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Autore: YukiWhite97    14/12/2016    0 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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Come aveva potuto pensare che sarebbe stata una serata divertente?
Era assolutamente terribile! Era fuori posto lì, non avrebbe dovuto trovarsi nella casa di quello che una volta era stato il sui amante, soprattutto non doveva trovarsi lì con Llweran. Quest'ultimo era già abbastanza sospettoso per ovvi motivi, Legolas poteva capirlo da come li guardava. E anche per questo cercava di non incrociare il suo sguardo, né quello di Aragorn. Era ovvio che anche quest'ultimo fosse molto imbarazzato. Insomma, che ne era  del semplice  e puro rapporto lavorativo? Era andato ttuto a monte, decisamente.
Arwen aveva fatto caso al silenzio strano, non riuscendo a capacitarsene. Probabilmente doveva essere dovuto al fatto che l'essere insieme dopo tanti anni dovesse causare un po' di imbarazzo. Decise così di smorzare l'atmosfera.
"Certo che è strano , i nostri figli sono amici per la pelle eppure ci siamo sempre parlati così poco, non è buffo?"
"Sì, decisamente buffo..." - costatò Legolas con lo sguardo sempre chino.
Voleva sparire. Da un lato aveva l'uomo che amava, da un lato sua moglie, che era stata tradita abbondantemente, davanti a lui suo figlio e dall'altro lato il fratello di suo figlio. La situazione sarebbe potuta divenire drammatica in un istante.
Llweran non stava capendo nulla, e la cosa lo stava parecchio innervosendo. Com'era possibile che quei tre si conoscessero? Legolas non gli aveva mai accennato niente, ed era sicuro che neanche Eldarion sapesse.
In effetti fu proprio quest'ultimo a porgere la domanda che tanto gli tormentava la mente, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.
"Com'è esattamente che vi siete conosciuti?"
Legolas a quel punto sentì il cibo andargli di traverso, cosa che lo fece tossire violentemente. Aragorn gli lanciò un'occhiata, come a dirgli: fa silenzio, risolvo tutto io.
"Eravamo... molto giovani quando ci siamo conosciuti. Io e Legolas frequentavamo la stessa scuola e... beh io ero quello popolare, affascinante e simpatico, mentre lui invece era..."
"Uno sfigato" - sussurrò mestamente il biondo.
"Beh, non esattamente. Comunque sia, alle persone piaceva dargli fastidio, così un bel giorno, sono intervenuto per difenderlo. E da lì ... siamo diventati migliori amici per la pelle ,avevamo anche una comitiva. Ed eravamo sempre insieme". Nel dire ciò si era voltato a guardarlo, e Legolas aveva ricambiato lo sguardo. Quelli della loro giovinezza, quelli sì che erano stati tempi d'oro, i tempi in cui la loro iniziale amicizia era maturata in qualcosa di molto più profondo.
"Però poi non vi siete più parlati" - aggiunse Eldarion sospettoso.
"E' vero - sospirò Aragorn - ma sai, dopo il matrimonio, le cose cambiano e un uomo ha le sue priorità. Io avevo e ho tutt'ora una famiglia, quindi ho... allontanato gli amici..."
"E' una cosa stupida"
"Ma Eldarion!" - lo rimproverò Arwen.
"No, ha ragione - la calmò Aragorn - effettivamente è una cosa molto stupida"
E si voltò di nuovo a guardarlo. Legolas si sentiva morire ogni volta, e poi, con quegli sguardi, cosa stava cercando di dirgli?
"In effetti è un peccato che un'amicizia come la vostra si sia persa nel tempo - aggiunse a quel punto la donna - forse non sarebbe male se vi riavvicinaste tutti, no?"
Il biondo si portò una mano sul viso. Quella era assolutamente una pessima idea. Aragorn era già il suo capo a lavoro, non poteva uscire con lui come ai vecchi tempi, sarebbe stato... strano. E molto sconveniente.
"Oh, Arwen, non credo sia una buona idea, con tutti gli impegni che ho"
Legolas sapeva che in quel momento, l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era tacere. Ma purtroppo il suo istinto era più grande di qualsiasi cosa, e lo portò a parlare senza pensare.
"Penso che sia una buona idea - disse lentamente - anche gli altri sarebbero contenti". Poi sforzò il sorriso migliore che poteva, un sorriso che Aragorn non seppe interpretare.
Adesso sì che adesso era nei guai. Adesso sì che si sentiva un irresponsabile. Adesso sì che tutti i suoi sforzi erano stati vani.
Ma forse c'era la speranza che Aragorn rifiutasse.
"Beh... se proprio insisti, non vedo perché no" - rispose molto bonariamente. A quel punto Legolas dovette trattenersi con tutte le sue forze per non lasciarsi andare ad un gemito si disperazione.
