di pazzia “Faerie, portatemi da Adrien.”




ANGOLO DEL GATTO:
Buondì e buona Santa Lucia! E si, esatto ragazzi, non sono morta!
Santa Lussia la ven de note/ con le scarpe tute rote/ el capel a la romana/ viva viva la Befana!  E dolcettih a volontà!!! Yeeeeeh!!!!
Scusate lo sfogo
, devo riprendermi dai regali di Natale in anticipo... - che sono finntastici!!! Cioèh!!! Non uno, ma ben due libri di una serie (di tre libri) che ho cominciato questa estate en España. E io li adoro!!! Non li hanno ancora tradotti in italiano, però spero che li leggerete quando lo faranno... Poi, mi è arrivato un giaccone nuovo, lo smalto nero e il rossetto nero! ADORO!!! Ma i più belli sono i libri! Se studiate spagnolo, parlate spagnolo o siete mezzi spagnoli provate a leggervi la serie de "Los buscadores", perché merita tantissimo! -
Perfetto, vera fine dello sfogo ^^
And now passiamo alla one shot. Questa cosina senza pretese qua sopra è nata come compito di storia dell'arte. Non chiedete, non ho idea di che passi nella mente della mia prof U.U
Aveva detto < Ragazzi scrivetemi massimo una pagina. > e io ho scritto, su foglio Word e poi stampato (perché io sono una brava bambina <.<), una pagina e un terzo. 1053 parole, secondo il contaotre Word.
Se vi può interessare, il quadro è "Donna con il parasole girata verso sinistra" di Claude Monet. E poi io mi sento un genio perché Suzanne era una delle figlie della seconda moglie di Monet e si pensa che Jean-Pierre fosse addirittura figlio del pittore. Sfortunatamente non ne sono sicuri, quindi potete anche dimenticarvelo. Nemmeno il nome Adrien è scelto a caso. ultimamente sono fissata con Miraculous Ladybug e Adrien è il co-protagonista. E se non lo avete mai visto provate a vedervelo! Comunque mi piace un casino come nome, Adrien ^^
E adesso, dopo tutta questa pappardela di nonsense posso dire, grazie per aver anche solo letto, grazie a tutti quelli che commenteranno e/o metteranno nelle seguite/preferite. Grazie lettori <3
Baci
Blacky Black

P.S. Il compito era scrivere una storia su un quadro a nostra scelta...
   
 
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