Il destino giocava contro di lui, ed anche il suo cuore. Llweran ancora non accennava a parlare. C'erano troppe cose che non tornavano. Perchè per tutti quegli anni, nè Eldarion né lui avevano saputo che i loro padri erano stati amici, un tempo? Non avrebbe avuto senso allontanarsi e  tenere la cosa nascosta, a meno che dietro non vi fosse un litigio o una motivazione seria.
Ma dubitava fortemente si trattasse di questo. E poi c'era qualcosa... come si guardavano, come si rivolgevano la parola. Era tutto fin troppo strano.
Fortunatamente la cena finì, più o meno presto. Legola  non vedeva l'ora di andare via, aveva già combinato troppi guai per quel giorno. Aragorn sembrava essersi accorto del suo modo di fare frettoloso, così gli era andato vicino, mentre l'altro si accingeva per andare a casa propria.
"Legolas - chiamò - mi spiace se ti sei sentito in imbarazzo. A volte Arwen ha delle idee assurde"
"No, è stata gentile. Ora... beh, capisco perché l'hai sposata"
"Che vuoi dire?"
"Insomma, è bella, gentile, di successo. La dona adatta per  te"
"Sì... grazie" - rispose, non molto convinto in realtà. Il biondo lo guardò con intensità, sperando che gli dicesse frasi del tipo "non l'ho di certo sposata per amore". Anche se fosse stato così, e lui era sicuro che fosse così, non lo avrebbe mai ammesso.
"Comunque non sei costretto a riavvicinarti a me, noi, se non vuoi. Io dicevo per dire"
"Sono restio dall'accettare soltanto perché non vorrei ti sentissi a disagio"
Perchè dovrei sentirmi a disagio? Ah sì, forse perché dopo sedici sono ancora pazzamente innamorato di te, e a quanto pare non sono neanche troppo bravo a nasconderlo. Ma io non posso far sì che tu mi veda un' altra volta debole. Ti sono già andato dietro troppe volte.
"Ah, perchè dovrei sentirmi a disagio? Dopotutto, è passato tanto tempo da quella volta. Ed io ormai ci ho messo una bella pietra sopra"
Nel dire ciò aveva sorriso, ma  chiunque si sarebbe accorto di quanto quel sorriso fosse falso. Probabilmente anche Aragorn se n'era accorto, a  giudicare da come lo guardava.
"Ah, comunque sia io ero venuto anche per restituirti  questa - disse porgendogli la giacca che teneva tra le mani - incredibile, in tutti questi anni non hai neanche cambiato profumo, è quello di sempre"
Solo dopo si rese conto di quanto quella frase potesse risultare effettivamente equivoca.
"Ricordi perfino il mio profumo?" - domandò sorridendo.
"No... figurati, io non ricordo neanche quando sono nato. Emh, Llweran! Llweran, è meglio andare! Allora, grazie eh. Ci vediamo, domani. Llweran!"
"Sì, arrivo! - esclamò il più piccolo raggiungendolo, rivolgendosi poi all'altro - arrivederci"
"Ciao Llweran, ciao Legolas" - sussurrò, richiudendo poi la porta. Infine tirò fuori un sospiro di sollievo. Ricordava perfettamente perché su fosse innamorato di lui. Per i suoi modi di fare, per il suo grande cuore, per il suo coraggio. Perchè anche se poteva non sembrare, Legolas era coraggioso. Ed era stato l'unico in vita che gli aveva realmente rubato il cuore. Quel cuore che continuava a custodire lui, malgrado tutti i suoi sforzi di fingere che ciò non fosse mai successo.

Llweran si mostrò molto silenzioso anche mentre tornavano a casa. A parte che non avevano ancora chiarito la discussione della notte prima, e poi con tutti quei dubbi che gli tormentavano la mente, non avrebbe saputo che dire.
Legolas si era accorto di quei suoi modi di fare, e aveva sinceramente paura che avesse capito qualcosa, dopotutto suo figlio era molto intelligente. Quando tornarono, Llweran lo precedette. Probabilmente sarebbe andato in camera sua senza rivolgergli la parola, ma Legolas non voleva che rimanessero in freddo.
"Llweran - chiamò - non dirmi che sei ancora arrabbiato per ieri sera"
Il più giovane rimase immobile, per poi voltarsi.
"Sì, sono arrabbiato per ieri sera. Non è bello sentirsi dire che si è un ragazzino e che non capisco niente"
"Mi spiace, Llweran. Ma mi hai fatto preoccupare e mi sono arrabbiato, sai come sono fatto io"
"Sì, lo so - sospirò - ma non pensi veramente quelle cose, vero?"
"No, ovvio che no! - esclamò - nessuno mi capisce meglio di te. Però mi prometti che non mi dirai più bugie?"
"Va bene, e lo prometto - sospirò - però anche tu, non dirmi più bugie, neanche piccole, d'accordo?"
"Promesso"
"D'accordo. Allora visto che avevo ragione riguardo al fatto che tu ed Aragorn vi conoscere... puoi dirmi come mai non l'hai mai detto?"
Il più grande sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Gli aveva appena promesso che non gli avrebbe detto più bugie, ma le circostanze non gli permettevano di mantenere la parola data.
"Io - balbettò - io non lo ritenevo importante"
"Ma perchè? Voglio dire, da ciò che ho capito eravate molto amici"
"Migliori amici. Ma a volte è necessario allontanarsi,  per il bene di entrambi"
In quel momento Llweran intuì una cosa che era effettivamente vera, ma a cui nona aveva trovato un collegamento che sarebbe stato più che logico. Dopotutto però, non avrebbe mai potuto immaginarlo.
"Oh, mamma! - esclamò - ho capito, tu sei innamorato di lui!"
"Che cosa?!"
"Sì, è per questo che vi siete allontanati! L'ho capito da come vi guardavate! E dopo tutti questi anni l'amore non si è mai spento. E' qualcosa di incredibilmente romantico. E poi se voi vi metteste insieme, io ed Eldarion diventeremmo come fratelli"
"Frena, frena! - esclamò - d'accordo, va bene, probabilmente è vero. Ma devo stare al mio posto. Lui è sposato"
"Sì, ma secondo me anche lui ti vuole! E penso che avresti dovuto lottare per stare con lui invece che lasciarlo ad un'altra donna"
Legolas sorrise.
"Ah, un po' come stai lottando tu per non lasciare Shauna ad Eldarion?"
Il più giovane a quel punto divenne rosso come un peperone.
"E TU COME LO SAI?!"
"Lo sanno tutti in realtà, perchè si vede - affermò l'altro - hai davvero un indole romantica"
"Ah, silenzio! - esclamò piagnucolando - nessuno capisce le mie sofferenze, vado a farmi una doccia fredda!"
Quella reazione lo aveva fatto parecchio ridere.
Poi però tornò ad essere serio. Llweran aveva perfettamente ragione. Era innamorato di lui, ed evidentemente la cosa era piuttosto evidente.
Probabilmente il fatto che si stessero avvicinando così in fretta, doveva premunire qualcosa di meraviglioso, ma da un lato però voleva cercare di rimanere realista, dopotutto orma non era più un ragazzino.

Anche Aragorn non riusciva a non pensare ad altro che non fosse Legolas. 
Era colpa sua se si erano allontanati, sua perché si era comportato male e lo aveva trattato in un modo in cui nessuno meritava di essere trattato. Legolas però sembrava davvero non portargli rancore. 
Egli poteva sembrare tanto un uomo responsabile, ma non lo era affatto, e se ne rendeva conto ogni volta che guardava Llweran negli occhi. Li aveva lasciati da soli entrambi, e adesso, dopo sedici lunghi anni, ecco che le sue responsabilità tornavano a tormentarlo. Probabilmente ai tempi doveva aver rinunciato per paura. Adesso invece, sarebbe stato felice di trascorrere il tempo in loro compagnia, peccato che Llwean non sapesse della sua vera identità e che avesse anche un'altra famiglia a cui pensare. Eldarion aveva intuito che qualcosa non andasse, suo padre era piuttosto pensieroso, poteva osservarlo mentre, seduto vicino la scrivania del soggiorno, stava compilando distrattamente alcuni documenti. Quella strana storia che gli aveva raccontato  a cena poteva sembrare veritiera  fino ad un certo punto, non riusciva a liberarsi dal pensiero che qualcosa di importante fosse stato omesso. Aragorn a  quel punto, sentendosi osservato, si voltò, vedendo il figlio appoggiato allo stipite della porta, a braccia conserte.
"Eldarion? - chiamò - cosa fai lì?"
"Niente... stavo solo riflettendo. Nona avrei mai pensato che tu e Legolas aveste avuto un legame tanto forte"
"La cosa ti ha sorpreso parecchio"
"Beh, sì. Perchè non mi capacito del fatto che vi siate allontanati così, come se nulla fosse-  disse avvicinandosi - sei proprio sicuro di aver detto tutto quello che avresti dovuto dire?"
Aragorn a quel punto si sentì parecchio in difficoltà, ma cercò comunque di non darlo a vedere. Sorrise nervosamente.
"Assolutamente, perché pensi questo?"
"Non so. E' che eri strano quando c'era lui. Sembravi sovrappensiero, però allo stesso tempo sembravi felice... e intendo felice come non lo sei mai"
"Oh, che esagerato, mi ha solo fatto piacere rivedere un vecchio amico. Siamo un po' come te e Llweran... tu.. tu gli vuoi molto bene, vero?"
"Eh? Ma certo che sì! - esclamò - è strano, a volte lo sento come un fratello"
"Sì... strano - sussurrò - tu ti prendi molta cura di lui"
"Ah, voglio solo che impari ad essere forte anche senza di me. E poi io sono il suo capitano, quindi deve obbedirmi"
Aragorn si lasciò scappare una mezza risata. Non era per niente sorpreso dal fatto che quei fossero tanto amici. Eldarion si comportava da fratello maggiore senza saperlo. Chissà, magari se avesse saputo la verità, sarebbe stato contento.
Ma cosa vado a pensare... ma certo che non sarebbe felice, si sta parlando di tradimento comunque.
"Un giorno di questi verrò a vedervi giocare" - disse poi.
"Davvero? - domandò - forte. E come fai con il lavoro?"
"Troverò il tempo, non preoccuparti"
Eldarion sorrise, contento.
Forse adesso che lui e Legolas ai erano avvicinati, poteva anche avvicinarsi a Llweran senza però fargli scoprire nulla. Aveva detto che non si sarebbe intromesso, ma con molta probabilità... stava iniziando ad affezionarsi a quel ragazzo.

Il giorno dopo...
La settimana cominciò con la  solita tiritera, Llweran si svegliò tardi come sempre e gli toccò correre per cercare di non arrivare tardi. La sua comitiva era lì ad attenderlo, solo che le tre ragazze avevano una faccia scura, sicuramente a causa di ciò che era successo due giorni prima.
"Ciao a tutte - salutò, notando l'aura oscura di Una - ma che è successo?"
"Oh, niente è arrabbiata perchè siamo in punizione" - rispose Sabia.
"Lo siamo tutti" - commentò Shauna con un sospiro. Non appena ebbe udito la sua voce, Llweran si voltò a guardarla, arrossendo di colpo e sentendo il suo cuore fare una capriola all'indietro. Ricordava esattamente cosa fosse successo il sabato sera, ma a quanto pare lei non ricordava nulla, per sua enorme sfortuna.
"Emh... ciao Shauna" - salutò.
"Llweran! - esclamò - oh cielo... ciao... mi sento così in imbarazzo"
"AH, non non devi preoccuparti! - esclamò - a me ha fatto piacere"
"Davvero? - domandò inarcando un sopracciglio - che strano, pensavo che fossi arrabbiato perchè anziché  aiutarti mentre ti stavi picchiando  con Eldaron io non ho fatto altro che peggiorare la situazione"
"Eh?  domandò sorridendo nervosamente - quindi non ricordi... niente? Nient'altro?"
"Umh... c'è forse qualcosa che dovrei ricordarmi?"
Se Llweran avesse potuto sarebbe sprofondato. Si erano dati il loro primo bacio e lei non ricordava niente.. assolutamente niente. Il loro primo bacio... era assolutamente nascosto nell'ombra. Sforzò ancora un sorriso, probabilmente per evitare di piangere.
"No... assolutamente..."
"Buongiorno! - esclamò Eldarion arrivando alle spalle del biondo - Llweran, spero che tu sia in forma, perché oggi ci aspetta un allenamento piuttosto tosto"
"Mi chiedo come fai ad avere tutte queste energie dopo il weekend distruttivo che abbiamo avuto" - sbuffò voltandogli le spalle e cercando di aprire il proprio armadietto. In quel momento, il corridoio fu letteralmente illuminato quanto Tauriel fece il suo ingresso, splendente e sempre ben vestita, con i lunghi capelli che le arrivavano fin oltre le spalle. Ignorò tutti gli occhi che le stavano puntati addosso, per rivolgere le sue attenzioni al timido ed impacciato ragazzino che l'aveva rapita alla sua festa. Così si avvicinò, e quando gli fu abbastanza vicino, gli poggiò una mano sulla spalla.
"Ah! - esclamò - oh... Tauriel... cosa... ciao"
"E' bello rivederti tutto intero - disse l'altra - mi è dispiaciuto che te ne sia andato così..."
"Oh, emh sì... anche a me"
Le tra ragazze ed Eldarion avevano fatto caso all'arrivo di Tauriel, e mentre Shauna si ritrova a storcere il naso, il moro non potè resistere dal corteggiarla.
"Oh, salve! - esclamò - io mi chiamo Eldarion Strider, e sono il migliore amico di Llweran"
"Oh, sì, so chi sei - fece non mostrando molo interessa in realtà- sei quello che gli ha lanciato un pugno"
"Umh... sì,  esatto"
"Comunque, pensavo che potremmo passare un po' di tempo insieme. Dopotutto non mi avevi detto che volevi ti insegnassi il tiro con l'arco?"
"Cosa? Davvero? - domandò Eldarion - ma Llweran, abbiamo gli allenamenti di basket"
"Amh... ci penso io. Ascolta Tauriel, lo so che l'ho detto, ma sai, io ho la settimana piena, piena, piena..."
"Anche il fine settimana?" - domandò melliflua.
"Emh no, il fine settimana... credo proprio di averlo libero"
"Bene, allora non c'è problema - disse sorridendo, lanciando poi un'occhiata a Shauna che stava sforzandosi di non fare scenate di gelosia - oh, mi ricordo di te, tu sei quella che faceva i cori da stadio"
"Mi chiamo Shauna. E faresti meglio a non dimenticarti il mio nome"
"Perchè mai?"
"Non si sa mai" - rispose l'altra. Le due si guardarono intensamente, emettendo sin da subito una certa aurea di rivalità, di cui tutti si accorsero.
"Allora conto su di te, Llweran - disse ancora Tauriel facendogli l'occhiolino - ti aspetto!"
"Emh.. sì, ma certo" - disse l'altro sorridendo nervosamente. La ragazza quindi voltò loro le spalle e ancheggiando si allontanò, sotto lo sguardo furente di Shauna e delle altre due.
"Accidenti che razza di tipa - si lamentò Una - ma chi si crede di essere?"
"A Lelwran però sembra piacere. Forse mi sbaglio, Llweran?" - domandò Shauna duramente, stringendo i pugni.
"Sì... cioè no! Cioè... è molto più simpatica di quel che sembra in realtà"
"Sì, io dico invece che quella vuole solo affondare i suoi artigli nella tua carne innocente" - aggiunse Una.
"Su di me?"
"Ah, e anche se fosse? - domandò Eldarion circondandogli le spalle con un braccio - è una donna quella, io ti consiglio di approfittatane"
"Certo! - esclamò Shauna - siete tutti uguali voi maschi! Io davvero non vi capisco!" - concluse voltando loro le spalle e andando via. Llweran intuì immediatamente la gelosia dell'altra, ed effettivamente anche Eldarion aveva capito, peccato ce avesse mal interpretato.
"Wow - disse lasciandosi andare ad un fischio - la mia Shauna è arrabbiata. Questa è una cosa assolutamente fantastica, adesso posso consolarla, vado, ci vediamo dopo ok, ricordati l'allenamento"
"Ma... oh accidenti" - sbuffò alzando gli occhi al cielo. Era inutile, in amore era sempre stato sfortunato... più o meno. Non riusciva a capacitarsi di come Tauriel gli stesse concedendo tutte quelle attenzioni, e  malgrado cercasse di convincersi che non ci fosse nulla di male, non riusciva ad esserne troppo sicuro.

La giornata era iniziata con frenesia anche per Legolas, il quale aveva ufficialmente iniziato il suo nuovo lavoro. E per fortuna, perchè almeno il lavorare duramente gli consentiva di non pensare a quell'uomo che, guarda caso, distanziava da lui solo pochi metri. Sperò vivamente che non venisse a trovarlo, visto che a quanto pare aveva preso l'insana abitudine di andare a trovarlo. 
Ma ovviamente, non c'era mai una volta il cui le sue preghiere fossero ascoltate.
"Hey - esordì Aragorn entrando - tutto bene?"
"Sì, tutto molto bene direi. Puoi anche smetterla di preoccuparti, sono un adulto in fondo" - disse sorridendo.
"Mi fa piacere parlare con te. Però se ti da fastidio..."
"Oh no, per carità. Sei tu il capo, puoi fare quello che vuoi" - fece chinando lo sguardo. Il pensiero di avere i suoi occhi azzurri fissi su di sè,  lo faceva imbarazzare non poco. Perchè ancora era lì? Cosa voleva?
"Il ventuno marzo" - disse improvvisamente Aragorn. Il biondo alzò lo sguardo, sorpreso.
"Cosa?"
"Il ventuno marzo - ripeté - è il giorno in cui sei nato". A Legolas ci volle qualche minuto prima di ricollegare la frase di Aragorn a ciò che aveva detto la sera prima solo per scherzare.
"Te lo ricordi, allora" - disse cercando di non mostrarsi sorridente.
"Sì, il primo giorno di primavera. Il giorno della rinascita. Sì, direi che ti si addice. Tu ricordi la nascita in qualche modo... un fiore che sboccia..." - disse guardandolo negli occhi. Legolas cercò di scacciare via il rossore dalle sua guance. Ci stava cadendo di nuovo, ma lui non lo amava, o almeno di questo Aragorn era convinto.
Sforzò un sorriso.
"Il mio lo ricordi, ma quello di Llweran?"
Aragorn serrò le labbra. Era ovvio che non lo ricordasse, ed ovviamente Legolas non si aspettava che lo ricordasse.
"Il sei settembre"  disse deciso.
L'altro alzò gli occhi al cielo.
"Il quindici aprile"
"Sicuro che non fosse settembre? Ricordo che era una bella giornata"
"Pioveva - disse - e sì, diciamo che sono abbastanza sicuro"
"Oh, beh -  costatò imbarazzato - in effetti ci sono molte cose che non so di lui. Non so cosa gli piace e cosa non gli piace, non so il suo colore preferito, il suo cibo preferito, però so il suo sogno. Vuole diventare un giocatore di basket professionista"
"Eh già - sospirò - sono cose che avresti potuto sapere comunque... se solo non ti fossi rifiutato"
Immediatamente il suo tono era divenuto freddo, gelido, come a voler far notare tutto il rancore che avesse provato in quegli anni e che non era in realtà mai sparito.
Aragorn non rispose, cosa avrebbe dovuto dire? Sapeva quanto l'altro avesse ragione. Si sgranchì la voce, imbarazzato, dandogli poi le spalle. Immediatamente Legolas si rese conto di aver sicuramente esagerato. Dopotutto, lui avrebbe dovuto far finta di niente.
"Amh, Aragorn. Scusa, è che a volte sono troppo impulsivo"- lo chiamò alzandosi.
"Non devi scusarti, hai detto la verità. Io non ci sono mai stato"
L'altro si morse le labbra. Doveva assolutamente cambiare discorso e smorzare quell'atmosfera così tesa.
"Amh... senti, stasera io e gli altri ci vediamo, perché non vieni anche tu?!" - domandò senza pensare.
"Io? - domandò - sicuro che sia il caso?"
"Certo, dopotutto eravamo d'accordo. Mi... farebbe piacere, ecco" - disse sorridendo nervosamente.
Aragorn ricambiò il sorriso.
"Farebbe piacere anche  a me. Accetto l'invito"
"Bene, perfetto. Allora... torno a lavoro... sì..." - concluse sedendosi.
Non aveva idea di cosa la testa gli dicesse, anzi, in realtà non aveva idea di niente ultimamente. Il cuore e la mente erano in continui conflitto, e non avrebbe saputo a chi dar retta. 
Certo però, doveva esserci un motivo se si erano riavvicinati così tanto.
Giunse la sera, e come da programma, la sua simpatica comitiva riempì presto di risate  schiamazzo la sua cosa. Di Aragorn però, neanche l'ombra.
Magari alla fine aveva deciso di non  venire... cosa che in parte gli avrebbe dato sollievo, ma dall'altra lo faceva star male. Sarebbe stato bello trascorrere del tempo con lui, come i vecchi tempi. 
I suoi amici avevano notato che qualcosa effettivamente non andasse in lui.
"Heiy, hey, che ti prende amico? Sei piuttosto imbronciato, è successo qualcosa?" - domandò Pipino.
"No - rispose lasciando roteare distrattamente la birra dentro il bicchiere - non è successo niente"
"Via, via, guarda che si vede che hai gli occhi lucidi - aggiunse Boromir- secondo me, il caro Legolas è innamorato di qualcuno ma vuole fare il misterioso"
"Innamorato? Di chi? Lo conosciamo?! - domandò Frodo.
"Oh, non sono affatto innamorato, che cosa vi viene in mente"
"Sarebbe anche l'ora, non pensi?" - domandò Gandalf fumando tranquillamente la sua pipa.
"Ah, sentite, quando avrò bisogno di un'agenzia matrimoniale mi rivolgerò a voi, d'accordo?" - domandò nervoso.
"Non c'è bisogno di arrabbiarsi, noi ci preoccupiamo per te - disse Boromir, con un certo tono di provocazione - anche perchè insomma... dopo tutti questi anni, certi bisogni diventano impossibile da trattenere. Che gusto c'è poi a fare tutto da soli?"
A Legolas  andò di traverso la birra che stava bevendo, per poi tossire.
"Ma Boromir!" - esclamò arrossendo.
"Che c'è? Qui siamo tutti adulti"
"Oh, vi prego, non fatemi vomitare" - sbottò Gimli, cercando di far prevalere le sue opinioni da eterosessuale.
Scoppiò una risata generale. Legolas stava cercando di darsi un contegno, ma a quanto pare il suo buon umore doveva essere evidente un po' a tutti. Non si sentiva diverso... ma magari lo era senta accorgersene.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, cosa che lasciò abbastanza sbigottiti un po' tutti.
"Emh... non aspettiamo altri ospiti, vero?" - domandò Gandalf.
Legolas però non rispose. Si limitò ad alzarsi, e ad aprire la porta. Davanti a lui, c'era proprio Aragorn, il quale non aveva potuto fare a meno di sorridere.
"Ciao Legolas"
L'altro ricambiò il sorriso, non badando a fatto che la cosa sarebbe potuta apparire strana al resto della comitiva, la quale fu piuttosto sorpresa di rivedere il loro vecchio amico dopo tutto quel tempo.
"Hey! - esclamò Eldarion cercando di attirare l'attenzione - ci sono anche io"
"Oh, ciao, scusa Eldarion - disse il biondo - Llweran è di sopra con le altre. Vi prego entrate, non state lì sulla porta"
Quando Aragorn fece il suo ingresso, si accorse immediatamente di come tutti gli occhi fossero puntati su di lui, cosa che lo fece sentire abbastanza in imbarazzo.
"Ma che ci fa lui qui?" - domandò Gimli, non riuscendo a trattenere il suo stupore.
"Gimli!" - lo rimproverò Legolas.
"Oh, non fa niente - disse l'altro - è normale. E' molto tempo che non vedo... tutti voi"
Gandalf a quel punto si alzò, e sempre con la sua fidata pipa in bocca, gli si avvicinò. Lo gaurdò a lungo, con un'espressione indecifrabile a dire il vero. Poi però accenno un sorriso.
"Beh... bentornato" - disse tranquillamente, quasi come se non fosse successo nulla.

"Voi ci sarete alla finale di basket, vero?" - domandò Llweran, disteso a  pancia sotto sul suo materasso.
"Oh, io non so se potrò esserci - disse Shauna dispiaciuta, accanto a lui - coincide con il ballo di fine anno, e io devo cantare, l'ho già promesso agli organizzatori"
"Ma non puoi mancare! - esclamò - e dai Shauna, fallo per me"
"Umh - rispose l'altra a braccia conserte - perchè non chiedi alla tua Tauriel di venire, sicuramente non ti dirà di no"
"Non è la mia Tauriel, e poi non è il genere di ragazza che fa per me. Siamo solo amici"
"Con una tipa del genere è impossibile essere amici" - sbottò lei.
La porta della camera si aprì pian piano, ed Eldarion fece il suo ingresso.
" 'sera!" - esclamò sorridendo.
"Eldarion? - domandò Llweran - ma che fai qui?"
"Mio padre doveva venire qui stasera, il tuo l'ha invitato. E così ha portato anche me"
"L'ha invitato?" - domandò il biondo sorpreso. Poi immediatamente si lasciò andare ad un sorriso. C'era una buona probabilità che quei due finissero insieme, dopotutto se si trattava di amore vero, avrebbe vinto facilmente sul matrimonio e su altre avversità. Ora però gli toccava convincere Eldarion della bontà di quel sentimento, cosa che non sarebbe stata facile.
"Eldarion! - esclamò afferrandolo per un braccio - devo parlarti! Sai, io credo che mio padre sia innamorato.."
"Oh, mi fa piacere..." - disse confuso.
"No, no, no, intendo di tuo padre!"
"Eh? - domandò - ma che dici?!"
"Riflettici, tutto avrebbe senso. Sicuramente si amavano entrambi, poi però tuo padre ha sposato tua madre e per cercare di dimenticarsi l'uno dell'altro si sono allontanati. Ma in verità si amano ancora, possono mettersi insieme, non sarebbe bellissimo?"
"No! - esclamò - non voglio che i miei si lascino..e poi mio padre non è mica gay"
"E scusa, come fai ad esserne sicuro?"
"Lo so e basta! E poi perchè mi stai dicendo questo?"
"Perchè vorrei che finissero insieme. E magari tu potresti aiutarmi"
"Neanche per sogno. Non intendo rovinare il loro matrimonio, non è bello intromettersi in una relazione"
Oh, sì, peccato che tu lo fai sempre senza accorgersene con me e Shauna.
"Oh, e va bene, come vuoi - sbottò - qualcuna di voi ha un'idea?"
"Hey, non fare cose stupide!"
"Un appuntamento" - propose Shauna.
"Shauna! Llweran, no! Te lo proibisco! Non possono stare insieme, sarebbe troppo strano, non voglio essere tuo fratello"
"Questa sì che è un'idea! - esclamò il biondo ignorando l'amico - ci vuole un appuntamento solo per loro due, e solo così l'amore potrà nascere"
"Non funzionerà  disse Eldarion - perché adesso io vado a dirgli tutto"
"Non ci provare! - esclamò afferrandolo - se tu vai a spifferare tutto, io dirò a  tuo padre di quella votla che hai rubato i suoi soldi per comprarti la droga"
"Non era droga, erano sigarette, una volta sola.. E poi non oseresti"
"Oh, sì che oserei. Tossicodipendente!"
"Eh va bene, come vuoi! - esclamò - ma non riuscirai a convincerlo, mio padre ama troppo mia madre per anche solo pensare di tradirla"
"Questo  e tutto da vedere, amico!" - esclamò l'altro divertito.

Al piano di sotto l'atmosfera intanto si era decisamente rilassata, e adesso Aragorn aveva preso a parlare un po' con tutti, come se nulla fosse. Legolas stava seduto accanto a lui senza dire una parola, però sorrideva, era felice di averlo accanto, era come se fossero tornati indietro nel tempo.
L'unico che in realtà stava un po' in disparte era Boromir, che era rimasto più di tutti molto sorpreso nel vederlo.
"E così adesso sei diventano un pezzo grosso nel commercio? - domandò Sam - ora capisco perché sei così ricco"
"Eh già - disse l'altro - Legolas lavora nella mia azienda"
"Ah, sì, non ce l'avevi detto, Legolas" - affermò Merry malizioso.
"Ve l'avrei detto!" - esclamò.
"Voi due sembrate andare molto d'accordo... voglio dire, dopotutto.. è una bella cosa..." - disse Frodo non molto convinto.
"Sì... è una bella cosa, lo so" - disse il biondo guardando Aragorn.
Boromir a quel punto si alzò, bruscamente.
"Scusate, vado fuori a prendere una boccata d'aria"
Tutti gli altri si guardarono.
"Ma che gli prende?" - domandò Gimli.  Aragorn sapeva esattamente cosa ci fosse che non andava. Per questo, poco dopo, con una scusa, si alzò. Andò nella veranda sul retro, dove Boromir si trovava. Gli arrivò vicino, e  quando l'altro se ne accorse cercò di non guardarlo.
"Cose sei venuto a fare?"
"Ero venuto a vedere se stavi bene"
"No, intendo dire cosa sei venuto a  fare stasera. Tu non dovresti esserci"
"Se ti do fastidio posso anche andarmene"
"Non è questo! - esclamò - sono estremamente felice di rivederti. Ma tu sei sparito Aragorn, per sedici anni"
"Sai che ho dovuto"
"Non ti ha obbligato nessuno"
"Non sarebbe cambiato nulla tra di noi"
"Questo lo so. Ma almeno saremmo rimasti amici"
"Andiamo... non mi dire che provi ancora qualcosa nei miei confronti""
L'altro lo fulminò con lo sguardo..
"Anni fa mi sono fatto da parte perché sapevo di non essere ricambiato, e tu cosa fai? Vai a sposare una donna, così all'improvviso. E' la cosa più stupida che tu abbia mai fatto. E adesso ti comporti come se nulla fosse. Bene, io non posso comportarmi come se nulla fosse"
"Cosa vuoi fare?"
"Non lo so. Ero tranquillo, ma adesso che ti ho visto, dubito riuscirò ad esserlo. Scusami"
Dicendo ciò si allontanò. Aragorn sospirò. Ebbene sì, anche Boromir era innamorato di lui, o almeno lo era stato anni prima. Gli si era anche dichiarato , ma Aragorn lo aveva sempre visto come un amico. L'altro aveva accettato quel rifiuto, anche se probabilmente non del tutto. E sicuramente, il fatto che ora si fossero rivisti, non aveva fatto altro che riaccendere vecchie ferite.
Rientrò,cercando di non pensarci, e tornò a sedersi accanto a Legolas.
"Oh, Aragorn - esclamò Frodo - stavamo parlando di somiglianze"
"Sì infatti, dicevamo che tu ed Eldarion siete due gocce d'acqua"
"Oh, no, lui somiglia di più a sua madre. In genere i miei figli non mi somigliano mai" - rispose con quella che voleva sembrare una battuta ma che in realtà non era.
"Llweran sì, ha i tuoi occhi" - affermò il biondo senza pensare.
"Il resto l'ha presa da te, peer fortuna" - disse mestamente. In quel momento l'atmosfera divenne nuovamente cupa. Gandalf si tirò su.
"Oh andiamo, non fate quei musi lunghi, riempitemi il bicchiere, piuttosto!"- esclamò allegramente.
La serata passò, al contrario di ciò che tutti pensavano, piacevolmente,e  alla fine anche Legoas era riuscito a lasciarsi andare. Verso mezzanotte gli ospiti si stavano apprestando ad andare.
"E' stata una bella serata Legolas, dovremmo farlo più spesso"
"Quando vuoi Aragorn, a me e  a Llweran fa piacere"
"Già.. Llweran... stavo pensando a lui... Insomma, so che ti avevo detto di non volere immischiarmi. Ma mi piacerebbe trascorrere il mio tempo con lui"
"Eh... ma... non è che..."
"Non ho intenzione di dirgli nulla. So che non ci sono mai stato, per questo volevo chiederti il permesso"
No, non posso dirgli di sì. E' assurdo, ha avuto la sua occasione anni fa, e l'ha sprecato. Se adesso gli dico di sì si capirà che lo faccio anche per me.
Rifiuta. Rifiuta. Rifiuta.
"Se... davvero starai attento come dici a non fargli scoprire nulla... Puoi anche farlo" - disse mestamente.
Bella mossa, idiota.
Quando alzò lo sguardo, si accorse di come Aragorn gli si stesse avvicinando.
"Grazie, Legolas. Te ne sono grato, davvero"
Era quasi vicino, che per un attimo il biondo ebbe la voglia di baciarlo.
Per questo dovette tirarsi indietro con forza.
"Non ringraziarmi. Lo faccio per lui"
Bugie e ancora bugie. Lo aveva fatto per entrambi.
Non sarebbe affatto finita bene.



   
 
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